SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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sabato 30 gennaio 2010

Phishing scam




Ecco un esempio di phishing scam

Mi raccomando NON RISPONDERE MAI a queste mail

Anche se a scrivervi sembra che sia il Papa in persona.

venerdì 29 gennaio 2010

J. D. Salinger



"Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com'è stata la mia schifa infanzia e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne.
Primo, quella roba mi secca, e secondo ai miei genitori verrebbero un paio d'infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre.
Carini e tutto quanto - chi lo nega - ma anche tremendamente suscettibili. D'altronde non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare la mia dannata autobiografia e compagnia bella.."


Addio
e
grazie

SINE STUDIO


Ci sono certe mattine che mi chiedo...PERCHÈ, MA PERCHÈ DEVO LEGGERE CERTE CAZZ....TE MOSTRUOSE?

Volete sapere l'ultima novità sulla SCUOLA!

Cominciamo dal lontano......

"L’abolizione del latino dalle scuole medie fu un grande errore del Pci. I comunisti credevano che il latino discriminasse i figli degli operai sui figli della borghesia, ma non era vero. Il latino discrimina tra ragazzi studiosi e ragazzi pigri. ...."(L'Unità-19 gennaio 2010)

Ad ogni Governo c'è sempre stato qualcuno che ha fatto "voto" per far sì che la gente lo ricordasse nelle "preghierine"! Siamo passati in un crescendo di anomalie nella scuola a disastri annunciati, a progetti che nel tempo ignobilmente e con acredine stanno portando verso la DISOCCUPAZIONE INTELLETTUALE!

Adesso forse si sta procedendo nello stesso modo con la GEOGRAFIA? Questa volta però non è il Pci a farlo! Cosa stiamo giocando una partita a ping pong con i ragazzi che studiano? La pallina che cos'è la testa del ragazzo? Cosa c'è in ballo ?

Io direi di pensare un attimino alla conoscenza di sapere cos'è il mondo attuale, i nostri confini, le varie etnie che popolano la Terra ecc.ecc.ecc.

Qui si parla che una volta usciti di casa non sappiamo se girare a destra o a sinistra per andare a Roma e magari ci troviamo persi nelle nebbie della Padania!

Significa non sapere più che l'extracomunitario che viene a chiedere la cittadinanza italiana proviene dal Congo o dal Pakistan o dal Messico.

Vuol dire che se una nave deve portare delle merci in Europa dall'Asia non sa dov'è l'Africa, ma gira dalla parte sbagliata e circumnaviga l'America del sud e si ritrova nell'Atlantico, e magari approda alla mitica Atlandite!

Cosa devo fare? Guardare mia figlia crescere e non sapere dov'è il Nord o il Sud?

Andare in un Paese fuori dall'Italia e non conoscere gli usi e i costumi? Scendere dall'aereo in un paese arabo (perchè ho preso un aereo a caso e non sapevo dove andavo!) e trovarmi lapidata perchè non ho indossato il burqa, perchè non conosco le usanze di quel popolo ?

Ma io mi chiedo... ma dai barbieri dove questi signori vanno tutti i giorni a tagliarsi i capelli e a farsi la barba (perchè farla da soli a casa fa troppa fatica!), che giornali leggono. Non nomino nessuna testata perchè anche quella detestabile dei gossip è troppo istruita rispetto alle letture che danno questi spunti. Eppure si parla di un buon numero di personaggi pubblici politici che non sa dov'è l'Afghanistan? Se non sbaglio c'è stato un giornalista che ha intervistato dei parlamentari all'uscita dai palazzi "dorati" e ha posto questa domanda e..... nessuno di loro ha saputo rispondere!

Ma quando vanno in missione diplomatica all'estero lo sanno con chi parlano e quale lingua, ma soprattutto sanno dove sono e che rapporti politici economici sociali e diplomatici ci sono fra i due paesi?

Ma che gente abbiamo eletto? Chi è stato bocciato più di una volta o rimandato a settembre o non era nella "rosa" dei primi della classe?

Ma cosa hanno decretato guerra alla scuola? Una volta era un vanto e un onore studiare, perchè lo studio significava civiltà.

O forse vogliamo tornare ai tempi bui della Storia nel Medioevo, quando i libri erano segregati e venivano bruciati?

Mi ricordo sempre alcuni filmati della Seconda Guerra Mondiale di roghi fatti con cataste di libri. Cosa vogliamo gridare .... ALL'UNTORE... verso chi studia o legge?

Tra poco assisteremo alla vendita di pacchetti di sigarette dove troveremo scritto

LO STUDIO UCCIDE oppure LO STUDIO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE !

Ancora VERGOGNA VERGOGNA VERGOGNA

contro questo modo di governare!

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=89424&sez=HOME_MAIL



giovedì 28 gennaio 2010

GIBRAN (4)

...(terza parte)..

"Sono una donna, impegnata ogni giorno ad essere una donna." era questo il pensiero che l'accompagnava sempre.

Quando un uomo le si avvicinava non riusciva più ad essere spontanea.
Un unico pensiero "... anche questo mi lascerà sola... "
Aveva deciso che tanto valeva essere se stessa, sempre. Non cercava più di piacere; se il risultato era quello, tanto valeva parlare subito rivelando i suoi pensieri le sue idee. Dapprima.... poi si era un po' chiusa. Lasciava trasparire meno se stessa. Sentiva il suo cuore chiuso come fosse diventato pietra e le dispiaceva. Avrebbe voluto rivivere almeno per una volta un sentimento. Le emozioni che fanno aspettare con ansia l'ora dell'appuntamento, il cuore che impazzisce a vedere l'uomo che ami da lontano, tremare fra le sue braccia,...
Adesso non ci riusciva più.
Le sembrava di dover combattere tutti i giorni una battaglia contro il mondo. Non si sentiva più tranquilla, non riusciva più a godere delle piccole cose che aveva o che le capitavano.
Decise di avere un ultimo incontro con quello che scherzando chiamava il suo "amante fisso". In fin dei conti era vero, perchè negli ultimi mesi era l'unico con il quale si vedeva seppur raramente.
Si incontrarono come al solito: un lungo abbraccio, un lungo bacio.
"Mi mancava il tuo sapore di tabacco." gli disse, lei non fumava, ma in quei momenti non le dispiaceva.
Caffè al solito bar, il cameriere sembrò quasi che li riconoscesse. Lui le aveva raccontato delle sue relazioni precedenti: non le aveva nascosto niente. Ma non era gelosa. Cercava di appagarsi degli attimi che vivevano e non chiedeva di più. Affrontarono durante le ore che stettero insieme anche la possibilità che se fosse successo qualcosa ad uno dei due l'altro non lo avrebbe saputo perchè nessuno conosceva la loro relazione. Erano sempre stati attenti a nascondersi, a trovare scuse accettabili per incontrarsi.
Ma non trovarono soluzione, non doveva saperlo nessuno. Pensò che se non lo avesse sentito per qualche giorno sarebbe "morta". Bisognava che cominciasse a rendersi conto che poteva accadere e doveva farsene un'idea.
Ma rifiutava questo pensiero. Allora si chiese se mentre andava avanti questo rapporto anomalo lei non si fosse innamorata.
No, non era possibile. Non doveva e non poteva succedere.
Il pensiero andò a Gibran. Se avesse avuto lui al suo fianco, il dolore nel giorno del distacco, nel giorno in cui l'altro sarebbe diventato un fantasma, forse sarebbe stato più sopportabile. Ma non si fidava. Quando fosse tornata a casa doveva mettere Gibran alla prova. Non la convinceva del tutto. Il suo istinto le diceva che non andava bene.
Stando insieme al suo "vecchietto" aveva imparato alcune cose, anche quello di dare retta al suo istinto e a non pentirsene. Le sue sensazioni erano sviluppate, ma spesso aveva fatto, con la testa, quello che invece il "naso" le diceva di non fare. E gli errori e le delusioni si erano accumulate negli anni.
Non pensò più: voleva avere e dare piacere. Si spogliò e cominciò ad accarezzarlo come non aveva mai fatto prima. Anche lui fu più dolce del solito, più appassionato e risero e chiacchierarono per ore.
Lo abbracciava e baciava in continuazione. Tutto come fosse la prima volta. Gli si concesse in maniera assoluta, chiedendogli cosa voleva. Questa volta sembrò che fossero ancora più uniti. Lui fu più premuroso, lei quasi innamorata.
Nel viaggio di ritorno prese un libro, ma non riuscì a leggere: un sms.
Sentì il suono, ma non lo guardò. Non rispose subito: aveva paura di spezzare quell'aria di felicità che la circondava. Non si era mai sentita così bene.
Non rispose con un sms, ma telefonò.
La voce di Gibran:"Pronti, attenti." "Non sei un militare e hai sbagliato a rispondere..." qualche scambio di battute per ridere poi appuntamento alla sera per i saluti della buonanotte.
No, non la convinceva. Questa sensazione era molto forte.
Ricominciò ad analizzare tutto. Le due storie quello che sarebbe stato il futuro.
Ma il parallelismo non la portava a niente. Anche con l' "amante" era cominciata senza nessuna base, ma aveva subito avuto fiducia. Il suo rapporto portato avanti nel tempo senza spiegazioni si era solidificato.
Gibran invece non le permetteva di capire. Ogni giorno le sembrava si comportasse in maniera diversa. Diceva delle cose, le sembrava promettesse e poi non spiegava, non manteneva. Anche quando si parlavano spesso si assentava spariva per minuti. Cosa faceva? Era meglio cinque minuti insieme piuttosto che venti ad aspettare fra una parola e l'altra.
Forse era meglio se avesse avuto un altro incontro anche con lui.
Era un periodo caotico nel lavoro, ma lo spazio di un'ora doveva trovarlo.
Appena si videro lui buttò per terra la giacca e la spogliò subito, il solito tavolino, poi sul tappeto non fecero in tempo ad arrivare in camera da letto. Ma questa volta fu più bello più intenso. Pochi minuti, ma il cervello era più lucido partecipò attimo per attimo a tutti i gesti tutti i baci ad ogni parola che fu detta. I gesti si susseguivano le carezze in un ritmo incessante e crescente, ma non perdette nemmeno un secondo. Assimilò tutto, doveva farlo per capire. Fisicamente le procurò sensazioni che non aveva mai avuto. In pochi minuti si sdoppiò: visse contemporaneamente le due storie insieme ai due uomini.
Gibran le diceva cose che voleva sentirsi dire da sempre. La toccava e la baciava come nessuno lo aveva mai fatto prima.
Cominciò a sentirsi bene, il cuore si aprì.
Sì adesso non sarebbe più tornata indietro. Lui era quello che voleva, lo aveva desiderato, cercato per tanto tempo e con una stupida poesia si era aperta la vita. Le sembrò di ricordare che forse all'inizio aveva avuto un po' di difficoltà a catturare la sua attenzione, ma forse non sapeva più se era vero o no. Chissà! adesso c'erano solo giorni e giorni da vivere insieme da bere da mangiare da leggere da scrivere. Lui andò via. Dopo pochi minuti un sms... Sei sogno e realtà.
Sì, la vita era sogno e realtà, una realtà che le stava regalando un amore bellissimo. Aveva dubitato, aveva avuto paura, ma chissà perchè all'improvviso nelle tenebre una luce accecante di speranza. Avrebbe ricominciato a scrivere, avrebbe raccontato che c'è sempre una strada che porta alla felicità. Doveva scrivere che anche nei momenti peggiori negli attimi di sconforto totale c'è sempre un cuore che ne cerca un altro e quando s'incontrano è l'atto d'amore più puro e bello che esista.
Avrebbe ricominciato a scrivere per raccontare la sua felicità.
Mentre pensava e rispondeva con un altro sms... magnifico! grazie un bacio... cominciò a ripetersi i versi della poesia di Kahlil Gibran che li aveva avvicinati....

...Accetterai un cuore che ama, ma mai
si sottomette? E che arde, ma mai
si strugge? Ti sentirai tranquillo
con un anima che trepida prima
della tempesta ma mai vi si arrende?
Accetterai come compagna chi non vuole
schiavi, né mai diverrà schiava?
Mi avrai senza possedermi,
prendendomi il corpo ma non il cuore?
Allora, eccoti la mia mano: prendila con la
tua bella mano. Ed ecco il mio corpo; stringilo
tra le tue amorevoli braccia. Ed eccoti
le mie labbra: schiudi su di esse
il vertiginoso abisso di un bacio.
(Kahlil Gibran)

mercoledì 27 gennaio 2010

PER NON DIMENTICARE......MAI





C'È UN TEMPO PER TUTTE LE COSE

Un tempo per nascere, un tempo per morire.
Un tempo per piantare, un tempo per sradicare la pianta.
Un tempo per uccidere, un tempo per guarire.
Un tempo per distruggere, un tempo per costruire.

Un tempo per piangere, un tempo per ridere.
Un tempo per gemere, un tempo per ballare.
Un tempo per scagliare pietre, un tempo per raccogliere sassi.
Un tempo per abbracciare, un tempo per separarsi.

Un tempo per cercare, un tempo per perdere.
Un tempo per conservare, un tempo per gettare via.
Un tempo per strappare, un tempo per ricucire.
Un tempo per tacere, un tempo per parlare.

Un tempo per amare, un tempo per odiare.
Un tempo per la guerra, un tempo per la pace.

martedì 26 gennaio 2010

BRUNETTA BRUNETTA....(2)


L'ennesima trovata dei giorni scorsi del nostro caro "zio", ormai è un parente stretto.

ZIO BRUNETTA !, BELLISSIMO MI PIACE, MI PIACE!

Mi dispiace per Voi che non ce l'avete così vicino e concreto, ma io con una bambina di dieci anni che deve ancora iniziare il suo futuro mi devo preoccupare!!!!!!!!!
Dite che anche Voi avete problemi ? M allora siamo tutti sulla stessa barca. O in Italia non c'era la ripresa? Il costo del denaro era diminuito, il potere di acquisto degli Italiani era aumentato? Le vacanze i cellulari i televisori nuovi, l'auto, ma la Fiat non aveva cominciato a chiudere qualcosa nel Sud?

L'ultima "pensata"?

Quella di dare 500 euro al mese ai ragazzi che "DEVONO" uscire di casa a 18 anni e vivere da soli.
Dove si prendono questi soldi? Ma naturalmente dagli stipendi e dalle pensioni dei genitori?
Ma sapete quanto costa vivere da solo? Il doppio rispetto a vivere insieme.

Prendete una famiglia che sta mangiando: tre o quattro persone insieme in una stanza. Il figlio esce di casa. Due stanze, due luci, due bollette da pagare.
E QUESTO È UN RISPARMIO?

Due nuclei familiari, anche se uno è composto da una persona sola!
Due case, due affitti, doppie bollette da pagare (fossero economiche almeno!), spesa alimentare doppia, due auto, due assicurazioni, due volte la benzina, due condomini, ecc.ecc.ecc.

TUTTO CON 500 MISERI EURO?

Poi cosa si fa s'impoversce ancora di più i pensionati e chi ha lo stipendio, senza dare però un'adeguata sistemazione ai ragazzi.
Ma finiamola! potrei continuare fino a domattina.

Ma in Italia esiste qualche dottore in grado di formulare una diagnosi per queste castronerie e dare una cura definitiva?

lunedì 25 gennaio 2010

GIBRAN (3)

..(prima parte)...
..(seconda parte)..

Era arrivato il momento che niente poteva essere più rimandato?

Nella sua testa pensieri che si rincorrevano. Se lasciava un rapporto che ormai andava avanti da un po' e con l'altro non fosse iniziato niente, cosa le rimaneva?
Anche senza amore passava alcune ore piacevoli. Mentre c'era da parte di tutti e due la ricerca del piacere reciproco, la testa vagava altrove. Come se il suo corpo fosse una cosa diversa dalla sua mente.
Molto spesso si sentiva sola. Avrebbe voluto, oltre ad un rapporto fisico più regolare, anche qualche momento in cui potevano chiacchierare veramente. I primi tempi era stato così: stavano molto al telefono, si cercavano.
Poi passata l'estate era rimasta soltanto questo, quello che lei definiva "abitudine".
Aveva analizzato la cosa e, per ora, il futuro era tutto dalla sua parte.
Lui più anziano di lei forse non aveva più voglia di cercare, di mettersi a fare la corte per piacere ad altre donne, forse anche di iniziare un'altra relazione che poteva essere più "faticosa" di questa. E quindi le bastava lei con la sua presenza a farle provare quel piacere che ormai non era più della sua età. E.... allora veramente si era adagiato in un rapporto tranquillo, accanto ad una donna che non chiedeva: avevano tutti e due la loro vita, lei non parlava d'amore, non cercava impegni o promesse.
Lo ascoltava ogni volta aspettando che il suo cervello andasse tutto da un'altra parte e spesso ci riusciva. Poi all'improvviso si ricordava cosa stava facendo dove era e con chi e allora cercava di finire il più alla svelta possibile perché lo sentiva stanco. Il respiro di chi hai accanto è un vocabolario tutto da studiare: ti fa intuire molte cose.
I loro incontri erano diventati di poche ore rispetto alle prime volte, ma a lei non interessava, andava bene.

Ma adesso c'era GIBRAN. Lo chiamava così, le stimolava una certa curiosità.
GIBRAN... il suo poeta preferito. Quello che era riuscito a mettere in parole i sentimenti e le emozioni che le procurava, quando lo leggeva.
Si sarebbe rivelato anche lui come Gibran? Avrebbe reso reale quello che lei nascondeva dentro il suo cuore?

Pochi mesi prima aveva cominciato a scrivere quasi per scommessa, ma si era appassionata subito a questo nuovo "gioco". I suoi scritti dapprima si erano presentati come un torrente in piena. Le sue storie sembravano vere. Aveva raccolto le sue emozioni, le sue esperienze, poi anche quelle di persone che parlavano con lei. Era felice di quello che scriveva.
Poi un giorno aveva chiesto a qualcuno cosa ne pensasse. Le era stato risposto che le sue storie erano piene di giansenismo e spesso quando leggeva non si capiva cosa scriveva.
Si era bloccata. Lei che voleva scrivere cosa succedeva nella vita. Raccontare che spesso la vita è come una linea già tracciata, che per quanti sforzi uno possa fare rimane sempre diritta e non s'interrompe mai e non cambia mai percorso. Diritta sempre. Voleva avvicinarsi alle persone comuni per far capire loro che non erano sole, che anche altri potevano provare quel dolore che li aveva dilaniati.
No questo non se lo aspettava ed era entrata in crisi.
Da allora pochi racconti.
Ogni volta che voleva farlo si fermava, ripensava sempre a quelle parole...giansenismo... non capisco cosa scrivi....
"Eppure la vita è così....." lei la vedeva così attraverso i racconti e gli occhi di chi le aveva raccontato la propria storia: solo poche persone che conosceva poteva dire che fossero felici, molti invece avevano avuto problemi di tutti i tipi.

"Sono una donna, impegnata ogni giorno ad essere una donna." era questo il pensiero che l'accompagnava sempre.
(continua....)

giovedì 21 gennaio 2010

GIBRAN (2)

.........(GIBRAN) prima parte

Poi un sms ... sono felice...
Rilesse il messaggio due o tre volte.
No, non tutto era perduto.
(continua).........

"Chi conosce Gibran è degno della mia attenzione."
Era cominciata così.
Un periodo in cui lei si stava annoiando. Nessuno in particolare che la interessasse.
I pochi amici con cui scambiava due parole, ormai li conosceva "a memoria". I discorsi portavano sempre al solito punto e spesso fuggiva la conversazione.
La linearità della vita che conduceva non la importunava più di tanto, aveva imparato ad aspettare.
C'erano in sospeso alcune cose, non riusciva a decidersi e a mettere la parola fine.
Fisicamente aveva voglia di avere rapporti con un uomo, ma era tanto che non succedeva. Voleva nuovamente sentire due braccia che la stringevano, il respiro che si smorzava prima corto poi sempre più veloce, poi sospeso come se non esistesse più nessuno e poi finalmente di nuovo regolare. Il sudore sulla pelle, i capelli scompigliati a coprirle il viso. I giochi di luce sui corpi.
Aveva capito che non sarebbe riuscita a raggiungere un orgasmo se prima non fosse stata stimolata intellettualmente. Prima di allora incontri frettolosi che non l'avevano soddisfatta. Ormai era certo che non cercava tanto il contatto fisico quanto un'intesa cerebrale.
Cerebrale! che parolona. Però più ci pensava e più le sembrava di essere un cervello che camminava e il suo corpo era solo un mezzo per muoversi. Non si era mai curata molto. Doveva però ringraziare madre natura se le aveva dato una pelle vellutata, un corpo senza grossi problemi e degli occhi penetranti. Fisicamente c'erano donne molto più belle di lei, ma il suo fascino traspariva tutto da ogni movimento. Non aveva costruito niente nè i gesti nè le parole, era molto spontanea.
Negli ultimi tempi qualcuno l'aveva incuriosita il tempo necessario per decidere di approfondire questo rapporto. Quanti? tanti? pochi? nessuno aveva superato la "prova", eppure aveva conosciuto anche uomini interessanti. Ma non le avevano procurato nessuna emozione.
Si era accorta che mentre parlavano li osservava come un biologo al microscopio e cercava di capire da dove tirassero fuori tutte quelle parole che dicevano. PAROLE! Lettere messe insieme a formare parole, perchè ascoltandole non riusciva a trovare un contenuto. Una lezioncina imparata a memoria.
Quest'uomo invece sembrava diverso.
Alla fine dei discorsi non è che le rimaneva molto, ma forse il suo modo caotico di porsi, poco tranquillo, la voce affannata di chi vuol dire tante cose e non ha tempo, incrociava le braccia le imprigionava come se,libere, dovesse muoversi così tanto da farlo sembrare un pazzo.....
Avrebbe affermato quasi che possedeva un certo carisma.
Diceva e non diceva. Spesso seguiva un suo pensiero, ma non era difficile capire e immaginare dove voleva arrivare.
Non erano indovinelli, solo un modo di vedere la vita.
Non si avvicinava al suo nemmeno di un metro. Quando parlava si meravigliava di alcuni suoi principi morali. L'ultima volta si era detta che forse era unico e solo nell'universo. Che forse non si era adattato ai tempi in cui viviamo. Sembrava un omino uscito da quelle palle di vetro con la neve. Quei personaggi che non riusciamo bene ad individuare i contorni per tutto quel rimestio di palline bianche che svolazzano. Non capiva se quel suo modo di comportarsi potesse servire da base per creare un rapporto futuro.
Ma come spesso viene detto si crea nell'universo all'improvviso la materia che occupa il vuoto, e così le sembrò che stesse nascendo fra loro un'alchimia che poteva essere dirompente solo se lei lo avesse voluto.
La tratteneva sola la paura che una volta la storia fosse esplosa sarebbe stata bruciata troppo in fretta e i danni che poteva lasciare questa volta non avrebbe saputo affrontarli.
Decise intanto di cominciare a chiudere prima un'altra storia che andava avanti da un po'. Non aveva mai capito quanto lei fosse importante per l'altro. Si vedevano ogni tanto, non era nemmeno cadenzata. Ogni tanto e basta.
Dipendeva da molti fattori: il lavoro di lui, i suoi impegni, i suoi appuntamenti fuori dell'uffico in altre città, e alla fine anche le settimane di assunzione della pillola. Era una cosa che non ne avevano mai tenuto conto, poi all'improvviso lei aveva pensato anche a questo.
Perchè? Ma perchè aveva avuto altre occasioni con altri uomini e aveva dovuto rinunciare perchè non erano i giorni giusti! Allora era iniziata una sorta di appunti sull'agenda, sul calendario:"... questa settimana va bene, ma ricordati che questa no perchè ho il ciclo. Se poi rimandiamo non ha importanza..."
Ed era lì invece che era scattato qualcosa che a lei sfuggiva, perchè da quel momento lui aveva cominciato a cercare il loro appuntamento in maniera quasi ossessiva. Se anche avessero ritardato di qualche giorno non ci sarebbero stati problemi e invece lui voleva per forza che fosse entro una certa data.
"Mi manchi...." era il solito ritornello che le diceva tutti i giorni. Non avevano mai parlato di amore, anzi non avevano mai affrontato nessun argomento. Mai un accenno al loro rapporto. MAI.
Lui le raccontava di qualche festa cui aveva partecipato, qualche riunione, qualche lavoro di consulenza che faceva, qualche spettacolo teatro cinema, ma non erano andati oltre.
Lei non faceva domande: aveva imparato a non farle. Le domande implicano risposte e spesso quello che si riceve non è quello che si vorrebbe sentire. Anzi spesso le risposte l'avevano offesa come donna e come donna intelligente. Soprattutto quando aveva chiesto spiegazioni davanti ad una bugia. Si era sempre trovata nella posizione di chi aveva in mano i fatti con prove reali e tangibili ed erano state rifiutate dicendo che era una visionaria. Non aveva dato più modo a nessuno di contraddirla. La bugia la sentiva subito. Chiudeva immediatamente qualsiasi rapporto sia d'amicizia o d'amore e cancellava la persona dalla sua vita. Non dava più una seconda opportunità. Non voleva spiegazioni. Perchè ascoltare altre bugie che si arrampicavano su specchi e che a guardare bene si deformavano ad ogni parola? Finiva tutto e basta.
Era arrivato il momento che niente poteva essere più rimandato?

......(continua)

mercoledì 20 gennaio 2010

Tasse


Ma siamo sicuri che i governi retti da Berlusconi riducono le tasse?

Prospetto 5 - Pressione fiscale delle Amministrazioni pubbliche (a) - Anni 1980-2008 (in percentuale sul Pil)


Anni Pressione tributaria Pressione contributiva Totale Pressione fiscale
1980 17,6 13,8 31,4
1981 17,9 13,2 31,1
1982 20,4 13,7 34,1
1983 22 14,3 36,3
1984 21,4 13,5 34,9
1985 21,1 13,5 34,6
1986 21,4 13,6 35
1987 21,8 13,6 35,4
1988 23 13,6 36,6
1989 23,8 13,5 37,3
1990 24,2 14,1 38,3
1991 25 14,4 39,4
1992 27,2 14,7 41,9
1993 28,1 14,8 42,9
1994 26,2 14,6 40,8
1995 26,8 14,4 41,2
1996 26,9 14,7 41,6
1997 28,7 15 43,7
1998 29,7 12,6 42,3
1999 29,9 12,5 42,4
2000 29,2 12,4 41,6
2001 29 12,3 41,3
2002 28,3 12,5 40,8
2003 28,7 12,7 41,4
2004 27,9 12,7 40,6
2005 27,6 12,8 40,4
2006 29,2 12,8 42
2007 29,8 13,3 43,1
2008 29,1 13,7 42,8


(a) Per il calcolo della pressione fiscale si prendono in considerazione le imposte dirette sul reddito e sul patrimonio, le imposte indirette sulla produzione e sulle
importazioni, le imposte in conto capitale, i contributi sociali effettivi e i contributi sociali figurativi. Non sono invece comprese le imposte indirette di competenza
dell'Unione Europea. (fonte ISTAT)

Per l'anno appena passato il sole 24 ore ci informa che la pressione fiscale è passata al 43,3%.

Va bene non mantenere le promesse di ridurre le tasse ma aumentarle?
Ma com'è che la pressione fiscale aumenta e i servizi diminuiscono?

E la spese dei ministri?
leggete questo post su dagospia
clicca qui

fermiamo la corsa verso il baratro?

lunedì 18 gennaio 2010

BRUNETTA BRUNETTA....


Come spesso mi succede le notizie che leggo mi rimbalzano fino a quando si fermano e fanno BINGOOOOOOOOOOO.

L'ultima trovata è quella di obbligare i ragazzi di 18 anni ad uscire di casa, ad allontanarsi cioè dalle rispettive famiglie. Ecco! dirà qualcuno, la solita mamma, che si lamenta.
Perchè condannate me e non la stupida ennesima idea che è stata partorita nel nostro Governo?
Parlate con me che per carattere sono indipendente? Con me che non vedevo l'ora di uscire di casa?
Analizziamo altre cose! Prima di dire escono di casa il nostro caro ministro e co. hanno pensato a procurare ai ragazzi/e un alloggio decente di almeno due stanze? hanno pensato ad un lavoro? E se studiano ci vuole o un "vitalizio" il tempo necessario per arrivare alla laurea o un lavoro che però permetta loro di mantenersi senza inciampare nelle ore di studio.
E poi finiti gli studi c'è subito un lavoro pronto?
O parliamo di precari, di co.co, di lavoro che non esiste, di fuga di cervelli all'estero ecc. ecc.
Ricordo e Vi ricordo che in Italia ancora esiste l'ART.1 della Costituzione italiana che dice

L'ITALIA È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA FONDATA SUL LAVORO

E se non ricordo male attraverso il lavoro ci si può mantenere... pagare l'affitto, comprare le cose da mangiare, i vestiti, pagare le bollette....
Ma il nostro caro Renato, mi permetto di chiamarlo così, perchè ultimamente è entrato tante volte nelle nostre case a giudicare a frugare a trovare "scheletri" negli armadi che lo sento come un caro parente lontano, si è interrogato su quale tipo di Italia stiano, loro i ministri, consegnando ai ragazzi di oggi? fra escort e trans, e scandali e tagli alla scuola, licenziamenti e bugie di ogni tipo che si sentono ogni giorno.
Non è certo l'operaio che sale sulla gru il giorno prima di Natale, perché la ditta per cui lavorava sta chiudendo, a riempire le prime pagine dei quotidiani che fa notizia per più di un giorno!

Ah! dimenticavo. Ho letto anche (speriamo che i medici possano applicarla presto!)

Tumore al cervello, alla Sapienza si scopre la cura

Buona giornata

sabato 16 gennaio 2010

SCUOLA.... DOVE ANDREMO A FINIRE !


In questi giorni basta aprire un quotidiano e troviamo articoli su partecipanti ai concorsi pubblici BOCCIATI in toto per "mancanza di italiano".
Fra errori di ortografia, tempi e coniugazioni sbagliate, discorsi da paesi extraterrestri nessun candidato ha superato la prova. Non solo! In tutti i concorsi si sono presentati superlaureati con due-tre lauree e master e diplomi e specializzazioni presi in Italia e all'estero.
A questo punto viene da chiedersi come faremo? In mano a chi siamo?Ebbbene la mia feroce critica non è solo nei confronti di chi si riempie la bocca per dire che è laureato e poco costruttivo, ma anche e soprattuto verso il corpo insegnante.
Mi dispiace dovermi attirare le critiche generali di codesta categoria, perchè non si può fare di tutta un'erba un fascio, ma purtroppo, e parlo a titolo personale, mia figlia è capitata in mano a delle insegnanti che non ho capito cosa vanno a fare a scuola.
Parlano tutti male della famiglia che non segue i figli, che li lascia troppo davanti al televisore, che le nuove generazioni sono "bruciate già in partenza fra droga alcool e delinquenza minorile". Ma c'è qualcuno che ha analizzato veramente la giornata di un minore?
Parliamo di famiglia?, io parlerei di società, comprensiva di un gruppo di persone che dovrebbero essere le guide per le nuove generazioni!
Cominciamo fin dalla prima età a metterli negli asili nido perchè lo stile di vita che subiamo impone purtroppo alla donna una giornata lavorativa. Chi fra noi può permettersi di stare a casa senza lavorare? I soldi non bastano mai, ma non perchè si spendono per comprare il superfluo che in alcuni casi può essere vero, ma alla fine del mese se in casa non entrano due stipendi non si vive. I nonni ormai sono nonni "giovani" che lavorano anche loro. Non ci sono più nelle famiglie persone oltre i sessant'anni già in pensione. Quindi già di base si è persa la tradizione dei nonni che seguono i nipoti e tramandano alle future generazioni principi morali.
Arriviamo alla scuola dell'obbligo, cioè alla PRIMARIA, cioè quelle che venivano chiamate ELEMENTARI.
Ebbene dalla PRIMA elementare c'è il tempo pieno o FULL TIME. Cosa vuol dire? che i bambini entrano in un edificio scolastico alle 8,30 di mattina ed escono alle 16,30, quindi la bellezza di ...... OTTO ORE.

LONTANI DALLA FAMIGLIA!!!!!

Quando li andiamo a prenderli nel pomeriggio sono così stanchi e annoiati che diventano intrattabili.
Se chiedi loro cosa hanno fatto a scuola rispondono vagamente.
In cinque anni di PRIMARIA, se non ero io a mettermi lì a tavolino con lei a insegnarle le regole elementari dell'italiano..... col cavolo che sapeva scrivere una frase.
Non le è stato assolutamente spiegato la differenza dei tempi e dei modi, di come si deve impostare un tema, come va costruito un riassunto. I dettati li ho contati durante questi anni.
Quando hanno cominciato a studiare storia, geogragfia, ecc. è stato detto loro soltanto di non imparare a memoria altrimenti prendevano un 5. NON un metodo di studio, NON una traccia almeno su come fare !...
Matematica non ne parliamo... la differenza fra una sottrazione e una divisione ha richiesto tutta la mia pazienza per far capire la differenza.
Vorrei quindi sapere perchè vanno a ascuola se poi sono io che devo farle da insegnante.
Ma delle maestre che dicono... a noi se vanno bene (in una classe di 23 alunni) 4 o 5 bambini siamo contente?... Cosa vuol dire?
Prima di Natale hanno dovuto studiare le canzoncine per il coro e per un mese e mezzo quando hanno fatto le prove? nelle 4 ore delle materie letterarie, mi sembra giusto, no !?
Non vi dico i compiti che vengono dati loro il sabato. Tutto per recuperare una settimana di gioco! perchè sono fissi fuori in cortile a giocare. Ma la settimana la devono recuperare con i compiti a casa! Insieme ai genitori che fungono da insegnanti! perchè allora non ricevo lo stipendio alla fine del mese, io che trasmetto il "vero studio" a mia figlia?
La classe "zoppica" in tutte le materie. Il prossimo anno deve andare alle MEDIE. Sono terrorizzata!
E poi andiamo man mano avanti. Ma principi, idee politiche, correttezza nei rapporti interpersonali ... li imparano tutti in casa o non ci sono invece figure nelle ore fuori della famiglia che impongono le proprie?!
Condanniamo pure la famiglia, noi genitori, sono disposta ad assumermi i miei obblighi, ma andiamo a cercare i veri responsabili degli errori di ortografia e di tutte le lacune scolastiche che hanno le nuove generazioni! Compreso anche il PECCATO enorme di non far apprezzare la lettura di un buon libro.

mercoledì 13 gennaio 2010

Centuripe











Torno in Sicilia almeno una volta l'anno, ma per problemi familiari erano decenni che non mi muovevo da Catania.
Quest'anno ho voluto rivedere la parte per me più bella della mia terra, quella che va dalla piana di Catania a Enna.
In questa stagione l'isola presenta una gran varietà di verde e di colori accesi grazie alle piogge che pulendo l'aria permettono una visibilità eccezionale quando il sole è nelle prime ore del giorno o prima del crepuscolo.
Con la piccola utilitaria mi sono inerpicato sino ad uno dei paesi storici dell'isola, Centuripe.
Se qualcuno vuole sentire l'antichità della Trinacria deve vedere Centuripe ed Agira, altro borgo della provincia ennese.
La storia tra queste case si perde nella notte dei tempi, dalla preistoria ai sicani, poi i siculi, i greci, i romani ecc. ecc.
Tutti hanno lasciato qualche cosa e tanti ne hanno approfittato di questi lasciti, sia i tombaroli che i truffatori.
Ma la sorpresa è stata la scoperta di un piccolo museo di antichità, piccolo ma con pezzi eccezionali, peccato per il divieto di fotografarli ma spero che le poche immagini trovate su internet e il link potranno darvi un'idea.

venerdì 8 gennaio 2010

GIBRAN (1)

Si trovarono a fare sesso sull'angolo di un tavolino. La cosa fu così veloce ma non la sorprese, lo desiderava già da un po'.
Mentre mangiavano l'aveva guardato per tutto il tempo per trovare qualcosa che non le piacesse. Ma ogni cosa compresa una leggera pancetta, che si intravedeva dal maglione, l'attirava. Pensò come sarebbe stato bello accarezzarla. Sentire fra le dita i peli morbidi.

Provò timidamente a ipotizzare che sarebbero potuti andare a letto insieme dicendo che in una camera poteva essere fatto di tutto anche prendersi a frustate. Ma la sua risposta fu che lui non l'avrebbe mai fatto, ma nemmeno di andare in una camera con lei.

Prese atto che più che amici non sarebbero mai stati, amici per uno scambio di idee, anche se finora aveva parlato quasi sempre lui e lei era riuscita solo a malapena a dire qualcosa. Era comunque contenta, non aveva molte cose da raccontare e i suoi segreti non aveva per ora voglia di svelarli.

Ad un amico no, ma se fossero diventati qualcosa in più forse poteva aprirsi.

Il suo motto era sempre stato "do ut des". Ma solo dopo che l'altro aveva detto qualcosa di veramente importante.

Vedeva che aveva fretta e non voleva che ritardasse alla riunione.

Alla sua domanda se poteva dire qualcosa rispose di sì. Sicuramente le avrebbe detto "arriverci e grazie" ormai da ogni persona si aspettava solo questo.

Cercava di assimilare più impressioni possibili per farne tesoro. Scriveva racconti ed era ad un 'empasse perchè si era accorta che erano diventati tutti uguali. Le solite storie le solite reazioni nessun cambiamento nei sentimenti.

Forse la vita era così: cambiano i nomi le persone i luoghi le stagioni, ma poi tutti, sia uomini che donne, provano e reagiscono nello stesso modo.

E quindi quello che scriveva non poteva essere diverso.

Non voleva ancora accettarlo, ma era il caso di cominciare a crederci.

Alla sua richiesta di baciarla non si tirò indietro: era un desiderio che lui aveva avuto già la prima volta che si erano incontrati e glielo aveva detto.

La sua lingua aveva un buon sapore e sapeva baciare bene. Non si avvicinò non voleva sentire il suo corpo, quando se ne sarebbe andato le sarebbe rimasto il vuoto fra le braccia.

Invece fu lui in pochi attimi a spogliarla e lei accettò senza pensare.

"Puoi rimanere dentro di me..." e così finì tutto.

Attimi di paradiso, attimi.

Lo accompagnò alla porta e si salutarono in maniera frettolosa. E' vero era tardi ed era rimasto oltre il necessario.

Non voleva pensare, strano, non le era mai successo. Forse una forma di autodifesa se avesse aperto la mente doveva aprire il cuore ad una speranza. E lei non voleva soffrire ancora.

Poi un sms ... sono felice...

Rilesse il messaggio due o tre volte.

No, non tutto era perduto.

giovedì 7 gennaio 2010

IL VIAGGIO


È qualche giorno che cerco fra i miei libri l'ULISSE di Joyce e ... non riesco a trovarlo.

Possibile che un libro sia così permaloso?
È completamente sparito. È vero che in questi giorni ho preferito la lettura di altri testi, ma l'ULISSE per me è la sfida a qualcosa. Lo vedevo come un compagno di viaggio, perchè la cosa più bella che ho capito è che ogni libro è UN VIAGGIO.

Ogni volta mi preparo ad entrare in un territorio sconosciuto, non porto bagaglio perchè acquisterò quello che voglio ad ogni pagina che sfoglierò e che diventerà parte della mia esperienza letteraria.

Sono un viaggiatore e un esploratore. Ogni approdo (libro) diventa il punto di partenza per una nuova avventura (libro).

Mi sento Ulisse nel suo navigare verso terre sconosciute, la sua sete di sapere di fare suo quello che altri non conoscono.

Molte volte ho pensato che la mia parte maschile, la costola, quello che è diventato Adamo, a me non è stata tolta.

Quando si parla di esplorare curiosare immergersi nell'ignoto sono sempre al primo posto.

Ma se per una volta mi sono distratta, perchè questo libro deve essere così insofferente?

Ora devo avere solo la pazienza di aspettare che si calmi e ritorni fuori. Ho pensato di mettere qualche esca.

Perchè so che anche lui è curioso come me di sapere a che punto sono arrivata.

Il suo viaggio è come il mio, non finirà mai. Ogni libro conosce gli altri libri che sono stati e che saranno.

Avete mai pensato perchè partendo da un testo andiamo a cercarne altri come fossero fra loro legati come una catena?

Ho sempre con me Dante con la Divina Commedia, Amleto, l'Odissea, la Bibbia.

Ma adesso pensavo che potrei aggiungere IL MULINO DI AMLETO e IL LIBRO DEI LIBRI PERDUTI.

Chissà come va a finire.

Buon pomeriggio

CARBONE O CARBONELLA?


Finalmente sono finite le feste!

Non ne potevo più.

Fra pranzi, regali visite e baci e abbracci, ma anche auguri a persone che sinceramente gli avrei augurato tutto meno che un buon anno, sono arrivata a mettere la parole fine.
Detesto cordialmente essere abbracciata, baciata e dare la mano. Perchè devo sentire il tuo odore? perchè devo stare con la mano immobilizzata a non toccare niente fino a che non sono andata a lavarmela? perchè devo avvicinarmi ad un'altra persona toccare i suoi vestiti quando non voglio?

Inoltre apriamo il giornale e cosa viene fuori che le BR hanno ricominciato con le lettere di minaccia, aeroporti blindati, telecamere ad ogni angolo, rapine, massacri, bambini e donne violentate.

Ma insomma......BASTAAAAAAAAAAAAAA!

Non se ne po' più.

Vogliamo o non vogliamo vivere in pace tutti quanti!

Oltre a tutti i problemi da affrontare giornalmente (suocere impazzite, mariti o mogli rompipalle, bambini che urlano e strillano, fila in strada la mattina per arrivare a lavoro, un caffè orrendo ) si deve anche sobbarcarci di tutti i pensieri di....non so se posso andare a Roma e se scoppia una bomba a Termini?, non posso andare al Circo e se c'è un attentato?....

Cose stupide? Mica tanto se si mettono tutte insieme!

Sopportatemi, oggi è così!

mercoledì 6 gennaio 2010

IL LOGORROICO


Stabilito nei giorni scorsi che ho avuto un appuntamento di trenta minuti, più o meno, con un uomo che è riuscito a farmi stare zitta, la "storia" continua.

Prossimo incontro sempre in negozio.

Chissà perchè un negozio, con gli scaffali e la merce e i banchi dove c'è il registratore di cassa e altri prodotti, esercita sugli uomini un fascino particolare.

Nessuna passeggiata, nessun ristorante, ma pic-nic sul pavimento con plaid e schiacciatine imbottite.

Fantasia sopra ogni limite.

Ogni ora mi ritrovo la posta piena di poesie (non so se manderò più poesie!) e sinceramente sono anche belle, ogni tanto entro in chat (ma la chat mi ha sempre annoiato!) per sorseggiare qualche principio filosofico o sociologico o personale e sentimentale.

A queste argomentazioni rispondo come è consuetudine con pensieri miei caratteriali.

Lo spazio-tempo è rimasto quello, non si è ancora mosso di un millemetro.

Ultimamente mando anche link di cose che ho scritto l'anno scorso e chissà perchè calzano tutte a pennello come risposta alle sue argomentazioni.

Mi sono ritrovata a pensare che mi sembra un corridore che è partito sparato ed io sono ancora lì sulla linea del traguardo che penso di ritornare negli spogliatoi.

Avere tre o quattro lauree, leggere non significa sviluppare nessun pensiero se si rimane chiusi nel proprio mondo.

Ciao alla prossima

BUONA BEFANA 2010 A TUTTI

La Befana
Giovanni Pascoli (1855-1912)

Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda...tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda...ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sull’aspro monte.

martedì 5 gennaio 2010

SI RICOMINCIA(2)


Io vorrei sapere perchè spesso le persone perdono il treno per stare zitti.

Stamattina ho trovato un'email di un uomo.

Cominciamo daccapo: ieri sera apro la mia home page di FB e trovo una foto di un paio di gambe di una ragazza.

Considerando che non sono un uomo, ma alla mia età ho sviluppato un senso estetico notevole, sicuramente quelle gambe non solo non erano belle ma anche molto volgari sia per le calze le scarpe e la posa e ribadisco la bruttezza delle gambe, naturalmente!

Sotto un commento...LE PIÙ BELLE GAMBE DEL MONDO...

Sinceramente mi facevano schifo!

Ho lasciato scritto....NON MI SEMBRA PROPRIO!...

Non vi dico cosa ho scatenato.

Un'amica è intervenuta dicendo che per lui era un orgoglio portarle fuori(io uomo mi sarei vergognato) ma tant'è che i gusti non si discutono.

Siamo praticamente arrivati alla fine che ho detto che lui aveva una moglie meravigliosa e una bambina dolcissima.

Vi riporto il testo integrale della sua email e la mia risposta naturalmente.

E poi uno che ha tutte le buone intenzioni per cominciare bene la giornata!

(Ometto il suo nome naturalmente!)

LUI ...ma lei chi è che si permette di fare certi commenti sulla mia bacheca riguardo alla mia ex moglie e soprattutto a mia figlia? Io non la conosco e da questo momento lei è fuori dalle mie conoscenze su facebook. Prima di fare commenti, cortesemente, si informi sulle persone di cui parla. Le sue opinioni sono maleducate, maldestre e ignoranti, nel senso che ignorano le cose che riguardano mia figlia, me e la mia ex moglie. Non ho il piacere di conoscerla e mi auguro, data la sua arroganza, di non conoscerla mai.

LA MIA RISPOSTA

05 gennaio alle ore 9.53

La mia opinione dal momento che siamo in un paese libero ancora vale molto e tu dovresti saperlo se dici di essere un giornalista. Intanto mi conosci perchè eravamo a sedere vicini sulla stessa panca in chiesa per il coro delle Guasti. La mia frase non è stata nè volgare (la prima) nè maleducata (la seconda) conosco bene tua moglie perchè le nostre bambine sono state a scuola di danza insieme e la conosco personalmente. Il perchè vi siete lasciati sono affari vostri, di cui non ne ho mai parlato e non m'interessa. Se la suscettibilità fa da padrone nelle vostre vite fate male allora a rendere pubbliche certe foto. Ognuno che si mostra è soggetto alla "ricattabilità" e all'opinione di chi guarda. So di non aver fatto niente di male e scritto niente di volgare. Non mi dispiace assolutamente non averti più fra i contatti. Alla tua amica dille di prendere le difese di qualche altra persona prima di aprire bocca. E se vuoi altre spiegazioni ho l'erboristeria in via ......Non mi fermerò certo la mattina a salutarti al bar in piazza del comune dove fai sempre colazione dalle 8,30 in poi. Non mi vergogno di quello che ho fatto e lo farò ogni volta che ne ho voglia.

Ciao buona giornata

lunedì 4 gennaio 2010

SI RICOMINCIA.....


Che bello sono nuovamente in negozio. Le vacanze mi stavano uccidendo.

La mia vita è scandita da ritmi precisi. Niente orari niente orologio, ma chissà perchè ho la giornata impegnata piena!

Aspetto qualcuno. Sono curiosa.

La mia ricerca è ricominciata. Siamo alla seconda fase.

Speriamo di non annoiarmi.

Ho il continuum della Maddalena in sospeso, spero di avere nuovamente l'ispirazione. Dopo un po' di letargo, in cui molti si sono proclamati "acculturati" vediamo se questo è posizionato almeno al primo gradino della scala.

Non credo riesca a colmare lo spazio-tempo. La ricerca sensoriale unita all'esperienza è personale e il concetto arriva all'improvviso quando meno te l'aspetti.

Un insieme di fatti accaduti, nozioni assimilate, esperienze vissute, ma accumulate dentro di noi fino a mischiarsi in un unica grande idea.

Molti pensano di sapere, ma non sanno. Il leggere non vuol dire entrare nella sfera dei grandi o dei sapienti.

Un mio grande vizio è sondare l'animo delle persone. Chissà come e perchè riesco a cogliere l'attimo sfuggente, il pensiero nascosto e tirarlo fuori.

Capire come il nostro pensiero possa unirsi a fatti realmente accaduti o viceversa. Non ho bisogno di molto tempo per capire chi ho davanti: mi bastano pochi minuti.

Buona giornata.
***********************
Incontro concluso.
Logorroico.
Però mi sono accorta di avere sviluppato una facoltà: quella di ascoltare.
Ora devo solo capire se ho ascoltato od ho saputo ascoltare.

venerdì 1 gennaio 2010

Auguri





Candele

Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese,
dorate, calde e vivide.

Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente:
le più vicine danno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte.

Non le voglio vedere: m'accora il loro aspetto,
la memoria m'accora il loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.

Non mi voglio voltare, ch'io non scorga, in un brivido,
come s'allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.

Costantino Kavafis