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martedì 16 marzo 2010

GIBRAN quarta parte (1)


Erano di nuovo daccapo!
Dopo un rapporto frettoloso dove lei gli aveva chiesto tre quattro volte di stare insieme qualche ora per coccolarsi e parlare, Gibran era sparito nuovamente. Aveva trascorso un fine settimana a mandare sms.... nessuna risposta. Le sue frasi "...mi sei mancata... senza te sono stato male...." a chi erano state dette qualche giorno prima?
Le parole! Era alle solite. Parole vuote senza significato dette solo per aprire bocca. Eppure sembrava che lui avesse capito che lei era diversa, che aveva bisogno di essere conquistata di avere fiducia in un uomo. E allora? Perchè metteva in atto ancora i suoi soliti schemi fissi? Il comportamento era quello di chi non ha fantasia: un uomo che considera ogni donna uguale ad un'altra.
Ecco, in ogni rapporto lei non aveva mai fatto paragoni fra persone. Ma considerava ognuno degno di essere conosciuto e accettato come era, perchè completamente differente da un altro. Mentre lui era troppo rigido con le sue regole con i suoi gesti. Generalizzava ogni persona, non si sforzava assolutamente. Forse era troppa fatica cercare uno schema nuovo? Non cambiava e non voleva capire di comportarsi in maniera diversa con lei. Continuava insistentemente a seguire una strada, quella che a lei non era piaciuta dall'inizio e che l'aveva tenuta distante. Aveva provato a dirgli "ti amo" con l'illusione che lui cambiasse che si avvicinasse di più, ma la sua lontananza era tale che anche con tutta la buona volontà lei non riusciva a scorgerlo da nessuna parte. Si sentiva sola in una bolla che poteva scoppiare in qualsiasi momento: era stata messa lì dove lei non voleva stare. Le mancava l'aria: perchè doveva vivere quel rapporto assurdo e stupido fatto di niente?
Lei aveva sempre pensato che in una coppia si dovesse parlare di un "noi". Parolina di tre lettere semplice corta di facile comprensione, soprattutto un concetto così infantile anche se di una complessità unica e irripetibile.
Ogni "noi"... solo nella sua storia, nel vivere l'amore, nel rapporto fra due persone.
Ritornò con il pensiero all'ultimo fine settimana: aveva mandato alcuni sms: un modo semplice e carino per stare insieme anche se lontani. Le sembrava così che fossero vicini... sarebbero stati! se lui avesse risposto! Nei giorni seguenti decise di aspettare per vedere se questo "noi" avrebbe preso la forma di un "progetto".
Ripensò ad una vecchia relazione che aveva avuto qualche anno prima. Un rapporto che l'aveva distrutta moralmente e psicologicamente. L'iter era identico. L'aveva capito subito da come era cominciata. Non voleva cadere nella trappola di un paragone, ma era inevitabile ancora. Dall'altra parte cambiava solo il nome della persona ma il comportamento era identico. Glielo aveva detto chiaramente che non voleva portare avanti niente che fosse simile a quello che aveva già vissuto.
Le telefonate gli sms nessun contatto fisico: solo un rapporto "d'amore" distante decine e decine di km che l'avevano distrutta.
La "sindrome della stampella" così lei l'aveva chiamata. Lui che faceva la sua vita senza di lei, ma che pretendeva che lei ci fosse: sempre presente.
Un legame che non riusciva a spezzare. Che l'angosciava e che aveva tentato in mille modi di rompere. Ogni giorno si chiedeva perchè non riusciva a chiudere perchè fosse così difficile dire basta. Poi grazie alla presenza di un amico, che con le sue idee le sue parole le indicò la strada, finalmente fu capace di staccarsi. Nel momento esatto in cui pigiò INVIO sulla tastiera del computer si sentì libera e leggera. Che sensazione meravigliosa. Un peso enorme si era dissolto in un secondo. Aveva scritto tutto quello che avrebbe voluto dire a voce guardandolo, ma i vigliacchi, gli uomini che non sanno come giustificarsi e che conoscono perfettamente il loro comportamento non affrontano mai a viso aperto il "nemico"... la donna.
Adesso con le nuove tecnologie ci sono gli sms le emails che salvano da questi confronti. Era arrabbiata? No solo delusa. Aveva costruito dentro di sè qualcosa simile ad un guscio d'uovo talmente friabile che si era polverizzato subito. Ma aveva promesso a se stessa che questo non sarebbe accaduto mai più.
Non le era mai successo di pensare così tanto ad un rapporto. Forse era questo modo strano di volerlo vivere. E poi adesso lui si era chiuso in un mutismo che non capiva. Come sarebbe stato bello parlare per chiarirsi invece di fare l'offeso o decidere che doveva essere lui a tirare i fili del teatrino e gli altri a fare i pupazzi. E chi l'ha detto? Le marionette si possono anche ribellare e allora il burattinaio cosa fa?
Telefonò al suo "vecchietto"..... "Vorrei vederti, quando puoi."

(continua.....)

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