SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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mercoledì 29 luglio 2009

IL GHEPARDO



(di Lorena B.)

SECONDA PARTE

(continua....)


......Altri uomini di colore uscirono saltando dai camion: sembrava che guardassero e si muovessero anche loro come un branco.
Il ghepardo, che non aveva mai visto né uomini né camion fu molto incuriosito da questa novità che turbava il normale equilibrio della sua "casa", ma non spaventato: aveva un carattere molto orgoglioso e l’unica cosa di cui aveva veramente paura era la fame.
In poche ore i quattro uomini avevano catturato molte specie di animali: li avevano colpiti da lontano con qualcosa di lungo che faceva uno strano rumore. Non si muovevano quasi: camminavano soltanto lentamente e quando vedevano qualche esemplare che andava bene si fermavano, alzavano i fucili e sparavano: da lontano. L'animale si accasciava quasi subito dopo aver fatto pochi passi, ma a differenza di quando lui o gli altri felini cacciavano non usciva sangue dai corpi. Che tipo di caccia era questa? Era così strana: nessuna corsa, nessuna zampata per togliere la vita, non uno sguardo agli occhi atterriti della preda sotto di lui che stava morendo e che non capiva il perchè. Dove era il divertimento?
Gli altri uomini, che erano venuti con i quattro, appena l'animale cadeva nella polvere si affrettavano allora a prenderlo sulle spalle e lo portavano verso i camion dove veniva caricato e rinchiuso in gabbie. Una per ogni bestia a seconda della grandezza.
Cominciò a preoccuparsi: stavano succedendo cose che non capiva.
La sua inquietudine si trasformò in rabbia quando vide che, insieme agli altri animali, caricavano anche sua madre. Con furore scese con un balzo dall’albero, dove era salito per vedere meglio, e si nascose nuovamente nell’erba alta. Come aveva fatto con il branco di zebre, così fece per quello degli uomini: scelse il più debole e lo attaccò. Il malcapitato fu l’uomo basso e tarchiato che venne ucciso.
Nacque un trambusto terrificante. Gli uomini cominciarono a sparare contro il ghepardo.
...Prendilo, John!... disse l’uomo con i baffi.
Ad un certo punto, tra gli spari, si udì un guaito disperato. Il ghepardo si volse e vide sua madre a terra, in una pozza di sangue.
... Maledizione, John! Dovevi prendere il maschio!...sentì dire da qualcuno.
Il ghepardo cercò di fuggire, ma gli uomini riuscirono a sparargli una siringa piena di sonnifero. Una volta addormentato, venne caricato su un camion e trasportato lontano dalla sua savana, in una città che aveva uno zoo. Quando si svegliò, non ricordò niente, ma si ritrovò in una gabbia di pochi metri quadrati, nella quale riusciva a malapena a fare due passi. Cominciò a soffiare e a camminare avanti e indietro cercando di rompere le sbarre a unghiate e a morsi, inutilmente!
Ad un certo punto arrivò un uomo; l’animale capì che quell’esemplare non faceva parte del gruppo che precedentemente l'aveva attaccato nella savana. Ma si trattava pur sempre di un uomo e il ghepardo aveva imparato che di quella specie non ci si deve fidare. Fra felini si rispettavano: nessuno dava "noia" a nessun altro gruppo, ciascuno non sconfinava mai una volta che avevano segnato il loro territorio. Ma adesso era diverso: che razza era questa che oltre al suo "cibo" aveva portato via anche il "cacciatore"?Cominciò a soffiare più forte, assumendo un atteggiamento minaccioso.
L’uomo rise....Ehi, bello! Calmati, tanto non vai da nessuna parte, ormai! ...
Tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto un piccolo taccuino e aprì una pagina.
....Sei un duro?.... Fece un lieve fischio ad un inserviente dello zoo.... Se non si calma...dieci cc di sonnifero…
Ora il ghepardo era veramente infastidito da quei gesti: gli occhi iniettati di sangue guardavano l’uomo, soffermandosi all’altezza della gola; i muscoli si contraevano sotto il pelo corto e lucente; aveva estratto le unghie, che luccicavano al sole; le orecchie dritte, che si muovevano al minimo rumore; il naso era arricciato e dalla bocca aperta si potevano scorgere denti affilati come rasoi. Come era potuto succedere che da cacciatore era diventato preda? Quale sorte gli sarebbe toccata? Non riusciva a capire: non si ricordava che fosse mai successo a nessuno degli altri suoi fratelli.
...Acc... fece l’uomo, sarcastico... Mi fai proprio paura! Ma qui il capo sono io, non dimenticarlo!...
Detto questo lo lasciò solo. L’animale non smise, però, di soffiare fino a che non sentì più il minimo rumore. Quando si sentì sicuro che nessuno sarebbe passato di là senza che lui non lo avesse sentito, si sedette e pensò ad un’eventuale via d’uscita.
Divenne così aggressivo che nessun inserviente poteva avvicinarsi. In risposta, ricevevano unghiate che procuravano ferite profonde.
Anche il ghepardo, però, fu picchiato duramente e anche dalle sue ferite sgorgava in abbondanza il sangue.
Ormai la ricerca di una via di fuga si faceva disperata. L'animale però non riusciva mai a dimenticare il sapore della libertà: cacciare nella sua savana era il ricordo più nitido: dentro di sè c'era forte la sensazione di potenza che sentiva quando catturava la preda, quando correva in mezzo all'erba, quando la mattina si svegliava e annusava l'aria carica di odori, quando sceglieva il suo "pasto" e il cuore cominciava a battere forte e l'adrenalina scorreva nelle vene.
La carne invece che buttavano dentro la gabbia aveva un sapore e un odore strano: mangiava solo per non morire di fame e continuare a pensare alla libertà.
Alla fine decise per un ultimo tentativo: si nascose dietro il tronco che era stato messo nella sua gabbia per ricreare un po’ l’ambiente e aspettò l’arrivo dell’inserviente che veniva a portargli il cibo. L'uomo arrivò e il ghepardo scattò in avanti afferrandolo alla gola. Non rimase per vedere se aveva veramente ucciso la sua vittima, non era il suo cibo in quel momento: voleva solo fuggire.
Attraversò la stretta porticina rimasta aperta, verso la libertà.

(continua....)

martedì 28 luglio 2009

IL GHEPARDO


(di Lorena B.)

PRIMA PARTE

Non aveva mai visto uomini o camion. Si nascose nell'erba alta come gli aveva insegnato sua madre. Cominciò a sentire odori strani, che colpivano le sue narici. Un odore che proveniva dall'interno di un camion lo fece starnutire. Era capitato anche a lui durante la digestione di essersi svuotato dell'aria che aveva dentro la pancia, ma non aveva mai fatto fumo nero come quella cosa lì davanti.
Stava fermo aspettando il momento giusto per attaccare. Continuava a pensare che non c'erano mai stati nel suo territorio oggetti così strani. L'odore soprattutto, gli odori erano diversi da tutti gli altri.
E poi quegli animali che erano scesi da quelle cose così grosse, molto più grandi di tutto quello che conosceva, non correvano, non si nascondevano: non sentiva l'odore del sudore, della paura come nelle gazzelle. Gli occhi non guardavano intorno attenti, le gambe i muscoli non erano tesi pronti a correre per scappare. Non udiva nemmeno i battiti veloci dei loro cuori, come quando i piccoli gnu brucavano vicini alle madri, ma impauriti da quell'erba così alta che impediva loro di vedere lontano.
Era lì da qualche ora, ed era risalito sul suo albero: non si muoveva, osservava e basta. Ricordò come era felice quella mattina appena si era svegliato. Il primo pensiero era stato di contemplare dai rami la pianura intorno: il risveglio delle mandrie alle prime luci dell'alba, i primi rumori della giornata che cominciava, i belati, i muggiti e perchè no anche i ruggiti degli altri felini che si preparavano per la caccia. Quest'anno poi non c'era stato nessun incendio, e le femmine delle zebre, antilopi e gazzelle avevano partorito molti piccoli. A tutti dava l'impressione che anche il caldo fosse meno opprimente e la savana aveva alberi e cespugli ricchi di foglie verdi per tutti gli erbivori che volevano stanziare lì in quel momento. Il numero enorme di queste mandrie aveva attirato anche molti più carnivori degli anni precedenti, ma a lui non davano noia: c'era cibo per tutti. Niente lo avrebbe potuto turbare, niente fino a quella mattina, quando la sua quiete era stata interrotta.
Il giovane ghepardo si era svegliato con una gran fame. Si era acquattato tra l’erba alta, osservava i movimenti di un branco di zebre che pascolava pochi metri più avanti, cercando di individuare l’animale più debole. Dopo aver guardato in ogni direzione, individuò un cucciolo che trotterellava accanto alla madre.
Si leccò i baffi e spostò il peso sulle zampe posteriori, pronto a scattare al momento opportuno. Improvvisamente, come un fulmine, schizzò in avanti lanciandosi in una folle corsa verso quel minuscolo animale. In un istante il branco si sparpagliò e in poco tempo il cucciolo si trovò separato dalla madre e dagli altri. Il ghepardo si gettò su di lui e gli azzannò la gola. Bastò qualche istante, perchè il piccolo si accasciasse a terra, privo di vita.
Lo trascinò all’ombra di un albero per consumare il suo pasto. Quando fu sazio si arrampicò sui rami a digerire. Da lì aveva un’ampia visuale della pianura dov’era nato e cresciuto. Il branco di zebre si era nuovamente riunito e aveva ricominciato a pascolare, come se non fosse successo nulla. La vita doveva continuare e la morte di uno solo, che fosse piccolo o vecchio, non importava: dava la possibilità agli altri di vivere qualche ora in più, fino a quando qualche altro felino avesse avuto fame e quindi la paura della caccia li avesse nuovamente fatti scappare per salvarsi. Si fece più attento: un branco di gazzelle stava per essere attaccato su più lati da sei leonesse.
All’improvviso, uno stormo di uccelli si alzò in volo e all’orizzonte apparvero due enormi camion e una jeep che giunsero nello spiazzo pochi metri dopo il branco di gazzelle, che fuggì rovinando la caccia delle leonesse. Ne scesero quattro uomini: il primo basso e tarchiato, il secondo più alto, il terzo con dei baffetti neri e pochi capelli e il quarto molto giovane, biondo e muscoloso. Altri uomini di colore uscirono saltando dai camion: sembrava che guardassero e si muovessero anche loro come un branco.

(continua....)

Gran Paradiso



Foto by Indi

Gran Paradiso


Fioritura di muschio

lunedì 27 luglio 2009

ODIO LE FOTO !!!!!!!!!!!!!!


(di Lorena B.)

Perchè tutti vogliono fotografarmi?
Sono stata anni a fuggire davanti a tutte le macchine fotografiche.
L'anno scorso mi hanno fatta una sola foto, quando sono andata a prendere mia figlia al campo scout.
Eravamo contente tutte e due di ritrovarci. Io ancora più felice: ho avuto per 30 minuti la figlia obbediente e calma che ho sempre desiderato, ma l'entusiasmo iniziale si è spento quando ritornando fra le braccia della mamma ha ricominciato le solite bizze.
Ho avuto l'idea di "abbandonarla" nel bosco come Pollicino.
Non è che per via osmotico-epiteliale le ho ripassato tutta se stessa?
Dunque ritorniamo alla foto.
Oggi ben quattro contatti su Facebook mi vogliono fotografare.
Ma l'immaginazione dove arriva? Possibile che solo un volto fa pensare a mille cose?
Non pensate cose strane, sono stati tutti molto carini e nessuno volgare. Tutte immagini idilliache: in mezzo ai campi, capelli al vento, occhi chiusi, profumo di lavanda.....
Tende svolazzanti....chissà perchè mi è venuta a mente la canzone MAGNIFICENT degli U2.
Una foto... cosa può significare una foto?
Io ho solo un'immagine impressa dentro di me, che non mi abbandonerà più. Non ho bisogno di foto.
Ma pensandoci bene, ci sono particolari che possono essere dimenticati e rivedendo persone o luoghi dopo qualche anno ci ritornano prepotentemente davanti i ricordi.
Foto....la prima cosa che si strappa quando finisce un amore, come se gettando nell'immondizia quei pezzi di carta si cancellasse se stessi e cosa abbiamo vissuto.
Foto.... di un matrimonio. Ma si riesce a tenere insieme un matrimonio con delle foto quando finisce tutto e i motivi sono così gravi che ci si chiede se quella famosa formula...per sempre.... l'abbiamo mai pronunciata?
O chi l'ha formulata, l'ha vissuta?
Foto.... di qualcosa che non esiste più come animali o cose estinte?
Per vedere dove può arrivare l'idiozia umana?
Foto.... flash di un universo morente? E se le immagini che ci arrivano fossero solo le immagini di un universo che è già morto da miliardi di anni e che noi non lo sappiamo? Cosa aspettiamo l'ultimo fotogramma con l'esplosione finale per renderci conto di non essere vivi?

Foto............

domenica 26 luglio 2009

LATTAIOLO


INGREDIENTI
(per 6 persone)

- 1 litro di latte
- 6 uova
- 2 cucchiai di zucchero
- 50 gr farina
- una bustina di vaniglina
- un cucchiaino di cannella
- poco burro

Sbattete le uova con lo zucchero, quindi incorporate la farina, la vaniglina e la cannella.
Girate bene e versate poco alla volta, tutto il latte.
Imburrate ed infarinate una tortiera e versateci dentro il composto.
Cuocete in forno caldo per circa mzz'ora. Servitelo freddo.

Esiste anche uno squisito lattaiolo bianco, cioè fatto senza i rossi d'uovo.
Si montano a neve 8 chiare d'uovo, poi si mescolano ad un litro di latte zuccherato con 8 cucchiai di zucchero ed insaporito con della scorza di limone.
In uno stampo si mette dello zucchero caramellato e si versa il liquido.
Si cuoce in forno caldo per circa mezz'ora.

CONIGLIO ALL'ORBETELLANA


INGREDIENTI
(per 4 persone)

- un coniglio di circa un chilo
- 2 spicchi d'aglio
- rosmarino
- salvia
- prezzemolo
- aceto bianco
- pane casalingo
- olio d'oliva
- sale e pepe

Tagliate il coniglio (senza testa e zampe) in 12 pezzi: le cosce divise in 2, 2 spalle e lombo tagliato in 6 parti.
Preparate un trito di aglio, rosmarino, salvia e prezzemolo.
Mettetelo in una zuppiera e aggiungete sale e pepe, un bicchiere d'aceto e mezzo bicchiere d'olio.
Mettete in una casseruola i pezzi di coniglio a strati e tra uno strato e l'altro cospargete con la salsetta ben amalgamata.
Terminate con la salsa, poi chiudete bene con un coperchio e fate cuocere lentamente per circa un'ora.Ogni tanto controllate la cottura, ma non girate i pezzi.
Servitelo con il suo sugo di condimento su fette di pane abbrustolite.

RISOTTO ALL'ORTICA


INGREDIENTI
(per 4 persone)

- 400 gr riso
- 200 gr ortica
- mezza cipolla
- 50 gr burro
- parmigiano grattato
- olio d'oliva
- sale e pepe

In una pentola fate rosolare, in 4 cucchiai d'olio, la cipolla tritata fine.
Appena appassisce unite le foglie d'ortica lavate e tagliate grossolanamente.
Cuocete qualche minuto poi unite il riso.
Salate, pepate e tirate su il risotto con acqua bollente o brodo.
In ultimo unite il burro e servitelo con del parmigiano.

(Usate le foglie superiori dell'ortica che sono piccole e tenere. Si raccolgono in estate proteggendo le mani con i guanti.)

venerdì 24 luglio 2009

IL MORTAIO

Un figlio di Bin Laden sarebbe rimasto ucciso in Pakistan nel corso di un attacco missilistico contro Al Qaeda.
Pensierino.....capita che le bombe dei padri, cadano sui figli !

ME LA STO GODENDO....(2)


Ieri sera Vi avevo detto che avrei cercato la terza triade per completare il cerchio.
Ma non ho impiegato molto a trovare la soluzione.
Perchè cercare altro quando avevo tutto lì sotto gli occhi?

La terza triade sono semplicemente i nostri blog


- EPICUROELABORSA

- EPICUROELEERBE

- EPICUROEWLAVITA

Cosa devo cercare di meglio?

giovedì 23 luglio 2009

ME LA STO GODENDO....


Oggi cosa buffissima, per la prima volta nella mia vita mi sono ritrovata a non avere più nessuna certezza.
Direte Voi ... è terribile. Vi rispondo subito di no.
No, perchè non m'importa niente.
Mentre altre volte mi sembrava di cadere dentro un pozzo e poi dovevo faticare per risalire, questa volta non lo vedo nemmeno il pozzo.
Non sono nemmeno in un deserto, anzi sono su una spiaggia in riva al mare e me la sto godendo tutta.
Perchè devo fasciarmi la testa se in questo momento non so che decisioni prendere?
Ho raggiunto la famosa pace dei sensi?
Non posso nemmeno dire che ho smesso di fumare o di bere, niente di tutto questo: mai fatto.
E allora?, semplice! crisi di scrittore.
Era già da un po' che non mi piaceva più quello che scrivevo: in questi ultimi giorni parlando con un amico... il crollo totale.
Con la sua calma, la sua timidezza mi ha fatto riflettere. Timidezza, avete letto bene: un uomo che a sessant'anni è timido! Anche a me mi è "crollato" il mondo; lo sport preferito del genere maschile è la spavalderia e invece ancora nel 2009 esiste l'ultimo timido.
Che faccio m'innamoro o lo lascio come amico prezioso?
Ne ho già due a me molto cari, li chiamo "i miei amori", mi mancava il terzo.
Oggi chissà perchè 23 luglio 2009 mi si completano le triadi. Favoloso! Prima di mezzanotte succederà ancora qualcosa lo sento, mi manca il completamento della terza triade e il cerchio è chiuso.
Vi lascio un attimo, perchè voglio fare un po' di ricerca e capire come mai questa data così strana sta segnando in maniera così particolare la mia vita.

Baci a dopo

HO TROVATO IL TERZO !!!!!


Oggi ho raggiunto Einstein: sono riuscita a dire

...aiutami, altrimenti impazzirò....

e mi è stato risposto che lo disse anche il famoso scienziato, prima di formulare la famosa Teoria della Relatività Generale.

Dovrei essere contenta, perchè finalmente ho trovato la terza costante che mi accomuna a tre geni della nostra storia.

1 - Napoleone Bonaparte, perchè dormo solo 3 - 4 ore per notte
2 - Leonardo da Vinci, perchè mangio solo verdura, frutta e pesce, (solo pollo nessun'altro tipo di carne).

2 - Albert Einstein, perchè come lui se non risolverò un problema impazzirò.

Solo che io mi sento un puzzle: i tre pezzi come dovrò metterli insieme per far uscire qualcosa di "decente"?

IL MORTAIO

Di Pietro ha scritto a Napolitano.
"Presidente non mi offenda."
Noi diciamo:
" Presidente, lo ascolti! Quando mai ricapita che Di Pietro azzecchi un altro congiuntivo?"

mercoledì 22 luglio 2009

EPICURO


Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro. Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l’età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l’avvenire.

martedì 21 luglio 2009

DEDICATO A TUTTE LE DONNE


Quando Dio creò la donna era già al suo sesto giorno di lavoro facendo pure gli straordinari.
Apparve un angelo e gli chiese:”Come mai ci metti tanto con questa?”
E il Signore rispose: “Hai visto il mio Progetto per lei?”
Deve essere completamente lavabile, però non deve essere di plastica, avere più di 200 parti muovibili ed essere capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato ad un cuore spezzato e lo farà tutto con solamente due mani.”
L’angelo si meravigliò dei requisiti.
“Solamente due mani….Impossibile!E questo è solamente il modello base?E’ troppo lavoro per un giorno….Aspetta fino a domani per terminarla.”
“No lo farò!” protestò il signore. “Sono tanto vicino a terminare questa creazione che ci sto mettendo tutto il mio cuore…Ella si cura da sola quando è ammalata e può lavorare 18 ore al giorno.”
L’angelo si avvicinò di più e toccò la donna.“Però l’hai fatta così delicata, Signore”
“E’ delicata, ribatté Dio, però l’ho fatta anche robusta. Non Hai idea di quello che è capace di sopportare o ottenere”“Sarà capace di pensare?” chiese l’angelo.
Dio rispose:“Non solo sarà capace di pensare ma pure di ragionare e di trattare”
L’angelo allora notò qualcosa e allungando la mano toccò la guancia della donna…“Signore, pare che questo modello abbia una perdita…”
“Ti avevo detto che stavo cercando di mettere in lei moltissime cose…non c’è nessuna perdita… è una lacrima” lo corresse il Signore.
"A che cosa serve una lacrima?” chiese l’angelo.
E Dio disse:“Le lacrime sono il suo modo di esprimere la sua gioia, la sua pena, il suo disinganno, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza, e il suo orgoglio.”
Ciò impressionò molto l’angelo “Sei un genio, Signore, hai pensato a tutto. La donna è veramente meravigliosa”
Lo è! Le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini. Affrontano difficoltà, reggono gravi pesi, però hanno felicità, amore e gioia. Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Lottano per ciò in cui credono. Si ribellano all’ingiustizia. Non accettano un “no” per risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore. Si privano per mantenere in piedi la famiglia. Vanno dal medico con un’amica timorosa. Amano incondizionatamente. Piangono quando i loro figli hanno successo e si rallegrano per le fortune dei loro amici. Sono felici quando sentono parlare di un battesimo o un matrimonio. Il loro cuore si spezza quando muore un’ amica. Soffrono per la perdita di una persona cara. Senza dubbio sono forti quando pensano di non avere più energie. Sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore spezzato.
Non ci sono dubbi però… nella donna c’è un difetto: Ed è che si dimentica quanto vale.

MASSIMA DEL GIORNO


Alla fine ricorderemo,
non le parole dei nostri nemici,
ma i silenzi dei nostri amici.

PER TUTTI


CI SCUSERETE SE NEI PROSSIMI GIORNI IL LAVORO DEL BLOG RALLENTERA' UN POCHINO.

I MOTIVI???

NE POTREI ELENCARE TANTI, DICIAMO CHE C'E' UN PO' DI STANCHEZZA DOPO UN INVERNO UN PO' PESANTE, IL CALDO DI UN'ESTATE STRANA, L'ASSENZA DI PERSONE CARE, LA VOGLIA DI STUDIARE UN PO' ALCUNI ARGOMENTI E IL TEMPO NON E' MAI ABBASTANZA, ECC.....

BACI, SONO SEMPRE CON VOI.

lunedì 20 luglio 2009

FAC EBOOK O FAC SIMILE

(di Lorena B.G.)

Se vi ricordate qualche mese fa scrissi alcune mie considerazioni su Skipe.
Anche storie di personaggi che gravitavano in questo"mondo".
Alla fine stanca, stufa e anche disgustata ho chiuso il programma.
Mi ritrovavo alla fine del collegamento solo ed esclusivamente ad essere stata contattata da uomini con voglie nascoste nel cervello e in mano.
In questi mesi lo avrò riaperto altre due o tre volte, ma la cosa non è cambiata.
Rimango quindi per adesso su Facebook.
I miei contatti sono stati scelti ed io stessa sono stata scelta.
Alcuni molto interessanti, mi sono meravigliata soprattutto di aver trovato una persona molto molto speciale.
In generale però niente di strano, nessuno particolare o con voglie assurde.
Solo in giro dopo tre mesi devo per forza fare le mie considerazioni.
Alcuni personaggi pubblici raccolgono adepti e poi non si collegano mai e non capisco il perchè occupano il "posto" se non trasmettono niente, alcuni invece hanno da mettersi in mostra con frasi ad effetto e guai a contraddirli! Si arrabbiano come se le loro parole non fossero oro colato, ma l'aria stessa che da vita. Alcuni poi riempiono lo spazio solo con poesie o filmati di canzoncine anni ...anta. Ma lo sanno che siamo nel 2009? Qualcuno li dovrà informare prima o poi!
In questi giorni si sprecano poi considerazioni politiche.
Mi ricordo che qualche anno fa o comunque ogni tanto alla televisione abbiamo visto dei filmati prima dell'ultima grande guerra dove Hitler incitava le folle e c'erano i "fans" che lo osannavano e perdevano la testa dietro le sue parole. (Mi scuserete sto usando eufemismi per non andare giù pesante).
In questi giorni, stavo dicendo, assisto su Facebook più o meno alla stessa cosa.
C'è un partito con problemi personali e con problemi provocati dall'esterno. La cosa che mi fa meraviglia è l'accanimento di alcune persone nel propagandare sia il partito che la propria partecipazione o addirittura la pubblicità nel portare avanti certe idee e invogliare altri ad iscriversi.
Sento nelle loro parole la stessa "aria" di quei filmati d'anteguerra! Naturalmente in un paese civile come l'Italia che fa parte del più grande paese dell'Europa non assisteremo a nessuna rappresaglia, nè alla costruzione di nessun campo di concentramento per chi non segue le stesse idee o appartiene a etnie diverse, ma perchè ho i brividi e mi vengono a mente sempre gli orrori del processo di Norimberga?
Eppure sono persone intelligenti e anche con lavori di tutto rispetto, e con problemi personali e familiari. Ebbene guardando l'orario che impiegano a stare su FB a pubblicizzare, le ore fuori casa per la programmazione politica, le ore chiaramente di lavoro..... Mi sorge spontanea una domanda!!!!!
Ma per i propri problemi quanti secondi al giorno "sprecano"?
Distacco familiare, bambini lasciati soli, mogli che si allontanano (e ci credo! se il proprio tempo libero viene passato con gli "amici").....
Ma quando parliamo ed escono fuori i loro "drammi" personali.....
MAI e poi MAI avrei e permetterò a nessuno di prendere il primo posto rispetto a mia figlia o a me stessa. MAI mi annullerò nè in una persona nè in un'idea. Preferisco continuare a fare da spettatore valutando sempre tutti i pro e i contro di ogni cosa non partecipando mai a niente. Sarò un libero pensatore, una mosca bianca, una fuori delle righe, ma se mi guardo allo specchio posso dire di essere libera, libera non assoggettata a nessuna idea politica o a nessuna costrizione.
Un giorno e negli altri a venire avrò conosciuto tanto della vita sia a livello umano, a livello intelletivo, di lettura, di cultura, di scambio di opinioni, di idee in maniera civile.
La mia mente di libero pensatore quanto si sarà arricchita di idee diverse?
Posso rispondere molto, magari non di tutto quello che vorrei, ma continuo a pensare che c'è modo e modo di aderire ad un'idea o a simpatizzare.
E continuo a chiedermi......mettiamo il caso che un giorno per loro tutto questo interesse politico debba finire o peggio ancora "crollare"! Cosa gli rimane?
Alla fine ho chiuso Skipe perchè nella testa di chi è presente c'è una sola idea, ma su Facebook mi sembra che sia solo cambiato l'oggetto, perchè la strada a senso unico è rimasta quella!!!!
Ciao, alla prossima....