SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro).
Gli amministratori dichiarano di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post.
Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Inoltre qualsiasi racconto o storia che viene scritto non fa riferimento nè a persone nè a luoghi. É solo frutto di fantasia. La vita, la realtà purtroppo accomuna nei fatti molte persone, ma niente è riferito a qualcuno in particolare.
In fine gli amministratori si riservano il diritto di cancellare tutti i commenti che ritengono non opportuni e contro lo spirito dell'informazione, commenti quindi scritti solo per creare confusione.


per info:gold.indi@gmail.com

lunedì 25 gennaio 2010

GIBRAN (3)

..(prima parte)...
..(seconda parte)..

Era arrivato il momento che niente poteva essere più rimandato?

Nella sua testa pensieri che si rincorrevano. Se lasciava un rapporto che ormai andava avanti da un po' e con l'altro non fosse iniziato niente, cosa le rimaneva?
Anche senza amore passava alcune ore piacevoli. Mentre c'era da parte di tutti e due la ricerca del piacere reciproco, la testa vagava altrove. Come se il suo corpo fosse una cosa diversa dalla sua mente.
Molto spesso si sentiva sola. Avrebbe voluto, oltre ad un rapporto fisico più regolare, anche qualche momento in cui potevano chiacchierare veramente. I primi tempi era stato così: stavano molto al telefono, si cercavano.
Poi passata l'estate era rimasta soltanto questo, quello che lei definiva "abitudine".
Aveva analizzato la cosa e, per ora, il futuro era tutto dalla sua parte.
Lui più anziano di lei forse non aveva più voglia di cercare, di mettersi a fare la corte per piacere ad altre donne, forse anche di iniziare un'altra relazione che poteva essere più "faticosa" di questa. E quindi le bastava lei con la sua presenza a farle provare quel piacere che ormai non era più della sua età. E.... allora veramente si era adagiato in un rapporto tranquillo, accanto ad una donna che non chiedeva: avevano tutti e due la loro vita, lei non parlava d'amore, non cercava impegni o promesse.
Lo ascoltava ogni volta aspettando che il suo cervello andasse tutto da un'altra parte e spesso ci riusciva. Poi all'improvviso si ricordava cosa stava facendo dove era e con chi e allora cercava di finire il più alla svelta possibile perché lo sentiva stanco. Il respiro di chi hai accanto è un vocabolario tutto da studiare: ti fa intuire molte cose.
I loro incontri erano diventati di poche ore rispetto alle prime volte, ma a lei non interessava, andava bene.

Ma adesso c'era GIBRAN. Lo chiamava così, le stimolava una certa curiosità.
GIBRAN... il suo poeta preferito. Quello che era riuscito a mettere in parole i sentimenti e le emozioni che le procurava, quando lo leggeva.
Si sarebbe rivelato anche lui come Gibran? Avrebbe reso reale quello che lei nascondeva dentro il suo cuore?

Pochi mesi prima aveva cominciato a scrivere quasi per scommessa, ma si era appassionata subito a questo nuovo "gioco". I suoi scritti dapprima si erano presentati come un torrente in piena. Le sue storie sembravano vere. Aveva raccolto le sue emozioni, le sue esperienze, poi anche quelle di persone che parlavano con lei. Era felice di quello che scriveva.
Poi un giorno aveva chiesto a qualcuno cosa ne pensasse. Le era stato risposto che le sue storie erano piene di giansenismo e spesso quando leggeva non si capiva cosa scriveva.
Si era bloccata. Lei che voleva scrivere cosa succedeva nella vita. Raccontare che spesso la vita è come una linea già tracciata, che per quanti sforzi uno possa fare rimane sempre diritta e non s'interrompe mai e non cambia mai percorso. Diritta sempre. Voleva avvicinarsi alle persone comuni per far capire loro che non erano sole, che anche altri potevano provare quel dolore che li aveva dilaniati.
No questo non se lo aspettava ed era entrata in crisi.
Da allora pochi racconti.
Ogni volta che voleva farlo si fermava, ripensava sempre a quelle parole...giansenismo... non capisco cosa scrivi....
"Eppure la vita è così....." lei la vedeva così attraverso i racconti e gli occhi di chi le aveva raccontato la propria storia: solo poche persone che conosceva poteva dire che fossero felici, molti invece avevano avuto problemi di tutti i tipi.

"Sono una donna, impegnata ogni giorno ad essere una donna." era questo il pensiero che l'accompagnava sempre.
(continua....)

Nessun commento:

Posta un commento