Le novità. A fine mese al via le prove di riparazione per circa 600mila ragazzi.
Crediti sulle materie ecclesiastiche, ignorata la sentenza del Tar
ROMA
— Dal prossimo anno nella scuola cambieranno, o dovrebbero cambiare, un po’ di cose: dall’anticipo alla materna alla sufficienza in tutte le materie per essere ammessi alla maturità, dall’orientamento in vista della riforma delle superiori targata Gelmini all’arrivo del maestro «prevalente», fino all’obbligo di frequentare almeno i tre quarti delle lezioni.
L’unica cosa che non cambierà — neppure negli scrutini di settembre per i 600 mila studenti che devono recuperare — sarà la facoltà del docente di religione di contribuire, insieme ad altri 6 o 7 colleghi, alla determinazione del credito formativo, ossia quel mezzo punto o — nella migliore delle ipotesi — quel punto per ciascuno dei tre anni delle superiori, da spendere alla maturità.
La sentenza del Tar del Lazio (17 luglio) che aveva estromesso questi prof per non discriminare gli allievi che non si avvalgono dell’insegnamento delle religione e sulla quale pende il ricorso del ministro al Consiglio di Stato non avrà infatti alcun effetto. Il motivo? Alcuni mesi fa, quando si stava lavorando al nuovo regolamento sulla valutazione, si è delineata con sufficiente chiarezza l’ipotesi di una sentenza del Tar del Lazio sull’ordinanza Fioroni, già oggetto di ricorsi quando l’ex ministro si trovava ancora a viale Trastevere. A uno dei collaboratori del ministro, Max Bruschi, è venuta un’idea: blindare l’ordinanza che consente ai prof di religione di contribuire alla determinazione del credito scolastico, recuperata dall’attuale ministro e poi colpita e affondata. «Non sono cattolico e neppure posso dirmi cristiano— ha dichiarato Bruschi —. Quando mi sono trovato a coordinare la stesura del Regolamento sulla valutazione degli alunni, destinato a entrare in vigore dal prossimo anno scolastico, non ho avuto la minima esitazione ad accogliere e, come si suol dire, 'elevare di rango' l’ordinanza Fioroni inserendola a pieno titolo nel regolamento».
Il regolamento con la norma sui prof di religione è appena apparso in Gazzetta sotto forma di decreto del Presidente della Repubblica. Insomma il provvedimento amministrativo di Fioroni, bersaglio di ricorsi al Tar, essendo diventato una legge, per ora è al sicuro. L’operazione, anticipata dal settimanale «Tuttoscuola », non dovrebbe impedire al ministero di ricorrere a sua volta al Consiglio di Stato. Forse già nella prossima settimana. Per ora la cosa più urgente per viale Trastevere è quella di rassicurare le scuole dove tra non molto inizieranno le «prove di riparazione».
Tra la fine del mese e i primi di settembre — comunque prima dell’avvio delle lezioni — in tutte le superiori si svolgeranno le «verifiche» per gli alunni che al termine del passato anno scolastico hanno riportato insufficienze in una o più materie. Circa seicentomila ragazzi (il 28,6%) sospesi con debiti stanno ultimando la preparazione e tra pochi giorni dovranno dimostrare agli insegnanti, con prove scritte e orali, di aver colmato le lacune. I consigli di classe quindi stanno per riunirsi ancora una volta per decidere se ammettere o meno i «sospesi» alla classe successiva. Secondo il Tar del Lazio i prof di religione non avrebbero potuto partecipare ai consigli di classe. Ora tutto è tornato come prima. Nei prossimi giorni il ministero probabilmente invierà agli istituti una comunicazione ufficiale
SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)
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venerdì 21 agosto 2009
PROF DI RELIGIONE E VOTI,ECCO LA NUOVA SCUOLA
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