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lunedì 14 dicembre 2009

L'EBREO ERRANTE (libro)


di Elie Wiesel

"LA MORTE DI MIO PADRE

L'anniversario della morte di un certo Shlomo ben Nissel cade il diciottesimo giorno del mese di Shevat. Era mio padre, il giorno è domani e, come ogni anno, non so come pormi di fronte a questo avvenimento.
Eppure nello Shulchan Aruch, il grande libro di precetti di Rabbi Joseph Caro, lo straordinario legislatore-visionario del sedicesimo secolo, ci sono regole precise e rigorose su quest'argomento. Potrei e dovrei semplicemente conformarmi ad esse. Ubbidire alla tradizione. Seguirne le orme. Fare ciò che in un giorno che in un giorno come questo fanno tutti: recarmi per tre volte alla sinagoga, celebrare la funzione, studiare un capitolo della Mishnàh, recitare il Kaddìsh dell'orfano e, in presenza della comunità vivente di Israele, proclamare la santità e la grandezza del Signore, perchè le sue vie sono tortuose ma giuste, la sua grazia dura da sopportare ma indispensabile, sia sulla terra che in cielo, oggi e sempre. Che sia fatta la sua volontà, e così sia."

TRAMA

.....Ma, nel momento del cheshbon hanefesh, facendo il bilancio della mia vita, devo riconoscere che i miei veri maestri, per guidarmi per spingermi avanti, mi attendono non in luoghi prestigiosi e lontani ma nelle piccole aule piene d'ombre e di canti dove un ragazzo al quale assomigliavo studia ancora oggi la prima pagina del primo trattato del Talmud, sicuro di trovarvi tutte le risposte e tutte le domande.
Perciò, spesso pe me l'atto di scrivere non è altro che il desiderio inconfessato o cosciente di incidere alcune parole su una pietra tombale: alla memoria di una città scomparsa, di un'infanzia esiliata e di tutti coloro che ho amato e che se ne sono andati prima che abbia potuto dirglielo.

PERSONALE

Ho letto questo libro con l'attenzione che merita.
Gli episodi si susseguono con ritmo incalzante, ma anche quando l'azione è finita nell'aria rimane sempre qualcosa di incompiuto.
Soprattutto ogni uomo sia vittima o carnefice, protagonista o antagonista, soggetto od oggetto è avvolto nel suo destino ineluttabilmente, in quello che è stato e in quello che deve ancora essere. Senza via di fuga, senza redenzione, solo.... come se ognuno avesse accettato senza saperlo il proprio ruolo e lo recita fino in fondo inconsapevolmente. Non ho trovato un attimo o un barlume di ribellione.
Drammatico! mi ha lasciato l'amaro in bocca. Eppure ho sempre pensato che tutti gli uomini combattessero prima della resa finale.
Ma anche qui, come in SE QUESTO E' UN UOMO, ho trovato la rassegnazione al destino fatale degli Ebrei nei campi di concentramento. Non capisco il perchè si arrivi a dire... se abbiamo dovuto subire questo, è Dio che lo vuole... è per punirci di qualche cosa....
Soprattutto niente odio, nessuna idea di vendetta. Eppure siamo tutti uomini!
So soltanto che attraverso le parole di questi due libri che ho letto, ho trovato la mia domanda.
Non pensate che dico cose strane: ognuno di noi ne ha una, spesso però non sappiamo formularla e la risposta che riceviamo è sbagliata. La colpa non è di chi l'ha data, ma nostra. Passiamo allora la vita insoddisfatti a cercare risposte giuste che non arriveranno mai.
L'ho pronunciato tante volte, accompagnandola ad altre parole.
Ma adesso so che è questa di sicuro. Una sola.
PERCHE'?
Solo semplicemente questo.... PERCHE'?
Riceverò tante risposte, ma niente di quello che mi verrà detto mi soddisferà mai.
In questa Terra in questa vita so già che nessuno sarà in grado di spiegare.... chissà se in seguito troverò una strada per portare avanti la mia ricerca?

SCHEDA

Genere - Romanzo
Titolo - L'EBREO ERRANTE
Autore - Elie Wiesel
Editore - Giuntina

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