SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro).
Gli amministratori dichiarano di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post.
Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Inoltre qualsiasi racconto o storia che viene scritto non fa riferimento nè a persone nè a luoghi. É solo frutto di fantasia. La vita, la realtà purtroppo accomuna nei fatti molte persone, ma niente è riferito a qualcuno in particolare.
In fine gli amministratori si riservano il diritto di cancellare tutti i commenti che ritengono non opportuni e contro lo spirito dell'informazione, commenti quindi scritti solo per creare confusione.


per info:gold.indi@gmail.com

domenica 16 gennaio 2011

La mia Sicilia

L'Abbazia di Santa Maria di Maniace 
Detta anche Ducea di Nelson, Castello di Nelson o Ducea di Maniace


 Sorge in un punto della Sicilia in cui il sangue ha raggiunto le viscere del Vulcano, per quando ne è stato sparso.
Giorgio Maniace fu inviato in queste terre dall'imperatore Michele IV nel 1038.
Con un esercito composto da bizantini, lombardi e normanni, Maniace affrontò qui le truppe musulmane. Lo scontro  fu ricordato poichè il vicino fiume allora chiamato Saracena - si colorò di rosso a causa del sangue versato.
Per ringraziare della strage fatta il generale fece costruire un piccolo cenobio e vi donò una icona che - narra una leggenda - sarebbe stata dipinta da  San Luca.

La regina Margherita vi fondò, nel 1173 un'abbazia benedettina dedicata a Santa Maria ed assegnò a questa un feudo di notevole estensione. La stessa regina vi trascorse gli ultimi anni della sua vita. Nel 1373 si parla di fortilicium del monastero, e nel 1422 compare il termine turris. Quindi è probabile che la definizione di castello venne adottata dopo questa data.
Il terremoto de 1693 arreco gravi danni a tutto il complesso.
Re Ferdinando di Borbone, il 3 settembre del 1799 la dono all'ammiraglio inglese Horatio Nelson  come ricompensa per avere aiutato a sopprimere la Rivoluzione Napoletana, ricordiamo che proprio sulla nave dell'ammiraglio fu giustiziato Francesco Caracciolo uno degli strateghi della Repubblica partenopea.
Da allora il complesso costituito da un'ampia tenuta ed un appartamento nobile confinante con la splendida chiesa, prenderà il nome di Ducea Nelson.
I vari moti  del IX secolo la toccarono sempre marginalmente.. tranne che per la rivolta del 1860 in cui i contadini credendo negli ideali garibaldini e in attesa della redistribuzione delle terra, che erano in mano a pochi notabili filo-borbonici, ma anche agli inglesi che avevano permesso lo sbarco, insorsero. Ma fu proprio Garibaldi  che inviò Nino Bixio per reprimere in maniera esemplare e sommaria la rivolta della popolazione, fu una vera strage che minò definitivamente la fiducia della popolazione nella giustizia.
Con il fascismo la ducea fu espropriata agli inglesi  e fu costruito un gruppo di case assegnate ai braccianti.
Il luogo fu chiamato "borgo Caracciolo" a ricordo del rivoluzionario napoletano i cui propositi erano stati vanificati proprio da Nelson.
Durante la Seconda guerra mondiale fu sede fu sede di comando militare tedesco.
Con lo sbarco anglo-americano e la fine del conflitto, tornerà agli eredi Nelson-Bridport: l'imponenente latifondo sarà largamente ridotto per i timori della più volte annunciata (ma blandamente realizzata) riforma agraria degli anni cinquanta. Attraverso acquisti forzati che gli inglesi, anche con tassi di usura, imposero ai loro braccianti, il territorio di proprietà ducale si ridusse drasticamente (si veda in proposito questo brano di Carlo Levi). Venne abbattuto inoltre borgo Caracciolo, ma i ruderi furono lasciati sul luogo quasi a sancire, simbolicamente, che le imprese dei rivoluzionari si concludono in maniera fallimentare. Venne realizzata una piscina proprio a ridosso del giardino, una area del parco con alberi secolari fu sventrata per realizzare un campo da tennis con fondo bitumato. Secondo alcune testimonianze i discendenti maschi di Nelson quando di passaggio per la ducea continuarono a praticare lo "ius primae noctis" con le giovani donne locali (questo spiegherebbe la presenza tra i maniacesi di molte persone bionde e con gli occhi azzurri). Fondamentalmente i maniacesi furono sfruttati solo come mera forza lavoro e lasciati nel degrado civile e culturale e nell'indigenza sia dagli inglesi. Sempre alla ricerca di denaro per sostenere un tenore di vita elevato, gli eredi dell'ammiraglio che vivevano tra l'Inghilterra, Roma e talvolta la Ducea, continuarono con progressive alienazioni, fino ad arrivare alla svendita di questo pezzo d'Inghilterra in Sicilia.



link Map

Nessun commento:

Posta un commento