SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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venerdì 8 gennaio 2010

GIBRAN (1)

Si trovarono a fare sesso sull'angolo di un tavolino. La cosa fu così veloce ma non la sorprese, lo desiderava già da un po'.
Mentre mangiavano l'aveva guardato per tutto il tempo per trovare qualcosa che non le piacesse. Ma ogni cosa compresa una leggera pancetta, che si intravedeva dal maglione, l'attirava. Pensò come sarebbe stato bello accarezzarla. Sentire fra le dita i peli morbidi.

Provò timidamente a ipotizzare che sarebbero potuti andare a letto insieme dicendo che in una camera poteva essere fatto di tutto anche prendersi a frustate. Ma la sua risposta fu che lui non l'avrebbe mai fatto, ma nemmeno di andare in una camera con lei.

Prese atto che più che amici non sarebbero mai stati, amici per uno scambio di idee, anche se finora aveva parlato quasi sempre lui e lei era riuscita solo a malapena a dire qualcosa. Era comunque contenta, non aveva molte cose da raccontare e i suoi segreti non aveva per ora voglia di svelarli.

Ad un amico no, ma se fossero diventati qualcosa in più forse poteva aprirsi.

Il suo motto era sempre stato "do ut des". Ma solo dopo che l'altro aveva detto qualcosa di veramente importante.

Vedeva che aveva fretta e non voleva che ritardasse alla riunione.

Alla sua domanda se poteva dire qualcosa rispose di sì. Sicuramente le avrebbe detto "arriverci e grazie" ormai da ogni persona si aspettava solo questo.

Cercava di assimilare più impressioni possibili per farne tesoro. Scriveva racconti ed era ad un 'empasse perchè si era accorta che erano diventati tutti uguali. Le solite storie le solite reazioni nessun cambiamento nei sentimenti.

Forse la vita era così: cambiano i nomi le persone i luoghi le stagioni, ma poi tutti, sia uomini che donne, provano e reagiscono nello stesso modo.

E quindi quello che scriveva non poteva essere diverso.

Non voleva ancora accettarlo, ma era il caso di cominciare a crederci.

Alla sua richiesta di baciarla non si tirò indietro: era un desiderio che lui aveva avuto già la prima volta che si erano incontrati e glielo aveva detto.

La sua lingua aveva un buon sapore e sapeva baciare bene. Non si avvicinò non voleva sentire il suo corpo, quando se ne sarebbe andato le sarebbe rimasto il vuoto fra le braccia.

Invece fu lui in pochi attimi a spogliarla e lei accettò senza pensare.

"Puoi rimanere dentro di me..." e così finì tutto.

Attimi di paradiso, attimi.

Lo accompagnò alla porta e si salutarono in maniera frettolosa. E' vero era tardi ed era rimasto oltre il necessario.

Non voleva pensare, strano, non le era mai successo. Forse una forma di autodifesa se avesse aperto la mente doveva aprire il cuore ad una speranza. E lei non voleva soffrire ancora.

Poi un sms ... sono felice...

Rilesse il messaggio due o tre volte.

No, non tutto era perduto.

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