SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro).
Gli amministratori dichiarano di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post.
Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Inoltre qualsiasi racconto o storia che viene scritto non fa riferimento nè a persone nè a luoghi. É solo frutto di fantasia. La vita, la realtà purtroppo accomuna nei fatti molte persone, ma niente è riferito a qualcuno in particolare.
In fine gli amministratori si riservano il diritto di cancellare tutti i commenti che ritengono non opportuni e contro lo spirito dell'informazione, commenti quindi scritti solo per creare confusione.


per info:gold.indi@gmail.com

martedì 26 maggio 2009

LA TELEFONATA

(di Lorena B.G.)
PRIMA PARTE

Ho scaraventato il telefono contro la parete. Si è rotto o meglio si è diviso in più parti. Vedo una pila in mezzo alla stanza, ma l'altra? Lo sportellino che le racchiude, il copri-tasti staccato, meno male non si è spezzato ancora.
Lo guardo lì immobile piena di rabbia: vorrei camminarci sopra, battere i piedi ridurlo ancora in mille pezzi. Fino a quando ridotto in briciole non fosse più possibile ricomporlo.
Mi sembra di avere il fiatone come dopo una corsa, il cervello perso dietro mille pensieri pieni d'odio. Abbasso gli occhi e vedo il mio petto che si muove il cuore mi sembra esca dal petto.

( Bocc. nov. 77. 57.).... Rossa divenuta, come rabbia, e tutta di sangue chiazzata.......

Calma! Non posso ridurmi così.Così perchè ? Per chi?
Per un uomo che chissà dov'è, che l'unico pensiero è sempre e solo per se stesso, un uomo che ogni volta mi tratta come se non esistessi. Eppure pretende che io ci sia, sempre in ogni momento, ma solo quando lui vuole. Soltanto!!!
Raccolgo i pezzi, meno male che è semplice rimetterli. Un po' più fatica la faccio per trovare l'altra pila che non vedo. Sto per aprire il cassetto e prenderne una nuova, quando eccola là nascosta tra la zampetta della sedia e la zampona del tavolo, come se volesse giocare a nascondino. Sono convinta che se avessi provato mille volte non sarei riuscita a mandarla lì.
La rabbia continua, me ne accorgo mentre risistemo il telefono: le mani sbagliano incastri, mi cade nuovamente per terra un pezzo. Mi chino sbuffo sto per rilanciare il telefono per terra contro la parete fuori della finestra, da qualsiasi parte pur di rompere qualcosa. Continuo ad essere arrabbiata, ma perchè? Perchè solo a me? Quante donne felici ci sono adesso nel mondo in compagnia del proprio uomo, donne che se lo stanno accarezzando, baciando, gli parlano, che sono perse dietro i suoi occhi. Che guardano la vita, il mondo che le circonda attraverso un velo magico, un alone luminoso, che si riempiono del suo amore?
A me è concesso pochi attimi solo pochi attimi...UNA TELEFONATA.
E quanto è breve questa telefonata. Una volta ho guardato l'orologio per capire quanto poteva durare e sapete che bello! Mi ha concesso tre minuti: il tempo prima di pagare il secondo scatto. Ma allora non avevo solo io l'orologio davanti, ce l'ha anche lui.
La cosa più ridicola e che alla fine mi dice..... ci sentiamo presto, aspettami mi raccomando posso telefonare anche più tardi....
Ma questo più tardi quand'è? Aspetto tutto il giorno, tutta la sera non vado a letto perchè potrebbe telefonare, ha detto: più tardi...ma il tempo passa e più tardi diventano giorni. Intanto però io non sono uscita, non sono andata a fare la spesa, non scendo nemmeno a prendere la posta nella cassetta.
Non so come fare a staccarmi da quel telefono. Prima ne avevo uno fisso, poi sono andata a comprare il cordless per potermelo portare dietro in casa.Lo guardo spesso, in continuazione, vado a controllare che funzioni che ci sia la linea. La linea c'è e funziona benissimo.Eccooooooooo...sta squillando, eccolo è lui!!!
...Mamma???? Sì sto bene scusa non posso stare devo uscire, mi aspettano....
Mi aspettano? O sono io che aspetto?
Qui come una cretina? Ma perchè ? Perchè? Cosa è successo?
I primi giorni telefonate, sms: il telefono era incandescente.Le telefonate duravano ore. Non mi staccavo mai. Avevo sempre il cellulare attaccato all'orecchio.
Passavamo ore "insieme". Ci vedevamo solo una volta al mese, ma dalla mattina alla sera era una telefonata unica.
Anche quando prendevo il treno accendevo subito e subito vicini. Facevo la barba con lui, mi vedevo allo specchio: visi vicini: guancia contro guancia, mi sporcavo con la schiuma, ci vestivamo insieme, fuori casa accendevo l'auto, colazione al bar e poi di corsa alla Stazione a prendermi al treno. Sempre insieme al telefono fino al momento del bacio, quello vero labbra contro labbra, sentire il sapore delle sua bocca, della sua saliva aver desiderato insieme tutto questo, mentre eravamo al cellulare a parlare.
E adesso? Nemmeno il tempo di rispondere a....come stai?....che già mi saluta e chiude.
Riscaravento il telefono contro la parte, solo che questa volta prendo un quadro: rompo il vetro.

(continua....)

Nessun commento:

Posta un commento