Stanotte sono andata a letto alle tre. Silenzio assoluto. La montagna è magica. I rumori bisogna inventarli. Anche oggi giornata intensa dalla mattina.
Non so nemmeno che giorno è. Ho abolito il calendario e l'orologio.
Mangio e dormo quando ne ho voglia. Voglio seguire i ritmi del mio corpo. La mente l'ho messa in letargo.
Il cuore e i sentimenti li ho lasciati in città.
Cerco di rimanere collegata con il cellulare e il computer, ma la voglia non c'è. Non c'è più nessun motivo per accendere il computer.
Qui sembra un mondo irreale fuori dal tempo e dallo spazio: i ritmi sono più lenti come se si fosse fermata ogni cosa e i minuti non passassero mai.
La mattina quando apro la finestre vedo le vicine in camicia da notte con la vestaglia che tolgono le foglie dalle piante intorno a casa. Come se non avessero niente da fare.
Eppure in città dal momento che mi sveglio non faccio altro che correre: non un attimo di respiro con l'orologio inesorabile che mi guarda e mi dice che il tempo è volato via... correre correre correre.
Qui invece ho troppo tempo a disposizione, come se le ore fossero diventate infinite: mi accorgo che faccio cose che in città non riuscirei e alla fine della giornata se le conto sono tante tantissime.
Forse è questo cadenzare lento come se niente e nessuno vivesse... tutto si muove nel vuoto.
Lo spazio-tempo di Einstein non esiste.
Fino a poco giorni fa mi preparavo ad affrontare la mia vita da sola con mia figlia, ma quell'atmosfera è scomparsa.
Pensate sia scomparsa da sola? Assolutamente no è stata accompagnata da tante rinunce, da persone che avrei voluto vicine.
Da un FORSE che è pesato come una montagna.
Mi sento gravata di responsabilità e di rinunce.
Per 24 ore vi prego regalatemi un giorno tutto per me senza responsabilità, ma soprattutto senza dover rinunciare a niente.
Un giorno con la persona che amo senza che la mia testa pensi ad altro.
Un solo giorno.
Poi la vita andrà avanti come vuole con la sua frusta il suo manganello il suo pungolo il suo nerbo.
Un giorno solo senza rinunce.
Solo per me.
Tre sms... mi manchi...
Due parole magiche... in altri momenti.
Sento la solitudine, ma riempio le mie giornate con i lavori che faccio dentro e fuori casa.
Quest'anno voglio stare sola senza nessuno che mi auti.
La casa è grande, ma mi sono organizzata: due stanze al giorno e alla fine della settimana ho fatto tutto. Ogni angolo è pulitissimo e in ordine.
Mia figlia comincia ad essere grande e le sue cose non sono più tanto in mezzo.
Oggi ho piantato la salvia e il rosmarino in un angolo delle scalette di pietra che portano alla legnaia. Quando mi sono girata ecco che cosa vedo che mi guarda con occhi famelici?
Uno scorpione o uno scarabeo cornuto-cervo nero grosso con due tenaglie ritte che mi fissava.
Chiamo mia figlia e lì è cominciata una discussione se quale dei due esseri immondi poteva essere (alla fine aveva ragione lei... era uno scarabeo). Le ho detto che non m'importava niente di che cosa era basta che mi lasciava in pace a continuare il mio lavoro. Nel frattempo ho ingaggiato una lotta all'ultima spinta con l'insetto che mi aveva afferrato un bastoncino che avevo e con questo volevo buttarlo giu dal muro. Insomma alla fine della "tenzone non ho toccato io" come diceva Cyrano de Bergerac ma ha vinto lui. Piccolo immondo brutto e nero e non sono riuscita a smuoverlo di un passo dalla sua posizione. Forte come un toro! E meno male che era lungo solo qualche centimetro!
Questo è il colmo devo anche combattere con gli animali.
Non bastano già gli uomini con i loro capricci?
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