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sabato 13 giugno 2009

LETTERA AD UN DON CHISCIOTTE


(di Lorena B.G.)

"Caro Willy,
(Willy? diminutivo di William Shakespeare, grande drammaturgo che mise in scena l'amore nei suoi aspetti più alti e sublimi, Willy il Coyote, Willy il principe di Bel-Air, una pizzeria, un albergo, una sessuologa, un politico tedesco,... quale di questi o altri ancora?)
tempo fa lessi un libro scritto negli anni '70 "Donne che amano troppo" della psicologa americana R. Norwood, adesso io aggiungerei al titolo anche UOMINI. Il libro non li comprende, ma ti assicuro che esiste una categoria di uomini che vive il sentimento dell'AMORE come lo vive una donna.
Riporto un pezzetto di un capitolo...

"....Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando nella maggior parte delle nostre conversazioni con le amiche intime parliamo di lui, dei suoi problemi, di quello che pensa, dei suoi sentimenti, stiamo amando troppo.
Quando giustifichiamo i suoi malumori, il suo cattivo carattere, la sua indifferenza, o li consideriamo conseguenze di un'infanzia infelice e cerchiamo di diventare la sua terapista, stiamo amando troppo.
Quando non ci piacciono il suo carattere, il suo modo di pensare e il suo comportamento, ma ci adattiamo pensando che se noi saremo abbastanza attraenti e affettuosi lui vorrà cambiar per amor nostro, stiamo amando troppo.
Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza, stiamo decisamente amando troppo.
Amare troppo è calpestare, annullare se stesse per dedicarsi completamente a cambiare un uomo "sbagliato" per noi che ci ossessiona, naturalmente senza riuscirci...."

Naturalmente è scritto al femminile, ma alla luce degli ultimi studi tutti concordano nel dire che esiste anche una categoria di "UOMINI che ama troppo"!
Niente di male, perchè i sentimenti non sono esclusiva di un solo sesso e non solo escusiva solo di un genere o un gruppo.
Attraverso te ho avuto l'idea o meglio la speranza di aiutare anche gli uomini, proprio dai discorsi che abbiamo fatto, e il primo pensiero è stato il poter esaminare meglio una realtà.
Ultimamente ho provato sia con gentilezza, poi anche con cattiveria a farti uscire fuori da una certa situazione, vedo però che non c'è modo di capire.
Se tu andassi da un neuropsichiatra ti direbbe che la tua è diventata la stessa malattia che vuoi affrontare e sconfiggere. Ma di fronte ad una categoria di "pazienti" recidivi non c'è nessuna terapia.
Se il substrato non c'è, perchè ormai è "malato" o è talmente compromesso che non c'è più speranza, perchè ammalarsi della stessa malattia?
Questo soggetto è fragile, e tutti se ne accorgono. Chi l'ha detto che è forte? E' il suo comportamento che lo denota, quando è stato invitato a smettere una certa cosa ha continuato: non ha avuto nè il buonsenso nè l'intelligenza di sparire. Ma poi parliamoci chiaro quante ne ha fatte davanti a tutti e si è fatto giudicare e offendere? Non ha pensato a chi gli viveva accanto e non poteva difendersi? Ma se qualcuno avesse chiamato le assistenti sociali? Ma a queste cose non ci pensa?
L'aiuto che tu vuoi darle non è più amore, diventa solo una sorta di combattimento contro i mulini a vento, ma soprattutto sembra un atto di sfida che non porterà mai a niente se non alla distruzione dell'eroe".
Da come conosco la cosa, il mio valutare la situazione è stato a 360° e non ho tralasciato niente. Non sono rimasta al 30%, sono andata oltre.
Non si parla di prelevare una persona da un ambiente familiare degradato e provare a farle cambiare vita. I problemi di base e di fondo rimarranno sempre. Potrà sembrare di vivere forse sei mesi da favola, ma torneranno sempre fuori e ogni volta la distruzione sia del soggetto che del "buon samaritano" avrà una ricaduta peggiore, ogni volta sarà sempre di più.
Quante persone conosco che hanno passato anni in terapia e poi sono finite lo stesso drogate o alcolizzate o depresse a tal punto che nessuno mai più è riuscito a risollevarle.
La loro vita, il loro contorno sociale e culturale fa da padrone.
Non si può cancellare una vita fatta di angherie, frustrazioni, violenze, ignoranza e altro ancora.
Uno su diecimila forse riesce, ma se metti il soggetto accanto ad un gruppo di persone che non hanno avuto questo "trattamento" dalla vita, vedrai che se non è la prima volta, ma sarà la seconda o la terza lo ritroverai con il bicchiere in mano a parlare a vanvera e a fare cose vergognose per i più. E cosa pensi che faranno quelli che ti conoscono? Continueranno ad invitarti? Io non credo proprio, ci sarà un tacito accordo per allontanarti e tu te ne accorgerai nel tempo dagli sguardi, dal trovare scuse per non incontrarti.
La tua vita sociale sarà compromessa, finirai che sarai da solo a sperare qualcosa che non esiste.
Passerai tutto il tempo a guardare negli angoli più nascosti, e la troverai sempre insieme a qualcuno cha approfittando del suo stato di ebrezza le darà ... che cosa? amore? o l'ennesima delusione dopo averne approfittato! E tu cosa pensi di recuperare una persona così?
Tu sei come un cercatore che passa una vita intera a cercare il filone d'oro che lo renderà ricco, ma l'unica cosa che farà sarà invecchiare e morire con le mani e i piedi nel fango e il filone d'oro non lo troverà mai.
Caro Willy, ci sono persone che vedono lontano non "accecate" da nessun sentimento.
Io però mi sono chiesta anche: ma la persona che ti sta accanto e che vive con te e divide il tuo letto, cosa ne pensa?
Lo sa? Perchè qui c'è da chiedersi anche tante altre cose.
Se fosse capitata a me non te l'avrei permesso: dove sono io non c'è nessun altro, questo puoi stare certo!
Non vorrei rovinare la mia vita accanto ad un uomo che si illude e non ha capito che deve smetterla, perchè l'unica cosa che stai facendo è avere preso di punta una situazione credendo di risolverla.
Spesso quello che noi pensiamo non è oro, anzi spesso va contro la moralità e il buon senso.
Anche questa volta ti do lo stesso consiglio che ti ho dato mi ricordo a giugno scorso.
Vai da un professionista serio e parla di questa storia.
Cerca di parlarne senza raccontare cose strane, ma una versione dei fatti più vicina alla realtà e che comunque conoscono anche altri, vedrai cosa ti risponde: la stessa cosa che ho detto io.
Comunque, adesso non ho più voglia perchè sono stanca e da parte mia vorrei non sentirne più parlare. Conosco molto bene le altre persone che ha avvicinato dopo di te e ti assicuro che la loro realtà è la stessa.
Vita miserabile, famiglia miserabile, nessuna prospettiva per il futuro, nemmeno per i figli, perchè? ma perchè quando non ci sono principi morali validi, non c'è rispetto, non c'è amore nè per se stessi nè per gli altri.

Ciao buona serata"

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