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venerdì 27 marzo 2009

DOPO LE SKIFIDOLL LE TESI DI DARWIN ANDREBBERO RIVISTE

(di Lorena B.G.)
E' qualche giorno che volevo affrontare un problema con i genitori che mi leggono, ho rimandato, ma oggi non non ce la faccio più soprattutto dopo che è successo qualcosa che mi ha fatto riflettere.
Premetto che qualche giorno fa ci fu una notizia in anteprima al telegiornale delle 20,00: "... in una scuola di Torino c'era stata un'intossicazione per via inalatoria di 16 bambini più le insegnanti, il tutto provocato da alcune figurine con cui giocavano questi bambini...".
Mia figlia aveva acquistato una bustina dello stesso tipo (SKIFIDOLL)proprio la sera stessa, ma dopo la notizia l'ha buttata senza aprirla.
La mattina dopo sono passata dall'edicola per dire quello che avevo sentito e con mia grande sorpresa mi sono sentita rispondere che la notizia non gli interessava, perchè finchè non c'era l'ordine dalla ditta di non venderle, loro avrebbero continuato lo stesso.
Ci sono rimasta male, perchè credevo che almeno un po' di buon senso o almeno un po' di "gnegnero"(in Toscana vuol dire cervello) ci fosse.
Almeno potevano darmi un'altra risposta, più diplomatica.
Inoltre mi meraviglio di quei genitori che continuano a comprarle.
Ma la salute dei propri figli a che posto sta nella gerarchia delle loro priorità, possibile che solo io e pochi altri persone ci siamo allarmate?
Ma con cosa giocavano questi tizi da bambini?
Lo sanno che i giochi con i propri escrementi sono riservati esclusivamente all'infanzia, quando cioè ognuno di noi cerca di appropriarsi del mondo che lo circonda?
Come mai la maggior parte delle persone superano questa fase di crescita e invece ancora oggi c'è chi non riesce a farlo? Non è il caso che cerchi consiglio presso qualcuno che possa dare loro spiegazioni, cosicchè quando andranno poi a comprare qualche gioco faranno la scelta giusta?
Il povero Charles Darwin si prenderebbe sicuramente adesso un po' di tempo per rivedere gli appunti sul fondamento scientifico dell'etica e l'evoluzione della specie.

Ciao alla prossima


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