Ma non c'è più dignità?
vedrete che riusciranno a convincere la maggioranza della popolazione che quello che fanno è bene.
BASTA alle atrocità sugli animali in tutti i sensi.
Cacciatori a 16 anni
Ambientalisti in rivolta
ROMA — Anche i cacciatori avranno il loro foglio rosa. E per imbracciare il fucile non dovranno più aspettare la maggiore età, come avviene oggi. Basterà aver compiuto sedici anni, purché a caccia si vada accompagnati da una persona esperta, come il papà, lo zio o un amico più grande. La misura è contenuta del disegno di legge che sarà presentato oggi dal senatore del Popolo della libertà Franco Orsi, appassionato cacciatore. Un testo da tempo allo studio che ora è pronto a fare il primo passo formale nella commissione Ambiente di Palazzo Madama per poi imboccare la lunga strada del dibattito parlamentare.
Come funzionerà il foglio rosa? Chi ha sedici anni potrà provare l'esame di abilitazione all'esercizio venatorio, lo stesso che si fa oggi da maggiorenni per ottenere il patentino. Chi supererà la prova riceverà dalla questura un «attestato di tirocinio». E proprio su questo foglio saranno indicati i nomi degli accompagnatori, tre persone con la licenza da almeno cinque anni. Solo con uno di loro, e con le loro armi, il cacciatore in erba potrà dedicarsi alla sua passione. Ma non potrà né comprare un fucile, né portarlo in giro e nemmeno tenerlo a casa. Una misura che fa gridare all'incostituzionalità Roberto Della Seta, già presidente di Legambiente e oggi senatore del Pd, che nel comitato ristretto del Senato ha tentato di fermare il senatore Orsi: «In Italia — dice Della Seta — a sedici anni non si può guidare la macchina, non si può votare, ma si può prendere il fucile e sparare. Bel messaggio no?». Una norma «pericolosa» anche secondo l'etologa Jane Goodall, che ieri era a Roma per presentare «A ferro e fuoco» il documentario sulla caccia realizzato da Margherita D'Amico. Quella del foglio rosa non è l'unica novità che farà discutere. Anche sulla caccia, come per i controlli sulle banche, saranno coinvolti i prefetti. Se alcune specie diventeranno troppo numerose, come i cinghiali che divorano i raccolti o gli uccelli che mettono a rischio gli aeroporti, saranno loro ad autorizzare i cacciatori ad intervenire con i fucili. C'è poi l'articolo ribattezzato dagli ambientalisti «polenta e osei».
Perché questo nome? Nella caccia da appostamento è possibile utilizzare degli uccellini vivi che, chiusi nelle gabbiette, funzionano da richiamo. Oggi ogni cacciatore ne può portare al massimo 40. Il disegno di legge del senatore Orsi elimina questo tetto ed elimina anche l'anellino sulla zampa necessario per identificarli. Gli ambientalisti temono che questo sia un trucco per infilare in gabbia gli uccellini vivi, spacciarli per esche e poi, una volta a casa, tirare fuori lo spiedo ed usarli come strepitoso condimento per la polenta. La associazioni degli ambientalisti (Legambiente, Wwf e Lipu) hanno creato un gruppo di lavoro per chiedere modifiche al testo. Hanno aderito anche le associazioni degli agricoltori e (sorpresa) una parte delle associazioni dei cacciatori e cioè Arci Caccia, Federcaccia e Italcaccia. «Lì dentro — dice Osvaldo Veneziano, presidente di Arci Caccia — c'è anche la norma che autorizza a sparare sulla neve in aree private. La lepre affonda e io miro senza fatica. Finisce l'etica del cacciatore e si apre alla pura logica di mercato. Anche il mio setter si rifiuterebbe di fare una cosa del genere». Arci Caccia è l'associazione di categoria vicina alla sinistra. Ma nel settore la pensano tutti così? Anche se quasi dimezzati nel corso degli ultimi 25 anni, i cacciatori italiani sono sempre più di 700 mila. Ed è proprio a partire da questo numero che Della Seta dà la sua lettura politica della vicenda: «Questa legge non verrà mai approvata — dice — e non perché il centrodestra non abbia i numeri. No, il punto è che la caccia non è più popolare nell'opinione pubblica italiana. Qui il Pdl cerca solo di grattare qualche voto in vista delle europee e delle amministrative». Grattare qualche voto a chi? Alla sinistra, visto che nelle regioni rosse (Toscana ed Umbria) ci sono ancora tante doppiette, come si diceva una volta. Ma grattare qualcosina anche agli alleati della Lega, che in Veneto e Lombardia tra i cacciatori raccoglie tanti voti, e che i sondaggi spingono sempre più su.
Lorenzo Salvia
11 marzo 2009
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