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lunedì 15 febbraio 2010

GIBRAN parte seconda (1)



Dopo l'euforia iniziale tutto si era attenuato. Continuava ad osservare Gibran da lontano. Le parole non corrispondevano alla realtà.

Le sensazioni che le aveva dato non sapeva spiegarle. Ma era come se fossero rimaste racchiuse in quello spazio di tempo e non fossero andate oltre. Non sentiva la loro mano su di sè. Durante la giornata spesso pensava ad altre cose e si dimenticava di lui.

Mentre invece aveva sempre in mente il suo "vecchietto".

Continuavano a telefonarsi tutti i giorni.

E.... decisero di rincontrarsi.

"Finalmente. Il tuo sapore di tabacco!" gli disse quando lo baciò alla stazione. Le sembrava di essere rientrata in un luogo sicuro, un luogo da cui si era allontanata per poco, distratta da una luce che poi si era affievolita.

Si sentiva protetta.

Era un uomo che non poteva passare inosservato. Alto bel fisico capelli bianchi barba bianca. Curatissimo.

La sua sicurezza era una nota caratteristica, molti potevano pensare che fosse freddezza, ma non era così.

Per lei donna sicura ci voleva un uomo sicuro.

Molti ostentano una "facciata" costruita con grandi sforzi nei rapporti con gli altri, nelle riunioni, nelle cene, ma lui era così sempre. Non l'aveva mai sentito vacillare, non aveva mai trovato una nota di fragilità. Mentre invece la sentiva subito in tutti gli altri.

La camera nel solito albergo! avevano pattuito un prezzo di comodo per la loro frequenza.Quella volta il direttore diede loro un euro di resto perchè andavano via prima delle 15.00. Si misero a ridere guardandosi... un euro di sconto sullo sconto già in essere. Uno di loro avrebbe preso un caffè offerto gentilmente dall'albergo!

"Camera 709, settimo piano."

Mentre entravano nell'ascensore lei disse:" Hai fatto caso che ogni volta siamo saliti di un piano?"

".... ci daranno solo il letto.... la camera è sempre più piccola..." commentò ancora quando entrarono.

Quella volta le sarebbe piaciuto che l'avesse spogliata lui, piano un pezzo alla volta mentre l'accarezzava e la baciava, ma quando uscì dal bagno lo trovò quasi nudo. Non fece a meno di pensare che per l'età che aveva il corpo era asciutto e la pelle bella e liscia. Nessuna ruga, nessun cedimento nelle braccia o nelle spalle. Un po' di peli bianchi sul petto che la eccitavano sempre quando li accarezzava. Si spogliò lentamente per far sì che la guardasse, mentre pensava che aveva voglia di sentire il suo profumo e il suo sapore presto.

La sua reazione fu veloce.

"Vieni, ti voglio."

Quello che le chiese non le dispiacque, con lui era tutto naturale. Niente era costruito o programmato, nessuna richiesta era mai offensiva.

Quando si erano conosciuti le aveva detto che erano anni che non veniva dentro una donna, non ne era capace. Forse un blocco psicologico che non aveva mai capito, ma con lei riuscì a fare anche questo.

Erano felici tutti e due quando successe. E lei sentì che si erano avvicinati ancora di più.

Come d'abitudine, parlavano sempre un po'. Ma questa volta fu diverso. Lui aveva voglia di confidarsi. Era arrivato il momento che lei non aveva mai cercato lasciando a lui la scelta dell'attimo giusto. Era molto discreta, non chiedeva mai, lasciava all'altro la possibilità di raccontare e raccontarsi se lo avesse voluto.

La sua percezione era molto sviluppata: aveva imparato a non forzare i tempi. Era ridicolo farlo, spesso una domanda di troppo non aveva ottenuto niente o una reazione che l'aveva lasciata con l'amaro in bocca.

Dicendogli che il suo carattere aveva bisogno di spazio che come tipo di uomo aveva bisogno di molto spazio, colse nel segno. Lui fu un torrente in piena parlò per più di un'ora raccontando tante cose che lei non conosceva ma che aveva intuito.

Ascoltò senza interromperlo, non era il caso di fare domande. Perchè poi? Lui le stava aprendo se stesso: le sue sensazioni i suoi sentimenti, cosa l'aveva sostenuto nella carriera e gli scogli che aveva dovuto superare, i problemi in famiglia e con i figli.

Era una donna che sapeva ascoltare.

All'improvviso lo squillo del cellulare :"E' il tuo."

(continua....)

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