SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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martedì 20 gennaio 2009

TENIAMO NOSTRO FIGLIO FRA LE BRACCIA



Spesso quando siamo a casa ,all'improvviso mia figlia viene dietro le spalle e mi abbraccia forte oppure lo faccio io.
E' un abbraccio di cui abbiamo bisogno tutte e due per dirci quanto ci vogliamo bene. Nessun altro saprà stringervi le braccia intorno al collo come un figlio. Niente sarà mai paragonable al calore che sentite in quel momento. Mai avrete nel cuore una tenerezza infinita come questa.
Ho trovato il solito libro che spero possa esservi d'aiuto

TIZIANO LOSCHI - GIOVANNA VANDELLI

MIO FIGLIO SARA' "GENIO" - ALOISA EDIZIONI
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Anche in questi momenti d' incontro possiamo influenzare positivamene le operazioni mentali del nostro bambino. Il contatto fisico con il nostro corpo, sempre disponibile verso di lui, trasmette al bambino la nostra accettazione. Egli si sente bene e sicuro di sè: le nostre braccia di madri o di padri sono il suo ambiente: è così incoraggiato ad acutizzare i propri sensi
e le capacità percettive. Il tatto sente il calore del nostro corpo con piacere; l'olfatto esplora e ritrova l'odore; l'udito è teso a tutti i rumori; la vista può spaziare.
Fra le braccia della madre che lo contengono come l'utero durante la gravidanza, egli si sente nel suo ambiente: sono braccia buone che gli permettono di muoversi, di sgambettare liberamente, di esprimere tutti i suoi bisogni, in una condizione di agio e felicità.
Ma anche fra le braccia del padre egli trova benessere e occasioni di sviluppo: percepisce altre sensazioni piacevoli, che associa e distingue da quelle provate fra le braccia della madre.
Quando lo teniamo fra le braccia, pensiamo a lui, dedichiamoci esclusivamente a lui, dimenticando gli altri problemi; egli deve sentirci a sua disposizione.
Possiamo e dobbiamo interagire con lui, proponendogli esperienze di gioco che sviluppano i cinque sensi ed il movimento.
- Permettiaogli di esplorare le nostre mani, di stringere le dita, di conoscere le parti del nostro corpo;
- Lasciamolo sgambettare a gambe nude; con vestiti caldi e leggeri, scelti per permettergli il movimento libero;
- Parliamogli con calma, chiarezza, ordine, ma con un linguaggio corretto,senza bamboleggiamenti, per aiutarlo a memorizzare i ritmi e i suoni della lingua che presto dovrà usare;
- Accarezziamolo nelle diversi parti del corpo. Ricordiamo che attraverso la pelle, con il nostro tatto, inviamo stimoli al cervello;
- Cantiamo una canzone dolce, armonica, allegra, con parole chiare e collegate al momento. Possiamo anche inventarla, ma dobbiamo ricordarci di ripeterla più volte: con la ripetizione - non ci stanchiamo di ribadire - il bambino assimila le esperienze, impara e costruisce le "strutture mentali" delle esprienze che sta vivendo; il suo pensiero progredisce e sviluppa maggiormente le sue potenzialità.

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