SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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venerdì 5 novembre 2010

Santi Correnti - “Torna parrinu, e sciuscia”



Non l'ho mai stimato per certe prese di pensiero, ma devo ammettere che era un Siciliano e oggi di Siciliani ne restano pochi.
Ricordo

Il Chiarissimo Professore Santi Correnti (Riposto, 1924 – Catania, 27 agosto 2009) è stato uno storico italiano.
Si è dedicato prevalentemente alla Storia della Sicilia. Fu professore alla Normale di Pisa, direttore dell'Istituto Siciliano di Cultura Regionale e della Rivista Storica Siciliana. Professore dal 1970 al 1996 presso l'università di Catania, dove ha creato la cattedra in Storia della Sicilia. ben 92 sono le opere storiografiche pubblicate.
Nel suo libro “leggende di Sicilia”, edito da Longanesi, l’esimio prof. Correnti scrive che il detto “torna parrinu e sciuscia” (Torna prete e soffia),che si adopera quando si è importunati da richieste assillanti e sgradite, o quando in una discussione si ripetono noiosamente gli stessi insulsi argomenti, è nata da una leggenda plutonica, relativa ad una “truvatura”, di San Pietro Clarenza (Catania). In questo paese etneo, di tesori nascosti, secondo le leggende locali, ce ne sono almeno tre: quello dall’altarino di San Leonardo, quello della contrada Santa Margherita, e quello che sarebbe nascosto dentro il cosiddetto “Palazzazzu”, una  vecchia dimora dei principi Clarenza poi abbandonata, che si trovava nella parte sud del paese. Ma questa testimonianza storica della cittadina clarentina, negli anni ottanta fu distrutta dall’uomo, per fare posto a moderne costruzioni. Ognuno di questi tesori nascosti ha il suo bravo custode: il cosiddetto “pircanti”, lo gnomo dal berretto rosso, che può assumere le forme più impensate. Lo gnomo che custodiva il tesoro del “Palazzazzu” si è trasformato in vento, in cane che diventa un caprone, o addirittura in prete, e si mostra nell’ora più indicata per simili apparizioni, e cioè mezzanotte. Ora avvenne che in una notte d’autunno, nel periodo della vendemmia, poco prima di mezzanotte, il caposquadra dei vendemmiatori andò per aprire il palmento, per dare aria al mosto in fermentazione, e per preparare gli arnesi per la prima squadra di vendemmiatori. Aveva appena acceso la lanterna, quando vide accanto a sé un prete con la papalina in testa, che quatto quatto, senza dire nulla, si diresse verso la lanterna, vi soffio su, e la spense. Il paziente contadino la riaccese, e il prete, di nuovo, senza proferire parola, la spense. Stavolta il contadino si seccò e rivolto al prete lo apostrofò “Torna parrinu, e sciuscia! Vossia proprio ccu mia divi schirzari! Jù haiu un sulu pròspiru pp’addumalla, è l’omini stannu vinennu!” e riaccese per la terza volta la lanterna. Ma quando il finto prete, imperturbabile, la spense soffiandovi sopra ancora una volta, il contadino comprese, e gridò: “E tonna parrinu, e sciuscia! Chistu diavulu è!” e si fece il segno della croce. Allora si senti un gran rumore, e il falso prete scomparve in un cerchio di fuoco. Da San Pietro Clarenza il motto si è diffuso in tutta la zona etnea, e da lì in tutta la Sicilia, ed anche fuori. Ancora oggi l’espressione popolare viene adoperata contro gli importuni che ci fanno stizzire, ripetendo con monotonia i loro sciocchi argomenti, o insistendo nelle loro sgradite richieste.

mercoledì 3 novembre 2010

IL TRENO


Ho perso un treno.
Mi preparavo da tanto tempo per partire.
Avevo organizzato tutto: il luogo l'appuntamento le valigie il mio cuore.
L'ho mancato per 15 minuti.
Ero alla stazione alle 7,21 ho guardato l'orario ho controllato.
Poi mi sono distratta e sono andata via.
Una cosa importante che non avrei potuto lasciare ad altri.
Solo che quando sono tornata ho trovato il marciapiede vuoto.
Il display nero senza più scritte.
L'altoparlante non annunciava più. Solo un eco.
Un treno che è arrivato alle 7,35 ed è partito subito... aveva fretta.
Come si fa a dire il tempo non è commiserabile quando l'attesa ha uno spazio che stringe alla gola? Quando le ore i giorni passano e non tornano, quando i desideri diventano un chiodo fisso.
Ho perso un treno... ho desiderato tanto salirci sopra.
Non importa quanto sarebbe durato il viaggio solo pochi secondi qualche minuto.
L'importante era prenderlo.
L'ho mancato per pochi minuti.
Sarei partita per un viaggio meraviglioso pieno di speranze.
Adesso sono qui sul marciapiede e non so più cosa fare e a chi chiedere.
Non c'è nessuno intorno a me, cerco l'agenda: non la trovo, nemmeno un foglio dove scrivere.
Ho perso anche quello.
La mia meta? Non la so, ma il cuore mi avrebbe portato verso la felicità.
Quella che si cerca per tutta la vita e ti cammina vicino solo una volta.
Siamo noi così presi da altre cose che non riusciamo mai a capire il momento, ma questa volta no non ero distratta l'ho riconosciuta l'avevo trovata.
Qualcosa... qualcuno che è unico.
Ricordo di avere scritto nel mio dialogo tra Ulisse e Penelope:


- Eccola sta venedo verso di me, che voglia di stringerla di dirle chi sono. Come è possibile che non mi abbia riconosciuto? Lei lei che diceva che mi avrebbe trovato fra mille uomini, lei che mi ha sempre detto che le nostre anime non potevano essere divise.

Sì è vero, nessuno mai potrà far finta di essere Ulisse.
Il mio cuore mi svelerà subito che non è lui.

Nessun sotterfugio nessuna parola conosciuta potrà mai avere la stessa intensità della sua voce quando la pronuncia.
Due toni di voce: forte decisa autorevole con gli scarafaggi, dolce con me... sempre.
Quando potrò riudire la sua voce?

Un treno... ho perso un treno... il treno...

domenica 31 ottobre 2010

SCEGLIERE ANCORA...(23)


Lunedì

Ho chiamato cucciolo qualcuno.
Un velo era calato sopra questa parola.
Non l'avevo più pronunciata, chiusa in un tabernacolo. Preziosa.
Stasera la testa si è riempita all'improvviso in ogni spazio... ricordandomi.
Il cuore fa male.

Martedì

Detesto la compassione degli altri.
Odio la pietà nei loro occhi.
Io sono viva, la vita scorre in me.
La lotta il coraggio di affrontare il destino.
Vincerà lui come al solito e mi lascerà prostrata,
con una nuova cicatrice dentro.

Mercoledì

Notte notte... notte...
Amica preziosa.
Nel silenzio la tua voce parla
ed io ascolto rapita.
Amante fedele illogica eterna.
Il tuo abbraccio è dolce come
una carezza desiderata.

Giovedì

Sono sul molo guardo la tua nave lontano.
Sembra ferma poi scompare.
Il mare l'ha ingoiata.
Cosa mi rimane?
Solo una mano che ancora
si muove in un saluto.

Venerdì

Lo specchio non riflette la mia immagine.
Gli occhi cercano ma non vedono.
Mille domande scritte sul vetro.
Il vapore si asciuga
e tutto scompare.

Sabato
I pensieri mi riportano a ieri.
Ho cercato la felicità negli occhi di un uomo
fra le sue braccia nel suo sorriso.
Il fuoco si è spento in un attimo.
Solo un peccato da ricordare.

Domenica
..................................................

Il settimo giorno... Lei si riposò.

mercoledì 27 ottobre 2010

Tempo di vendemmia


Sono i giorni che mi riportano in mente la vendemmia.
Mi reputo fortunato di avere ancora la memoria della vendemmia così come si faceva una volta; quella senza nessun strumento elettrico o a motore, solo uomini, donne, bambini, animali e tanta gioia.
Non era un lavoro era una festa, anche se avevi una grande vigna e dovevi pagare degli operai la vendemmia veniva vissuta con uno spirito  di estrema allegria.
Ci si alzava preso, prima che sorgesse il sole.
Per essere alle prime luci dell'alba tra i filari.
Non pensate alle vigne a pergolati, all'epoca le viti da noi erano  ancora coltivate basse, gli ultimi lavori fatti erano quelli della “rifunnuta”, una zappata che serviva a coprire bene le radici fatta a  luglio per evitare che il caldo torrido dell'estate asciugasse troppo  la pianta, e poi solo zolfo, irrorazioni con poltiglia bordolese, una  miscela di verderame e calce e tante preghiere che non ci fossero  precipitazioni intense con grandine. Scampati i pericoli della  peronospora e del tempo, si ci preparava alla vendemmia.
I più ricchi avevano il palmento di proprietà altri dovevano  affiatarlo e quindi far coincidere il giorno della raccolta con quello  della pigiatura. Stabilito il giorno, si invitavano i parenti, gli  amici e se la vigna era grande prenotare la manodopera.
I primi minuti di raccolta si svolgevano in silenzio, poi come se  uscisse dal profondo della terra un suono gutturale iniziava un canto  che da struggente diveniva sempre più allegro, erano canti popolari, i  più belli erano quelli in cui la strofa richiamava una sua risposta e  nel rispondere il mio amico Santipamma era insuperabile.
Lui era adibito al trasporto dell'uva sino al palmento con la sua  asina, ma tra un carico e l'altro si introduceva nei canti in maniera  magistrale ed imprevedibile; per lui la vendemmia era come una festa  di battesimo, cresima e di nozze messe insieme, se vedeva qualcuno che  tralasciava un grappolo era capace di insultarlo per ore, manco fosse  lui il padrone.
Era scontato che venisse sempre per la nostra vendemmia, non so se per  rispetto a mio nonno o perchè realmente mi reputava un suo amico o  perchè il vino della botte piccola era il più buono di tutta l'Etna.
Stava ben attento che il carico fosse ben bilanciato, io mi sentivo in  dovere di aiutare a trasportare i vari recipienti sino alle gerle ed  ero l'unico che oltre lui versavano i grappoli nelle gerle legate al  basto, cercavamo di fare l'operazione in sintonia non mettevamo mai un  grappolo in più del necessario, io poi avevo sempre una carruba da dare a ogni carico e l'asina strofinava sempre la testa sulla mia  spalla a mo di ringraziamento.
Quando arrivavamo al palmento, dopo la breve “trazzera” in pietra lavica  in cui avevo sempre il terrore che l'asina scivolasse, scaricavamo  all'unisono le due gerle nelle vasche; Santipamma aveva inventato un  sistema di sgancio delle gerle con supporti di elastico che fungevano  come i moderni cassoni ribaltabili poi prendevamo una vasca e fatta la  breve scala che portava alla finestra che dava alla pista del palmento  versavamo il tutto formando una montagnola di grappoli bianchi e neri  facendo volare un nugolo di vespe che attratte da quel ben di Dio  minacciavano dolorose punture, che stranamente avvenivano raramente; forse anche le veste e le api erano contagiate da quell'atmosfera di  festa o meglio erano stordite dall'alcol.
A metà giornata salivo in pista anch'io, a caricare ci pensava mio  fratello, diminuendo la necessità della raccolta e del trasporto  aumentava quella della pigiatura.
E li l'atmosfera era davvero inebriante. Era una vera e propria danza al dio Dionisio, si marciava in circo al passo strascicato con un  ritmo battuto dalla voce del capo pista assistita dal canto di antiche  canzoni.
Si spargevano dalla montagnola i grappoli, utilizzando delle zappe,  sulla pista sino a formare un tappeto di un palmo abbondante.

Il capo pista dava il via e con passo regolare si cercava di pestare il più possibile, quando gli schizzi arrivavano in faccia veniva dato il segnale per aprire la porticella che permetteva al mosto di prima pigiatura di arrivare al primo tino.
Quello era il mosto che mia nonna veniva a raccogliere con una "quartara" per poi fare il vin cotto, era il mosto più dolce, impossibile ad avere ora con i macchinari di pigiatura e con quel vin
cotto si facevano i "mustazzola".
Aiutandosi con una scopa si faceva scorrere il mosto dalla pista e con le pale e rastrelli si ammucchiava l'uva al centro.
Poi il capo pista ordinava: -U' Sceccu!
Questo era un tavolaccio rotondo che veniva posto sulla montagnola di uva pigiata e su questa si saliva e accompagnati da un canto ritmico si saltava, facendo attenzione a non scivolare pigiandosi ai rastrelli o pale che facevano d'appoggio.
Il capo pista spingeva il mosto che usciva con la scopa e poi ci ordinava di scendere quando il peso non sortiva più risultato.
Tolto “U' Sceccu” non una zappa si distribuiva l'uva a mo' di anello e si cominciava una marcia in cerchio a fila indiana con canto lento e struggente, canti classici, da carrettiere, a passo cadenzato.
Questa marcia formava un laghetto di mosto al centro dell'anello che il capo pista provvedeva a far defluire con una pala mentre distribuiva l'uva sotto i piedi dei pigiatori.
Quando il tutto prendeva un colore uniforme e di mosto ne colava poco, aiutandoci con le pale e i rastrelli, si versava questa pasta nel tino in cui era già raccolto il mosto e si ricominciava con altra uva appena colta.
Quando la vendemmia era quasi alla fine, di solito verso le 13,00 si faceva pausa per il Pranzo Pranzo composto da: salsiccia arrostita nella brace e/o sui "canali" (tegole) lavati con il vino, costolette di maiale, olive verdi condite con sottaceti (giardiniera), acciughe salate formaggio pecorino primo sale, tuma, caponata, parmigiana, gelatina di carne di maiale e vitello "u' suzu"; tutto accompagnato dal pane fresco fatto in casa nel forno a legna. Per frutta: i primi meloni gialli quelli che poi venivano mangiati a Natale, le pere coscia e le "pira 'mputiri" dell'Etna, mele cola profumatissime, gialle come il sole di inverno. E i dolci erano una gara tra le donne che partecipavano alla vendemmia: cannoli di ricotta, crostate, torte di ricotta, biscotti di mandorle e pistacchi. Io mi sedevo sul basto dell'asina di Santipamma, non prima di aver preso un fiasco di vino da mezzo litro per il mio amico e una manciata di biscotti per l'asina, che appena sentiva l'odore ragliava come un tenore dell'opera.
Santipamma versava il vino nel mio bicchiere con la giusta parsimonia, come a far intendere se ne vuoi altro ti alzi e o telo procuri o porti un altro fiasco, cosa che diventava impossibile poichè ero super controllato da tutti i familiari per evitare quello che avvenne una volta in cui Santipamma si ubriacò e l'asina non volle muoversi dal suo padrone costringendoci a portar l'ultima uva a spalle, memori di quel evento l'accordo era un fiasco e basta sino a fine vendemmia. Anche perchè quell'anno il mio amico per colpa dell'ubriacatura non scese lui nel tino a rompere e distribuire la pasta di raspi e bucce triturate, e guarda caso il vino venne pessimo pur avendo avuto una produzione favolosa. Questo era un compito un po' pericoloso poiché bisognava scendere dentro il tino pieno e le esalazioni della prima fermentazione potevano far perdere i sensi, per ogni evenienza si legava una corda attorno alla vita di chi era adibito a tal compito, nel caso di Santipamma era anche prevista per ordine di mia nonna anche la doccia con lavaggio completo, almeno prima dell'operazione e se poi voleva anche dopo. Lui giurava sempre che si era lavato la mattina stessa ma mia nonna era inflessibile. Usciva dalla sala torture con un bel costumino ascellare, lo si legava alla vita e poi come una sirena armata di zappa entrava nel mosto che la fermentazione aveva già cominciato a riscaldare, i più forti tenevano la cima della corda per ogni evenienza.
Santipamma si muoveva in quell'elemento come un pesce nel mare come un danzatore all'opera e quando finiva diceva sempre: -Putissi moriri 'nin'Tinu di vino!

lunedì 25 ottobre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (22)


Faccio parte del mondo è vero, ma sono diventata un tutt'uno indissolubile con i miei scritti.
Ogni giorno che passa capisco sempre di meno quello che mi circonda e gli uomini che lo abitano.
Mi ritrovo ad avere accentuato un carattere estremamente polemico.
Odio i saccenti e gli imbecilli.
Quanti la mattina si vestono con queste caratteristiche? Sono tanti e hanno un armadio pieno: uno sportello per ogni stagione e... loro hanno anche le mezze stagioni!
Quest'estate mi sono allontanata un po' e la montagna mi ha accolto.
Il pensiero cerca ancora un motivo valido per andare ad abitare lì. Isolarmi da tutto e da tutti.
L'illusione e la delusione hanno avuto terreno fertile nel mio IO.
Quando poi i desideri si infrangono miseramente e al posto del cuore si vorrebbe un buco, cosa rimane?
Chiamare tesoro ogni uomo diventa automatico e mentre per il soggetto c'è una punta di orgoglio, per me è semplicemente un modo per non sforzarmi e ricordare un nome e in seguito cancellare anche il volto.
L'impatto fra me e il genere maschile è sempre positivo e mentre si manifesta un vivo interesse per il mio modo di essere in cambio invece non ricevo niente.
Pochi hanno suscitato un tremito, ma che poi scompare molto presto. Diventa difficile mantenere viva l'attenzione per un uomo. A quel punto impegnarsi diventa inutile e per quanti sforzi una donna faccia la superficialità maschile entra prepotentemente in ballo.
La cosa meravigliosa è che credono di avere interessi più importanti: giocare è il loro stile di vita.
La politica il lavoro lo sport soprattutto il calcio sembra che ogni cosa sia al primo posto.
Il mondo sta cadendo a rotoli si sta frantumando.... ma se l'uomo smettesse di credere di essere un macho?
Ecco che inventa interessi economici mascherati da interessi umanitari per dichiarare guerra a qualcuno.
Quando fu presentata la mitragliatrice gli spettatori spaventati dissero che sicuramente non poteva essere inventata un'arma più micidiale di quella.
Dove siamo arrivati invece? Sono convinta che l'esercito italiano spende più soldi in armamenti (dichiarati però obsoleti dagli altri paesi!) di quello che spende per l'assistenza ai nostri anziani.
Mi sembra di girare intorno al solito punto di dire le stesse cose in continuazione, di avere ogni giorno sempre di più la sensazione della sconfitta ma non più su di me ma dentro di me.
Vorrei riuscire a trovare un po' più di forza per urlare che tutto quanto non mi va bene. Ma se passo da p.zza del Comune e vedo i tavolini dei bar pieni di gente color saracino, persone che a determinati orari dovrebbero amministrare dentro gli uffici i nostri interessi, quelli per cui sono stati eletti... lo sconforto è totale.
Leggo che un certo personaggio ha avuto una lettera minatoria. Lo vedo camminare un paio di volte con due gorilla a fianco il pomeriggio tardi. All'improviso ieri mattina mentre ero sull'autobus eccolo sorridente a passeggio con il cane... da solo. E allora come è come non è? La mattina il minatore (quello cioè che ha scritto la lettera minatoria) dorme e la sera si sveglia?
Cosa rappresenta presentarsi davanti ai cittadini come un "eroe" perseguitato?

Nel contesto generale la cosa più bella è la ricerca anzi no l'esistenza di un frasario fatto di parole vuote senza senso. Quanto un uomo parla comincio a tremare il mio cervello prima si scapicollava per capire cosa c'era dietro ogni lettera quale mistero quale dramma esistenziale quale problema affliggeva chi stava parlando. Adesso con il tempo ho coniato un gruppo di espressioni che si adattano abbastanza bene per ogni occasione... ok... certo... sicuro... già... scusa sai non ho capito niente ma va bene così... non importa... ecc ecc molte mi vengono al momento senza sforzo, perchè capire cosa non c'è da capire?
Se poi avvicini un uomo che bazzica gli ambienti politici è finita: il vuoto la distanza diventa totale!
Il famoso Gibran per me è stato bibbia: ho imparato che non c'è niente, il vuoto totale nelle frasi. A cosa servono 4 lauree se poi non sei capace di tenere in piedi una relazione? ...io ascolto sempre tutto quello che dici!... secondo il suo punto di vista sarà stato anche così, da parte mia ricordo solo lunghi monologhi al telefono intervallati dai miei ... ho capito... sì va bene... per fargli sentire che c'ero sempre. Ma poi alla fine gli interessava veramente la mia presenza o stava parlando e ascoltando solo se stesso? anche i saluti finali erano un monologo... ciao ciao... e rimanevo lì come una deficiente con il cellulare in mano e la buonanotte strozzata in gola perchè non avevo avuto tempo di pronunciare nemmeno una sillaba.
Un esempio di come parla?

....ho aspettato un giorno per commentare... la violenza... che non è solo la violenza fisica del volere reiterare un modello sesso centrico e maschilista, ma che si nasconde dietro ad un archetipo di pseudo sicurezza "familiare" che necessari...amente deve essere biunivoco, una violenza che si nasconde dietro un "modello" fondante e rassicurante della società... e questa è la violenza che spaventa... il vivere normale passa in questo paese dalla fuga.... il rompere determinati equilibri diviene "reato" una ragazza che vuol bene a suo padre e non vuole essere sua schiava sessuale, deve fuggire... perchè rischia di non trovare platea.... AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOO...

Ultimamente ho provato con tutta me stessa ad ascoltare qualcuno, ma la mia testa si è chiusa.
Riesco ancora a dare del pagliaccio ad uno che si veste come a carnevale la domenica o a pensare di portarmi a letto un altro per capire se è un uomo come gli altri o un extraterrestre (senza offesa per i marziani!), ma in questo momento rifiuto il colloquio e il confronto.

Dulcis in fundo stasera mia figlia stava studiando storia con un'amica: Il perchè l'esercito romano si era indebolito prima di Caio Mario. Mi hanno chiamato per aiutarle. Dopo dieci minuti di spiegazione, in cui ho messo in moto le mie rotelle bloccate, pensavo di essere stata chiarissima e avevo scelto parole semplici, l'amica mi guarda e mi dice... signora non ho capito niente lei parla come una dell'università!... (per una bambina di dieci anni gli adulti come me parlano così!) dopo, per consolarmi, mia figlia mi ha spiegato che lei invece è abituata e aveva recepito un po' più di metà di quello che avevo detto!
Conclusione è meglio che ritorno nella mia tana in letargo.
Gibran deve avere colpito in profondità se quando ho parlato non sono stata capita!

Mi rendo sempre più conto di una realtà che sta percorrendo una strada che non mi piace.
Molti stanno dicendo che l'uomo è dio! può essere!
Ma finchè non viene dimostrato, giocare a fare il dio è pericoloso.
Sono depressa? mi chiederebbe qualcuno.
No solo sconfortata e ultimamente rassegnata, soprattutto perchè le scelte non dipendono da me.
Pensate se qualcuno riuscisse a riprodurre delle particelle semi organiche simili alle cellule del cervello e ad assemblarle per costruire un computer in grado questa volta di memorizzare a quantità di dati tanti quanto il nostro cervello.
Avremo una macchina in grado di competere con l'uomo, una macchina in grado di ripararsi da sola e imparare da sola come un bambino che fin dai primi anni di vita apprende e sviluppa determinate capacità. Una macchina capace nel giro di pochissimo tempo di superare ogni cosa.
Entreremo nell'era di Io, robot di Asimov?
Un organismo artificiale in grado di essere impiantato in una macchina!
La cosa che mi spaventa è che scoperte di questo genere cominciano sempre con i buoni proponimenti di aiutare la scienza e la medicina a sconfiggere le malattie ma la scelta con il tempo viene spostata poi negli ambienti militari a fini di.... purtroppo il mio pensiero catastrofico comincia a pensare ad un esercito di robot per scopi bellici per sedare rivolte per mantere un ordine che adesso è crollato. Un esercito a basso costo di vite umane rinnovabile continuamente senza problemi. Un esercito che non mangia non dorme non ha bisogno di nascondersi che per spostarsi non conosce fatica che può essere potenziato in velocità in crudeltà.
La mente ritorna ai massacri fatti dai Templari ai lager nazisti ai gulag russi a Guantanamo alle trenta e più guerre che ancora esistono sulla terra dimenticate da tutti perchè non c'è oro diamanti e petrolio in quei territori...

Forse ho bisogno urgente di una vacanza!!!

venerdì 22 ottobre 2010

TANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNO PER UNO DEI NOSTRI FIORI


C'era una volta una principessa di nome Valentina.

Aveva una testa piena di capelli ricci e biondi.

Papà e mamma la corteggiavano e le regalavano tutto quello che voleva.

Un giorno mentre giocava con i suoi amici, decisero di correre in un prato pieno di fiori.

La principessina corse tanto: era più veloce di tutti e quando si fermò per aspettare gli altri si trovò sola.

Intorno a lei solo tanti fiori colorati e profumatissimi.

Senza più forze si sdraiò nel prato e si addormentò.

Ma era così stanca che dormì molte ore e venne notte.

Le api che l'avevano vista arrivare, costruirono intorno a lei un alveare per proteggerla con tante cellette piene di miele.

La mattina quando la principessina si svegliò aveva tanta fame e cominciò a mangiare quel miele delizioso e profumato.

Con grande sorpresa quando uscì fuori da quella specie di capanna che avevano costruito le api-amiche trovò mamma e papà che la cercavano.

Le api però avevano preteso un regalo in cambio del loro lavoro.

La principessa Valentina si trovò senza più ricci con i capelli corti corti come un maschietto.

mercoledì 20 ottobre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (21)


Il mio autocontrollo è quasi totale ormai.

Prima saltavo quando in giardino vedevo un insetto, in casa uno scorpione o un ragno mi mandavano il cuore sulla luna.

Ultimamente le cose mi scivolano addosso. Lo scarabeo di quest'estate è stato un avversario da abbattere (anche se ha vinto lui), i due scorpioni che ho trovato nel bagno al piano terra li ho guardati e presi con una paletta come due povere bestiole da salvare e non distruggere.

Mia figlia continua a nuotare nelle sue paure e tutte le volte le dico... autocontrollo autocontrollo...

L'incidente che ho avuto, fortunatamente senza conseguenze gravi, mi ha trovato completamente fredda e impassibile. Mi sono chiesta in quel momento e nelle ore successive perchè il mio carattere prima istintivo ribelle è diventato così distaccato.
La bambina non ha avuto traumi o conseguenze: ha visto me tranquilla e quindi per lei il problema non c'era.

Mia figlia ultimamente mi accusa di non ridere mai. Le rispondo che non c'è più niente al mondo che possa farmi ridere.

La noia è diventata routine.

Ormai tutte le persone che avvicino uomini o donne non mi stimolano più quella curiosità che avevo prima. La presunzione della loro ignoranza è così forte che volto le spalle a qualsiasi discussione.

Con gli uomini poi è un circolo chiuso.

Prima c'erano delle fasi che seguivo, un rituale quasi obbligatorio che poi era diventato così istintivo che non facevo più nemmeno fatica.

Adesso la sicurezza del risultato mi fa abbandonare il campo prima che questo succeda.

Il difficile dopo è tornare indietro.

E l'andare avanti è diventato faticoso.

Non voglio capire più, comprendere i problemi degli altri.

La vita per me è diventata difficile, difficile affrontarla tutti i giorni.

E se un uomo come è successo mi manda un sms dove dice che gli mancano le nostre chiacchierate e nonostante gli impegni non dovremmo avere nessun contatto mi da il buongiorno alle 7 di mattina.... cosa devo rispondere?

Con la mia apatia rovinerò qualcosa di meraviglioso che potrebbe nascere?
Con i se e con i ma avanti non si va!

Ed ogni volta che mi sono "esaurita" per qualcuno cosa ho ottenuto?

Discorsi discorsi discorsi...

Sono stanca di parole sono piena di parole sono coperta di parole non so più dove metterle. Esiste al mondo qualcuno che mi metta davanti fatti e non parole?

Siamo diventati un pianeta pieno di gente che parla ma non ascolta, scrive ma non legge.

Se nel corso dell'evoluzione la parola è diventata così importante nonostante la singolarità della sua eccezione come mai non è stato dato agli uomini anche un manuale per usarla nella maniera corretta o già a quel tempo c'erano le traduzioni dal giapponese ignobili assurde incomprensibili per come erano scritte?

Mi capitano libri di persone che fanno soltanto un riassunto di quello che hanno letto, il finale è così scontato che preferisco di gran lunga ancora la Divina Commedia o l'Iliade o l'Odissea.

Sono stanca che nonostante la mia veneranda età tutti i giorni ci sia qualcuno che si erge a magister meglio ancora a retor dei miei scritti e della mia vita.

Non ho mai detto di essere una scrittrice e di voler pubblicare qualcosa come non mi sono mai permessa di insegnare o giudicare le azioni degli altri se l'ho fatto è proprio perchè cozzavano contro me stessa. E se anche avessi voluto far leggere ad altri, oltre i miei amici, i miei racconti c'è stato forse qualcuno che mi ha spronato a continuare nella maniera giusta? Le critiche sono state pesanti così tanto che la voglia di andare oltre si è persa nel tempo.

Ho sempre ammirato il genio dei pittori degli scrittori dei poeti dei filosofi: la loro vita tormentata è sempre stata accompagnata da qualcuno vicino.

Le loro passioni i loro amori turbolenti e spesso illeciti hanno partorito dei capolavori immortali nel tempo.

Oggi... adesso ho nostalgia di un amore che non è mai esistito che non ha voluto nascere.

Chi giudica sa forse quali scelte ha dovuto fare chi ha davanti? quali strade ha dovuto percorrere senza avere nessuna possibilità di cambiare?

Come siamo bravi a criticare senza conoscere. Con quale coraggio si può dire ad una persona che la sua vita è così perchè è lei che non la vuole modificare?

... sei depressa... depressa? io! se lo fossi stata non avrei combattuto anche per chi non poteva farlo. Avrei preso l'estrema decisione senza pensarci dieci cento mille volte.

La vita è la vera unica padrona della vita stessa.

La morte per chi non ne ha paura diventa una dolce compagna che porta in un'altra dimensione per continuare qualcosa. Noi ci stacchiamo soltanto dal nostro corpo terrestre così imperfetto così malato e mortale.

Sono affacciata all'orlo del mio pozzo, ma non vi entrerò più. Ho scoperto che la luce delle stelle è più bella, che riesce con la sua luminosità a farmi andare oltre ogni pensiero.
Non voglio essere lassù in mezzo a loro ma quaggiù dove posso trovare mia figlia e forse un giorno qualcuno...

domenica 17 ottobre 2010

IL PARRUCCHIERE...


Oggi ho portato mia figlia dal parrucchiere.
Negli specchi che mi circondavano ho visto una donna con occhiali neri capelli biondi poco incline al compromesso. Il mio viso non ha tratti duri ma l'espressione è piuttosto decisa e seria.
Attraverso gli occhiali vedevo i miei occhi pungenti penetranti che non si abbassano mai e non guardano mai da un'altra parte.
Ho trovato un parrucchiere carino con mia figlia le ha fatto un buon taglio, diciamo che mi ha accontentato. Solo che ad un certo punto ha guardato me... la signora avrebbe bisogno di un bel taglio colore crema colorata senza ammoniaca ....
Fulminarlo attraverso le lenti è stato veloce... non permetto a nessuno di toccarmi i capelli, nei prossimi sei mesi ci penserò e sicuramente lei sarà il primo a sapere la mia decisione...
Da lì mi sono accorta e ho capito che non voglio che qualcuno si avvicini alla mia testa per rovinarmela, soprattutto un parrucchiere.
Permetto ad un uomo di accarezzarmi ... ma non di tagliarmi i capelli.
Mi sono guardata ed era tutto perfetto. Che strana voglia gli è preso a quello?
Fra l'altro mi sembrava anche un po' matto: cinquantenne che vuol fare il ragazzino! pantaloni larghi camicia sbrendoloni capelli con meches e permanentati. Si muoveva anzi no non si muoveva nel negozio. Ha tagliato i capelli con una luce negli occhi come di chi viene tenuto alla catena... li facciamo tutti scalati con un paio di ciuffi lunghi davanti e magari sfumati di dietro...
...guardi che la bambina ha solo 10 anni... un caschetto e stop...
Non ha più fiatato gli avevo fatto morire in un attimo tutti i disegni di un'acconciatura assurda e fuori dei MIEI canoni.
Mia figlia è abituata... quando ti presenterai a casa con qualche pischelletto ricorda niente tatuaggi niente percing niente orecchino niente di niente soprattutto vestito in maniera decente altrimenti butto giu dalle scale te e lui... e soprattutto i capelli per bene!...
Ad ogni età ha cercato di affermare la sua volontà ma è stata recintata dalla mia.
Pensate forse che questo la fermi? Assolutamente! il mio lavoro è quello di incanalare la sua ribellione verso argomenti adatti, ma soprattutto le sue proteste devo seguire le vie della giustizia e della legalità per capire nel tempo cosa è giusto e cosa è sbagliato e eliminare quelli che spesso sono stati capricci da bambina.
Chi mi legge potrà pensare che mi contraddico.
Perchè? parlo di amanti di relazioni extraconiugali ne dico di cotte e di crude sugli uomini e questo cosa c'entra con l'educazione di una figlia in un mondo marcio come questo?
I miei rapporti sono miei personali non hanno mai influenzato nè sono mai entrati nella mia vita privata. Mia figlia poi è lontana da tutto e non permetto a nessuno di mettere bocca sulla sua educazione o di sapere qualcosa su di lei. Ogni uomo che mi ha chiesto notizie è stato allontanato su altri argomenti.
I genitori perfetti quelli che si vantano di avere una famiglia nelle regole tirano spesso su figli complessati perchè loro stessi sono frustrati nelle azioni e nei pensieri.
Sono rigida e severa e sicuramente non me ne pentirò.
Ho sentito mamme essere preoccupate di cosa succede al mondo e un attimo dopo dire che la figlia (4 anni!) ha il fidanzatino all'asilo e che si amano tanto.
Ma che cazz...e sono? Mia figlia non ha mai sentito queste allusioni, è cresciuta nella libertà di parola e di pensiero e quando qualche volta mi ha chiesto delle cose le ho risposto in maniera semplice adatta alla sua età.
Non le ho mai fasciato la testa con fidanzati e amorazzi, ma abbiamo invece affrontato i temi della pedofilia della crudeltà verso gli uomini e gli animali nel dover avere compassione e poter aiutare chi ne ha bisogno e chi è nell'impossibilità di farlo da solo, le discussioni si sono allargate sull'assurdità delle guerre e di come sia ingiusto invadere paesi poveri dove solo la popolazione civile è l'unica vera vittima di tutto. Non mi ha mai visto far finta ma aiutare realmente chi era in difficoltà.
Spesso la gente si riempie la bocca solo di chiacchiere e la parola fatti l'ha cancellata dal vocabolario!
Troppo superficiale la società che ci siamo costruita. Non diamo la colpa ai giovani, loro riflettono soltanto quello che vedono e i comportamenti di chi sta loro accanto.
E la loro ribellione spesso è giusta soprattutto quando gli si nega un futuro e una cultura.
Mi dispiace per chi crede di potermi abbattere: sono con i piedi piantati per terra a sfidare il vento della tempesta più forte e se per dare un futuro al mondo combatterò da sola ebbene la cosa non mi spaventa mi troverete sempre sulle barricate ad affrontare in prima persona la reazione alle mie azioni!

Come la solito sono partita per una delle mie solite crociate e tutto questo perchè un parrucchiere voleva tagliarmi i capelli!

giovedì 14 ottobre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (20)


Mi alzo sono le 7, in bagno lo specchio riflette la mia immagine.
Anche se sono sveglia da pochi minuti sembra che non mi sono alzata dal letto: il mio viso non è stanco.
Oggi bellissima giornata di sole come solo la montagna sa regalare con i colori e la sua luce.
Fuori le solite casalinghe a chiacchierare nei giardini. Le guardo e mi sembra... sono diversa.
C'è un grande abisso fra me e loro.
Non parlo di cultura e intelligenza, sto guardando solo il lato estetico.
Quante donne vedo la mattina camminare come automi perchè per uscire devono per forza vestirsi e pettinarsi!
Come mi piacerebbe che ogni donna vedesse e considerasse se stessa come una dea.
Molte purtroppo vestono con abiti anche costosi, ma non si amano si nota dal loro aspetto.
Affrontare il giorno per me è un rituale psicologico: pettinarmi scegliere i pantaloni o la maglietta può sembrare automatico.
Come la scelta della biancheria da indossare il profumo da mettere.
No, non è casuale o inconscio.
E' un modo di volermi bene. Mi preparo ogni giorno ogni volta come se dovessi incontrare un amante.
Il cuore non mi batte non ho particolari pensieri, ma il desiderio di piacere c'è ed è reale. Non sempre ho qualcosa da fare fuori e allora? Lo faccio anche se devo rimanere in casa. Sono con me stessa e perchè non devo girare per casa in maniera elegante o devo procurarmi un paio di ciabatte di cencio tutte sfilacciate e una vestaglietta di cotone stinta? Oppure i bigodini nei capelli il viso sfatto dalla stanchezza pelle grigia peli lunghi?
Non esite proprio!
E poi ripeto... è per me stessa.
La vita da ogni giorno un invito alla vita.
Ma questo purtroppo molti non l'hanno ancora capito.
Prepararsi sempre come ad una prima a teatro curare la propria persona è un inizio per stare bene e guardarsi in maniera più umana.
Il profumo che mi avvolge la biancheria scelta sempre con cura vedere che la natura mi ha dato una pelle meravigliosa senza rughe... sono fortunata? anche o forse, ma indipendentemente dal regime alimentare che uno segue è un modo di porsi verso se stessi.
Contemporaneamente guardo lo specchio davanti a me e guardo anche lo specchio dentro di me: lì c'è l'altra io piena di rughe e cicatrici: ognuna di loro ha trovato posto anche se ogni volta mi meraviglio che ci sia ancora spazio.
Ma quello è il lato nascosto, mio personale il mio angolino dove solo io posso entrare.

Se l'interno trova conforto nell'ammirare l'esterno, allora perchè non accontentarlo?
Non è solo perchè sono donna ma nella preparazione è come rivivere quegli attimi che abbiamo vissuto a sedici anni con il primo amorazzo quando il letto si riempiva di vestiti perchè era tutto vecchio e niente andava bene.

Guardo con compassione le ragazze di oggi. Non hanno lo stesso spirito" preparatorio" delle donne della mia età.
Forse noi abbiamo vissuto sensazioni che le nuove generazioni non conosceranno mai.
Ci sentiamo donne e la nostra femminilità è sempre la primo posto.
E' vero che negli anni sono state fatte scelte importanti che hanno portato al referundum sul divorzio, all'anticipazione del voto e la patente a diciotto anni, l'interruzione di gravidanza,ecc.
Abbiamo raggiunto posizioni e traguardi impensabili fino a pochi decenni fa.
Ma quanta strada c'è ancora da percorrere!
Ascolto mia figlia le sue amichette e cerco di capire cosa c'è stato di sbagliato nel cammino della crescita delle nuove generazioni.
Sono monotona ripetitiva, ma continuo a dire che a 7 anni feci le scelte più importanti della mia vita.
I ragazzi di oggi sono solo annoiati, ma perchè? La solita scusa che hanno tutto ? Forse, ma la cosa che manca veramente è che nonostante il cervello si sia sviluppato in maniera più agiata non pensano! non sanno proprio cosa vuol dire.

Ripeto continuamente a mia figlia.... pensaci, hai fatto questo! perchè? pensaci...

Ho assistito a dibattiti politici dove ragazzi di 18-20 anni erano sul palco, ma i loro discorsi erano superficiali come una lezioncina imparata a memoria.

Mi sono chiesta allora se dietro di loro c'era qualcuno (la scuola è fondamentale!) che li aveva strumentalizzati.

E questo pensiero è diventato terrore!

mercoledì 13 ottobre 2010

e domenica ..Van Gogh


Titolo della mostra: "Vincent Van Gogh: Campagna senza tempo e città moderna".

Si tiene a Roma al Vittoriano a promettere di essere un evento da ricordare.
E dopo una bella passeggiata a Piazza Navona per un caffè mi sembra il giusto coronamento.

sabato 9 ottobre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (19)


Sono allergica anche alla polvere!
Per sistemare delle scatole nella mansarda e non aver messo i guanti adesso ho dei tagli profondi nelle dita di una mano.
Ci vorrà qualche settimana per ritornare normale.
Basta una piccola ferita per farmi cadere nella depressione più nera? Ma che depressione! direi mi sono ripiegata su me stessa a compiangermi.
Sono allergica alla cioccolata... la ditta della Nutella mi preparerà un rogo con legna scelta di prima qualità più grosso di quello degli eretici, tutto per me;
non posso mangiare latticini e latte sono veleno: quando vado al supermercato devo controllare gli ingredienti di ogni confezione... gli allevatori faranno un altro sciopero;
sono allergica ai farmaci... anche se qualche dottore ogni tanto prova ad avvelenarmi con prodotti astratti e le multinazionali farmaceutiche stanno preparando un cocktail di farmaci da iniettarmi per endovena;
sono allergica alla polvere!... il mondo non si lamenterà per questo: sono secoli che gli uomini ritornano polvere ci sarà qualcuno cui rimanevo sulle scatole che da morto si sta vendicando.

... extraterrestre portami via subito subito lontano lontano da casa mia....

Ma nel complesso sono bellissima!
Quant'era che non ve l'avevo detto?

Adesso che tutto è passato credo che qualche amante posso anche concedermelo.
Dunque vediamo... il vecchietto, quello non manca mai, ho la sicurezza della sua pragmaticità o pragmatismo?, Gibran innamorato e assente perenne, poi ho un esercito di uomini da scegliere. E chi finisce più?
Cominciamo però a scartare quelli sotto... sotto cosa? basta che respirino dai trenta in su vanno tutti bene.
Ma poi a pensarci bene, non ho assolutamente voglia di iniziare una storia con nessuno.
Ricominciare daccapo cercare di capire i pensieri le idee evitare certe parole per non "offenderli", ma nessuno pensa mai che io mi posso offendere?
Per ora mi bastano il reale e il poeta.
Ho sciorinato (in Toscana vor dì "detto, elencato") troppi principi filosofici in queste settimane, ma che sono diventata Ferrier Sartre Platone Epicuro?
Sono arrivata perfino a pensare di essere un uomo in un corpo da donna.
Ma poi mi sono guardata allo specchio... naaaaaaaaaaaaaaaaaa, non è possibile... non posso essere un uomo: non ho nemmeno i peli!
Sono altalenante nei miei pensieri?
Certo! sono una donna e sono toscana. Vi siete mai chiesti perchè Dante ha scritto tre cantici invece di uno solo?
Perchè noi toscani prima andiamo all'inferno e cominciamo a sciorinare (vor dì sempre "dire, elencare") un elenco lunghissimo dei nostri errori, poi saliamo al Purgatorio e qui il pentimento è vero e anche le lacrime, siamo capaci anche di recitare un mea culpa e un atto di dolore!, poi ascendiamo al Paradiso qui ogni proponimento futuro di non peccare più è bene impresso nella nostra mente: le buone intenzioni si sprecano e perchè non elencarne magari qualcuna in più e metterla da parte per i tempi di magra?
Ma poi ci ricordiamo di essere toscani e allora meglio perdere un amico che una battuta e si ricomincia daccapo.

Ultimamente mi sto chiedendo se ho ancora voglia di fare da spalla a chi mi chiede aiuto. Perchè mi devono vedere come un' ancora di salvezza? Io ho sempre pensato che fosse la boa che sta a galla quella più importante, mentre l'altra affonda... o no?

Moglie e marito hanno litigato perchè lei ha scoperto che lui ha un'amate da tre anni e mezzo.
(lei)...ti ringrazio, ho letto LETTERA A DON CHISCIOTTE ho capito tante cose: la nostra storia proprio uguale, ma come fai a sapere tante cose su di noi?... l'ho messo fra i documenti e ogni tanto vado a leggerlo....
A parte che la storia la sapevo eccome! lui me l'aveva raccontata fin nei particolari di sesso, ma la cosa buffa è che non ricordavo più di avere scritto quel racconto e non era indirizzato a nessuno dei due....

Direttore di una grande biblioteca di una grande città del Nord Italia mi scrive almeno due volte a settimana per avere consigli sull'uso di alcune erbe.
La fucilazione e l' impiccagione mi sembrano crudeli e disumane;
la camera a gas e la sedia elettrica provocavano lunghe agonie: inoltre, la camera a gas è stata usata dai nazisti;
le iniezioni letali che inducono prima la paralisi e quindi l' arresto cardiaco devono essere precedute dalla somministrazione di un anestetico, senza il quale il condannato, in preda a fortissimi spasmi muscolari, si sente soffocare e ha, letteralmente, la sensazione di venire bruciato vivo;

...una bella tisana alla cicuta come Socrate... la mente oscurata, la vista deformata, gli occhi che selvaggiamente roteavano, la gola attanagliata, le estremità paralizzate...

Possibile che il mio pensiero si sofferma e gongola sull'immaginare l'eliminazione di certi personaggi? E' diventato così veloce che mi accorgo della sua realtà solo quando sento i muscoli della bocca muoversi per un sorriso?

Cosa dovrei fare allora del critico d'arte che mi da appuntamento in ogni angolo dell'Italia e poi mi chiede se è troppo lontano da casa mia? Chiedere aiuto a Vlad III di Valacchia?

Quale morte immaginare per chi ti chiede in continuazione... cosa posso fare per te... quando io sono stata chiara e precisa per togliermelo di torno... non mi piaci, ma se vogliamo discutere su qualche cosa magari su Nibiru io so tutto...

Sono diventata così cruenta e sanguinaria perchè i problemi degli altri cominciano a stufarmi?

Ma quanti di quelli che si piangono addosso ha mai pensato che spesso la colpa di quello che gli succede è loro?

Prima o poi mi devo decidere a fare una serie di lezioni su come vivere la vita senza invadere lo spazio degli altri, detto in parole povere come non rompere gli zibidei a Lorena!

domenica 3 ottobre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (18)


Un riflesso della fiamma del camino devi essermi entrato nel cervello illuminando gli angoli oscuri!
Io non mi sono mai innamorata di un uomo. Sono sempre stata innamorata dell'amore!
Gli uomini sono stati uno strumento per arrivare a capire se esiste qualcosa oltre noi?
Soltanto che ho commesso l'errore di non andare oltre le azioni che subisco tutti i giorni: i luoghi comuni le frasi fatte i sospiri i gesti ormai tramandati per generazioni nel DNA degli uomini.
La loro vita...? solo una commedia recitata da guitti.
Cosa rimane in fin dei conti del tempo passato insieme?
I sensi vengono appagati per pochi secondi poi è solo un riflesso nella mente di attimi guardati con occhi estranei.
Il corpo quando ricorda non rivive quelle sensazioni: sono solo un'eco nella memoria un'idea che vuole sopravvivere a tutti i costi.
Ma la mente ricorda qualcosa che non ha provato e il corpo da solo nel tempo non riesce a replicare. Mente e corpo uniti eppure divisi: insieme eternamente ma divisi nelle proprie emozioni e sensazioni.

Perchè rovinarsi la vita per cercare di possedere qualcuno che non avremo mai?
L'uomo è destinato all'infelicità il suo carattere lo porta sempre verso la sofferenza e il dolore.
Pochi attimi di gioia sono superati da anni di sofferenza.
In questi ultimi anni ho scritto con il cuore e con le unghie. Non è facile definire i miei pensieri, è un modo di scavare dentro al mondo che poi non è altro che scavare dentro di me. Chi un giorno mi accusò di giansenismo in fin dei conti mi ha indirizzato verso una conoscenza che non avevo avuto fino ad allora. Con il tempo ho capito che il mondo non è fuori, ma dentro di noi.
Cercare dentro di me mi aiuta a capire i miei errori i miei difetti le mie colpe la mia debolezza.... il mondo.... ognuno di noi è una folla, non una sola persona, e queste persone diverse a volte litigano fra loro, ed io le ascolto, e ascoltare queste voci e poter scrivere quello che dicono per me è un modo di dire agli altri che ognuno ha avuto i suoi dolori che tutti hanno subito un torto che in ogni famiglia c'è stato un malato che molti hanno amato e hanno odiato che ci sono figli nati per desiderio e altri nati per errore che la morte non è la fine ma solo l'inizio di qualcosa di diverso da vivere in futuro forse ancora insieme che le lacrime o le risate hanno sempre una parte di verità e una di menzogna.
Ascoltare se stessi e guardarsi allo specchio. Guardarsi come un'immagine capovolta non deformata solo capovolta per osservare parti di noi che mai avremmo immaginato.
L'universo più complesso quello che mai riuscirà a dirci tutto quello che vogliamo sapere è sempre e solo e semplicemente il nostro IO.
Chi di noi può affermare con assoluta certezza di conoscersi?
Una volta io l'ho detto, forse più di una ma andando avanti i dubbi sono cresciuti lì davanti e dentro di me sempre presenti e mi rendono cosciente della mia realtà.
La certezza? quando e per cosa riusciremo mai a conquistarla?
Ogni giorno di più sto mettendo in forse tutto quanto: la mia conoscenza le mie idee le mie fermità il modus operandi dell'educazione con mia figlia i miei rapporti con gli uomini.
Ho sbagliato veramente tutto finora?
Accorgersi che le basi che mi hanno accompagnato fino a qui non sono più quelle di prima, che la vita è una scelta continua e dove non ho vacillato non ho ottenuto mai quello che ho desiderato: la mia certezza era solo l'illusione di qualcosa che era nato nella mia mente.
Sentire la propria debolezza di donna continuare imperterrita a dire di essere forte perchè gli altri mi hanno sempre visto così, perchè sono io che ho fatto vedere agli altri questo lato del mio carattere e l'ho convinti.
Amare un uomo...
Si può amare uno cento mille uomini e ogni volta quello che si prova sembra amore o è solo la voglia di sentirsi vivi desiderati?
L'amore non è gioia ma dolore. L'esempio più banale? Gesù Cristo.
Non si è fatto forse uomo per percorrere la via degli empi? Il dolore il sacrificio finale la sofferenza intima è stato questo il suo percorso d'amore?
Appena il cuore comincia a palpitare i nostri occhi vedono il sole la nostra mente viene ottenebrata dall'immagine amata ecco che comincia il lato negativo quello che fa diventare attimi di autentica felicità in dolore puro.
La gelosia il sospetto l'attesa il desiderio il dubbio ammorbano la nostra vita. Cominciamo a non avere più un attimo di pace.
La mente si autosuggestiona e per sopravvivere ai nostri "orrori" si crea un mondo fatto di sentimenti.

Tutto quello in cui credevo, un mondo in cui l'amore e la ricerca di esso mi ha portato fino a qui è veramente crollato?

Cosa è successo che mi ha resa così critica e incerta?

Un A PRESTO che sta creando un'attesa inutile?

Vorrei essere brava a scrivere per dire... dire tante cose.

sabato 2 ottobre 2010

SONO MAFALDA


MI SENTO MAFALDA DI QUINO.

MI SENTO LO SONO NON E' UNA SENSAZIONE MA UNA CERTEZZA ASSOLUTA.

VI PREGO PER IL VOSTRO BENE NASCONDETEVI ALTRIMENTI MI FATE MORIRE DAL RIDERE DALLE CAZ...ATE CHE LEGGO SULLA POLITICA.

venerdì 1 ottobre 2010

OGGI SONO EMPATICA


In montagna ho una connessione internet. Ho fatto un contratto che pago mensilmente solo i mesi che vado lì o addirittura solo i giorni.

Tutto tramite il Postepay.

Cosa c'entra questo? ma perchè stamattina alla Posta per ricaricare questo benedetto "cartoncino" mi sono ritrovata in fila (siamo al 1 settembre) con un centinaio di pensionati e... i soliti problemi burocratici.

Aprono la porta... non ci sono soldi non li hanno ancora portati, se qualcuno ha delle bollette da pagare si faccia avanti!...

Mi faccio avanti... signora deve mettersi in fila...(!!!)

...mi scusi ma lei ha detto che se uno deve pagare...

..si metta in fila insieme agli altri...

Stamattina mi sono alzata regolarmente alle 6,45 mi sono lavata vestita ho preso il mio orzo non ho discusso con mia figlia... mi sembrava una giornata regolare!

...allora V O I avete detto che chi deve pagare si faccia avanti, io devo pagare e da qui... non mi metto in fila!...

Dopo due minuti ha capito cosa volevo: mi da un modulo da riempire... fra adulti minori consenzienti paganti nome codice numero città cifra... firma, alla fine non ho capito niente di quello che scrivevo.

...lei ha sbagliato tutto... (mi pareva! e poi non avevo messo solo il nome del titolare della carta)

ma......... io dico sempre che la giustizia esiste, ogni tanto ho delle piccole soddisfazioni!

... codice fiscale... ricominciamo un'altra volta... è nella carta elettronica scritto grosso dietro... (in tasca avevo anche quell'altro, solo che non volevo darglielo perchè mi sembra assurdo che non lo vogliano leggere lì).

Il foglio si è accortocciato dentro la macchina che timbra i pagamenti. Che meraviglia! Zitta zitta senza dire niente l'impiegata ha riempito da sola un altro foglio e si è scusata!

Il codice fiscale ha vinto! ha avuto la sua vendetta.

Vado a prendermi un caffè. Buona giornata.

sabato 25 settembre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (16+1)


La casa è fredda.
Dopo una settimana entrando si sentono le stanze non riscaldate. Accendo subito le stufe elettriche, poi penso alla cena e infine i camini. Siamo entrati ormai nell'autunno da qualche giorno e qui in montagna si sente prima che in città.
Meno male che ormai mi organizzo sempre con due cambi nella valigia: uno più leggero e uno più invernale. E se poi non basta negli armadi c'è sempre qualcosa di pesante.

Farei invidia alle ex-mamme della classe delle elementari di mia figlia... le famose mamme wonder-women.
Non ditemi che nessuno ha nella propria classe qualche mamma così: sempre la più perfetta la più intelligente, quella che vuole mettere bocca dappertutto e che sempre e solo lei ha ragione, quella che ha il figlio primo della classe più bravo degli altri.
Mamme così si trovano a tutti gli angoli... donne frustrate in casa che se la rifanno a scuola vesseggiando chi non ha voglia o tempo di discutere.
Per combattere questo tipo di personaggi assurdi, ma soprattutto queste mamme idiote che allevano figli poverini più idioti di loro, entrai in tutte le cariche più autorevoli della scuola. Cariche dove non potevano mettere bocca e dirmi qualcosa.
Le ho guardate dall'alto del mio metro e 59 per cinque lunghi anni commiserandole.

Alla fine della mia fatica mia figlia mi ha premiato dicendomi... mamma, sei la mamma più bella e la più intelligente, sai tante cose... le altre mamme non sanno niente...
S a i t a n t e c o s e! beata ingenuità. Chissà perchè i bambini ci vedono come degli eroi come chi sa tutto come chi li salverà e li difenderà sempre.
In fin dei conti da quando è nata è questo che ho fatto: scegliere per lei per salvarla. Mi sono sdoppiata come figura, ho la fortuna di avere un carattere forte che si adatta alle circostanze avverse. Le mie depressioni le mie delusioni non mi hanno mai vinto, sono riuscita a rinnovarmi come la mitica fenice e... quante volte sono risorta dalle mie ceneri!!!
Eppure anche se i miei sforzi si sono spesso raddoppiati ho mantenuto sempre il ruolo di mamma non cercando mai di diventare una figura che non sono.

Stasera però all'improvviso sento la mia solitudine... mi pesa, penso in un attimo ad una musica una poesia: la testa si riempie di domande... dove sei? perchè mi hai lasciata sola?... dopo quel "a presto" c'è stato il vuoto, vuoto di notizie vuoto di presenza.
Come siamo buffi noi uomini il ricordo torna prepotente con una musica con un gesto una parola un colore.
Quanto intensamente abbiamo vissuto quell'attimo da legarlo per sempre ad una di queste cose. Cose effimere umane cadenti caduche deteriorabili come la nostra vita. Gli anni scorrono ma restano impressi nel tempo e la storia s'imprime a fuoco. Un ricordo che sarà solo mio e che morirà con me. Come poter tramandare un ricordo? Scrivere su carta la sensazione provata l'emozione che ha accompagnato l'euforia del momento il battito del cuore che non voleva fermarsi? Come... come fare a fermare nello spazio e nel tempo una parte di noi stessi? Una parte che è durata un attimo così poco ma che ha marchiato a fuoco la nostra anima.
Nessuna parola nessuna frase avrà mai la potenza del nostro sentire, anche se sono brava a descrivere le sensazioni gli stati d'animo a cogliere il brivido della scena... niente mai e nessun racconto riuscirà ad avere la stessa intensità del brivido del nostro cuore al ricordo di qualcosa.

Continuiamo a camminare con lo sguardo avanti, protesi verso un futuro che ancora non esiste verso un futuro da scoprire o da scrivere? Guardare al passato, ma poi siamo così sicuri che abbiamo avuto un passato? e il presente? e se fossimo un'eco di qualcosa che è vissuto all'alba di tutto quanto? Siamo creature che non esistono più in un universo che non è mai stato creato. Se fossimo solo un'idea un progetto una proiezione di un esperimento, così ben riuscito che crediamo di vivere realmente le nostre giornate?
Un eco che si sta perdendo sempre di più. Cerchiamo la particella di Dio e che cosa abbiamo trovato? forse un brodo primordiale fatto di plasma di quark e gluoni. E se noi fossimo quel "brodo", un liquido pensante capace in un miliardesimo di secondo di vedere quello che potremmo diventare se prendessimo la strada che porta al genere umano oppure diventare un'altra cosa? Qui la fantasia mi tradisce perchè non saprei proprio cosa potrebbe esserci oltre all'uomo! diverso dall'uomo. Omini verdi? alieni con capoccioni mostruosi ma con intelligenze superiori?

L'uomo non ha scelta!
Percorriamo un cammino che forse è già stato ideato da qualcuno... come un'invenzione sperimentale.
Quando lavoravo in laboratorio progettavamo su una lavagna il percorso che avrebbe dovuto fare una reazione chimica. Immaginavamo e scrivevamo i legami che secondo noi sarebbero dovuti avvenire.
E allora? L'esperimento di cui noi siamo protagonisti ha lo stesso iter.
Noi ci comportiamo come cavie. Non abbiamo saltato un passaggio nella scala della decadenza e dell'orrore, abbiamo semplicemente tirato fuori l'aggressività che ci è stata inoculata.
Attraverso l'aria? l'acqua? il cibo?
O che possediamo già dentro di noi in attesa soltanto di esplodere in tutta la sua mostruosità?
In qualsiasi forma noi l'abbiamo assorbita stiamo semplicemente reagendo magnificamente a tutto quanto e il nostro osservatore-studioso-scienziato (pazzo? o geniale!) ha vinto e sta portando a termine le sue teorie.
Andiamo così senza nessuna sollecitazione esterna verso la nostra distruzione sistematica progressiva non saltiamo una tappa.
Gli orrori e gli errori che ci hanno "aiutato" ad arrivare fino a qui si sono raffinati con il tempo.
Non oso immaginare dove potremmo arrivare. E nessuno di noi mai potrà sapere completamente quello che ogni assassino ogni boia ha commesso verso un altro essere umano.
Siamo un esperimento di pensiero portato all'estremo e... abbiamo fallito.

Verremo cancellati?

Da dove sono partita? dalle mamme wonder-women mi sembra.....

martedì 21 settembre 2010

L'edera ed il vino



Sulla rivista Storica del mese di Ottobre 2010 si trova un articolo
che fa riferimento ad un frammento di Catone il Censore,
Mi fa piacere riportarlo sul nostro blog.
Anche perchè mi ricorda mio nonno, che non aveva di
sicuro mai letto l'opera di Catone. Mi raccontò del perchè si usasse
mettere le frasche di edera come insegna per la vendita di vino.
Mi spiegò che l'edera era una "nemica/amica" del vino poichè non lo
tratteneva al contrario dell'acqua ed era per questo che chi voleva
sottolineare la bontà del proprio vino sfidava, con il segno dell'edera,
il compratore.
E anche il mio amico Santipamma aveva il suo bel bicchierino fatto con
legno di edera con cui garantiva al suo corpo di rimanere indenne
dall'acqua sua acerrima nemica..


da
De re Rustica di M. Porcius Cato
(ovvero: Liber de agri cultura  di Marco Porcio Catone detto il Censore)

Capitolo CXII
Se vuoi sapere se siasi messa dell'acqua nel vino, o no, prendi una
scodella di legno si edera, e riempila del vino, in cui sospetti
essere stato messo l'acqua. Se vi sarà acqua, tutto il vino scorrerà
fuori, e l'acqua sola resterà; poichè un vaso di legno d'edera non
contiene vino.

sabato 18 settembre 2010

BUONANOTTE... (pensiamo positivo?)


Spesso chi non ha avuto grossi problemi nella vita non riesce a capire quella degli altri, accusandoli spesso di non pensare positivo.

Che cosa vuol dire POSITIVO?

Io posso aver voluto con tutta me stessa che qualcosa accadesse, ma chissà perchè in quel momento il destino ha guardato da un'altra parte.

Volere? Si può volere tante cose ma come mai uno solo fra le migliaia che giocano al superenalotto vince una cifra favolosa? Eppure ognuno di loro ha pensato positivo!

Come mai non è accaduto che la cifra si moltiplicasse per migliaia di persone e cambiasse in meglio la loro vita?

Come mai nascono bambini con gravi problemi di handicap eppure le mamme durante la gravidanza hanno desiderato che il proprio figlio fosse bello e sano e corresse felice con gli altri bambini?

Come mai le donne che tornano a casa la sera da sole magari dopo una giornata di lavoro vengono stuprate e seviziate da dei disgraziati per la strada?

Come mai in paesi dove c'è il desiderio di poter votare liberamente si assiste ancora a massacri e ad attentati contro chi ha espresso la propria opinione nei seggi?

Come mai nel mondo ancora abbiamo paura dell'11 settembre?

Come mai assistiamo ancora al teatrino dei burattini in politica?

Come mai quando parlo con qualcuno mi accorgo che la famosa emancipazione femminile è rimasta solo nel ricordo di chi ha bruciato il reggiseno in piazza?

Quante volte ognuno degli uomini e delle donne che popolano questa Terra ha pensato positivo e un attimo dopo la realtà si è trasformata in un incubo?

Quando la prossima volta diciamo a qualcuno di pensare positivo PENSIAMOCI bene a quello che diciamo!

SCEGLIERE ANCORA... (16)



Eccomi ancora qui. Domenica scorsa avevo chiuso tutto acqua luce gas.

L'idea era quella di non tornare in montagna per alcuni mesi.

Poi oggi pomeriggio la decisione veloce. Cinque minuti per fare una piccola valigia mettere alcune scatole di cartone in auto e via.

Camini accesi e... un caffè. Lo so sono le dieci di sera e qualcuno penserà che mi fa male e che sicuramente non dormirò, ma vi rispondo che non m'interessa.

Questa settimana è stata la settimana in cui con calma e tutta la tranquillità del mondo come se la lentezza e la lucidità intellettuale fossero sempre state presenti ho preso una delle mie tante decisioni.

L'ultima scelta.

Lunedì sono andata a vivere da sola.

Tagliati tutti i ponti mi sono semplicemente detta che egoisticamente volevo pensare a me stessa.

Sono talmente tranquilla che mia figlia l'altra sera è venuta in camera alle tre di notte a dirmi che non riusciva a dormire perchè russavo!

Che bello sto russando. Non era mai successo che lo dicesse anzi il mio respiro era per lei segno che tutto andava bene.

Eppure le camere sono distanti... ma allora se le davo fastidio perchè è rimasta a dormire con me?

Addormentata lei... sveglia io.

Detesto odio rifiuto che qualcuno dorma nel mio letto.

Non posso sentirmi toccare e tirare il lenzuolo la coperta sobbalzare il materasso perchè chi è vicino si deve girare.

La notte nel mio letto devo essere sola.

Il giorno che dirò ad un uomo di dormire con me quel giorno sarà da segnare sul calendario si splancheranno le porte del paradiso o dell'inferno nascerà un altro Einstein finalmente qualcuno troverà il punto d'appoggio per sollevare il mondo... insomma quel giorno vorrà dire che amo talmente quell'uomo che sono disposta a dividere con lui il letto... di notte.
Perchè se ancora qualcuno non l'avesse capito la più grande prova d'amore è permettere a qualcuno di dormire insieme a te. Lasciamo da parte mamme nonne frustrate da matrimoni capestro dovuti accettare e sopportare portati avanti negli anni in silenzio con l'annullamento di se stesse matrimoni che hanno schiavizzato le donne fino alla morte.
IL LETTO è una libera scelta che fa libero chi permette la "convivenza" in esso per alcune ore notte dopo notte anno dopo anno.
Sono talmente cosciente della mia libertà infatti che permetto ai miei amanti un approccio solo di giorno.
Mi sono sempre rifiutata di stare fuori la notte.
Un uomo... no, ma mia figlia... bisogna accettare tutto!

Ho aperto le persiane, il tempo è nuvoloso vento un po' freddo.
Qui a 900 mt è cominciato l'autunno respiro il fumo nell'aria... il fumo dei camini accesi la mattina.
Anch'io l''ho già fatto: il solito rituale ormai sono un'esperta non sbaglio più: accensione al primo fiammifero.
Oggi comincerò a mettere alcuni libri nelle scatole che ho portato.
Libri che non voglio lasciare qui, e se dovrò ritornare me le riporterò dietro.
Praticamente svuoterò una parte degli scaffali.
In questi giorni non mi sono collegata ad internet, non so se ho pensato se ho deciso ma so che ho fatto fisicamente, tanto che mi fa male il gomito destro, e... agito.Questa volta veramente ho messo in pratica il detto "FATTI NON PAROLE".

Gibran si è rifatto vivo... solita strada: ormai è diventata un'autostrada così larga e comoda che ho inserito il navigatore. Il comportamento è lo stesso non è nuovamenmte cambiato di un milimetro.
Non faccio più nemmeno fatica a pensare, non penso e basta! lascio che tutto accada come deve accadere come sarà ogni volta che mi manderà un sms, come ogni volta che prenderà un appuntamento e che non verrà.
Come ogni volta che lo manderò a quel paese dicendogli che è un uomo VUOTO.
Gli lascio credere di poter giocare come desidera che ogni volta che schioccherà le dita io sarò lì a sua disposizione... glielo lascio credere!
Perchè nel frattempo porto avanti la mia vita come ogni giorno, e come ogni giorno ho fatto le mie cose ho rincontrato il mio vecchietto. Fra tutti gli uomini che conosco in fin dei conti solo lui è costante pragmatico reale.
Mi viene da ridere.
Quando c'è Gibran ritorna sul palcoscenico l'altro.
Solo che a questo appuntamento l'ho guardato con occhi diversi.
Ho visto la sua età la sua stanchezza il suo voler lottare per non dichiararsi sconfitto e so per certo che non lo farà mai. Ma la scintilla quella che aveva prima adesso si sta spengendo.
Mi ha confidato che ogni incontro di lavoro ogni riunione ogni atto amministrativo gli costa una gran fatica che tutto adesso non lo affronta più con entusiasmo e forza, si ritrova spesso la notte con la voglia di andare a letto a dormire e non voler cedere alla spossatezza della giornata. Si è messo a giocare a burraco: passa le ore seduto ad un tavolo con le carte in mano.
L'ho guardato ma anche ascoltato in maniera diversa.
Fisicamente è un po' dimagrito, ma... è cambiato. Il suo "mi manchi" detto in maniera ossessiva ogni giorno per tutta l'estate adesso è sottinteso come se rivedendomi si fosse tranquillizzato.
Io invece mi sento la stessa ma protesa verso il futuro verso tutto quello che ho davanti conosciuto e sconosciuto con decisioni da prendere e scelte fatte con uomini che aspettano una mia telefonata che... ho deciso di non fare.
La sensazione è stata dirompente come una bomba in un piccolo spazio. Mi sono chiesta se sono io che adesso non lo voglio più se mi sono annoiata se la nostra lontananza mi ha fatto deviare per un'altra strada.
Adesso sto solo pensando e analizzando lui me stessa il nostro rapporto e cosa desidero in futuro.
Non c'è nessun altro uomo nella realtà per farmi ritornare sui miei passi.
Finora sono io che ho corso ho dato a piene mani non risparmiandomi mai psicologicamente o intellettualmente, impegnando tutto il mio tempo ad aiutare chi pensavo ne avesse bisogno.
Mi sento egoista e sinceramente se gli altri mi giudicheranno tale non m'importa niente.
GLI ALTRI ! E chi sono gli altri per giudicarmi?
Una volta che mi hanno condannato magari offeso ritornano alle loro case alla loro vita finta mascherata da stronz...te ed io? Io rimango qui a combattere da sola.
Il coraggio delle mie azioni l'ho sempre avuto e chi è in prima linea con la pietra in mano sono proprio quelli che non valgono niente nella vita, quelli che si sentono offesi ma che non hanno argomenti per controbattere quelli che acclameranno sempre il vincitore ma che fino a quel momento si erano nascosti.

Il fuoco nel camino si sta spengendo, comincia a piovere mi stringo un po' di più nel plaid.

Forse avrei dovuto intitolare tutto questo I RACCONTI DEL CAMINO o LE CONFIDENZE AD UN CAMINO.

sabato 11 settembre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (15)


Sono ancora in montagna per pochi giorni. Poi devo chiudere la casa e chissà quando potrò tornare.
Stasera sono scesa in cantina per vedere se era tutto in ordine. Come ho già detto la casa è grande ho cominciato a fare il giro per sistemare le ultime cose prima di domenica.
Fra le tante bottiglie anche un gruppo di Vin Santo. Ne ho aperta una della ditta Antinori del 1962.
Il profumo il colore ambrato scuro... in trasparenza vedo i riflessi del camino.
Quest'anno non ho letto non ho scritto, per le vacanze mi sono solo volutamente impegnare in lavori fisici.
Ho dosato le mie forze, non sono andata oltre una stanchezza accettabile.
Ho perfino messo a posto 30 quintali di legna... una catasta per me impensabile fino al mese di luglio. Ho fatto la marmellata di susine: tre barattoli soltanto, ma che a dispetto di mia figlia è stata apprezzata dalle sue amichette.
Mi sto chiedendo cosa sta cambiando in me da agire con naturalezza e impormi quello che non ho mai fatto prima. L'osservazione del lavoro degli altri mi ha fatto realizzare tutto in maniera accettabile.
Non chiedetemi se sono soddisfatta, non lo so! Mi sento sospesa in attesa di qualcosa, ma non posso rimanere inattiva.
Il mio isolamento è stato completo. Mi sono annoiata a parlare con amici o con persone conosciute su Internet.
Molti li ho accantonati o cancellati, quando volevano salire sul piedistallo della saccenza e della presunzione.
Continuo a chiedermi perchè non può esserci un libero e semplice scambio di idee, perchè anche quando si parla deve prendere il sopravvento la prepotenza, perchè se uno si accorge di non sapere qualcosa deve incazz... se io lo so e lui no.
Comincia a farsi strada un flebile lume di quello che succede quando due si scontrano o inizia una guerra.
L'INCOMPRENSIONE è sicuramente alla base di tutto.
Ma non comprendere per me vuol dire iniziare a chiedere per capire secondo le mie capacità.
L'INVIDIA?
Sentirsi INFERIORI nella cultura, oppure non corrisposti negli affetti? Voler primeggiare a tutti i costi e non cercare di capire il perchè?
E' stata questa la causa che portò Caino ad uccidere Abele?
Dire "non uccidete Caino" significa però dare una speranza al genere umano che vuol spadroneggiare?
Ma il povero Abele che giace nella polvere con le mosche addosso, le torture le mutilazioni che ha dovuto subire? Che facciamo, salviamo Caino e ci dimentichiamo di Abele?
La vita è sacra sia per l'uno che per l'altro.

Mia figlia ha cominciato a fare domande particolari ad alcune rispondo ad altre le dico di cercare la soluzione insieme.
Ieri sera abbiamo parlato un po' di Internet e dei pericoli che si nascondono in alcuni siti. Ho cercato negli anni di acquistare la sua fiducia e finora è andata bene, ma questo stato di grazia quanto durerà ancora? Riuscirò a capire o a sapere le sue cose? Non sono mai stata una mamma-spiona e le ho lasciato i suoi spazi, ma il pericolo in agguato c'è sempre ed è sempre più drammatica la presenza di elementi poco raccomandabili nella vita reale e virtuale.
Ho trovato dei filmati adatti alla sua età, li abbiamo guardati insieme e insieme dopo ne abbiamo discusso.
Come siamo cambiati! a tavola con i miei genitori parlavo dei libri della vita futura di un lavoro, adesso con i figli ci vuole solo una buona dose di psicologia sul piatto e un allarmismo generale costante e continuo.
Siamo diventati troppo iperprotettivi? Ma se genitori come me stanno attenti spesso all'ambiente che ci circonda, come mai allora continuano ad aumentare le schifezze che gli altri fanno?
Ultimamente mi sono ricordata di una canzoncina.... extraterrestre portami via voglio andare lontano da casa mia....
Continuo a battere sempre sulla solita cosa.
Cosa ha cambiato il mondo negli ultimi duecento anni. Perchè sono aumentati gli orrori perchè la natura umana è degenerata nell'atrocità?
Non troviamo come scusa che nella storia dell'uomo è sempre stato così dagli Aztechi ai cristiani crocefissi agli ebrei perseguitati torturati e vivisezionati in maniera impensabile dagli spagnoli dai tedeschi dai russi da ogni popolo è venuto in contatto.
Ascolto o leggo con sempre più orrore con quanta leggerezza si portano avanti massacri. Con quanta estraneità i governi permettono tutto questo soprattutto in posti dove non ci sono interessi economici per le multinazionali.
Una volta la società si prendeva cura dei ragazzi cercando di insegnare principi morali ed etici per il viver civile. E' stata questa "imposizione" delle regole a scatenare il rifiuto nelle nuove generazioni?
Penserete che guardo con nostalgia al passato e perchè no?
Non riesco più a parlare con qualcuno che subito mi si risponde male, non so più come salutare che mi viene subito data una risposta fuori dalla educazione più elementare.
Io ho sempre attaccato chi mi ha attaccato chi si è seduto su una sedia più alta della mia quando non c'era bisogno.
Il tempo mi ha dato ragione... chi non vale niente continua a rimanere nel suo stato di stupidità.
Perchè uno vuole essere guru senza che conosca le capacità di chi ha davanti?
La stupidità e l'indifferenza: ecco cosa si ritrova oggi nell'animo di chi ci sta vicino.
Indignarsi serve ancora a qualcosa?, gridare che va tutto male e dove volgo lo sguardo trovo un'umanità che non mi piace. Cosa posso adesso insegnare a mia figlia cosa posso fare perchè venga cancellato ogni pensiero stupido e irresponsabile?
Come posso entrare in uno stato di fiducia verso chi mi guarda in autobus chi fa complimenti alla bambina come si può con tranquillità chiedere ad una vicina di aiutarti?
Le pagine dei giornali i telegiornali ogni cosa noi ascoltiamo o leggiamo ci farebbero indurre a chiudere la porta di casa al mondo. Arriveremo davvero ad una vita "sociale" così blindata?
Quando racconto ai miei amici che dove ho la casa in montagna si tiene ancora la porta aperta, dove quando piove la vicina viene a togliere i panni stesi per non farli bagnare, dove tutti i ragazzini lì vicino arrivano a fare merenda alle 16 e per arrivare alla Posta l'altro giorno ho impiegato la bellezza di tre ore perchè ad ogni passo mi hanno fermato per chiacchierare... mi rispondono sempre che questo un paese fuori dal mondo conosciuto, eppure sono stata aiutata senza chiedere aiuto, ho lasciato la chiave di casa a persone che conoscevo solo di vista.

Credere che esistano ancora posti così è quasi da romanzo dell'ottocento.
L'idea che avevo accarezzato di venire ad abitare qui non era poi così malvagia...

martedì 7 settembre 2010

Madagascar



Grazie per il ben tornato!
Spero di riuscire ad avere il tempo e la serenità mentale per  scrivere le mie sensazioni su quella terra meravigliosa e sul suo fantastico popolo.
Ora ho bisogno di riordinare le idee.

sabato 4 settembre 2010

SCEGLIERE ANCORA... (14)


Sono ritornata in montagna per altri dieci giorni.

Non era necessario: in tre giorni avevo ripreso il mio ritmo cittadino. La nuova casa è quasi completamente abitabile. Ho sistemato mobili spostato scaffali cominciato a sistemare le centinaia di libri che ho. Mancherebbe solo il salotto, ma quello lo arrederò con calma.

Ho dei mobili antichi che non voglio lasciare nella casa che ho deciso di affittare.

Continuo a sentirmi sospesa in attesa di qualcosa o meglio di qualcuno.

Sono tornata a casa è vero, ma non ho chiamato nessuno.

C'era un appuntamento o forse due ma le giornate mi sono passate senza che abbia fatto nessuna telefonata.

Fisicamente sento di aver voglia di abbracciare un uomo, ma questa volta la mia mente è stata più forte della materialità.

Sarà felice chi mi disse di andare oltre le emozioni, forse perchè lui non può dare niente. Uomini senza sentimenti in cerca solo di se stessi. Come può una persona così innamorarsi o pensare a qualcuno?

Ho cercato per tutta la vita l'amore un uomo che mi dicesse che ero la sua donna, leggere la passione e il desiderio nei suoi occhi e cosa ho avuto in cambio alla fine? Un FORSE, dapprima pesante come un macicgno.

Poi adesso mi sono accorta che ha lavorato dentro di me come un tarlo così silenzioso ma così efficace che ha mangiato tutta me stessa: il mio cuore i miei libri i miei racconti i miei pensieri... non mi è rimasto più niente.

L'amore che era nato che aveva acceso e alimentato per tanto tempo la scintilla della vita sta soltanto sostenendo la mia forza di lottare.
Mi sento svuotata completamente svuotata di una vita.
Di emozioni sentimenti idee voglie desideri amore odio rancore cosa mi è rimasto?
C'è stata un'implosione che mi ha fatto male. Così tanto che me ne accorgo solo ora.
Pochi minuti fa ho chiesto a qualcuno se cercava l'isola di Thule. O forse sono io che l'ho cercata per tanto tempo. Le coordinate che pensavo fossero giuste a cosa mi hanno portato?
Solo alla montagna del Purgatorio.
Eppure dentro di me c'è ancora un timido pensiero che non tutto è perduto che veramente la speranza sia l'ultima cosa che non muore mai dentro gli uomini, che tutto possa ricominciate daccapo meglio di prima. Solo la vita sarà come sempre l'unico giudice implacabile o benevolo.

Ho cominciato a portare via una gran parte dei libri accumulati nello studio di montagna. Quello che ho cominciato a riempire in città è grande e contiene tutto e se non basta ho stanze pareti che posso riempire con scaffali e scaffali con libri.
Sono diventata uno dei protagonisti di qualche libro che ho letto? Parlo di libri e adesso mi viene in mente Peter Kien di Auto da fè di Canetti. Pensandoci bene l'ho letto ma... non conosco Peter Kien, e come mi succede sempre sono andata a tuffarmi nelle pagine di libri per le mie ricerche.

Mi ritrovo tre computer, telefoni antenne per la televisione in ogni stanza.
La cosa buffa è che ho deciso di non avere nessun televisore. Sto riorganizzando i miei spazi, ma la cosa non m'infastidisce come se fossi abituata a traslocare ogni momento e a riadattarmi all'ambiente nuovo.
Forse è anche questo il mio concetto della vita non attaccarmi mai a niente nessun oggetto nessuna casa nessun luogo o città.
E' vero quando gli psicologi studiano la nostra infanzia. Dai sette anni in poi per me è stato il momento delle decisioni che mi hanno accompagnato tutta la vita. Se siano stati traumi non lo so non m'interessa anche se ne parlassi a qualcuno cosa risolverei adesso dopo anni e anni passati sospesa in questo modo? Si può tornare indietro dopo che uno ha raccontato cosa gli è successo 20 o 30 anni prima?
Se la cosa subita non è stata una violenza che ha danneggiato o traumatizzato in maniera incisiva il nostro ego il resto è solo normale routine.
La base delle mie decisioni e anche rifiuti è stata mia nonna materna. Una donna dispotica tirannica che ha vesseggiato la mia famiglia fino alla bella età di 96 anni.
Non pensate male di me ma l'ho odiata con tutta me stessa. E se ripenso ad ogni attimo di vita trascorso non posso che aumentare l'odio verso di lei.
Le ho visto buttare e distruggere con gioia negli occhi oggetti o lettere che mi appartenevano e che avrei voluto conservare. E così un bel giorno decisi che non mi sarei attaccata a nessuna cosa materiale... e quindi ho considerato tutto come inesistente non di mia proprietà.
Ha reso la vita impossibile a ogni membro della famiglia. Pretendeva obbedienza e rispetto, ma non ne dava a nessuno.
Non ho vissuto un rapporto diretto con i miei genitori perchè c'era sempre lei che faceva da filtro.
Gli unici momenti invece che non ha mai potuto controllare erano quelli con mio padre quando prendeva la sua bicicletta mi metteva a sedere nel famoso seggiolino davanti attaccato al manubrio e mi portava a spasso.
Ero troppo piccola per ricordare dove andavamo, ma so che quei momenti sono miei.
Con mia madre invece la cosa è stata diversa: un distacco totale non sono mai riuscita ad avvicinarmi a lei. La sentivo debole succube di mia nonna-cerbero. Forse ho odiato anche lei, ma il tempo cancella tutto. I genitori sono due e io dentro di me feci la divisione: mio fratello e la mamma, mio padre ed io.
Strano a dirsi ma forse questo dividere gli affetti ha reso il rapporto con mio fratello meraviglioso. A parte le scarmucce da piccolini e qualche discussione da grandi, ma solo per la letteratura o la scuola, il resto è andato sempre benissimo.

Stasera le lacrime fanno da padrone, ma come dico sempre il pianto è solo qualcosa che si era preparato da tempo pronto ad uscire per il battito d'ali di una farfalla.

Le lacrime aspettano solo una scusa non nascono così all'improvviso ma si preparano piano piano con cura come per una prima in grande stile.

Silenziose calde salate quando arrivano alle labbra piene di ogni dolore abbiamo accumulato, sono la liberazione momentanea del nostro cuore come quando una diga è troppo piena e vengono aperte le paratie per far defluire l'acqua in eccesso.

Ecco allora stasera io forse sto alleggerendo un po' il mio cuore...