SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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domenica 28 giugno 2009

TUTTO NORMALE.....


(di Lorena B.G.)

PRIMA PARTE

Che armonia si era creata tra loro, come un accordo musicale!
Se lo avessero trovato scritto nei bigliettini dei baci Perugina avrebbero fatto una risata.
Alcune volte la voglia di stare insieme, di sentire la voce dell'altro.... erano così in sintonia che quando telefonavano componevano contemporaneamente i numeri sul cellulare, cosicchè alla fine la linea risultava occupata e non riuscivano a comunicare. Aspettavano qualche minuto poi ricominciavano un'altra volta e un'altra volta il numero non era libero e così avanti per tre quattro volte.
Una corsa innocente, fatta di voglia, fatta di amore. Aspettavano ancora che fosse l'altro a farsi vivo, guardando magari il cellulare e aspettando il suono della chiamata, ma alla fine cedevano alla fretta e si decidevano a mandare un sms. Anche questo nello stesso istante. Ma se uno era più veloce dell'altro o il messaggio era più corto, ecco che arrivava il segnale e l'altro sms rimaneva a metà.
Lui era sempre più svelto, lei sorrideva mentre leggeva, mentre il suo era rimasto incompleto nelle bozze. Lo cancellava e rispondeva e così andavano avanti per un po'.
I loro sensi, la loro armonia era così sviluppata che era diventata una dolce gara a chi cercava di anticipare l'altro.
Spesso i loro desideri si sovrapponevano e insieme dicevano le stesse cose, quasi le stesse parole.Come era cominciato il declino? E chi lo sa?
Ad un certo punto i numerosi sms, le infinite telefonate erano diminuite ogni giorno che passava. Sempre più corte, sempre più rade, alla fine quasi inesistenti.
Erano rimasti tre sms al giorno per darsi "il buon giorno, il buon pranzo e la buona notte". Tre sms che non significavano più niente, non c'era amore non c'era odio solo questo stupido legame che la esauriva e basta.
Lei si svegliava la mattina con la speranza che quel giorno cambiasse tutto e ritornasse come prima, ma poi sentiva il suono del cellulare, leggeva e l'incubo cominciava. Ore ad aspettare tra un sms e un altro. Aveva provato a chiedere di più, ma non aveva ottenuto risposta solo un semplice ...ho bisogno di pensare, vorrei un po' di spazio...
Spazio? Ma se i loro incontri già radi erano diventati inesistenti negli ultimi mesi.
Spazio? Per fare cosa se per tutta la giornata lei non sapeva lui cosa stava facendo?
Spazio? Per pensare a scrivere le stesse parole del giorno prima in pochi secondi?
Non riusciva più a capire quando era cominciata questa discesa.
Lui aveva cominciato a dare risposte strane a domande semplici. Quando lei aveva chiesto di cessare questa cosa assurda lui si era ribellato, ma poi andava avanti peggiorando.
Quei tre sms erano diventati un incubo, lei li chiamava la "sindrome della stampella". Ne aveva parlato un giorno con un amico e lui le aveva detto che esisteva un problema chiamato "ANGORE ", ma che spesso non veniva preso in considerazione da nessuno. Non si trovava spiegato efficacemente in nessun vocabolario, ma lei scoprì una frase che significava molto:...
...E se voi l'amate, come voi solete, perchè indugiate tanto il desiderio suo, e l'angore che ella ha sì grande di vedervi?.... (Omel. Orig. 287 (C)
C'era stata una richiesta di intimità fra loro, intimità che per lei avrebbe chiuso il cerchio del loro rapporto, che per lei era una cosa tanto naturale fra due persone che si amano.
Lui invece li trovava... come li trovava?
(continua....)

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