di Roberto Gelmini
"Il sostituto procuratore Antonio Masini non riusciva a decidersi. Rilesse ancora una volta le carte che aveva allargato davanti a sè, sul ripiano di una ribaltina francese liberata in tutta fretta dai mille oggetti che la occupavano. Con un matita presa dalla borsa sottolineò alcune frasi. Infine si portò una mano agli occhi, come per nascondersi da tutti. Era molto giovane. Il corpo esile, quasi da ragazzo, contrastava però con i capelli, di uno strano colore tra il biondo e il grigio. Anche gli occhi, circondati da rughe, sembravano più vecchi del suo volto. Indossava la giacca nonostante alcune gocce di sudore avessero cominciato a scendergli lungo il collo, per fermarsi poi sul petto della camicia. Il tessuto gli si era quasi incollato alla pelle e lo obbligava a muoversi lentamente. Sempre più impacciato, si diresse verso le vetrate aperte del giardino, ma fu costretto a ritirarsi, respinto dal caldo che entrava a folate.
Il salone in cui il magistarto si trovava era scuro, gonfio di mobili lucidissimi, che riflettevano candelieri d'argento, vasi di cristallo, fiori. Il legno del pavimento era quasi interamente ricoperto da tappeti, a volte sovrapposti. Se ne avvertiva la presenza per il forte profumo di cera, che finiva per avvolgere ogni cosa, le tabaccherie, i cofanetti preziosi, le fotografie incorniciate, gli orologi antichi sparsi ovunque, così come li avevano voluti nel tempo gli abitanti della casa."
TRAMA
Nella villa del senatore Manfredi Orsello viene rinvenuto il cadavere dell'aiuto cuoco, ucciso da una coltellata al ventre. Il colpevole viene subito assicurato alla giustizia: si tratta di uno dei camerieri, albanese come la vittima e a lui legato da controversi e misteriosi rapporti. Marco Prati, l'avvocato che gli è assegnato d'ufficio, invece di archiviare la pratica si muove per aiutare la famiglia del suo assistito. Ad affiancare il legale nelle sue indagini, l'amico Niccolò Agostini e il sostituto procuratore Antonio Masini. Emerge così un muro di silezio che circonda la figura del padrone di casa, un muro fatto di segreti più o meno lontani nel tempo, messi a tacere per convenienza e fame di potere. Un giallo che richiama da vicino le atmosfere evocate dalla cronaca dei nostri giorni.
PERSONALE
Libro che si può leggere velocemente. Niente artifici. La storia molto semplice, ma manca di quell'atmosfera di mistero che attacca il lettore alle pagine e che lo non farebbe mai smettere. Lo scrittore diventa più vivace nella descrizione dei paesaggi e nei rapporti fra due amanti, quasi che fosse questo il vero romanzo e non la risoluzione di un omicidio e di quello che dovrebbe ruotargli intorno. Forse Gelmini voleva parlare o denunciare un modo di vivere dei potenti fuori dalla vita della gente comune, dove tutto è possibile, dove tutto però è omertà, o servilismo di un "potente"nei confronti di chi è più "potente"di lui. Dove le regole sono diverse, dove la politica non accetta di essere giudicata. Ma non c'è riuscito.
SCHEDA
Genere - Romanzo
Titolo - UN'ESTATE
Autore - Roberto Gelmini
Editore - Il filo
(26° libro del I anno)
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