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martedì 28 febbraio 2023

L'Antiminsio

 L'Antiminsio è un oggetto liturgico usato sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa, ma con alcune differenze nell'uso e nella forma.



Storia e Origine:

L'Antiminsio ha avuto origine nell'antica liturgia cristiana orientale e viene utilizzato come una sorta di "tovaglia sacra" durante la celebrazione eucaristica. Iniziale, era costituito da una semplice tovaglia di lino o cotone che veniva posta sull'altare durante la celebrazione.

Nel corso del tempo, tuttavia, l'Antiminsio si è evoluto fino a un momento liturgico molto importante, con una forma e una funzione specifica. Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio è una specie di copertura dell'altare, mentre nella Chiesa Cattolica è un tessuto di dimensioni più ridotte rispetto a quel ortodosso e via posto sull'altare.

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio è una sorta di "mini-altare" portatile che contiene le reliquie di uno o più santi, e che viene utilizzato durante la celebrazione della Liturgia.

Il termine Antiminsio deriva dal greco antico e significa "al posto dell'altare". Questo perché, nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene utilizzato al posto dell'altare stesso quando il presbitero celebra la Liturgia in una chiesa privata di un altro permanente.

Nella Chiesa Cattolica, invece, l'Antiminsio è un tessuto di dimensioni ridotte rispetto a un quel ortodosso e via posto sul caporale. Il caporale è un altro oggetto liturgico che viene utilizzato per coprire l'altare durante la celebrazione della messa. L'Antiminsio cattolico contiene anche le reliquie dei santi, ma non viene utilizzato come mini-altare portatile.


Uso:

L'Antiminsio viene utilizzato durante la celebrazione della messa o delle varie  Liturgie come un simbolo della presenza di Cristo durante il sacrificio eucaristico. In entrambe le tradizioni, l'Antiminsio è un oggetto sacro che deve essere maneggiato con grande rispetto e venerazione.

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene messo sull'altare prima dell'inizio della Liturgia. Il celebrante, il diacono e il clero presenti baceranno l'Antiminsio in segno di rispetto per le reliquie dei santi contenuti al suo interno.

Nella Chiesa Cattolica Il celebrante bacerà l'Antiminsio durante la messa con il rispetto per la reliquie dei santi contenuti al suo interno.


Alcune curiosità sull'Antiminsio:

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene conservato all'interno di un'apposita custodia che viene portata in processione durante le feste solenni.

Nella Chiesa Cattolica, l'Antiminsio è un oggetto di devozione popolare. In alcuni luoghi, si usa porta con sé un piccolo tessuto con la reliquie dei santi contenute nell'Antiminsio, a segno di protezione e benedizione.

L'Antiminsio viene preparato in modo molto accurato e solenne nella Chiesa Ortodossa. Le reliquie dei santi contenute all'interno vengono siglato all'interno dell'Antiminsio con un'apposita cerimonia chiamata antiminsia.

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene utilizzato da solo durante la celebrazione della Liturgia, mentre nella Chiesa Cattolica può essere utilizzato anche durante altre celebrazioni eucaristiche.

L'uso dell'Antiminsio è un'espressione della ricchezza della tradizione liturgica e della venerazione per i santi nella Chiesa Ortodossa e Cattolica.

lunedì 27 febbraio 2023

Odore d'origano



Gli odori per me sono come i colori e le immagini.

Cominciano a infiltrarsi nella mia coscienza e dirottano il pensiero su eventi e ricordi, su sogni passati, su una vita che ora sempre idilliaca.

Questa mattina il gatto si è intrufolato nel ripostiglio dove tengo le scorte alimentari e per convincerlo ad uscire mi sono chinato sino a che il mio naso è venuto a contatto con il sacchetto dell’origano.

È stato come un pugno nel cervello, prima una macchia verde scura poi i contorni cominciano ad emergere e il ricordo di quella mattina a Piraino mentre a piedi discendevano lungo i tornati che portavano a Torre delle Ciavole. Francamente non so se il nome fa riferimento ai corvi o al pesce che si potrebbe pescare in quello specchio di mare.

Ma so che lo spettacolo allora era sublime, sublime come il viso della francesina che accompagnavo.
E l’origano era la pianta che mi ritrovai sotto il naso mentre potete benissimo immaginare cosa stessi facendo, ecco perché per me quell’odore è come una fanfara dei bersaglieri,  meglio di qualsiasi stimolate industriale.

Ma torniamo alla Torre delle Ciavole.
Su uno Sperone roccioso sul mare edificata con grossi blocchi di pietra su tre rialzi era la difesa di quel tratto di costa nel XVI secolo.

Bastavano quattro soldati a sorvegliare e con l’ausilio della campana posta accanto alla finestra del lato sud, dare l’allarme se arrivavano pirati o altri pericoli. E proprio un guardiano scatenò l’amore della principessa Maria La Bella di nome e di fatto.

Ma come tutti gli amori impossibili la tragedia incombe.

La principessa stava al castello dei Lancia e il giovane arrivava in barca sino al caricatoio  e come nelle tragedie shakespeariane si arrampicava sino al balcone. Comunicavano anche di giorno usando gli specchi, ma tutto questo non poteva passare inosservato e il fratello della ragazza senti questo amore come un affronto al suo onore e preso di rabbia architetto un agguato nei pressi dello scoglio  vicino a Brolo detto appunto “del pianto” (ploratu). Uccise il guardiano e si liberò del corpo gettandolo con un sacco nel fondo del mare.

Ancora oggi la Maria la Bella appare ai pescatori del luogo e augura loro fortuna alla pesca e li allerta in caso di cattivo tempo.

Questa storia raccontai alla bella francesina mettendogli nell’orecchio sinistro in rametto di origano fiorito.



lunedì 20 febbraio 2023

Il Cirneco dell'Etna

 




Il Cirneco dell'Etna è una razza di cane antica e affascinante, che rappresenta un simbolo di identità e di orgoglio per la Sicilia. La storia del Cirneco può essere raccontata attraverso tre diverse versioni: le rappresentazioni del Cirneco su antichi reperti archeologici, le leggende e i miti che circondano questa razza e le sue capacità di cacciatore.

La prima versione si basa sulle rappresentazioni del Cirneco su antichi reperti archeologici, come le monete dell'antica città di Segesta. Questi reperti testimoniano l'antichità della razza, la sua presenza in Sicilia già nell'antichità e la sua importanza per le popolazioni che abitavano l'isola. Inoltre, la presenza del Cirneco sulle monete suggerisce che questa razza di cane fosse considerata un simbolo di potere e di prestigio.

Ma c'è un'altra teoria che collega il Cirneco dell'Etna al dio Adrano, che era adorato nell'antica città di Adranum, situata ai piedi del vulcano Etna. Secondo questa teoria, il Cirneco sarebbe stato considerato il cane sacro di Adrano, protettore della città e della sua gente.

Adrano era un dio fittizio della mitologia siciliana, rappresentato come un giovane dalla bellezza straordinaria e dalla forza sovrumana. Secondo la leggenda, Adrano si innamorò della dea Persefone, rapita dal dio degli inferi, e si offrì di lottare contro lui per liberarla. La sua offerta fu accettata e Adrano sconfisse il dio degli inferi, ottenendo così la libertà per Persefone.

La rappresentazione del dio Adrano su antichi reperti archeologici è molto simile alla descrizione che ci viene data del Cirneco dell'Etna: un cane snello, forte, agilissimo e con un fiuto infallibile. Secondo la teoria che collega il Cirneco al dio Adrano, questi cani sarebbero stati considerati un dono divino, in grado di proteggere la città dall'ira degli dei e dai pericoli della natura.

Inoltre, la presenza del Cirneco sulle monete dell'antica città di Segesta suggerisce che questa razza di cane fosse considerata un simbolo di potere e di prestigio. Probabilmente, il Cirneco era considerato un cane di caccia pregiato e costoso, che solo i più facoltosi potevano permettersi di avere.

La fusione di queste tre versioni ci permette di apprezzare appieno il fascino e la bellezza di questa razza di cane. Il Cirneco dell'Etna è molto più di un semplice cane da caccia: rappresenta un pezzo della storia e della cultura siciliana, che si può vedere nelle sue antiche rappresentazioni, nelle leggende e nei miti che lo circondano. Inoltre, le sue capacità di cacciatore lo rendono un compagno ideale per chi ama la natura e la caccia.




venerdì 17 febbraio 2023

Angelo Musco: il comico siciliano che ha conquistato l'Italia

 


Angelo Musco è stato uno dei più grandi comici siciliani del 1900. Nato a Palermo nel 1872, Musco ha lasciato un'impronta indelebile nella cultura popolare dell'isola e in tutto il panorama del teatro italiano.

La sua carriera artistica si è svolta principalmente nel teatro dialettale siciliano, un genere che in quel periodo stava prendendo sempre più piede nella cultura popolare dell'isola. Musco ha debuttato sulle scene teatrali nel 1890, all'età di 18 anni, e da subito si è fatto notare per il suo talento e la sua versatilità.

Nel corso della sua carriera ha interpretato molte commedie e drammi, lavorando con i maggiori autori teatrali del suo tempo, tra cui Luigi Capuana, Giovanni Verga e Nino Martoglio. La fama di Musco è cresciuta esponenzialmente a partire dal 1908, quando ha debuttato al Teatro Politeama di Palermo con la commedia "La signorina Felicita". Questo spettacolo è stato un enorme successo, tanto che Musco è stato presto chiamato a recitarlo in tutta Italia, riscuotendo ovunque un grande successo di pubblico e di critica.

Musco era un attore dalla grande capacità mimica e gestuale, che sapeva trasmettere le emozioni e i sentimenti dei personaggi che interpretava con grande intensità. La sua comicità, basata soprattutto sulle espressioni facciali e sulle cadenze del dialetto siciliano, era irresistibile per il pubblico, che si divertiva enormemente ad assistere alle sue performance.

Tra le sue interpretazioni più celebri si ricordano quelle in "Il berretto a sonagli" (1910) di Luigi Pirandello, "La cena delle beffe" (1919) di Sem Benelli e "I giganti della montagna" (1937) di Luigi Pirandello. Musco ha saputo interpretare con grande maestria sia i personaggi comici che quelli drammatici, dimostrando una grande sensibilità e una grande versatilità artistica.

Musco è stato anche un grande innovatore del teatro dialettale siciliano, introducendo nuovi elementi di modernità e di novità nei suoi spettacoli. Ha saputo infatti sperimentare nuove forme di comicità, introducendo elementi di satira e di critica sociale nei suoi testi.

La sua eredità artistica è ancora oggi molto preziosa per la cultura siciliana e per l'intero panorama del teatro italiano. Angelo Musco è stato infatti uno dei più grandi interpreti della cultura popolare siciliana del 1900. Grazie alla sua straordinaria maestria artistica e alla sua comicità irresistibile, ha saputo conquistare il pubblico di tutta Italia, diventando uno dei più grandi comici del suo tempo.

La sua importanza nel panorama artistico italiano è stata riconosciuta anche dai maggiori intellettuali del suo tempo. Uno di questi è stato il poeta e scrittore siciliano Ignazio Buttitta

mercoledì 1 febbraio 2023

La Fontana del Mascherone (storie di Roma)




La Fontana del Mascherone sorge nella pittoresca Via Giulia a Roma, attirando l'attenzione di turisti e residenti da secoli. Costruita nel 1574, la fontana è un esempio dell'arte barocca e il suo design unico, che mostra un mascherone scultoreo, ha generato molte storie e leggende nel corso degli anni. Una delle leggende più diffuse sostiene che la fontana sia stata costruita su un antico pozzo che una volta alimentava le terme dell'antica Roma. Il mascherone rappresenterebbe un demone che è stato evocato dalle acque del pozzo e che possiederebbe chiunque avesse gettato monete nel pozzo. 

La gente diceva che la fontana era maledetta e che chiunque avesse disturbato il demone avrebbe dovuto affrontare le sue conseguenze. Ma non tutti erano spaventati dal mascherone. Alcune persone dicevano che la fontana fosse stata costruita per nascondere una sorgente d'acqua preziosa che alimentava le terme. Il mascherone sarebbe stato un guardiano che proteggeva l'acqua dalle persone malvagie e che avrebbe concesso solo a coloro che erano degni di riceverne i benefici.

Non importa quale delle due leggende sia vera, la Fontana del Mascherone è diventata un'icona della città e un luogo popolare per i turisti. Ancora oggi, la fontana viene visitata da migliaia di persone ogni anno, che vengono attirate dalla sua bellezza unica e dalla storia che la circonda. E anche se le leggende potrebbero non essere verificate, resteranno sempre un'interessante parte della storia della Fontana del Mascherone.