SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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venerdì 28 agosto 2009

CHI SEI?




Vi confesso che non ho mai letto SE QUESTO E' UN UOMO di Primo Levi.Non avevo nemmeno intenzione di comprarlo. Non ne ho parlato con nessuno, solo una segnalazione da parte di un amico. Ebbene l'altra sera sono entrata in libreria con l'intenzione di chiedere se era arrivato un libro che avevo ordinato e mi sono sentita dire... per favore, Se questo è un uomo...Non l'ho aperto, l'ho solo toccato, non so di cosa parla, non conosco niente, ma questo è quello che ho"sentito" mentre lo avevo in mano....

VI CONSIGLIO PERO' DI ASCOLTARE IL BRANO PRIMA DI LEGGERLO, IL BRANO PIU' BELLO CHE POSSA ESSERE STATO SCRITTO"INNO ALLA GIOIA"

Sono sotto la pioggia che mi batte sulla testa, che mi cola in rivoli lungo il viso. Non sono lacrime è acqua sporca, sporca di tutte le lordure che ci sono in questo campo. L'acqua che vorrebbe pulire portare via e che non ci riesce. Quanto ancora dovremo sopportare? Anche stamattina un altro gruppo di noi è stato preso. Sono state radunate brutalmente come sempre, portate con violenza in una delle baracche in fondo. Dopo poco un fumo dal camino. Chi viene presa non torna più e allora noi ci buttiamo come animali su quelle povere, misere cose che hanno lasciato sui tavolacci. Chi è più fortunata prende la coperta, ma spesso dobbiamo lottare e il tessuto si lacera, alla fine non rimane niente solo un piccolo pezzo che non basta a coprire. Oggi sono riuscita a prendere una tazza di metallo sbeccato rotta da una parte, ma non importa meglio che bere con le mani.La pioggia continua a scivolarmi addosso, pioggia ghiaccia, fa freddo. Ieri ha nevicato.
Vorrei uno specchio, come sarò adesso? Non so più cosa sono. Qui vengono trattati meglio gli animali di noi. Cosa abbiamo di diverso, perchè è cominciato tutto? Non ho occhi per guardare. Non sono più niente, solo freddo fame fango sporco. Cosa sono? Cosa ho fatto di così terribile da essere punita? Perchè sono qui in mezzo al campo con un cane che mi vuole sbranare a pochi centimetri dalla faccia. E' giunta la mia ora? Sto ancora pensando: sono viva, allora!

Siamo spettri non più uomini o donne.Ci hanno tolto tutto.

La notte li sento ridere nella loro baracca illuminata e calda. Noi ci stringiamo insieme, accanto a me due donne anziane con i capelli sciolti appiccicati sporchi. Puzzano, ma anch'io puzzo. Oggi sotto la pioggia mi laverò. Penso a cose futili, quando la mia vita è in pericolo. Ritornerò?

Le altre avranno già preso tutto, perchè pensano che non ce la farò. Sono dimagrita molto, le ossa del bacino sono in fuori lo sento quando sono sdraiata sulle tavole la notte e non riesco a dormire. Non ho il coraggio di guardarmi sotto questi miseri stracci che ho addosso. Prima avevo un bel seno, la pelle liscia, mio marito me l'accarezzava ed io con gli occhi chiusi aspettavo...

La tazza no, non la prenderanno: l'ho nascosta. Almeno quella. Le mani, le unghie sono sporche. Come vorrei che quest'acqua fosse quella di un bagno e avere un bagnoschiuma al profumo di rosa. Sento il profumo, sono pazza come faccio a sentire un profumo quando nella baracca, ma anche qui fuori gli odori hanno distrutto le narici, quando la notte se vogliamo fare qualcosa c'è soltanto un bugliolo, per tutte, che si riempie e rimane lì anche per giorni fino a quando non ci danno il permesso di svuotarlo.

CHI E' CHE E' ENTRATA IN ME E MI STA PARLANDO?CHI E' CHE MI HA PORTATO DOVE ERA LEI, MA SOPRATTUTTO DOVE E' RIMASTA. COSA VUOI FARMI VEDERE, COSA NON HAI MAI AVUTO IL CORAGGIO DI DIRE?

Aiutami,ti prego, non voglio stare più qui.

NON SO COME FARE.

Portami via...riportami a casa.

NON SO COME FARE, NON NE SONO ANCORA CAPACE.

Ero bella sai, le più belle di noi... hanno portato via anche quelle. Qualcuna la vedo vestita un po' meglio, forse mangia e si lava anche. Ancora non mi hanno preso, ma ormai non sono più quella di prima. Spero non lo facciano.

Non sanno nemmeno se sei sposata o no, quando vengono e ti portano via.

Ieri è venuta nella nostra baracca una nuova, non mi fido. Ieri sera l'hanno chiamata, dicono che sa parlare inglese. E poi dopo un'ora sono venuti a prendere me. E mi hanno portata qui. Cosa ho fatto?

NON SO COSA HAI FATTO E VEDO SOLTANTO BARACCHE E FILO SPINATO. MA SOPRATTUTTO NEBBIA... NO NON E' NEBBIA E' FUMO.

NON FARMI ENTRARE TI PREGO, NON VOGLIO ENTRARE.

GIA' E' SUCCESSO UNA VOLTA E NON SONO ENTRATA.

Quando sono arrivata c'era l'erba per terra, l'erba di un colore verde meraviglioso, pensai che forse non sarebbe stato così brutto. Cominciarono a spingerci con i fucili, ogni spinta un colpo che lasciava lividi. Sembrava che non sapessero chi colpivano, donne giovani o anziane. Ci divisero, i bambini da una parte le donne dall'altra. Già gli uomini erano spariti: loro trattati peggio di noi. Ci fecero camminare attraverso un corridoio di filo spinato.

Eravamo tutte insieme, molte piangevano. Ordinarono di lasciare tutto quello che avevamo e di spogliarci.
Spogliarci? Nessuna di noi lo aveva mai fatto in pubblico, ma cominciarono ad aizzarci i cani e quelle più vicine furono morse. La paura attanagliò tutte, non fummo più capaci di reagire. Le più giovani piangevano, le altre cercavano di farle tacere.

CHE RAPPORTO C'E' FRA TE E ME? PERCHE' AVETE DECISO CHE DEVO ESSERE IO? NON POSSO E NON VOGLIO PROCURARGLI ANCORA DOLORE. PER FAVORE, SMETTILA.

HAI PARLATO DI CAPELLI.....

Sì, i nostri capelli sono ormai sporchi appiccicosi. Molte di noi li hanno persi perchè non mangiamo. Ogni giorno ci fanno mettere in fila sotto l'acqua o il sole e ci danno un po' di minestra.
Minestra! come si fa a chiamarla così, sembra fatta con le zolle di terra: dentro non c'è niente. Pensa! se piove il pentolone si riempie d'acqua come le nostre ciotole.

Sai una volta chiamavamo ciotole quelle dei cani e adesso siamo noi a usarle. Mi ricordo la cucina di mia madre... la domenica mattina....
Entrava il sole e picchiava sulle pentole che lei aveva messo sul tavolo per cominciare a cucinare. Noi bambini si entrava con la mano sugli occhi per la luce che riflettevano. Erano sempre lucide, non so come faceva, ma erano le più lucenti che abbia mai visto. Anche le sue amiche la invidiavano e le chiedevano sempre che cosa usava....cenere...lei rispondeva e mi strizzava l'occhio. Io sorridevo e scappavo a giocare con gli altri.

I capelli...mi hai chiesto i capelli. Sarebbe meglio se cadessero tutti, sembriamo bambole vecchie, dimenticate.
Qualcuna ha avuto la tigna e le sono caduti a chiazze. Sarebbe stato meglio tutti, molto meglio !

Una volta stavo attenta alla pulizia, mi lavavo spesso: mi piaceva l'odore del sapone, avevo una cologna di lavanda. Quando la mettevo pensavo ad un profumo francese....dietro le orecchie, in mezzo al collo, ai polsi e poi stavo qualche minuto ad odorarli. Chiudevo gli occhi: ecco vedevo la campagna, i fiori nei campi, la prima volta che mio marito mi ha accarezzato i capelli.

Volevo dei figli. Un maschio e una femmina. E' questa l'usanza per avere una famiglia completa.

FAMMI CAPIRE DOVE SEI

Cosa importa, io non sono più. Questo è solo un riflesso di me stessa, qualcosa che è sopravvissuto e ti ha incontrato.

Comunque il mio nome comincia per M.

VORREI SOLO CHE TU RICORDASSI CHE IO SONO QUI, SONO SEMPRE QUI QUANDO MI VORRAI.

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