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venerdì 20 marzo 2009

'A Coppula




I mie ricordi di infanzia mi portano a quelle giornate di metà gennaio che capitano in Sicilia.
Sono giorni che arrivano dopo il maltempo, luminosissime anche se fredde la luce sempra che ti arriva da tutte le direzioni, i colori sono precisi, ordinati e puri, l'aria è pulitissima e gli odori sono netti, senza sbavature e sovrapposizioni, anche i cattivi odori e tra quelli mi ricordo quello del poeta dell'Etna.
Si faceva chiamare così un omino del mio paese che assillava tutti i conoscenti con le sue "poesie" e il suo puzzo di vino di terz'ordine, dove riuscisse a trovare un vino così cattivo resta un mistero poiché la zona del mio paese nativo è baciata di vitigni e vigne incapaci anche volendo di produrre vino cattivo.
La mia e penso anche quella dei miei amici, memoria non ha nessun ricordo dei tremendi versi, sarà stata auto sanità mentale? E invece mi ricordo la coppola, per chi non sa cosa sia.
La coppola è l'estensione del linguaggio siciliano, si , non è un errore per tutto il resto del mondo la coppola è un copricapo ma per un siciliano è un mezzo di comunicazione.
Essa esprime il tuo stato d'animo rafforza le tue espressioni un esempio?
La coppola portata alzata sulla fronte esprime perplessità e dubbio, calzatta a sinistra estro e spensieratezza, a destra malandrineria e sfida, calata sugli occhi scontro e battaglia, veniva infatti così portata durante i duelli con il coltello di giorno per non essere distratti e abbagliati dal sole.
ma soprattutto un buon catanese si ricorda della così detta "Coppula do’ zuVicenzu" di cui vi invito ad non indagare e che io associo alla parte superiore di certi nostri politici.

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