SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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mercoledì 11 febbraio 2009

COME IL MARE D'INVERNO


(di Lorena B.G.)
SECONDA PARTE

In un attimo ricordo tutto.
Avevo conosciuto Angelo per caso un giorno, un incontro senza importanza.
Sembrava il solito incontro di sempre. Un uomo gentile educato, non volgare.
Piuttosto bello alto, capelli scuri, occhi verdi molto profondi, belle labbra, abbronzato.
Dopo un po' mi dice che è uno skipper ed io gli faccio la battuta...Se sto per affogare ti chiamo per salvarmi ..Sono uno skipper non un bagnino....Ho capito! Sei uno skipper!...
Continuiamo a parlare e mi sembra di capire che forse sono l'unica che non le sono tremate le ginocchia per quello che è.
Mi racconta tante cose tutte molto interessanti ed io continuo a dirgli che per me è solo un uomo.
Non m'interessa che sia uno skipper, che faccia pesca subacquea, che è ricercato fra tutti gli altri capitani per portare in gita e sott'acqua i turisti, non m'importa che sia diplomato in chitarra moderna.
Vorrei fargli capire che io guardo solo l'uomo non i suoi titoli.
Poi gli chiedo qualcosa e lui risponde che è pieno di donne che ne ha quante ne vuole. Perchè lo dice?
Forse pensa che sono una delle solite "sciacquette" che gli cadono ai piedi?Non ha capito che sono diversa, che non sarò e non farò mai parte del numero? Mi allontano con una scusa. Sono un po' indispettita e contemporaneamente delusa.
Ci sentiamo il giorno dopo vuole ancora rincontrarmi. Mi dice che ha la barca prenotata da due milanesi per il weekend e che se portassero un'amica per lui sarebbe meglio. La solita allusione, poi incalza...
Ma se l'amica non viene potresti venire tu... Io? no, grazie sarei proprio fuori luogo... mi dispiace per te ma non credo proprio che mi vedresti fare la tappabuchi... Peccato mi sarebbe piaciuto.....
Comincia così questo gioco in cui ogni tanto mi chiede delle cose, poi mi dice che sono diversa. Ma non vuole legami vuole essere libero, libero di fare quello che vuole libero di avere tutte le donne che vuole.
Ma allora perchè continua a tormentarmi? Gli ho già detto che non sono come le altre che sono unica e come tale voglio essere trattata. Ogni fine settimana lo so, lo sento che aspetta che io gli chieda come è andata, dice bene o benissimo e forse aspetta che gli domandi anche cosa ha fatto o con chi, ma non lo faccio mai. Non m'interessa e non voglio dargli questa soddisfazione.
Non sono gelosa e di che poi non stiamo insieme, solo che non capisco il suo gioco.
Un giorno, uno dei tanti, andiamo al mare. Una bella giornata come questa.
Vento anche allora. Il vento che ci accarezza la pelle, che ci scompiglia i capelli, che mi fa rabbrividire per una folata che non mi aspetto.
Angelo invece assorbe il vento si nutre di esso, gli mostra tutta la sua bellezza, la sua pelle risplende al sole. Il vento è suo amico e contemporaneamente è lui il padrone del vento sembra che lo domini e lo imbrigli per farlo suo e mandarlo dove vuole.....
Apro la randa... via con il fiocco... e vai di Bolina... é questa la sua espressione preferita.
Per un secondo lo vedo sulla sua barca a vela in piedi accanto al timone vestito di bianco. E gli cedo.
Tutta la mia resistenza di quelle settimane si è dileguata non esiste più, possibile che il gioco sottile ha funzionato? Io credevo di aver dominato i sentimenti, che questa volta ero stata brava non ero caduta, che non mi ero innamorata. E invece aveva comandato lui il gioco, aveva imbrigliato me come faceva con il vento.
La sfida, la sua sfida quotidiana con il vento e poi con me aveva avuto un unico vincitore: Angelo, ci aveva domato tutti e due.
Lo capisce. Non ci vuole molto. Sulla spiaggia in alto due barche rovesciate, ci rifugiamo lì in mezzo. Mi siedo sulle sue ginocchia e comincia a baciarmi. Dopo poco via i pantaloni, volano oltre le barche. Non lo so quanto siamo stati lì, so solo che è successo.
E' durato tanto, è durato poco...è durato il tempo per non stancarsi.
Forse l'abbiamo fatto finire prima per paura che tutto si sciupasse, che il nostro amore da vento docile non diventasse un uragano non più domabile.
Come siamo strani a volte ci si lascia se un amore finisce, come ci si può lasciare ancora con l'amore tutto intero, ancora in boccio da far crescere e maturare.
Se ci penso quante cose non fatte, quante cose non dette, quante cose non chieste. Risate che non sentirò più, le sue parole, le sue carezze, i suoi occhi nei miei...
Mi siedo in mezzo alle due barche sulla sabbia, mi raggomitolo, ho un brivido, abbraccio le ginocchia.
In lontananza sul mare una barca a vela corre veloce nel vento.

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