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martedì 8 dicembre 2009

LA MENNULARA (libro)


di Simonetta Agnello Hornby

"LUNEDì 23 SETTEMBRE 1963

1- Il dottor Mendicò assiste alla morte di una paziente

Il dottor Mendicò improvvisamente si sentì stanchissimo, con le gambe indolenzite e le braccia formicolanti. Era rimasto nella stessa posizione per più di un'ora, le mani della Mennulara strette fra le sue, accarezzandole le dita con un movimento circolare e delicato, incessante. Sollevò la mano destra, lasciando a palma aperta sul lenzuolo la sinistra, su chui poggiavano quelle ancora tiepide della defunta.
Era un momento solenne, che conosceva bene e sempre lo emozionava, l'ultimo compito di un medico sconfitto dalla morte.
Le chiuse le palpebre delicatamente. Poi le rassettò le mani intrecciandole le dita, gliele pose con cura sullo sterno, poi riordinò il lenzuolo tirandolo su fino a coprirle le spalle e finalmente si alzò per comunicare agli Alfallipe la morte della Mennulara.
Rimase con loro quanto necessario, diede a Gianni Alfallipe la busta contenente le ultime volontà della defunta e scese in fretta le scale della palazzina, incrociando le vicine che salivano per le scale a condolersi. Si era sentito soffocare in quella casa; apppena uscito dal portone prese a camminare a piccoli passi lenti, respirando a pieni polmoni l'aria ancora fresca della mattina."

TRAMA

Roccacolomba, Sicilia, 23 settembre 1963
E' morta la Mennullara, al secolo Maria Rosaria Inzerillo, domestica della famiglia Alfallipe, del cui patrimonio è stata da sempre -e senza mai venir meno al ruolo subalterno- oculata amministratrice. Tutti ne parlano perchè si favoleggia sulla ricchezza che avrebbe accumulato, forse favorita dalle relazioni con la mafia locale. Tutti ne parlano perchè sanno e non sanno, c'è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro. Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi illusi e beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che ora ha lasciato loro uno strano testamento.

PERSONALE

Primo romanzo di una scrittrice di origini siciliane. Primo tentativo di molti altri ben riusciti.
Riesce con pochi tratti a schematizzare la vita e le abitudini di una comunità, che ruota tutta intorno a vecchie tradizioni, dove tutto è diviso in due. Da una parte chi fa parte del ceto medio-alto, dall'altra chi da generazioni è al servizio dei signori del paese.
Ricorda un po' alcuni romanzi o storie dei grandi scrittori siciliani, ma mancano i veri tratti del quadro delle passioni e dei profumi della meravigliosa Sicilia. Tutto sembra sfuocato, anche se l'atmosfera ricorda molto il teatro mediterraneo.
Qui si incastra una figura femminile, odiata o rispettata, intorno a lei sentimenti diversi agli antipodi. Donna che sfida tutto: dalle tradizioni alla mafia, riuscendo benissimo con durezza a portare avanti i suoi disegni. Alcuni sanno, ma non possono parlare legati alla tradizionale omertà e al rispetto per la defunta che hanno conosciuto meglio degli altri e stimato. Donna che anche da morta fa parlare di sè e induce a pettegolezzi e calunie chi non conosce la sua storia e il pesante fardello che ha dovuto portare negli anni per sopravvivere in una società dove come donna sarebbe stata schiacciata. Come finiranno quelli che sono stati protetti così bene per tutta la vita, adesso che la Mennulara è morta?

SCHEDA

Genere - Romanzo
Titolo - LA MENNULARA
Autore - Simonetta Agnello Hornby
Editore - Universale Economica Feltrinelli

(22° libro del I anno)

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