SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro).
Gli amministratori dichiarano di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post.
Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Inoltre qualsiasi racconto o storia che viene scritto non fa riferimento nè a persone nè a luoghi. É solo frutto di fantasia. La vita, la realtà purtroppo accomuna nei fatti molte persone, ma niente è riferito a qualcuno in particolare.
In fine gli amministratori si riservano il diritto di cancellare tutti i commenti che ritengono non opportuni e contro lo spirito dell'informazione, commenti quindi scritti solo per creare confusione.


per info:gold.indi@gmail.com
Visualizzazione post con etichetta dialetto siciliano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta dialetto siciliano. Mostra tutti i post

giovedì 30 gennaio 2020

Pagine da "Almanacchi Regionali Bemporad per i ragazzi" - Mario Rapisardi


Almanacchi Regionali Bemporad per i ragazzi




 
pag,171
I GRANDI SICILIANI
Mario Rapisardi.
(1844-1912).
Catanese. Scrisse poemi e liriche, fresche, impetuose, possenti. Fra i suoi poemi eccelle il Giobbe dove sono squarci di biblica bellezza. Ma le Poesie religiose e i Poemetti racchiudono le cose più belle e più perfette del Rapisardi. Nox Alta quies, Dopo il temporale e tante altre poesie dei due preziosi volumi sono delle vere gemme, rare per puro splendore di forma e per singolare altezza di pensiero.

.... dai suoi scritti:
«E se alle vostre piccolette gare
agli odi vostri, alme rissose, io penso
più che di sdegno di pietà sorrido»
(Mario Rapisardi)
Quando ci diciamo cittadini del mondo, non intendiamo che l'amore della patria sia morto nell'animo nostro, vogliamo dire piuttosto che il nostro loco natío è per noi diventato ampio quanto la terra, che tutte le patrie si sono fuse in una sola, che il nostro amore si è diffuso a tutto il genere umano. 
Pensieri e giudizi, III-XI

Popol, che per amor d'ozio e di pane
Tien fede all'oppressore, è popol cane. 

Chi piaggia il vulgo reo, de' buoni a danno,
Servo è che aspira a diventar tiranno.

Tu scrivi che il Carducci è un'ardua quercia
Che i fruttiferi rami all'aria spande….
E chi tel può negare, anima lercia,
Se ingrassato ti sei con le sue ghiande?
Frecciate Anima

Conosci tu il paese dei floridi aranceti
che ha su cento abitanti settanta analfabeti?
il paese poetico, dall'aure profumate
che riceve le rondini a suon di fucilate?
il paese del sole, il paese dei sogni,
dove il popol beato fa in piazza i suoi bisogni?
Dove assessor di pubblica igiene e uffizïali
di pubblica nettezza sono i polli e i maiali?
Dove sotto lo sguardo di mille indifferenti
sono esposte le bestie a' più crudi tormenti?
Atlantide - Mario Rapisardi

giovedì 16 gennaio 2020

Pagine da "Almanacchi Regionali Bemporad per i ragazzi"






L’ora soave.

Ora dolce di pace, ora soave
è l’ora del tramonto.... La campana
de la chiesa del borgo, umile e piana,
suona — a rintocchi — l’Ave....
E tu ti segni; e, tutto in te raccolto,
pieghi il compunto volto
e levi a Dio la supplice preghiera,
dolce ne 1’ora dolce de la sera....
«Ave, Maria, o Tu di grazia piena.... »
E dal cuore che a Dio chiede perdono,
dilaga intanto un’ondata serena,
di pace, che fa l’animo più buono....
ALESSANDRO CAJA.



Lu pisci binidittu.

Pisci ’ntra lu mari cci uni su’ tanti. Ma chiddu ca è binidittu è lu mirluzzu. E lu sapiti pirchì? Pirchì l’antichi vonnu diri ca porta dintra d’iddu la santuzza (l’immagine) di la Bedda Matri di lu Munti.
E comu fu ssu miraculu? mi dumannati vuàutri. Comu fu? Accussì. Ca, ’na vota, un bastimentu, vicinu a Trapani, truzzàu ’ntra un scogghiu, tanti ca si cci fici un bellu pirtusu e nun cc’era versu di’ attupparlu. L’acqua trasìa a vadduni, e ddi poviri marinara si vittiru persi. Allura chi fìciru ddi sciurtunati? S’ addinucchiàru e cuminciàru a prigari a la Bedda Matri di lu Munti, gridànnucci : —- Matruzza santa, aiutàtinni ! — A la 


Bedda Matri cci pàrsiru piatusi. E chi fici? Scinnìu di lu sò artàru, si jittàu ’mmenzu a l’unni ’ncanìati, s’ammucciàu dintra un mirluzzu e currìu ad attuppari ddu pirtusu. Accussì lu bastimentu nun fici cchiù acqua e ddi mischini si pòttiru sarvari. Eccu pirchì lu mirluzzu è binidittu e pirchì porta dintra d’iddu la santuzza di la Bedda Matri di lu Munti.

 O Bammineddu.


O Bammineddu di zùccaru duci,
Lassatimi parrari, si vi piaci.
Nun vogghiu chi taciti tanti vuci:
Vogghiu lu paradisi; beddu ’n paci.