Anche se a scrivervi sembra che sia il Papa in persona.
SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)
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sabato 30 gennaio 2010
Phishing scam
Anche se a scrivervi sembra che sia il Papa in persona.
venerdì 29 gennaio 2010
J. D. Salinger
"Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia schifa infanzia e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne.
Primo, quella roba mi secca, e secondo ai miei genitori verrebbero un paio d'infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre.
Carini e tutto quanto - chi lo nega - ma anche tremendamente suscettibili. D'altronde non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare la mia dannata autobiografia e compagnia bella.."
e
grazie
SINE STUDIO
Volete sapere l'ultima novità sulla SCUOLA!
Cominciamo dal lontano......
"L’abolizione del latino dalle scuole medie fu un grande errore del Pci. I comunisti credevano che il latino discriminasse i figli degli operai sui figli della borghesia, ma non era vero. Il latino discrimina tra ragazzi studiosi e ragazzi pigri. ...."(L'Unità-19 gennaio 2010)
Ad ogni Governo c'è sempre stato qualcuno che ha fatto "voto" per far sì che la gente lo ricordasse nelle "preghierine"! Siamo passati in un crescendo di anomalie nella scuola a disastri annunciati, a progetti che nel tempo ignobilmente e con acredine stanno portando verso la DISOCCUPAZIONE INTELLETTUALE!
Adesso forse si sta procedendo nello stesso modo con la GEOGRAFIA? Questa volta però non è il Pci a farlo! Cosa stiamo giocando una partita a ping pong con i ragazzi che studiano? La pallina che cos'è la testa del ragazzo? Cosa c'è in ballo ?
Io direi di pensare un attimino alla conoscenza di sapere cos'è il mondo attuale, i nostri confini, le varie etnie che popolano la Terra ecc.ecc.ecc.
Qui si parla che una volta usciti di casa non sappiamo se girare a destra o a sinistra per andare a Roma e magari ci troviamo persi nelle nebbie della Padania!
Significa non sapere più che l'extracomunitario che viene a chiedere la cittadinanza italiana proviene dal Congo o dal Pakistan o dal Messico.
Vuol dire che se una nave deve portare delle merci in Europa dall'Asia non sa dov'è l'Africa, ma gira dalla parte sbagliata e circumnaviga l'America del sud e si ritrova nell'Atlantico, e magari approda alla mitica Atlandite!
Cosa devo fare? Guardare mia figlia crescere e non sapere dov'è il Nord o il Sud?
Andare in un Paese fuori dall'Italia e non conoscere gli usi e i costumi? Scendere dall'aereo in un paese arabo (perchè ho preso un aereo a caso e non sapevo dove andavo!) e trovarmi lapidata perchè non ho indossato il burqa, perchè non conosco le usanze di quel popolo ?
Ma io mi chiedo... ma dai barbieri dove questi signori vanno tutti i giorni a tagliarsi i capelli e a farsi la barba (perchè farla da soli a casa fa troppa fatica!), che giornali leggono. Non nomino nessuna testata perchè anche quella detestabile dei gossip è troppo istruita rispetto alle letture che danno questi spunti. Eppure si parla di un buon numero di personaggi pubblici politici che non sa dov'è l'Afghanistan? Se non sbaglio c'è stato un giornalista che ha intervistato dei parlamentari all'uscita dai palazzi "dorati" e ha posto questa domanda e..... nessuno di loro ha saputo rispondere!
Ma quando vanno in missione diplomatica all'estero lo sanno con chi parlano e quale lingua, ma soprattutto sanno dove sono e che rapporti politici economici sociali e diplomatici ci sono fra i due paesi?
Ma che gente abbiamo eletto? Chi è stato bocciato più di una volta o rimandato a settembre o non era nella "rosa" dei primi della classe?
Ma cosa hanno decretato guerra alla scuola? Una volta era un vanto e un onore studiare, perchè lo studio significava civiltà.
O forse vogliamo tornare ai tempi bui della Storia nel Medioevo, quando i libri erano segregati e venivano bruciati?
Mi ricordo sempre alcuni filmati della Seconda Guerra Mondiale di roghi fatti con cataste di libri. Cosa vogliamo gridare .... ALL'UNTORE... verso chi studia o legge?
Tra poco assisteremo alla vendita di pacchetti di sigarette dove troveremo scritto
LO STUDIO UCCIDE oppure LO STUDIO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE !
Ancora VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA
contro questo modo di governare!
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=89424&sez=HOME_MAILgiovedì 28 gennaio 2010
GIBRAN (4)
Quando un uomo le si avvicinava non riusciva più ad essere spontanea.
Un unico pensiero "... anche questo mi lascerà sola... "
Aveva deciso che tanto valeva essere se stessa, sempre. Non cercava più di piacere; se il risultato era quello, tanto valeva parlare subito rivelando i suoi pensieri le sue idee. Dapprima.... poi si era un po' chiusa. Lasciava trasparire meno se stessa. Sentiva il suo cuore chiuso come fosse diventato pietra e le dispiaceva. Avrebbe voluto rivivere almeno per una volta un sentimento. Le emozioni che fanno aspettare con ansia l'ora dell'appuntamento, il cuore che impazzisce a vedere l'uomo che ami da lontano, tremare fra le sue braccia,...
Adesso non ci riusciva più.
Le sembrava di dover combattere tutti i giorni una battaglia contro il mondo. Non si sentiva più tranquilla, non riusciva più a godere delle piccole cose che aveva o che le capitavano.
Decise di avere un ultimo incontro con quello che scherzando chiamava il suo "amante fisso". In fin dei conti era vero, perchè negli ultimi mesi era l'unico con il quale si vedeva seppur raramente.
Si incontrarono come al solito: un lungo abbraccio, un lungo bacio.
"Mi mancava il tuo sapore di tabacco." gli disse, lei non fumava, ma in quei momenti non le dispiaceva.
Caffè al solito bar, il cameriere sembrò quasi che li riconoscesse. Lui le aveva raccontato delle sue relazioni precedenti: non le aveva nascosto niente. Ma non era gelosa. Cercava di appagarsi degli attimi che vivevano e non chiedeva di più. Affrontarono durante le ore che stettero insieme anche la possibilità che se fosse successo qualcosa ad uno dei due l'altro non lo avrebbe saputo perchè nessuno conosceva la loro relazione. Erano sempre stati attenti a nascondersi, a trovare scuse accettabili per incontrarsi.
Ma non trovarono soluzione, non doveva saperlo nessuno. Pensò che se non lo avesse sentito per qualche giorno sarebbe "morta". Bisognava che cominciasse a rendersi conto che poteva accadere e doveva farsene un'idea.
Ma rifiutava questo pensiero. Allora si chiese se mentre andava avanti questo rapporto anomalo lei non si fosse innamorata.
No, non era possibile. Non doveva e non poteva succedere.
Il pensiero andò a Gibran. Se avesse avuto lui al suo fianco, il dolore nel giorno del distacco, nel giorno in cui l'altro sarebbe diventato un fantasma, forse sarebbe stato più sopportabile. Ma non si fidava. Quando fosse tornata a casa doveva mettere Gibran alla prova. Non la convinceva del tutto. Il suo istinto le diceva che non andava bene.
Stando insieme al suo "vecchietto" aveva imparato alcune cose, anche quello di dare retta al suo istinto e a non pentirsene. Le sue sensazioni erano sviluppate, ma spesso aveva fatto, con la testa, quello che invece il "naso" le diceva di non fare. E gli errori e le delusioni si erano accumulate negli anni.
Non pensò più: voleva avere e dare piacere. Si spogliò e cominciò ad accarezzarlo come non aveva mai fatto prima. Anche lui fu più dolce del solito, più appassionato e risero e chiacchierarono per ore.
Lo abbracciava e baciava in continuazione. Tutto come fosse la prima volta. Gli si concesse in maniera assoluta, chiedendogli cosa voleva. Questa volta sembrò che fossero ancora più uniti. Lui fu più premuroso, lei quasi innamorata.
Nel viaggio di ritorno prese un libro, ma non riuscì a leggere: un sms.
Sentì il suono, ma non lo guardò. Non rispose subito: aveva paura di spezzare quell'aria di felicità che la circondava. Non si era mai sentita così bene.
Non rispose con un sms, ma telefonò.
La voce di Gibran:"Pronti, attenti." "Non sei un militare e hai sbagliato a rispondere..." qualche scambio di battute per ridere poi appuntamento alla sera per i saluti della buonanotte.
No, non la convinceva. Questa sensazione era molto forte.
Ricominciò ad analizzare tutto. Le due storie quello che sarebbe stato il futuro.
Ma il parallelismo non la portava a niente. Anche con l' "amante" era cominciata senza nessuna base, ma aveva subito avuto fiducia. Il suo rapporto portato avanti nel tempo senza spiegazioni si era solidificato.
Gibran invece non le permetteva di capire. Ogni giorno le sembrava si comportasse in maniera diversa. Diceva delle cose, le sembrava promettesse e poi non spiegava, non manteneva. Anche quando si parlavano spesso si assentava spariva per minuti. Cosa faceva? Era meglio cinque minuti insieme piuttosto che venti ad aspettare fra una parola e l'altra.
Forse era meglio se avesse avuto un altro incontro anche con lui.
Era un periodo caotico nel lavoro, ma lo spazio di un'ora doveva trovarlo.
Appena si videro lui buttò per terra la giacca e la spogliò subito, il solito tavolino, poi sul tappeto non fecero in tempo ad arrivare in camera da letto. Ma questa volta fu più bello più intenso. Pochi minuti, ma il cervello era più lucido partecipò attimo per attimo a tutti i gesti tutti i baci ad ogni parola che fu detta. I gesti si susseguivano le carezze in un ritmo incessante e crescente, ma non perdette nemmeno un secondo. Assimilò tutto, doveva farlo per capire. Fisicamente le procurò sensazioni che non aveva mai avuto. In pochi minuti si sdoppiò: visse contemporaneamente le due storie insieme ai due uomini.
Gibran le diceva cose che voleva sentirsi dire da sempre. La toccava e la baciava come nessuno lo aveva mai fatto prima.
Cominciò a sentirsi bene, il cuore si aprì.
Sì adesso non sarebbe più tornata indietro. Lui era quello che voleva, lo aveva desiderato, cercato per tanto tempo e con una stupida poesia si era aperta la vita. Le sembrò di ricordare che forse all'inizio aveva avuto un po' di difficoltà a catturare la sua attenzione, ma forse non sapeva più se era vero o no. Chissà! adesso c'erano solo giorni e giorni da vivere insieme da bere da mangiare da leggere da scrivere. Lui andò via. Dopo pochi minuti un sms... Sei sogno e realtà.
Sì, la vita era sogno e realtà, una realtà che le stava regalando un amore bellissimo. Aveva dubitato, aveva avuto paura, ma chissà perchè all'improvviso nelle tenebre una luce accecante di speranza. Avrebbe ricominciato a scrivere, avrebbe raccontato che c'è sempre una strada che porta alla felicità. Doveva scrivere che anche nei momenti peggiori negli attimi di sconforto totale c'è sempre un cuore che ne cerca un altro e quando s'incontrano è l'atto d'amore più puro e bello che esista.
Avrebbe ricominciato a scrivere per raccontare la sua felicità.
Mentre pensava e rispondeva con un altro sms... magnifico! grazie un bacio... cominciò a ripetersi i versi della poesia di Kahlil Gibran che li aveva avvicinati....
...Accetterai un cuore che ama, ma mai
si sottomette? E che arde, ma mai
si strugge? Ti sentirai tranquillo
con un anima che trepida prima
della tempesta ma mai vi si arrende?
Accetterai come compagna chi non vuole
schiavi, né mai diverrà schiava?
Mi avrai senza possedermi,
prendendomi il corpo ma non il cuore?
Allora, eccoti la mia mano: prendila con la
tua bella mano. Ed ecco il mio corpo; stringilo
tra le tue amorevoli braccia. Ed eccoti
le mie labbra: schiudi su di esse
il vertiginoso abisso di un bacio.
(Kahlil Gibran)
mercoledì 27 gennaio 2010
PER NON DIMENTICARE......MAI
C'È UN TEMPO PER TUTTE LE COSE
Un tempo per nascere, un tempo per morire.
Un tempo per piantare, un tempo per sradicare la pianta.
Un tempo per uccidere, un tempo per guarire.
Un tempo per distruggere, un tempo per costruire.
Un tempo per piangere, un tempo per ridere.
Un tempo per gemere, un tempo per ballare.
Un tempo per scagliare pietre, un tempo per raccogliere sassi.
Un tempo per abbracciare, un tempo per separarsi.
Un tempo per cercare, un tempo per perdere.
Un tempo per conservare, un tempo per gettare via.
Un tempo per strappare, un tempo per ricucire.
Un tempo per tacere, un tempo per parlare.
Un tempo per amare, un tempo per odiare.
Un tempo per la guerra, un tempo per la pace.
martedì 26 gennaio 2010
BRUNETTA BRUNETTA....(2)
ZIO BRUNETTA !, BELLISSIMO MI PIACE, MI PIACE!
Mi dispiace per Voi che non ce l'avete così vicino e concreto, ma io con una bambina di dieci anni che deve ancora iniziare il suo futuro mi devo preoccupare!!!!!!!!!
Due nuclei familiari, anche se uno è composto da una persona sola!
TUTTO CON 500 MISERI EURO?
Poi cosa si fa s'impoversce ancora di più i pensionati e chi ha lo stipendio, senza dare però un'adeguata sistemazione ai ragazzi.
Ma in Italia esiste qualche dottore in grado di formulare una diagnosi per queste castronerie e dare una cura definitiva?
lunedì 25 gennaio 2010
GIBRAN (3)
..(seconda parte)..
Era arrivato il momento che niente poteva essere più rimandato?
Nella sua testa pensieri che si rincorrevano. Se lasciava un rapporto che ormai andava avanti da un po' e con l'altro non fosse iniziato niente, cosa le rimaneva?
Ma adesso c'era GIBRAN. Lo chiamava così, le stimolava una certa curiosità.
Pochi mesi prima aveva cominciato a scrivere quasi per scommessa, ma si era appassionata subito a questo nuovo "gioco". I suoi scritti dapprima si erano presentati come un torrente in piena. Le sue storie sembravano vere. Aveva raccolto le sue emozioni, le sue esperienze, poi anche quelle di persone che parlavano con lei. Era felice di quello che scriveva.
"Sono una donna, impegnata ogni giorno ad essere una donna." era questo il pensiero che l'accompagnava sempre.
giovedì 21 gennaio 2010
GIBRAN (2)
mercoledì 20 gennaio 2010
Tasse
Ma siamo sicuri che i governi retti da Berlusconi riducono le tasse?
Prospetto 5 - Pressione fiscale delle Amministrazioni pubbliche (a) - Anni 1980-2008 (in percentuale sul Pil)
Anni | Pressione tributaria | Pressione contributiva | Totale Pressione fiscale |
1980 | 17,6 | 13,8 | 31,4 |
1981 | 17,9 | 13,2 | 31,1 |
1982 | 20,4 | 13,7 | 34,1 |
1983 | 22 | 14,3 | 36,3 |
1984 | 21,4 | 13,5 | 34,9 |
1985 | 21,1 | 13,5 | 34,6 |
1986 | 21,4 | 13,6 | 35 |
1987 | 21,8 | 13,6 | 35,4 |
1988 | 23 | 13,6 | 36,6 |
1989 | 23,8 | 13,5 | 37,3 |
1990 | 24,2 | 14,1 | 38,3 |
1991 | 25 | 14,4 | 39,4 |
1992 | 27,2 | 14,7 | 41,9 |
1993 | 28,1 | 14,8 | 42,9 |
1994 | 26,2 | 14,6 | 40,8 |
1995 | 26,8 | 14,4 | 41,2 |
1996 | 26,9 | 14,7 | 41,6 |
1997 | 28,7 | 15 | 43,7 |
1998 | 29,7 | 12,6 | 42,3 |
1999 | 29,9 | 12,5 | 42,4 |
2000 | 29,2 | 12,4 | 41,6 |
2001 | 29 | 12,3 | 41,3 |
2002 | 28,3 | 12,5 | 40,8 |
2003 | 28,7 | 12,7 | 41,4 |
2004 | 27,9 | 12,7 | 40,6 |
2005 | 27,6 | 12,8 | 40,4 |
2006 | 29,2 | 12,8 | 42 |
2007 | 29,8 | 13,3 | 43,1 |
2008 | 29,1 | 13,7 | 42,8 |
(a) Per il calcolo della pressione fiscale si prendono in considerazione le imposte dirette sul reddito e sul patrimonio, le imposte indirette sulla produzione e sulle
importazioni, le imposte in conto capitale, i contributi sociali effettivi e i contributi sociali figurativi. Non sono invece comprese le imposte indirette di competenza
dell'Unione Europea. (fonte ISTAT)
Per l'anno appena passato il sole 24 ore ci informa che la pressione fiscale è passata al 43,3%.
Va bene non mantenere le promesse di ridurre le tasse ma aumentarle?
Ma com'è che la pressione fiscale aumenta e i servizi diminuiscono?
E la spese dei ministri?
leggete questo post su dagospia
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fermiamo la corsa verso il baratro?
martedì 19 gennaio 2010
lunedì 18 gennaio 2010
BRUNETTA BRUNETTA....
L'ultima trovata è quella di obbligare i ragazzi di 18 anni ad uscire di casa, ad allontanarsi cioè dalle rispettive famiglie. Ecco! dirà qualcuno, la solita mamma, che si lamenta.
Perchè condannate me e non la stupida ennesima idea che è stata partorita nel nostro Governo?
Parlate con me che per carattere sono indipendente? Con me che non vedevo l'ora di uscire di casa?
Analizziamo altre cose! Prima di dire escono di casa il nostro caro ministro e co. hanno pensato a procurare ai ragazzi/e un alloggio decente di almeno due stanze? hanno pensato ad un lavoro? E se studiano ci vuole o un "vitalizio" il tempo necessario per arrivare alla laurea o un lavoro che però permetta loro di mantenersi senza inciampare nelle ore di studio.
E poi finiti gli studi c'è subito un lavoro pronto?
O parliamo di precari, di co.co, di lavoro che non esiste, di fuga di cervelli all'estero ecc. ecc.
Ricordo e Vi ricordo che in Italia ancora esiste l'ART.1 della Costituzione italiana che dice
L'ITALIA È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO
E se non ricordo male attraverso il lavoro ci si può mantenere... pagare l'affitto, comprare le cose da mangiare, i vestiti, pagare le bollette....
Ma il nostro caro Renato, mi permetto di chiamarlo così, perchè ultimamente è entrato tante volte nelle nostre case a giudicare a frugare a trovare "scheletri" negli armadi che lo sento come un caro parente lontano, si è interrogato su quale tipo di Italia stiano, loro i ministri, consegnando ai ragazzi di oggi? fra escort e trans, e scandali e tagli alla scuola, licenziamenti e bugie di ogni tipo che si sentono ogni giorno.
Non è certo l'operaio che sale sulla gru il giorno prima di Natale, perché la ditta per cui lavorava sta chiudendo, a riempire le prime pagine dei quotidiani che fa notizia per più di un giorno!
Ah! dimenticavo. Ho letto anche (speriamo che i medici possano applicarla presto!)
Tumore al cervello, alla Sapienza si scopre la cura
Buona giornata
sabato 16 gennaio 2010
SCUOLA.... DOVE ANDREMO A FINIRE !
mercoledì 13 gennaio 2010
Centuripe
Quest'anno ho voluto rivedere la parte per me più bella della mia terra, quella che va dalla piana di Catania a Enna.
In questa stagione l'isola presenta una gran varietà di verde e di colori accesi grazie alle piogge che pulendo l'aria permettono una visibilità eccezionale quando il sole è nelle prime ore del giorno o prima del crepuscolo.
Con la piccola utilitaria mi sono inerpicato sino ad uno dei paesi storici dell'isola, Centuripe.
Se qualcuno vuole sentire l'antichità della Trinacria deve vedere Centuripe ed Agira, altro borgo della provincia ennese.
La storia tra queste case si perde nella notte dei tempi, dalla preistoria ai sicani, poi i siculi, i greci, i romani ecc. ecc.
Tutti hanno lasciato qualche cosa e tanti ne hanno approfittato di questi lasciti, sia i tombaroli che i truffatori.
Ma la sorpresa è stata la scoperta di un piccolo museo di antichità, piccolo ma con pezzi eccezionali, peccato per il divieto di fotografarli ma spero che le poche immagini trovate su internet e il link potranno darvi un'idea.
domenica 10 gennaio 2010
venerdì 8 gennaio 2010
GIBRAN (1)
giovedì 7 gennaio 2010
IL VIAGGIO
È qualche giorno che cerco fra i miei libri l'ULISSE di Joyce e ... non riesco a trovarlo.
Possibile che un libro sia così permaloso?
È completamente sparito. È vero che in questi giorni ho preferito la lettura di altri testi, ma l'ULISSE per me è la sfida a qualcosa. Lo vedevo come un compagno di viaggio, perchè la cosa più bella che ho capito è che ogni libro è UN VIAGGIO.
Ogni volta mi preparo ad entrare in un territorio sconosciuto, non porto bagaglio perchè acquisterò quello che voglio ad ogni pagina che sfoglierò e che diventerà parte della mia esperienza letteraria.
Sono un viaggiatore e un esploratore. Ogni approdo (libro) diventa il punto di partenza per una nuova avventura (libro).
Mi sento Ulisse nel suo navigare verso terre sconosciute, la sua sete di sapere di fare suo quello che altri non conoscono.
Molte volte ho pensato che la mia parte maschile, la costola, quello che è diventato Adamo, a me non è stata tolta.
Quando si parla di esplorare curiosare immergersi nell'ignoto sono sempre al primo posto.
Ma se per una volta mi sono distratta, perchè questo libro deve essere così insofferente?
Ora devo avere solo la pazienza di aspettare che si calmi e ritorni fuori. Ho pensato di mettere qualche esca.
Perchè so che anche lui è curioso come me di sapere a che punto sono arrivata.
Il suo viaggio è come il mio, non finirà mai. Ogni libro conosce gli altri libri che sono stati e che saranno.
Avete mai pensato perchè partendo da un testo andiamo a cercarne altri come fossero fra loro legati come una catena?
Ho sempre con me Dante con la Divina Commedia, Amleto, l'Odissea, la Bibbia.
Ma adesso pensavo che potrei aggiungere IL MULINO DI AMLETO e IL LIBRO DEI LIBRI PERDUTI.
Chissà come va a finire.
Buon pomeriggio
CARBONE O CARBONELLA?
mercoledì 6 gennaio 2010
IL LOGORROICO
BUONA BEFANA 2010 A TUTTI
Giovanni Pascoli (1855-1912)
Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda...tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda...ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sull’aspro monte.
martedì 5 gennaio 2010
SI RICOMINCIA(2)
LUI ...ma lei chi è che si permette di fare certi commenti sulla mia bacheca riguardo alla mia ex moglie e soprattutto a mia figlia? Io non la conosco e da questo momento lei è fuori dalle mie conoscenze su facebook. Prima di fare commenti, cortesemente, si informi sulle persone di cui parla. Le sue opinioni sono maleducate, maldestre e ignoranti, nel senso che ignorano le cose che riguardano mia figlia, me e la mia ex moglie. Non ho il piacere di conoscerla e mi auguro, data la sua arroganza, di non conoscerla mai.
LA MIA RISPOSTA
La mia opinione dal momento che siamo in un paese libero ancora vale molto e tu dovresti saperlo se dici di essere un giornalista. Intanto mi conosci perchè eravamo a sedere vicini sulla stessa panca in chiesa per il coro delle Guasti. La mia frase non è stata nè volgare (la prima) nè maleducata (la seconda) conosco bene tua moglie perchè le nostre bambine sono state a scuola di danza insieme e la conosco personalmente. Il perchè vi siete lasciati sono affari vostri, di cui non ne ho mai parlato e non m'interessa. Se la suscettibilità fa da padrone nelle vostre vite fate male allora a rendere pubbliche certe foto. Ognuno che si mostra è soggetto alla "ricattabilità" e all'opinione di chi guarda. So di non aver fatto niente di male e scritto niente di volgare. Non mi dispiace assolutamente non averti più fra i contatti. Alla tua amica dille di prendere le difese di qualche altra persona prima di aprire bocca. E se vuoi altre spiegazioni ho l'erboristeria in via ......Non mi fermerò certo la mattina a salutarti al bar in piazza del comune dove fai sempre colazione dalle 8,30 in poi. Non mi vergogno di quello che ho fatto e lo farò ogni volta che ne ho voglia.
lunedì 4 gennaio 2010
SI RICOMINCIA.....
venerdì 1 gennaio 2010
Auguri
Candele
Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.
Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
la memoria m'accora il loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s'allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.