SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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giovedì 21 gennaio 2010

GIBRAN (2)

.........(GIBRAN) prima parte

Poi un sms ... sono felice...
Rilesse il messaggio due o tre volte.
No, non tutto era perduto.
(continua).........

"Chi conosce Gibran è degno della mia attenzione."
Era cominciata così.
Un periodo in cui lei si stava annoiando. Nessuno in particolare che la interessasse.
I pochi amici con cui scambiava due parole, ormai li conosceva "a memoria". I discorsi portavano sempre al solito punto e spesso fuggiva la conversazione.
La linearità della vita che conduceva non la importunava più di tanto, aveva imparato ad aspettare.
C'erano in sospeso alcune cose, non riusciva a decidersi e a mettere la parola fine.
Fisicamente aveva voglia di avere rapporti con un uomo, ma era tanto che non succedeva. Voleva nuovamente sentire due braccia che la stringevano, il respiro che si smorzava prima corto poi sempre più veloce, poi sospeso come se non esistesse più nessuno e poi finalmente di nuovo regolare. Il sudore sulla pelle, i capelli scompigliati a coprirle il viso. I giochi di luce sui corpi.
Aveva capito che non sarebbe riuscita a raggiungere un orgasmo se prima non fosse stata stimolata intellettualmente. Prima di allora incontri frettolosi che non l'avevano soddisfatta. Ormai era certo che non cercava tanto il contatto fisico quanto un'intesa cerebrale.
Cerebrale! che parolona. Però più ci pensava e più le sembrava di essere un cervello che camminava e il suo corpo era solo un mezzo per muoversi. Non si era mai curata molto. Doveva però ringraziare madre natura se le aveva dato una pelle vellutata, un corpo senza grossi problemi e degli occhi penetranti. Fisicamente c'erano donne molto più belle di lei, ma il suo fascino traspariva tutto da ogni movimento. Non aveva costruito niente nè i gesti nè le parole, era molto spontanea.
Negli ultimi tempi qualcuno l'aveva incuriosita il tempo necessario per decidere di approfondire questo rapporto. Quanti? tanti? pochi? nessuno aveva superato la "prova", eppure aveva conosciuto anche uomini interessanti. Ma non le avevano procurato nessuna emozione.
Si era accorta che mentre parlavano li osservava come un biologo al microscopio e cercava di capire da dove tirassero fuori tutte quelle parole che dicevano. PAROLE! Lettere messe insieme a formare parole, perchè ascoltandole non riusciva a trovare un contenuto. Una lezioncina imparata a memoria.
Quest'uomo invece sembrava diverso.
Alla fine dei discorsi non è che le rimaneva molto, ma forse il suo modo caotico di porsi, poco tranquillo, la voce affannata di chi vuol dire tante cose e non ha tempo, incrociava le braccia le imprigionava come se,libere, dovesse muoversi così tanto da farlo sembrare un pazzo.....
Avrebbe affermato quasi che possedeva un certo carisma.
Diceva e non diceva. Spesso seguiva un suo pensiero, ma non era difficile capire e immaginare dove voleva arrivare.
Non erano indovinelli, solo un modo di vedere la vita.
Non si avvicinava al suo nemmeno di un metro. Quando parlava si meravigliava di alcuni suoi principi morali. L'ultima volta si era detta che forse era unico e solo nell'universo. Che forse non si era adattato ai tempi in cui viviamo. Sembrava un omino uscito da quelle palle di vetro con la neve. Quei personaggi che non riusciamo bene ad individuare i contorni per tutto quel rimestio di palline bianche che svolazzano. Non capiva se quel suo modo di comportarsi potesse servire da base per creare un rapporto futuro.
Ma come spesso viene detto si crea nell'universo all'improvviso la materia che occupa il vuoto, e così le sembrò che stesse nascendo fra loro un'alchimia che poteva essere dirompente solo se lei lo avesse voluto.
La tratteneva sola la paura che una volta la storia fosse esplosa sarebbe stata bruciata troppo in fretta e i danni che poteva lasciare questa volta non avrebbe saputo affrontarli.
Decise intanto di cominciare a chiudere prima un'altra storia che andava avanti da un po'. Non aveva mai capito quanto lei fosse importante per l'altro. Si vedevano ogni tanto, non era nemmeno cadenzata. Ogni tanto e basta.
Dipendeva da molti fattori: il lavoro di lui, i suoi impegni, i suoi appuntamenti fuori dell'uffico in altre città, e alla fine anche le settimane di assunzione della pillola. Era una cosa che non ne avevano mai tenuto conto, poi all'improvviso lei aveva pensato anche a questo.
Perchè? Ma perchè aveva avuto altre occasioni con altri uomini e aveva dovuto rinunciare perchè non erano i giorni giusti! Allora era iniziata una sorta di appunti sull'agenda, sul calendario:"... questa settimana va bene, ma ricordati che questa no perchè ho il ciclo. Se poi rimandiamo non ha importanza..."
Ed era lì invece che era scattato qualcosa che a lei sfuggiva, perchè da quel momento lui aveva cominciato a cercare il loro appuntamento in maniera quasi ossessiva. Se anche avessero ritardato di qualche giorno non ci sarebbero stati problemi e invece lui voleva per forza che fosse entro una certa data.
"Mi manchi...." era il solito ritornello che le diceva tutti i giorni. Non avevano mai parlato di amore, anzi non avevano mai affrontato nessun argomento. Mai un accenno al loro rapporto. MAI.
Lui le raccontava di qualche festa cui aveva partecipato, qualche riunione, qualche lavoro di consulenza che faceva, qualche spettacolo teatro cinema, ma non erano andati oltre.
Lei non faceva domande: aveva imparato a non farle. Le domande implicano risposte e spesso quello che si riceve non è quello che si vorrebbe sentire. Anzi spesso le risposte l'avevano offesa come donna e come donna intelligente. Soprattutto quando aveva chiesto spiegazioni davanti ad una bugia. Si era sempre trovata nella posizione di chi aveva in mano i fatti con prove reali e tangibili ed erano state rifiutate dicendo che era una visionaria. Non aveva dato più modo a nessuno di contraddirla. La bugia la sentiva subito. Chiudeva immediatamente qualsiasi rapporto sia d'amicizia o d'amore e cancellava la persona dalla sua vita. Non dava più una seconda opportunità. Non voleva spiegazioni. Perchè ascoltare altre bugie che si arrampicavano su specchi e che a guardare bene si deformavano ad ogni parola? Finiva tutto e basta.
Era arrivato il momento che niente poteva essere più rimandato?

......(continua)

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