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lunedì 16 marzo 2009

L'ORECCHIO DEL MONDO


( di Lorena B.G.)
Mi meraviglio sempre come in una conversazione siamo capaci di parlare di amore, di sesso, di odio, di guerre...
mettiamo tutto insieme come se una cosa fosse uguale all'altra .
Ci siamo mai resi conto di come saltiamo con facilità dal battesimo di un nipote ad una critica al governo, dallo spettegolare sulla moglie del capoufficio al criticare il nuovo vestito dell'amica?
Il nostro cervello apre tutti i cassetti insieme, ma tira fuori solo cose superficiali. Io penso che le nostre orecchie siano chiuse, non ascoltiamo cosa diciamo. Non ci soffermiamo mai troppo a lungo su qualcosa.
Le nostre orecchie! Quante volte le abbiamo veramente aperte o chi era davanti a noi le ha aperte per immedesimarsi in quello che viene detto?Quante volte mi sono arrabbiata perchè non ero ascoltata: quando spieghi a qualcuno le tue ragioni, quando parli con tua figlia e sembra che lei sia sola nella stanza, quando in fila in un negozio chiedi una cosa e l'altro ti guarda come se tu fossi muta?
Questo mondo è diventato un mondo sordo. Nessuno ascolta più l'altro, niente è mai troppo importante. Quando invece c'è qualcuno che si mette lì a parlare con te e a prestarti un po' d'attenzione, meraviglia delle meraviglie sembra un alieno.
Ho un brutto difetto: ASCOLTO GLI ALTRI.
Chissà come, percepisco subito se qualcuno ha bisogno di sfogarsi.
L'altro giorno ero stanca morta, non riuscivo a stare in piedi, rispondevo a mala pena, avevo un fame terribile. Ma c'era un amico che voleva parlare. Mi raccontava tante cose della sua terra, interessantissime ed io quasi stavo cadendo dalla sedia, eppure ho stretto i denti e sono rimasta lì.
Stasera è successo ancora una volta, un'altra persona aveva bisogno di un orecchio, non di consigli che non ho dato ma solo di qualcuno con cui parlare per tirare fuori quello che il cuore non ce la faceva più a tenere.
Anche le mie percezioni sanno ascoltare: io so che c'è qualcuno che volontariamente si è allontanato, ma che tutti i giorni pensa a me e ad un altro amico, mi chiamava "la sua strega", ma sento forte ogni giorno che pensa a noi.
Basterebbe soltanto che mettesse da parte un po' d'orgoglio e ci troverebbe qui a braccia aperte per ricominciare da dove abbiamo interrotto.
Le orecchie del nostro cuore sono aperte per ascoltarlo, se vuole parlare e contemporaneamente rimarranno aperte se non ne ha voglia adesso, ma vorrà farlo in un altro momento.
Un momento di smarrimento e di errore capita a tutti e perchè quando succede anche fra governi, nessuno parla veramente con l'altro per chiedere scusa e dire che ha sbagliato? C'è la certezza forse che nessuno apra un orecchio per sentire le giustificazioni di un gesto inconsulto?
Siamo così ottusi che arriviamo a dichiarare guerre per non dire che si è commesso un errore?
Come la presunzione di chi non ascolta fino in fondo, ma crede di avere ragione. Sapete, qualche giorno fa ho dovuto fare una fatica tremenda per far aprire le orecchie ad un uomo e la fine della storia qual'è? Che quest'uomo è così chiuso in se stesso nella propria arroganza e nella propria superficialità che non ha assolutamente ascoltato e capito cosa ho detto.
Bene benissimo, se lo ritroverà in futuro, quando batterà per ben la testa.
Come mai in Italia chi ha il famoso "pezzo di carta" in mano crede di essere al di sopra degli altri? E chi glielo ha detto? Prendiamo queste persone una ad una e verrà fuori niente, almeno a me è capitato così. Mi sono trovata in conferenze, meeeting, incontri e poi quando si cerca il fulcro della questione, davanti a noi c'è un interlocutore che devia il discorso, perchè la sua conoscenza non va oltre quello che aveva scritto su due pagine.
Come mai anche fra genitori figli non riusciamo a stabilire un dialogo?
Le orecchie di chi devono aprirsi per prime? Ma soprattutto chi per primo deve chiudere la bocca e ascoltare un po' di più? I figli o i genitori ? Chi deve fermarsi un po' e prendere in considerazione le richieste e i bisogni dei bambini?

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