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venerdì 5 marzo 2010

GIBRAN terza parte (3)


(continua....)

Ma soprattutto cosa voleva dire? Sì, era vero, lei aveva bisogno di mettere le sue "tesserine" al posto giusto e in quella confusione non ci riusciva e per questo era rimasta semplicemente ad osservare.

Tra le tante aveva un'espressione frequente:"Ho scopato tanto!" E a cosa gli era servito? dove lo aveva portato? Era solo: nessuna donna accanto a lui! da anni. Ogni volta che lo diceva si riempiva la bocca si compiaceva e di che cosa? A lei non interessava e se era la strada per sapere che rapporti aveva avuto lei, non era questo il modo. Non gli avrebbe mai raccontato niente. Era gelosa della sua intimità. Sia che gli uomini avuti le avessero lasciato un buon ricordo sia che fosse stato interrotto tutto bruscamente. Quello che era visibile non era importante per lei. Solo quando si chiudeva allora c'era qualcosa che la interessava veramente. Di fronte alla sua espressione lei non sapeva quantificare: 100-1000-10.000... quanti?
Così tanti che si era stufato o così pochi che non c'era nessuna giustificazione per questo stare lontano da lei e a non voler rapporti fisici insieme? Se lei non avesse chiuso, quanto tempo pensava di andare avanti? Mille domande e come spesso succede nessuna risposta...
Non cercava più una spiegazione al suo comportamento, ormai aveva detto basta e non sarebbe tornata indietro. Voleva invece capire perchè non era scattata dentro il suo cuore la scintilla per iniziare e costruire un rapporto.
Le davano fastidio alcune cose, non riusciva a superarle. Alla fine l'insieme poi era ben delineato.
Aveva cercato di fargli capire che detestava rimanere da sola. Cioè se non aveva un uomo la condizione era normale e il tempo a disposizione lo impiegava a fare tante cose che le piacevano. Ma se nella realtà c'era la presenza di qualcuno, anche se lontano, allora voleva e desiderava incontrarlo: non chiedeva molto anche solo una volta al mese.
Ma con Gibran questo non era successo.
"Facciamo finire Gennaio, è uno dei due mesi terribili che ho nel lavoro poi tutto si aggiusta e starò con te più che posso!" ancora parole. Febbraio stava passando e lui non si era mai fatto vivo fisicamente per darle un bacio.
Ogni giorno trascorso con lui... l'inizio il primo rapporto il secondo la decisione che tutto sarebbe stato meraviglioso, la speranza che poteva cominciare una storia nuova..... sembravano cose superate. Ogni volta si era illusa di aver messo la parola fine al suo "isolamento" e di aver imboccato il sentiero per la felicità. Quante illusioni! Con Gibran con il giornalista con... basta! ognuno di loro con il tempo l'aveva fatta allontanare. Dopo i primi momenti di euforia iniziavano i primi ripensamenti le prime affermazioni che la lasciavano allibita.
Quante volte aveva chiuso la porta di una camera da letto con la testa piena di pensieri che si accavallavano? Più cercava di capire mettersi in condizioni di andare avanti senza problemi e più la volta dopo c'era qualcosa di cui discutere.
Solo con il suo " vecchietto" non era stato così. Ma il loro non era amore: solo reciproco rispetto e un meraviglioso modo di passare il tempo. Non si erano poi lasciati mai definitivamente: si sentivano spesso e spesso c'era la solita frase che li univa: "Mi manchi."
Ma ecco all'ultima sua richiesta di contatto Gibran aveva risposto.
Solo amore nelle sue parole e una tacita richiesta di essere perdonato e continuare a stare insieme e non lasciarsi più. La testa le girava non capiva, fino a un secondo prima le sembrava di essere così decisa sicura e adesso? Stava tornando sui suoi passi anche lei.... voleva continuare, ma ..... cominciò a pensare a quanto sarebbe durata. Che figura avrebbe fatto anche questa volta se il capitolo sembrava chiuso e invece poco dopo si riapriva ancora ? sarebbero ritornati a letto insieme, tutto meraviglioso e poi.... finito tutto un'altra volta? quanto sarebbe durata questa storia tra alti e bassi? Se qualcuno li avesse osservati l'avrebbe presa per pazza, per un'instabile con tutti questi dubbi.Questa storia, quelle che contemporaneamente si erano accavallate.... ognuna sembrava iniziare meravigliosamente e poi si concludeva. Quanti periodi illusori e quanti deludenti doveva ancora superare? meno male che solo lei viveva tutto alla luce del sole senza che nessuno si accorgesse dei suoi stati d'animo.
Decise di aprire una nuova possibilità per tutti e due. Avrebbe cercato di non riempirsi la testa di domande ed esitazioni. Un capitolo nuovo tutto da scrivere tutto da vivere ed affrontare. Non avrebbe provato a sistemare le sue "tesserine" o di capire fino all'inverosimile ogni cosa.
Sperava solo che non fosse un'illusione: in fondo sentiva che lui meritava molto di più, che doveva solo riabituarsi alle regole tacite di un rapporto a due. Aveva pazienza aveva tempo.
Pensò che avrebbbe provato a vivere su un binario con scambi frequenti di direzione: sentiva che con lui sarebbe stato così. Non avrebbe forzato niente, ma non avrebbe nemmeno accettato passivamente tutto e per sempre. Voleva provare: con il tempo le incertezze sarebbero sparite. Almeno lo sperava!
Anche questa volta Gibran, il poeta le venne in aiuto:

"In un campo ho veduto una ghianda:
sembrava così morta, inutile.
E in primavera ho visto quella ghianda
mettere radici e innalzarsi,
giovane quercia verso il sole.
Un miracolo, potresti dire:
eppure questo miracolo si produce
mille migliaia di volte
nel sonno di ogni autunno
e nella passione di ogni primavera.
Perchè non dovrebbe prodursi
nel cuore dell'uomo?"

(Kahlil Gibran)

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