SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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mercoledì 23 settembre 2009

LIBRI DA LEGGERE

Aggiungo all'elenco di libri da leggere dell'altro giorno altri due, piccolissimi che ho comprato ieri.
Poche pagine, ma che mi sembra possono darci qualche contenuto.

- Ismail Kadare'
DANTE, L'INEVITABILE
Ed. Fantango Libri - Euro 10,00

- Gottfried Keller
ROMEO E GIULIETTA NEL VILLAGGIO
Ed. SE - Euro 10,00

lunedì 21 settembre 2009

LIBRI CHE STO LEGGENDO ADESSO

Una lista di libri che sto leggendo, ci sarà un commento man mano che ne termino uno.
Dategli un'occhiata, naturalmente alcuni sono solo per chi è appassionato, ma sono di facile comprensione. Altrimenti nella chat chiedete pure spiegazioni.

- James Joyce
ULISSE
Ed. Mondadori - Euro 16,00

- Philipp Vandenberg
IL SEGRETO DEL MONASTERO
Ed. Piemme - Euro 8,90

- Valerio Massimo Manfredi
IL TIRANNO
Ed. Mondadori - Euro 9,50

-David Foster Wallace
QUESTA E' L'ACQUA
Ed. Einuadi - Euro 16,50

- Giorgio de Santillana, Hertha von Dechend
IL MULINO DI AMLETO
Ed. Gli Adelphi - Euro 20,00

- Peter Berresford Ellis
IL SEGRETO DEI DRUIDI
Ed. Piemme - Euro 18,00

- Luther Blissett
Q
Google Libri

- Critchley Simon
IL LIBRO DEI FILOSOFI MORTI
Ed. Garzanti - Euro 20,00

- Ignazio Marino Ceccherelli
FERMATI, O SOLE!
Ed. Fausto Sardini - Euro 25,00

- Hooper Dan
IL LATO OSCURO DELL'UNIVERSO
Ed.Dedalo - Euro 16,00

-Theodore Zeldi
STORIA INTIMA DELL'UMANITA'
Google Libri

- Amedeo Baldi
LA MUSICA DEL BIG BEN
Ed. Springer - Euro 20,95

- David Niall Wilson
IL VANGELO DELLA MADDALENA
Ed. Gargoyle - Euro 16,00

- Josè Saramago
LA CAVERNA
Ed. Einaudi - Euro 12,00

venerdì 18 settembre 2009

SE QUESTO E' UN UOMO (libro)


(Primo Levi)

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Sono tornata più volte a discutere di questo libro, non avevo mai avuto occasione di leggerlo e sinceramente non me ne ricordavo più.
Devo ringraziare una persona cui tengo molto se ho potuto conoscerlo.
Il dramma umano è quasi raccontato come una cosa orribile, ma lontana. Per chi non ha provato questa esperienza sulla propria pelle non è possibile comprendere: ci si può fermare ad una più pacata intuizione, allo sdegno, alla commiserazione, ma il sapere è un’altra cosa, inesplicabile, puramente fisica.
La dignità umana non esiste più e viene calpestata, si considera più terribile il freddo e la fame rispetto alle botte che vengono inflitte dai tedeschi ai prigionieri, perchè alle botte ci si abitua ma non alle sofferenze fisiche. Negata la pietà, l'amicizia, non si ricorda più nè la religione, nè gli ideali o i progetti da portare avanti. Non voglio usare parole vuote rindondanti, perchè il dramma da solo nella sua crudeltà rimbomba in ogni angolo.
Ho immaginato di essere lì accanto al protagonista, agli altri prigionieri, ma non sono riuscita a cogliere tutto l'orrore dell'accaduto.
Credo che soltanto chi l'ha vissuto o ha avuto qualche parente deportato nei campi di concentramento potrà soltanto ricordare nella maniera giusta e cercare di far capire agli altri che cosa è stato. Soltanto chi ha avuto vicino qualcuno di molto caro che ha sofferto può veramente combattere tutti gli orrori che continuano nel mondo. Gli auguro soltanto di incontrare e avere come amici chi come lui abbia gli stessi sentimenti verso le crudeltà.
Non sono io certo la persona che potrà dire cose diverse da quelle già scritte e commentate o aggiungere osservazioni nuove. Ogni capitolo, ogni pagina, ogni riga od ogni parola è solo e unicamente un dramma nel dramma. Non è un libro scaturito dalla fantasia di un uomo, ma la storia vissuta da un uomo o meglio da milioni di uomini in pochi anni.
Si deve soltanto cercare di capire il perchè è nato tutto questo, quale follia umana a portato ad uno sterminio di decine di razze e l'accanimento soprattutto verso i propri simili anche se di genia diversa.
Il mio appello? Solo e unicamente far in modo che non esistano più orrori simili.

mercoledì 16 settembre 2009

VANGELI APOCRIFI (libro)


MARIA, VERGINE E MADRE

I-1-Dalle storie delle dodici tribù di Israele. Un uomo molto ricco, di nome Gioacchino, era solito raddoppiare le sue offerte con il dire:"L'eccedente è per il popolo intero; è invece destinato al Signore quanto devo perchè mi rimetta i peccati e mi usi misericordia."
Essendo tale la sua condotta, Dio faceva moltiplicare le sue greggi ed egli non aveva uguali nel popolo d'Israele. Aveva iniziato a vivere in questo modo fin dall'età di quindici anni; quando raggiunse i vent'anni, prese in moglie Anna, figlia di Achar della sua stessa tribù, cioè della tribù di Giuda della stirpe di Davide. E dopo che erano trascorsi ormai vent'anni di matrimonio, non aveva ancora generato nè figli nè figlie.

Testi religiosi non completamenti condannati dalla Chiesa, ma scritti probabilmente in chiave "favolistica" per spiegare quello che non troviamo nei canoni della Bibbia.
Scritti dopo il II secolo d.C. per spiegare quelle parti della vita di Gesù rimaste fuori dalla narrazione e che potevano far porre domande e quindi risposte non appropriate.
Durante la lettura, io che sono atea, ho avuto un moto di distacco soprattutto nella parte dove Gesù Bambino provoca la morte di chi non accondisce ai suoi desideri.
Mi è sembrato più un "castigatore", e "vendicativo" anche, piuttosto che il Figlio di Dio sceso sulla Terra per la salvezza degli uomini.
Sono convinta che la creazione di questo tipo di letteratura abbia solo voluto soddisfare quella parte umana che è in noi e che per la sua materialità non riesce ancora a staccarsi e a diventare divina.
In tempi bui e senza cultura come quelli dei secoli che seguirono la scrittura di questi testi, molti uomini sicuramente hanno trovato spiegato le parti mancanti dei Vangeli ufficiali.
La loro diffusione non fu estesa per il costo della pergamena e per la fatica di chi scriveva e piano piano sono stati segregati in un angolo. Non diventati un grosso pericolo per la Chiesa ecco che hanno continuato a sopravvivere anche se ai margini. Non hanno subito lo sterminio durante l'Inquisizione, durante la riforma luterana, durante ogni obbrobrio umano che ha sempre portato per prima cosa a distruggere i libri.
Grazie alla loro "non-diffusione" sono felice, così sono potuti arrivare fino a noi intatti.
Io ho potuto conoscere il modo di interpretare la dimensione umana di quei tempi, e gli uomini di allora hanno attinto le figure e lo scenario di contorno di Gesù nella sua vita terrena, cercando forse di recuperare quella dimensione umana e religiosa che veniva stravolta da menti ottenebrate dal fanatismo religioso.

sabato 5 settembre 2009

ELOGIO DELLA FOLLIA (libro)


di Erasmo da Rotterdam

PARLA LA FOLLIA
1-LA PAZZIA LIBERA DAGLI AFFANNI

"Comunque di me parlino imortali comunemente(e non ignoro questa cattiva fama abbia la Follia fra i più folli)tuttavia io,io sola,dico ecco ho il dono di rallegrare gli Dei e gli uomini.Non appena mi sono presentata per parlarea questa numerosa assemblea,di colpo tutti i volti si sono illuminati di non so quale insolita ilarità.D'improvviso le vostre fronti si sono spianate,e mi avete applaudito con una risata così lieta e amichevole che tutti voi qui presenti,da qualunque parte mi giri,mi sembrate ebbri del nettare misto a nepente degli Dei d'Omero,mentre prima sedevate cupi e ansiosi come se foste tornati allora dall'antro di trofonio. Appena mi avete notata,avete cambiato subito faccia,come di solito avviene quando il primo sole mostra ala terra il suo aureo splendore,o quando,dopo un crudo inverno,all'inizio della primavera,spirano i dolci venti di Favonio,e tutte le cose mutando di colpo aspetto assumono nuovi colori e tornano a vivere visibilmente un'altra giovinezza."

Quando leggo qualche libro penso sempre che ne ho ancora migliaia da conoscere. Ho deciso che leggerò un testo classico alla settimana per provare a colmare il vuoto.
Questa volta è toccato a colui che segnò l'epoca della Riforma protestante, forse il catalizzatore.
Testo di grande modernità, dove la Follia assume in forma allegorica l'aspetto fisico di una donna, di una dea dispensatrice di ogni bene per l'umanità e deride l'epoca corrotta del '400 e '500, l'umanità intera addirittura, dissacrando tutti, nessuno escluso, dai re ai papi.
Erasmo passa in rassegna in maniera feroce tutti i vizi incarnati nei vari personaggi, una satira crudele che colpisce senza riserve.
Follia.... è la parte disordinata e selvaggia del nostro cervello che la partorisce o la parte razionale e l'irrazionalità che invece dimostrano una logica spietata in essa? Il folle è una persona diversa che va lasciato libero o rinchiuso per non nuocere?
Ma il folle ha sempre fatto ridere, con idee qualche volta definite geniali.
La follia è quel pensiero che conduce per mano l'uomo nei rapporti sociali, familiari. L'unica guida che conduce alla sapienza: folle e saggio è colui che si lascia giudare dalle passioni.
Al contrario non può essere definito saggio colui che si fa governare solo dalla ragione, che vaga per il mondo solo senza amici, con l'unica convinzione di essere sempre e solo nel giusto,.....
Lettura semplice e veloce, a me risultata gradevole perchè vi ho ritrovato tante allegorie della nostra vita e difetti delle persone che conosco.
E un po' anche me stessa!

martedì 18 agosto 2009

CENTO ROMANZI ITALIANI (1901-1995) (libro)

Ho trovato nascosto negli scaffali questo piccolo libretto senza grandi pretese.
L'autore vuole semplicemente porre all'attenzione del lettore una scelta di cento romanzi di cui da un piccolo riassunto e una recensione di ognuno.
C'è da chiedersi se abbia voluto porre in risalto quella letteratura minore che però ha tanto scandito cent'anni della nostra vita ponendo l'accento su alcune caratteristiche e peculiarità proprie di quegli anni.
C'è da domandarsi ancora se è veramente una letteratura minore rispetto ai grandi romanzi che hanno segnato un'epoca o è un mondo più complesso ricco di esempi straordinari?
Comunque può essere sicuramente una guida senza pretese per chi vuole arricchire la biblioteca di casa.

sabato 15 agosto 2009

IL FU MATTIA PASCAL (libro)


Di Luigi Pirandello

"Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:
- Io mi chiamo Mattia Pascal.
- Grazie, caro. Questo lo so.
- E ti par poco?
Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza:
- Io mi chiamo Mattia Pascal."

Scritto poco più di cent'anni fa da Pirandello, la storia potrebbe tranquillamente svolgersi ai giorni nostri.
Vi possiamo ritrovare i drammi di molti di noi.
Naturalmente nessuno ha concentrato in sè tutto le vicende del protagonista, ma molti risvolti sono attuali.
La passione del gioco, una volta il Casinò, adesso le slot -machine che troviamo nei locali pubblici, hanno decretato l'abitudine al vizio del gioco di molte persone.
Vicende familiari con matrimoni infelici, suocere despote, che hanno rovinato rapporti matrimoniali. Figli viziati con genitori poco severi, che non riescono a imporre regole di vita.
Il nostro protagonista lo definirei un vivo-non vivo. Vuole fare e contemporaneamente non si ribella al suo destino, ma anzi corre incontro sempre di più a vicende assurde dal finale tragico e comico quasi. Non sono le sue morti a farmelo vedere come un "morto", ma è proprio il suo comportamento simile a tante persone che conosco e che io da sempre chiamo "ignavi". Il loro aspettare seduti che la vita scorra addosso e quando provano a pensare e sembra loro di avere qualche idea brillante finiscono inevitabilmente con il combinare solo guai.
Il protagonista è l'inconsapevole personaggio di un destino a cui nessuno può sottrarsi se la vita prende il sopravvento.
Nella sua atmosfera di incertezza dimostra quanto spesso le nostre vite siano sospese.
Cominciato due giorni fa quasi per scherzo a leggerlo, è un romanzo che mi sento assolutamente di consigliare per la sua attualità.
Lettura veloce, stile semplice non arzigogolato. Può essere un esempio per molti.

giovedì 13 agosto 2009

ULISSE di JOYCE (libro)

Lunedì 10 Agosto 2009 ho cominciato a leggere l'ULISSE di Joyce.
Dove mi porterà tutto questo?
Tutti mi dicono che alla fine troverò qualcosa. Se guardo il libro vedo solo un ammasso di pagine da leggere.
Lettura non facile, devo ricorrere qualche volta al vocabolario.
Sono caparbia, testarda: so che arriverò in fondo.
Mi dispiace soltanto non avere più tempo. Per poterlo leggere lo tengo accanto a me sul tavolo, ogni tanto vado avanti due pagine.
Chissà perchè quando lo apro la prima cosa che mi succede è un dolore forte alla base del cranio di dietro.
Sto somatizzando? Ho già trovato nei primi righi la stupidità e la superficialità di alcuni individui che ho conosciuto.
Mi auguro buona lettura

martedì 11 agosto 2009

MESSAGGIO PER UN'AQUILA CHE SI CREDE UN POLLO (libro)


di Anthony De Mello

"Spiritualità significa risveglio. La maggior parte delle persone, pur non sapendolo, sono addormentate. Sono nate dormendo, vivono dormendo, si sposano dormendo, allevano figli dormendo, muoiono dormendo senza mai svegliarsi. Non arrivano mai a comprendere la bellezza e lo splendore di quella cosa che chiamiamo esistenza umana.
Sapete, tutti i mistici – cattolici, cristiani, non cristiani, quale che sia la loro teologia, la loro religione – concordano su una cosa: che va tutto bene. Sebbene regni il caos, tutto va bene.
Certo, è uno strano paradosso. "

Credo che ogni libro abbia un proprio spazio nella nostra vita e se sbagliamo tempo non riusciamo a capirlo.
Questo lettura mi fu consigliata tanti anni fa da un mio insegnante di Scienze della Comunicazione, ma non era il momento giusto.
Il periodo era molto confuso per me e molto oscuro.
Sono dovuti passare molti anni perchè lo ritrovassi e potessi gustare appieno le varie lezioni di consapevolezza. Ci sono certe letture che bisognerebbe poter riprendere e riflettere nuovamente in vari momenti delle propria vita.
Non so se adesso sono riuscita ancora a entrare completamete nel messaggio, ma so che la direzione è cambiata. Il mio stato d'animo non è nuovamente dei migliori in questo momento, mi sono voluta isolare per qualche giorno e non voglio affrontare nessun indovinello mi venga proposto.
La solitudine non fa per me, sto male, ma devo riuscire e raccogliere le mie idee. Mi sembra che sia sparse ai quattro punti cardinali, e che il vento le sospinga più lontano ogni volta che mi avvicino.
Mi rendo conto che leggendo queste "storielle" si può assumere un certo grado di consapevolezza delle proprie capacità e del proprio essere.
Possiamo cominciare a discernere quello che è, quello che siamo e quello che potremmo essere, ma..come tutte le cose c'è un ma. Dopo avere letto tutto quanto in che misura siamo capaci di adottare di fatto nella realtà comune quello che abbiamo capito?
E quanto la realtà della nostra vita ci permette di trasformare in azioni le nostre idee e le nostre certezze?
Comunque se decidete di leggerlo, sgombrate la vostra mente da tutto quello che sapete e cercate di sapere. Fate in modo che la vostra testa sia come una lavagna nera pulita dove si può scrivere qualcosa: provateci !
So che alcuni diranno che è una letteratura trash, ma alla fine non potete non dire che non avete cercato di creare o cambiare qualcosa dentro di voi.
Per qualche giorno non consiglierò niente, perchè ho iniziato un libro particolare di

Ignazio Marino Ceccherelli
FERMATI, O SOLE!

Spero di sopravvivere alla lettura. Buonanotte

IL SIGNORE DELLE MOSCHE (libro)


"Il ragazzo dai capelli biondi si calò giu per l'ultimo tratto di roccia e cominciò a farsi strada verso la laguna. Benchè si fosse tolto la maglia della scuola, che ora gli penzolava da una mano, la camicia grigia gli stava appiccicata addosso, e i capelli gli erano come incollati sulla fronte. Tutt'intorno a lui il lungo solco scavato nella giungla era un bagno a vapore. Procedeva a fatica tra le piante rampicanti e i tronchi spezzati, quando un uccello, una visione di rosso e giallo, gli saettò davanti con un grido di strega; e un altro grido gli fece eco:
"Ohè! Aspetta un po'!"
Qualcosa scuoteva il sottobosco da una parte del solco, e cadde crepitando una pioggia di gocce.

di William Golding

Questa volta non mi sono fermata solo alla lettura del libro. Ho cominciato a cercare altre notizie.
E' venuto fuori Baal, Belzebù, la peste, Plinio il vecchio, altri autori ed infine orrore per me, il reclutamento dei bambini per gli eserciti. Forse non avevo mai fatto caso a queste notizie o veramente non le sapevo, non ho dormito stanotte pensando al modus operandi del reclutamento. Non si parla solo di bambini destinati a portare armi, ad uccidere, depredare, razziare, ma anche al prelievo di giovani donne reclutate per i piaceri dei militari più anziani e degli ufficiali. Vite che vengono sottoposte ad ogni genere di angherie e soprusi perchè non si ribellino.
Il libro è soltanto una conclusione di quello che potrebbe essere nella realtà una vicenda fantastica, ma che a ben pensarci potrebbe accadere.
Qualsiasi individuo da una certa età in poi è capace di distinguere il bene dal male, ma come mai la conclusione è sempre tragica? Un'emulazione di una società adulta porta inevitabilmente al predominio degli istinti animaleschi, alla violenza, all'omicidio? Niente sensi di colpa o coscienza del peccato? Come mai escono sempre fuori i lati peggiori, quando siamo abbandonati a noi stessi senza una guida? Perchè deve uscire fuori sempre e soltanto l'istinto di prevaricazione del più forte verso il più debole?
Quindi non è la società corruttrice che cambia gli uomini, come diceva Rosseau, ma noi stessi abbiamo dentro il male che conduce inevitabilmente a commettere ogni genere di crudeltà. Non una società adulta, ma un gruppo di bambini senza una guida severa o autoritaria che possa indicare loro il bene e il male.
Raccomando la lettura, ma con occhio vigile ad interpretare e non giudicare frettolosamente quello che trovate fra queste righe. Magari spendete un pensierino in più nel fare un esame di coscienza personale del vostro comportamento.

domenica 9 agosto 2009

I SETTE DELITTI DI ROMA (libro)



"Quarant'anni sono trascorsi e sono diventato vecchio anch'io.
Quarant'anni da quella promessa fatta a messer Leonardo di rompere il silenzio alla vigilia della mia morte.
Quarant'anni per mantenerla ed è giunto il momento.
Questa sera ho fatto portare tutte le candele che c'erano in casa, ho fatto sistemare la poltrona e il tavolo sotto la finestra, e ho proibito a chiunque di disturbarmi."
..............


Romanzo di Guillaume Prevost.

Ci sono libri che riesco a leggere in poco tempo, altri che hanno bisogno di essere digeriti, altri come questo vengono continuamente interrotti e quindi anche se non lunghissimi ci metto una settimana.
Gradevole lettura, niente di complicato o cervellotico. E' il solito libricino che ho trovato dalla mia vecchina.
Storia che si snoda fra le vie e le piazze nella Roma del 1514 al tempo di Leone X. Scritto in maniera semplice, sembra quasi un saggio da consigliare come lettura ai ragazzi delle scuole medie. Assassino che si comincia a individuare già dalle prime pagine della seconda parte. Qualche riferimento storico e artistico, che male non fa per ricordarsi qualcosa o studiare quello che non si è mai saputo.
Io ho riscoperto un pittore che avevo dimenticato: BOSCH (Van Aken).
Nel racconto i delitti sono tutti raffigurati in una delle sue stampe. Se veramente esista una cosa del genere non so dirvelo, ho cercato ma nessun riferimento nei miei testi. Se ciò fosse sarebbe stato veramente un semplice descrizione di quello che qualunque scrittore senza grossa fantasia avrebbe potuto fare, come un buon tema.
Finale non tanto a sorpresa, ma con tutte le regole della soluzione di un caso di omicidio e l'arresto, in questo caso la morte, del colpevole.
Si può finire in un paio di giorni, lettura leggera.

lunedì 3 agosto 2009

I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER (libro)



"4 maggio del 1771
Come sono contento d'essere venuto via! Mio ottimo amico, che cos'è mai il cuore dell'uomo! Aver lasciato te, che amo tanto, te da cui ero inseparabile, e sentirmi contento! Ma so che tu mi perdonerai. Tranne che con te, tutte le mie relazioni non sembravano combinate dal destino giust'appunto per affliggere un cuore come il mio?"
............

(di Lorena B.)

Ieri ho deciso che avrei trascorso la domenica a 700 mt. C'è un piccolo laghetto e accanto un bar ristorante. Mi sono presa una poltroncina l'ho posizionata all'ombra a pochi metri dall'acqua e ho aperto il mio libro.

Ebbene ho letto in tre ore con due soste di dieci minuti in mezzo
"I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER."



Risultato? Goethe mi perdonerà, ma alla fine mi è venuto da ridere. Vi siete mai accorti come con il passare degli anni si sorride sempre di più a tante cose?
In primis ho pensato che avevo sbagliato età per conoscerlo. Ma forse è andata meglio così ho potuto apprezzare meglio e forse vivere meno intensamente quello stato di nihilismo che pervade questo diario.
Le prime pagine sono state un po' bucoliche con la descizione del paesaggio, avevo quasi deciso di darlo da mangiare alle carpe che vedevo saltare. Ma quando è cominciata la storia dell'amorazzo.... ma come si fa a non capire fin dalle prime battute che la fine miseranda del protagonista è già decisa?
Il suicidio è già latente in tutto il suo essere, lo ritroviamo nei soggetti sognatori che non sanno affrontare la realtà con i suoi scherzi e le sue burle. Quanti suicidi ci saranno stati dopo che è uscito il libro, io penso innumerevoli.
(Una cosa importante sto scrivendo senza aver volutamente leggere nient'altro all'infuori di questo libro. Quindi nessuna critica o recensione o analisi fatta da altri.)
Forse trent'anni fa avrei sofferto anch'io delle pene d'amore del protagonista, minuto per minuto come quei lettori che si appassionano alle storie di Liala o dei settimanali di gossip.
Adesso? Adesso faccio delle grasse risate. La vita è tutto fuorchè un sogno, un fantasticare, purtroppo ci mette subito davanti alla sua crudeltà, ai suoi occhi beffardi.
Chi ora sta giornate intere in mezzo ai campi sotto i tigli o addirittura rifiuta un lavoro?
Prendiamo come scusante l'epoca in cui vive il nostro protagonista, un'età triste dove i giovani della borghesia dovevano per forza sottostare ai pregiudizi di una società che non perdonava lo stato sociale, una società che viveva nei propri luoghi chiusi non accettando ancora il cambiare e il rinnovarsi delle nuove generazioni.
La nostra Carlotta svela a Werther la vera essenza di tutte queste pagine... che lui si è innamorato e ha rincorso il sogno di qualcosa di proibito, non era innamorato della ragazza ma del divieto di averla.... e lui riconosce rileggendo le frasi scritte giorno per giorno che questa sua passione ha avuto un'escalation sembra quasi mentre la scriveva, non realmente.
Quindi la realtà veniva ingigantita dal suo animo che rileggeva quello detto in quelle pagine.
Bellissimo, quale migliore prova di autosuggestione? L'amore che da la vita, l'amore che da la morte.
Cosa dire di più? Non manca proprio niente perfino un'alluvione ... meravigliosa e spaventosa... sotto forma di ossimoro.
Anche la lettura finale dei canti di Ossian; questa scena chissà perchè mi ha richiamato alla mente... la bocca le baciò tutto tremante... ve li ricordate Paolo e Francesca nella Divina Commedia, ma perchè non vi ho ritrovato quell'amore sublime e dannato dei due amanti danteschi?
Ma solo un trescozzo di provincia?
Non sono io certo la persona adatta a ricordare tutto il periodo in cui fu scritto questo diario, ma i miei paragoni li ho fatti.


Prendere o lasciare, buona lettura.

venerdì 19 giugno 2009

IN NOME DELLA MADRE (libro)


(di Lorena B.G.)

Qualche giorno fa Vi ho detto che stavo leggendo un libro.
Ieri sera l'ho finito: l'ho praticamente letto nel giro di mezz'ora.
Non è lungo, sembra solo un tema di una trentina di pagine, se lo riporto ad un foglio protocollo.
La mia impressione? Me la sono chiesta questa notte.
Non mi piace. Mi è sembrato solo un virtuosismo letterario. Qualcosa tanto per scrivere.
E sapete cosa mi ha dato più fastidio? Che un uomo si sia immedesimato nelle sensazioni, emozioni e sentimenti di una donna. Anche se devo riconoscere il coraggio che ha avuto a descrivere ogni attimo vissuto in una gravidanza. Probabilmente se l'è fatto raccontare anche da più di una donna, perchè in tutta la mia vita non ho mai conosciuto nessun uomo che avesse provato o solo pensato o immaginato quel poco che è stato scritto.
Perchè Maria, la madre di Ieshu, è una donna.
Quanti di Voi andando in chiesa a messa hanno sentito dire dal sacerdote... e Maria conservò queste parole o questo fatto dentro di sè...
Come poteva una donna all'epoca dei fatti accaduti in una società maschile come quella ebraica alzare la testa e dire la sua?
L'autore che si vanta di avere studiato l'ebraico antico, è riuscito veramente a cogliere le sfumature di una lingua, meravigliosa eppure controversa, ma soprattutto è riuscito ad immergersi nelle "acque increspate" di qualcosa parlato per migliaia di anni?
Dove duemila anni fa alle donne non era concesso lo studio dei testi sacri e della Legge? Non contesto e non condanno niente, ognuno ha la sua società, le sue leggi e più di chiunque altro difendo questo diritto. Ma sto commentando un fatto storico.
L'amore fra due persone !!! Come può essere ridotto solo a poche righe? L'amore di una madre verso un figlio? E che ne sa un uomo cosa può esserci dentro una donna nei nove mesi di gravidanza e dopo il parto?
Una vita quella della madre che viene "sconvolta" dall'entrata in sè di un'altra vita: per alcune di noi desiderata, voluta, cercata, per altre il principio dell' "inferno".
Le paure, le ansie, i timori, le speranze, i sogni. Si pensa tutto ogni attimo per nove mesi. Arriviamo a toccare il cielo e giù nel baratro più profondo.
Chi è che non pensa a queste cose? Chi non ha idee? Anche di fronte a persone che rassicurano che tutto sta procedendo bene, come non è possibile che una madre non abbia paura fino al parto?
E dopo? Vedere un essere che è stato con noi per nove mesi e non capire se ci appartiene o no, toccarsi la pancia e sentire il vuoto.
Come può un uomo immedesimarsi in una donna!
Scusate la mia può sembrare un'analisi superficiale, ma vi assicuro che a me sta dando ancora fastidio questo piccolo libretto.
Il sentire tuo, il figlio? Il figlio anche se avrà cinquant'anni sarà sempre e solo della madre. In questo sono daccordo con una frase detta da Josef: che il figlio è solo della madre. E sapete perchè sono daccordo? Perchè è l'unica cosa vera che l'autore ha scritto.
Nessun uomo, per quanto padre potrà mai avere il filo che collega le uniche due persone che sono state unite fin dalla nascita.
Mai amore più grande, mai istinto più presente ci sarà mai al mondo.
Mai nessun uomo riuscirà a dire...non mi mettere di fronte ad una scelta, perchè scelgo mia figlia non tu....
Ma non voglio parlare dell'amore che viene dopo durante la crescita di un figlio, voglio analizzare solo il periodo della gravidanza.

Ripeto il libretto non mi è piaciuto. Nè dal lato materno nè dal lato coniugale.