SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)
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martedì 8 dicembre 2009
LA MENNULARA (libro)
venerdì 4 dicembre 2009
I SOLDI DEVONO RESTARE IN FAMIGLIA (libro)
lunedì 30 novembre 2009
PAROLE DETTE di Kahlil Gibran
venerdì 27 novembre 2009
LIBRI PER IL FINE SETTIMANA
giovedì 26 novembre 2009
LIBRI DA LEGGERE
martedì 24 novembre 2009
GLI DEI DELLA TERRA (libro)
di Kahlil Gibran
"Quando cadde la era della dodicesima era
e il silenzio, alta marea della notte, sommerse le
alture,
i tre dei della terra, i Titani signori della vita, apparvero sui monti.
Vorticavano fiumi ai loro piedi;
nebbia fluttuante li avvolgeva al petto,
e le teste si ergevano maestose al di sopra del
mondo.
Poi parlarono, e come il tuono lontano
le voci rimbombarono di pianura in pianura.
PRIMO DIO
Il vento soffia verso levante.
Voglio volgermi a sud:
ho le narici colme di odori di cose morte.
SECONDO DIO
Profumo di carne bruciata, soave e intenso:
voglio inebriarmene.
E' l'odore della natura mortale, arsa dalla sua
stessa fiamma languente.
Ristagna greve nell'aria
e come fetido miasma di fogna
mi offende i sensi.
Voglio volgermi a nord: di là non vengono
odori."
TRAMA
"Quando dal caos emerse la terra e noi, figli del principio, scorgemmo l'un l'altro nella luce inerte, articolammo il primo suono soffocato e tremulo animando le correnti dell'aria e del mare. E muovemmo i primi passi, mano nella mano, nel vago colore del mondo bambino; e dagli echi di quei primi passi incerti nacque il tempo, quarta divinità, che affonda il piede nelle nostre orme, segue come un'ombra i nostri pensieri e desideri e vede solo attraverso i nostri occhi.E sulla terra venne la vita e nella vita venne lo spirito, melodia alta dell'universo. E noi regnavamo sulla vita e sullo spirito e nessuno tranne noi conosceva la misura degli anni nè il peso dei sogni nebulosi degli anni, finchè a mezzogiorno della settima era, demmo l'acqua del mare in matrimonio al sole. E dalle segrete stanze della loro estasi nuziale demmo vita all'uomo, creatura che, sia pur debole e malferma, porta per sempre i segni della sua origine. Tramite l'uomo che cammina sulla terra con occhi fissi alle stelle, troviamo vie per le regioni remote della terra: e dell'uomo, umile canna che cresce a lato delle acque cupe, facciamo un flauto attraverso il cui cuore cavo la nostra voce giunge al mondo avvolto nel silenzio".
PERSONALE
Grande poeta o forse cittadino del mondo, colui che già all'inizio del secolo XX capì che per allargare i suoi orizzonti che per dare luce alle sue esperienze non poteva rimanere emarginato nella scrittura della lingua araba, ma decise di imparare e scrivere in inglese.Meravigliosa mescolanza di attributi, di idee di allegorie e miti che si intrecciano nei suoi versi. Le parole sembrano ispirate, i suoi personaggi creati per non avere età e racchiudere ogni idea tutte le idee del mondo umano e divino.
I personaggi sono al di sopra di tutto, immobili e immutabili nell'eternità ma aggrappati alla vita nella sua fatalità.
Riflessioni di uomini non di dei.
"...ma noi, noi insonni e consapevoli,
noi siamo dispensati dalla sorte incerta e dalle
congetture.
Non ci soffermiamo, non attendiamo il balenare
dell'idea,
superiori a ogni inquieto interrogare.
Accontentati e lascia andare i sogni."
Il libro è ormai fuori catalogo, ma se guardate su internet lo trovate.
Il consiglio che posso darvi non dedicategli solo quel poco tempo che richiede, ma gustatelo un pezzo alla volta e poi rileggetelo altre tre volte per capire appieno i suoi versi.
SCHEDA
Genere - Poesia
Titolo - GLI DEI DELLA TERRA
Autore - Kahlil Gibran
Editore - SE
( libro del I anno)
lunedì 23 novembre 2009
IL TIRANNO (libro)
venerdì 20 novembre 2009
IL PICCOLO PRINCIPE (libro)
di Antoine De Sain-Exupery
"Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato "Storie vissute della natura", vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell'atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno. C'era scritto:" I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede."
Meditai a lungo sulle avventure della jungla. E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. Il mio disegno numero uno. Era così:...."
TRAMA
E' la storia dell'incontro tra un aviatore, costretto da un guasto ad un atterraggio di fortuna nel deserto, e un ragazzino alquanto strano, che gli chiede di disegnargli una pecora. Il bambino viene dallo spazio e ha abbandonato il suo piccolo pianeta perchè si sentiva troppo solo lassù: unica sua compagna era una rosa. Un libro che si rivolge ai ragazzi e "a tutti i grandi che sono stati bambini ma non se lo ricordano più", come dice lo stesso autore nella dedica del suo libro.
PERSONALE
Qualche settimana fa sono andata tutta seria alla mia libreria... vorrei IL PICCOLO PRINCIPE di A. De Saint-Exupery....
Mi portano nella sezione bambini... no, no mi scusi lei ha capito male... e ripeto il titolo.... signora, non conosco nessun altro libro con questo titolo....
Non sto a raccontarvi altro!
Avevo pensato che fosse un romanzo!
L'ho letto tutto d'un fiato in poco meno di un'ora.
Scritto da un adulto che ha ricordato di essere stato bambino.
Il protagonista? Un ..... senza età e tutte le età.
Non l'uomo spensierato che ha conservato in sè la fanciullezza come in Peter Pan, ma chi ricordando non vuole più dimenticare di avere avuto sei anni.
Un libro anche per coloro che ormai hanno acquistato con il passare del tempo comportamenti irragionevoli e inutili dettati dalle "etichette" della vita.
Poche frasi per ogni personaggio servono all'autore a descrivere molto bene i difetti che spesso troviamo in giro.
Perchè i suoi ricordi si sono fermati all'età del primo trauma, quando è stato bloccato dall'ottusità degli adulti e non ha più disegnato. Quando il suo mondo non ha più avuto come riferimento la figura maschile per la morte del padre.
Il caricarsi di responsabilità... il piccolo principe la mattina spazzava accutatamente i vulcani, anche quello spento, non si sa mai! (tipico degli adulti fare le cose in previsione di...), strappava i germogli di baobab...
Ma anche rimanere attaccato al modus operandi dei fanciulli....il piccolo principe non rinunciava mai ad una domanda che aveva fatta...
E come succede spesso nella vita la realtà piomba sempre addosso con la sua crudeltà, il prendere coscienza dei propri sbagli, non importa se grandi o piccoli, il peso di quello che abbiamo lasciato per rabbia e per impulsività.
E i pensieri vanno all'unica compagna sul suo pianeta in alto in mezzo alle stelle: UNA ROSA.
Poche pagine su questo piccolo fiore, ma la sua presenza aleggia fra le righe, rimbalza fra una parola e l'altra.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante."
Ho pensato ad una cosa che mi è successa negli ultimi mesi... mi sono sentita quella rosa, c'è chi mi ha fatto sentire importante, grazie.
SCHEDA
Genere - Favola (per bambini, ma anche per adulti, che hanno dimenticato di essere stati bambini!)
Titolo - IL PICCOLO PRINCIPE
Autore - Antoine De Saint- Exupéry
Editore - Bompiani
( libro del I anno)
mercoledì 18 novembre 2009
LIBRI DA LEGGERE
- Georges Minois
STORIA DELL'ATEISMO
Editori Riuniti
- Cesare Brandi
VIAGGIO NELL'ANTICA GRECIA
Editori Riuniti
- Gilbert K.Chesterton
SAN TOMMASO D'AQUINO
Lindau
- Brett Shapiro
L'INTRUSO
Universale Economica Feltrinelli
- Kahlil Gibran
GLI DEI DELLA TERRA
SE
- Frederic Portal
SUI COLORI SIMBOLICI
Luni Editrice
- Daniel Pipes
IL LATO OSCURO DELLA STORIA
Lindau
- Wilhelm Fraenger
LE NOZZE DI CANA
SE
lunedì 16 novembre 2009
INVICTUS
Manuale di conversazione (LIBRO)
Ho riletto in questo fine settimana un testo di un autore che non può mancare in una libreria nella voce grandi autori italiani.
E volevo fare omaggio ricordandolo..
Le grammatiche su cui si studiano le lingue saranno utilissime per impararle, ma non altrettanto per la logica e il buon senso. Il che, tuttavia, non rappresenta un danno in ogni senso. Anzi potrebbe contribuire a dare ai rapporti fra le persone un carattere quanto mai spensierato e fantasioso che conferirebbe alla vita un aspetto dei piu' piacevoli.
Dalla grammatica inglese:
" Portaste il binocolo? ".
" No, ma portai il vostro ventaglio. "
Col che si imparano parecchi vocaboli, non c'e dubbio. Ma non e' chi non veda un ventaglio esser tutt'altra cosa che un binocolo. Non c'e' niente in comune fra i due oggetti. Come e' possibile parlare di ventaglio a chi vi chiede notizie del binocolo?
Vediamo: dove, quando e perche' si puo' domandare a qualcuno se ha portato il binocolo? In teatro, o in occasione di una gita in luoghi panoramici, o per esigenze belliche.
Ora, ammesso che in un teatro possa essere utile anche un ventaglio, benche' abbia tutt'altra funzione e non sara' certo esso che mi permettera' di apprezzare le bellezze d'un corpo di ballo. Ma su una montagna! Che ne faccio d'un ventaglio, se ho bisogno d'un binocolo?
Non parliamo poi d'una casamatta o della tolda d'una nave da guerra. Immaginate un generale nel suo osservatorio o un ammiraglio sul ponte di comando, che durante l'infuriare della battaglia, dovendo seguire le mosse del nemico, domandi all'aiutante di campo:
" Portaste il binocolo?" e si senta rispondere: " No, ma portai il vostro ventaglio ".
Anche ammesso che faccia molto caldo, in quel momento il comandante ha bisogno di guardare.
Forse gli autori degli esercizi di traduzione immaginano un mondo di stolidi. Ecco un altro dialogo della grammatica inglese:
" Mamma, comperasti la tovaglia? "
" No, ma comperai il rasoio per tuo fratello. "
Una famiglia di pazzi, evidentemente. Pazza la madre, che forse immagina si possa apparecchiare la tavola col rasoio; e pazza la figlia, che dal manuale non risulta essersi minimamente turbata alle parole inconsulte della vecchia insensata.
Ancora:
" Vedeste il mio allacciabottoni? ".
" No, ma vidi il vostro colletto e polsini. "
Magari qui si puo' ravvisare un barlume di coerenza, in quanto siamo sempre in materia inerente al vestirsi. Ma c'e un abisso, tra la domanda e la risposta.
Uno dei torti degli esercizi di conversazione e per l'appunto di non dare quasi mai la terza battuta. S'imparerebbero molte altre parole, magari non delle piu' ortodosse. Come rispondereste a uno che vi parla di colletto e polsini, quando voi gli domandate notizie dell'allacciabottoni?
E evidente:
" O sei un imbecille, o vuoi prendermi in giro. Come ti viene in mente di rispondermi cosi? "
E giu' una sequela di parolacce, che pure hanno la loro utilita' nello studio d'una lingua.
In conclusione m'* pi* volte capitato, nell'esprimermi in una lingua straniera imparata di fresco su una grammatica, di essere quanto mai incoerente. Una volta, a un passante che mi domandava: "Sapreste dirmi dov'e' la tale strada? " mi avvenne di rispondere sulla base di un dialoghetto studiato nella grammatica.
" No, ma so dirvi l'eta' del cugino di vostro padre. "
Il passante rispose con una frase che non capii, perche' purtroppo, come dicevo, negli esercizi di conversazione manca sempre la terza replica.
Per tacere degli scorci di vita che si possono cogliere, attraverso quegli esercizi, specie se si diffondono in particolari
" Eravate con vostro padre? "
" No, ero con l'amico di mio padre, ma le mie sorelle erano con vostra madre; siamo stati a vedere la cattedrale."
Bella brigata di cretini davvero. Tra l'altro c'e' da scommetere che ognuno non capiva chi fossero gli altri quanto a grado di parentela reciproca, durante questa famosa visita alla cattedrale. Perche' e' soprattuto sull'indicazione delle parentele che queste frasi risultano sibilline.
Doveva essere una mattina grigia in una citta' gotica del Nord-Europa, una pioggerella leggerissima punzecchiava appena i volti dei passanti. I nostri amici, usciti dall'albergo e avendo lasciato qua e la' un certo numero d'imprecisati parenti, andavano in fretta verso la cattedrale con le guide in mano. Nella chiesa semibuia tra le navate, si sbirciavano sospettosi:
" Chi e quello? ".
" E' l'amico di vostro padre, e io sono la madre di un tale che non c'e', perche' io sto con le vostre sorelle. "
" E che rapporto di parentela c'e' fra voi e l'amico di mio padre? "
" Egli e' l'amico del padre delle ragazze che stanno con me e che sono vostre sorelle, mentre voi siete l'amico di mio figlio. "
E' un groviglio.
" Ed io chi sono? "
" Voi siete il figlio dell'amico di quel signore e il fratello delle signorine che stanno con la madre di un altro vostro amico che non e' qui, e questa sarei io."
Basta, basta, per carita' , c'e' da diventare pazzi.
E notate che queste frasi sono tutte rigorosamente dedotte da quella dell'esercizio, quanto a rapporti di parentela, amicizia e semplice compagnia, tra i partecipanti alla visita della cattedrale.
Durante la quale - e' ovvio aggiungerlo - il cicerone avra' zittito:
" Signori, occupatevi della cattedrale, invece che di questi pasticci di famiglia; guardate i vetri istoriati ".
Dopo la visita, tornati all'aperto:
" Ed ora andiamo a far colazione? ".
" No, ma posdomani arriva il cognato di vostro figlio. "
E via in fretta, senza volti, senza cervello, mentre una pioggerella leggerissima fa viscido il selciato fra le basse arcate e i negozi di frutta della grigia citta' gotica. E si sente nell'aria un odorino di cavoli cotti e di birra, mentre il carillon dei pupazzi metallici suona mezzogiorno nella torre del palazzo di citta'.
Europa, Europa mia! Quando verremo a liberarti?
Achille Campanile
venerdì 13 novembre 2009
LA TORRE DELLA SOLITUDINE (libro)
Valerio Massimo Manfredi
"La colonna avanzava lentamente nel bagliore del cielo e delle sabbie; l'oasi di Cydamus non era più che un ricordo, con le sue acque limpide e con i suoi datteri freschi. Da molti giorni l'avevano lasciata, non senza timore, ma l'orizzonte meridionale continuava ad allontanarsi, vuoto, falso e sfuggente come i miraggi che danzavano tra le dune.
In testa, sul suo cavallo, il centurione Fulvio Macro teneva eretta la schiena e diritte le spalle nè si toglieva mai l'elmo arroventato dal sole, per dare agli uomini l'esempio della disciplina.
Era originario di Ferentino e veniva da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Se ne stava a marcire da mesi con il suo reparto in un ridotto della costa sirtica fra le allucinazioni della malaria, bevendo vino inacidito e sognando invano Alessandria e le sue delizie, quando improvvisamente il Governatore della provincia lo aveva convocato a Cirene e gli aveva affidato l'incarico di attraversare il deserto con una trentina di legionari, un geografo greco, un aruspice etrusco e due guide mauritane."
TRAMA
Nella notte dei tempi un popolo osò sfidare Dio. E la Torre della Solitudine, persa tra le dune, è l'ultima testimonianza di quella sfida, ma è anche la promessa di un portentoso evento. Per ritrovarla, per scioglierne l'indicibile mistero, tre uomini si avventurano nel cuore del Sahara. Un archeologo che insegue le tracce di suo padre, un colonnello della Legione Straniera assetato di vendetta, un prete che mette alla prova la sua fede: di fronte alla Torre della Solitudine si compie il loro destino. Mentre dai confini del tempo e dello spazio rieccheggia il più superbo e sconvolgente dei messaggi. Un thriller archeologico. Un'avventura ai limiti dell'impossibile.
PERSONALE
Ancora Manfredi!Il nostro caro scrittore-storico-archeologo, narratore scorrevole e incisivo.
Continuo a dire che i suoi racconti sono semplicemente "semplici".
E' vero che qualcosa mi è sembrato ovvio scontato, ma è anche vero che ad alcuni amici che ho consigliato i suoi libri ne sono rimasti entusiasti.
Adesso Manfredi per me è diventato l' "ora di ricreazione" fra la lettura di Joyce e Hooper, fra Balbi e Critchley.
Mi sono ritrovata in mano i suoi libri prima di addormentarmi nei minuti che concedo alla lettura prima di spengere la luce.
Lettura piacevole non impegnativa, la mia mente si libera della giornata e di quello che ho studiato fino a quel momento.
Non voglio angustiarvi troppo con il dirvi che le sue storie gli artifici che inventa possono essere reali, o possono dare spazio a pensieri più fantastici.
In questo libro ho pensato al 2012, a Nibiru, agli Anunnaki, ai Dogon....ma come spesso succede tutte le notizie che tengono con il fiato sospeso milioni di persone aspettando l'ora X, la fine del mondo, l'Apocalisse svaniscono nel nulla.
Per sapere come va a finire e cosa viene lasciato in sospeso, l'unico modo è leggerlo.
SCHEDA
Genere - Romanzo
Titolo - LA TORRE DELLA SOLITUDINE
Autore - Valerio Massimo Manfredi
Editore - Oscar Mondadori
( libro del I anno)
mercoledì 4 novembre 2009
L'ORACOLO (libro)
domenica 25 ottobre 2009
POESIA
sabato 24 ottobre 2009
INDOVINA INDOVINELLO.......
- Glenn Cooper
LA BIBLIOTECA DEI MORTI
Editrice NORD
- Marcello Craveri
SANTE E STREGHE
Universale Economicaa Feltrinelli
- Primo Levi
LA CHIAVE A STELLA
Einaudi
- Giuseppe Giacosa
UNA PARTITA A SCACCHI
Attilio Barion Editore - 1920
Come al solito mi riservo il tempo necessario per leggerli e poi commentarli insieme a Voi.
Buona lettura
mercoledì 21 ottobre 2009
LIBRI DA LEGGERE
Ne ho comprato anche un altro ma non voglio anticipare il titolo anche perchè potrebbe dare adito a pensieri strani.
Quando lo avrò finito se reputerò sia il caso di approfondire la recensione con Voi non mancherò di illustarvelo, per ora mi riservo una lettura e un giudizio personali.
- Valerio Massimo Manfredi
L'ORACOLO
Oscar Mondadori
Euro 9,50
-Corrado Augias - Vito Mancuso
DISPUTA SU DIO E DINTORNI
Mondadori
Euro 18,50
- Carlo A.Martigli
999 - L'ULTIMO CUSTODE
Castelvecchi Editore
Euro 18,50
- Denis Guedj
IL TEOREMA DEL PAPPAGALLO
Tea
Euro 8,90