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venerdì 26 marzo 2010

GIBRAN parte quinta (3)


(continua....)


E poi la parte migliore della loro intimità sarebbe arrivata con le carezze di un massaggio.


Le mani che corrono sulla schiena sulle spalle sul collo e poi le dita fra i capelli in un rituale semplice ma così sensuale così intimo. Il gesto più atavico che esista fra due persone, sicuramente anche Adamo ed Eva erano soliti farselo, ma che molti uomini e donne hanno dimenticato.

Il gesto più emotivo fra due che si amano: una carezza fra i capelli mentre gli occhi scrutano l'altro... il viso dell'altro per cogliere l'abbandono del cuore e del corpo in quel tocco.... e la voglia di stare insieme ancora ancora e ancora.

Parole silenti ma cariche di ogni poesia o rima che sia mai stata scritta o pensata.

Parole che vedi volare nell'aria leggere come piume colorate che si posano sui corpi che si amano, parole non dette ma che vengono lo stesso pronunciate, parole che prendono forma e sostanza ma che si rimettono subito in viaggio per posarsi ancora da un'altra parte e un'altra ancora finché tutto finisce.... ma rimangono sulla pelle scolpite come un tatuaggio per sempre.

Gibran non le aveva permesso niente di tutto questo, lei aveva sempre pensato che se si fossero incontrati sarebbe successo qualcosa che poteva essere unico e irripetibile. Non importava quanto poteva durare.... la felicità sarebbe stato viverlo.

Il dolore aumentava, perché mentre l'aveva conosciuto non aveva sentito nessuna emozione e adesso sentiva così male?

Perché un nome le aveva risvegliato quello che non si era nemmeno accorta che era cresciuto dentro di lei così silenziosamente, ma che la stava vincendo?

Nel breve periodo che si erano trovati, quante volte ..... avvicinati e allontanati? decine di volte! era stato tutto un susseguirsi di cose non dette non chiarite di cose che avrebbero voluto vivere ma non era stata data loro nessuna possibilità. Ogni volta che lei era corsa verso di lui l'aveva visto allontanarsi come un miraggio. E allora perché parlare di un "percorso" da costruire?
Con chi voleva edificarlo se non con se stesso e basta?

Si sentì defraudata di qualcosa... chi fra i due aveva deciso che era tutto inutile?

Spesso in un rapporto finisce tutto senza che nessuno abbia veramente detto all'altro cosa voleva o cosa avrebbe voluto, quello che non andava bene o l'amore che aveva cominciato a crescere.

Lei aveva cercato di spiegargli alcune cose, anche cos'era quel VUOTO che sentiva intorno a lui, ma si aspettava di discuterne di capire cose che forse non aveva intuito.

Quanto poco si parla fra due persone! E quel poco sono solo parole parole parole ... senza cuore né anima.

Ognuno ha qualcosa che desidera donare:
e così, troppo spesso,
nessuno è disposto a prendere.
Poniamo che io abbia una casa
e inviti gente.
Verranno e accetteranno la mia casa,
il mio cibo e perfino le mie idee,
ma non il mio amore.
E invece proprio l'amore
è ciò che la maggior parte di noi
desidera donare sopra ogni altra cosa.

(Kahlil Gibran)


FINE


Per i lettori


Vi confesso che questo racconto per me è stato molto importante, ma purtroppo la fine è stata scritta in un momento drammatico. E' stato accompagnato dal distacco doloroso da una persona a me molto cara e dall'incomprensione che è nata con un'altra persona che non ha capito il senso di tutto quello che ho voluto dire in questo mio saggio. Ma come dico sempre ... un passo dietro l'altro, un giorno dietro l'altro e si va avanti.

Grazie per avermi letto.

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