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domenica 5 luglio 2009

LETTERA PER UN AMORE FINITO


(di Lorena B.G.)

"Oggi ho trovato in mezzo ai miei libri uno che non ho letto.
Ho sfogliato subito le prime pagine, per vedere la lunghezza dei capitoli, la divisione degli argomenti, per cominciare a fare un piccolo programma mentale su come avrei potuto organizzarmi per leggerlo.
Ecco in mezzo una sorpresa!
Quanti di voi non hanno trovato qualche fogliolino o biglietto o cartolina messa lì come segnalibro o perchè in quel momento era importante portarcela dietro o averla sempre con noi. Poi finito il libro finiscono insieme nello scaffale e rimangono dimenticati fino a quando, come è successo a me, non li ritroviamo e i nostri ricordi tornano prepotentemente davanti e più vivi che mai! Ricordi, pensieri, gioie, dolori che avevamo dimenticato fino a quel momento.
Un foglietto di colore celestino lungo come la pagina del libro fatto con il cartoncino. Le scritte in nero e una data: 13/12.
L'anno? L'anno lo ricordo molto bene, ma non ha importanza.
Non ricordavo che portavo dietro dei libri per leggere, forse non lo ricordo perchè non li leggevo, come questo del resto: i pensieri erano tutti da un'altra parte.
Sicuramente era un giorno in mezzo alla settimana, ricordo che c'erano dei problemi e una scelta del giorno quasi obbligatoria.
La prima volta c'eravamo incontrati un fine settimana, poi avevamo dovuto cambiare programmi. La data indica la terza volta, il nostro terzo appuntamento.
La nostra conoscenza era stata causale. Passavo un brutto periodo. Un'amicizia che mi aveva deluso. Grandi discorsi, tanti scambi di idee, poi c'era stato il crollo. La persona si sgretolò davanti ai miei occhi in un secondo. Se ognuno di noi pensa bene delude più la fine di un'amicizia che la fine di un amore. Chissà perchè con un amico si dicono più cose che ad un innamorato, è un modo di parlare diverso un liberarsi di idee e sentimenti che non viene fatto nè con il fidanzato nè il marito o l'amante.
Ci sentiamo più libere di affrontare l'ignoto, più in grado di discutere e scherzare. Un caffè viene bevuto con più piacere, una pizza ha un gusto che non ritroveremo più.
Ogni rapporto è diverso: vissuto in modo assolutamente diverso.
Una complicità come a nascondere qualcosa, che poi invece è un manifestare la gioia di sentirsi liberi.
Ed ecco che quando arriva la catastrofe si accetta la prima mano che ci aiuta a uscire dalle macerie. Non dovremo farlo mai!
Il metodo più giusto sarebbe quello di cominciare un cammino: un passo per volta: un passo dietro l'altro senza correre. Magari soffermandoci anche a guardare il paesaggio per renderci conto da che parte stiamo andando.
Che belle parole, vero?
Siamo tutti molto bravi ad insegnare, ma trovarsi lì e viverla è una cosa che è così mutevole in ogni istante, che il cervello non ha modo di adattarsi e si lascia vincere e corre dietro a quello gli si presenta senza pensare.
Con il senno di poi, adesso non lo farei mai più. Anzi non l'ho più fatto.
Spesso il cuore prende il sopravvento, perchè è il vuoto che è stato lasciato che vuole essere riempito il più alla svelta possibile.
Lo capiamo solo dopo un po' di tempo che dovevamo chiudere almeno quella porta e aspettare, ma l'ha mai fatto nessuno?
Qualcuno dirà.... ma è un'amicizia, niente a paragone di un amore!...
Ma l'avete mai visto bene dal punto di vista giusto? L'AMICIZIA non è forse un amore? Anzi è l'amore più grande che ci sia.
E' fatto di fedeltà, di scambi di opinioni, di corse, di risate, di confidenze, tristi o belle, è un conservare in due i segreti che da soli non ce la facciamo, o almeno si arriva ad un certo punto che non ce la facciamo più a portare da soli e si cerca qualcuno che ci aiuti a portare il "peso".
L'amico, quello vero, non lo considererà mai un peso ma l'atto d'amore più grande che gli viene dimostrato.
E ogni giorno l'amico diventa quella parte di noi che consideriamo indispensabile, senza la quale ci manca qualcosa. Tutti quelli che hanno un amico, e naturalmente parlo anche la femminile, non trascorrono giorno senza che si telefonino o si ritrovino per una chiaccherata?
E' una parte di noi vitale. Chi è che confidandosi non ha pianto sulla spalla della persona che consideriamo così vicino? Per un amore difficile, per una malattia, per una delusione, per una morte?
Ecco io mi ritrovai al crollo di tutto questo. Quello che io pensavo di avere costruito invece non c'era mai stato.
Crollo, sfacelo, catastrofe: e accettai la mano che vidi davanti a me.I primi tempi sembrò bello, anche se già c'erano dei problemi.
Non riuscivo a parlare, mi diceva sempre ... stai zitta che tanto non dici niente!...
Voi che mi conoscete da un po', ormai, vi sembro una che non ha niente da dire o che non sa cosa dire?
Forse sarebbe più giusto se mi avesse detto ... stai zitta che parli troppo...
Poi ho capito che ci sono persone che ascoltano e altre che non sanno ascoltare, perchè hanno paura di ascoltare e quindi hanno orecchie solo per loro stesse.
Mi sembrò amore, sì a distanza di tempo posso dire mi sembrò. Perchè mi ci attaccai con tutta me stessa pensando di riempire un vuoto.
Ma come si può sostituire quello che è diverso?
Nel tempo ci fu un allontanamento sempre più grande, proprio perchè non trovavo niente che mi unisse. Cominciai a considerarlo un passaggio obbligatorio fuori dall'inferno: ero semplicemente andata in purgatorio.
La persona non meritava il mio tempo i miei sentimenti, cominciai a giudicare la sua vita e la trovai squallida, veramente miserabile.
Cominciò a darmi risposte che mi lasciavano di stucco. Sono abituata alle solite affermazioni degli uomini, qualche volta da donna mi piace anche provocarle.
Ad esempio qualche volta dico che vado a fare una doccia, e secondo voi qual'è la domanda-affermazione che viene spontanea ad un uomo immediatamente? ....Vengo anch'io...
Buffo vero? Ebbene una volta lo dissi anche a lui e sapete cosa mi rispose?....Io sono condizionato!...
A parte che in italiano la voce del verbo "condizionare" vuol dire tutt'altra cosa, ma non sapevo che esistesse anche un verbo che indicasse che in ufficio uno ha il condizionatore d'aria e quindi sta bene così!
Quella fu veramente la frase che fece finire tutto.L'acqua della doccia portò via ogni cosa. Non sprecai nemmeno i soldi per una telefonata, solo un'email per dirgli tutto il mio disprezzo.
Ho preso quel biglietto ferroviario e l'ho strappato.
Ho il camino acceso e ho visto con piacere diventare cenere quel celestino che mi ha riportato indietro nel tempo ad una cosa che avevo dimenticato e che non ricordavo più."

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