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lunedì 30 marzo 2009

PROFUMO DI SCANDALO


(di Lorena B.G.)

SECONDA PARTE

Sentiva il bisogno di stare solo con lui, la paura che qualcuno se ne accorgesse e venisse fuori questa storia aveva cominciato a non farla dormire al notte. Aveva paura di uno scandalo, e nel suo lavoro questa pubblicità non era la migliore.
Il viso sempre più stanco, a mala pena riusciva a rispondere alle domande che lui le rivolgeva al telefono.
Anche nel lavoro aveva cominciato ad accorgersi che le sue colleghe più giovani erano sempre attente e presenti alle riunioni, mentre lei qualche volta era mancata.
Cominciò così ad allontanarsi da ogni uomo. Prima uno, poi il secondo, poi il terzo. Mancava solo il quarto.
Chiudendo con il quarto lei avrebbe smesso di avere paura, e poi lui, il suo amore, le aveva chiesto di andare a vivere insieme. Era una salto nel buio, una città nuova, gente che non conosceva e non aveva niente in comune. Come sarebbe stata accettata dai genitori, dal fratello di lui? Gente tradizionalista e attaccata ai valori morali di una famiglia, se avessero saputo cosa aveva fatto per mesi, cosa sarebbe successo. E se avessero cominciato a prendere informazioni su di lei di nascosto? Cosa avrebbero scoperto? La paura l'attanagliava, dopo tante sofferenze, dopo tante discussioni finalmente poteva abitare con l'uomo che amava, vederlo e toccarlo ogni giorno. Svegliarsi la mattina con lui accanto e dormire nello stesso letto la notte. Andare alla partita insieme la domenica, andare a fare una passeggiata in riva al mare. Chiedergli se gli piaceva il vestito che aveva comprato e aspettare la sua approvazione.
Nuova città!!! Anche questa paura la bloccava.
All'improvviso durante la giornata aveva dei piccoli dubbi. Faceva bene a spostarsi?
Intanto il suo lavoro ! Avrebbe dovuto ricominciare tutto daccapo. Lui le aveva promesso tutto il suo appoggio, la sua comprensione, ma soprattutto il suo amore.
Ormai erano veramente ad una svolta: o andava o la storia finiva.
Aveva cominciato a fantasticare sulla loro vita insieme, all'improvviso ogni volta che si sentivano lei diventava euforica, parlava e parlava, e rideva e la sua gioia era diventata incontenibile, forse cercava di sdrammatizzare i suoi dubbi.
Ancora uno, l'ultimo quello più difficile, il più bello di tutti quello di 45 anni. Mentre erano insieme le diceva ... ti amo... in un modo che veramente le faceva battere il cuore. Il suo sguardo bello fiero non ammetteva repliche, lui l'amava veramente. Lei lo aveva capito, ultimamente lo aveva capito ecco perchè l'aveva lasciato per ultimo.
Con gli altri era bastato dire che la storia si era conclusa, che lei non aveva più voglia, che si era stancata. Ma con l'ultimo era diverso. Avrebbe dovuto faticare per trovare un motivo valido.
Decise di incontrarlo un'ultima volta, stare fra le sue braccia ancora.
Al telefono lui disse che andava bene anche se non era il loro giorno e la loro settimana. Lei aveva fretta di chiudere.
Mentre si avvicinava all'albergo cominciò a ricordare come si erano conosciuti: in treno di ritorno da una città del Nord Italia.
Era inverno fuori pioveva e lo scompartimento non aveva riscaldamento, erano loro due soli. Si erano guardati di sfuggita quasi non volessero rimanere, ma i posti erano prenotati e quindi dovevano sedersi.
Dopo un po' lei lasciò il computer e si alzò per prendere il cappotto, aveva cominciato ad avere freddo e il tempo fuori non invogliava a pensare al sole. Lui fu più veloce, intuì il suo desiderio, prese il cappotto glielo mise sulle spalle con una delicatezza che le procurò un brivido. Le sembrò quasi che appoggiandolo lui stringesse leggermente le mani sulle sue spalle e annusasse il suo profumo. Questo gesto la eccitò, eppure non aveva fatto niente, sicuramente era tutto involontario. Ma... alla fine del viaggio si erano scambiati il numero di telefono.
Lui aveva parlato poco, ma la sua voce aveva un che di erotico, un accento esotico. Pensò a lui tutta la notte, non riuscì quasi a dormire.
La mattina alle sette era già in piedi, accendeva sempre il cellulare, era un' abitudine che aveva da tanto. Spesso trovava degli sms di qualche amico che la salutava. Invece quella mattina dopo pochi minuti una telefonata... Buongiorno cucciola, dormito bene? Stanotte non ho chiuso occhio, ti ho pensata. Vorrei pranzare con te, se non hai problemi....
Era cominciata così, semplicemente.

(continua....)

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