Ciò che di me forse non sai
Sono le malinconie profonde
Che mi sconvolgono l’animo
E mi fanno intravedere
Abissi neri ed oblio spaventoso
Nella coscienza dei quali
Il cuore vacilla infelice ed oppresso
E niente intende se non vana disperazione
Ed il nulla verso il quale
Si tuffa la vita.
Ciò che di me forse non sai
È il mio sorriso quasi infantile
A scherzare con gli amici
E ridere felice per un rapido istante
Fatto di gioia effimera e breve
Che pure mi dona intensa serenità
Per dimenticare i quotidiani dolori
Che l’esistenza finita impone ai mortali.
Ciò che di me forse non sai
È la pena profonda e cruda e fiera
Che il mio animo mi suggerisce
Al vedere un uomo sprofondare nel male
E con dolore e sofferenza ben aspra
Maledire ogni istante della sua esistenza
Desiderando sconfitto che la nera signora
Al più presto lo falci come spiga matura.
Ma forse ciò che conosci di me
È l’ironia dolce ed affiorante
Che sempre mi segue come un sogno d’aprile
Mutando il dramma in quieta sopportazione
Di tutto ciò che ci riserva la vita.
Mai si allontani da me e dal mio cuore
Questa virtù assai rara e benigna;
Sempre mi segua con dolce carezza
Rendendo più lieve, in un sorriso accennato,
Il peso degli anni e il declinar della vita.
(POESIE DEL GUFO SAGGIO)
Sono le malinconie profonde
Che mi sconvolgono l’animo
E mi fanno intravedere
Abissi neri ed oblio spaventoso
Nella coscienza dei quali
Il cuore vacilla infelice ed oppresso
E niente intende se non vana disperazione
Ed il nulla verso il quale
Si tuffa la vita.
Ciò che di me forse non sai
È il mio sorriso quasi infantile
A scherzare con gli amici
E ridere felice per un rapido istante
Fatto di gioia effimera e breve
Che pure mi dona intensa serenità
Per dimenticare i quotidiani dolori
Che l’esistenza finita impone ai mortali.
Ciò che di me forse non sai
È la pena profonda e cruda e fiera
Che il mio animo mi suggerisce
Al vedere un uomo sprofondare nel male
E con dolore e sofferenza ben aspra
Maledire ogni istante della sua esistenza
Desiderando sconfitto che la nera signora
Al più presto lo falci come spiga matura.
Ma forse ciò che conosci di me
È l’ironia dolce ed affiorante
Che sempre mi segue come un sogno d’aprile
Mutando il dramma in quieta sopportazione
Di tutto ciò che ci riserva la vita.
Mai si allontani da me e dal mio cuore
Questa virtù assai rara e benigna;
Sempre mi segua con dolce carezza
Rendendo più lieve, in un sorriso accennato,
Il peso degli anni e il declinar della vita.
(POESIE DEL GUFO SAGGIO)
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