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mercoledì 30 giugno 2010

IL MINESTRONE


Sono sul treno per Firenze. Ho appuntamento con un mio amico psicologo.

Ogni tanto ci incontriamo per parlare.

Ci accomunano molte idee e molte osservazioni. In fin dei conti le devianze che riscontriamo negli altri ci permettono di classificare spesso la nostra normalità e la norma. Inoltre è un grande lettore: lui mi passa le sue osservazioni ed io gli do un po' delle mie.
È una delle poche persone con cui parlo volentieri. Oggi gli ho fatto leggere il mio ULISSE. Gli è piaciuto molto.

Invece a me ha fatto la stessa impressione di quando rileggo quello che ho scritto un po' di tempo fa: è come ritrovare qualcosa che non mi appartiene più.

Dunque torniamo al mio viaggio.

Gli ho promesso uno scambio.

Ieri in montagna mi sono preparata il mio solito minestrone e la salsa, tutto cotto sulla stufa a legna piano piano per non farli bruciare. Tutto sistemato nei barattolini che poi metto nel congelatore per la settimana.

Il mio minestrone e un vasetto di salsa per GLI ELEMENTI di EUCLIDE ormai introvabile da anni. Credo di essere entrata in contatto con decine di librerie e bancarelle di libri usati. Ricerca inutile fino a poco tempo fa.

Ma io ce l'ho, lo devo solo trovare ed è stato lì davanti alle sue librerie con centinaia di volumi fino alla "scoperta".

Non è un'edizione ridotta ma l'opera intera. Inoltre meraviglia delle meraviglie non una modificazione degli scritti del nostro matematico, ma una trascrizione il più fedele possibile dell'originale. I tredici libri completi!

Doppio tesoro!

Dovrei essere contenta invece più i minuti passano e più penso al mio minestrone.

Ma questo libro vale poi il tesoro culinario che gli sto portando?

Il barattolo comincia a pesarmi nella borsa, penso che ieri ho tritato con cura le mie verdure, è vero forse ho messo troppe bietole: il colore è quello di un bosco in piena vegetazione. Ma il mio minestrone!!!!! vale questo scambio?

La preparazione è diventata un'arte: metto tutte le verdure sulla tavola e la pentola e comincio prima con le patate a dadini poi le carore la cipolla le zucchine il basilico l'aglio e su su fino quasi all'orlo con metodo senza fretta, uno strato sopra l'altro. Prima sbuccio e poi tripto. Mi piace un po' farinoso e se metto le patate prima con poca acqua l'effetto è assicurato.... pomodori bietole fagioli fagiolini, quando c'è anche la zucca, il cavolo verza... scusate ma ho già l'acquolina in bocca. Riempio fino a metà la pentola d'acqua, copro: bollitura leggera poi aggiungo piano piano ancora acqua fino a cottura ultimata.

Alla fine se ci penso un po' sono stata io a proporre lo scambio e glielo porto volentieri... al mio amico, ma continuo a pensare che non mi sembra uno scambio equo. Lasciamo pure stare la salsa. Quella non ho problemi è buona ci vuole un attimo a prepararla, ma il mio minestrone è il mio capolavoro.

Lo stomaco comincia a fare a botte con il cervello.
È una ribellione in piena regola: lo stomaco che dice di tornare indietro e il cervello che invece accetta lo scambio perchè si vuole "nutrire" anche lui.

I piedi si stanno dividendo ognuno tocca la borsa, che ora ho appoggiato per terra, ogni tanto ora l'uno ora l'altro si muovono per sentire se c'è. Un piede per lo stomaco e uno daccordo con il cervello pauroso che l'altro si sia messo in contatto con una mano per sottrarre il tutto e non continuare questo viaggio.

Questa lotta mi sembra infantile e stupida, sto per dire qualcosa poi una signora davanti a me con un bambino piccolo in braccio mi guarda. Cosa ho fatto? ho veramente un atteggiamento così strano? ho parlato a voce alta? sono sconvolta? ho gli occhi in fuori? no questo no ho gli occhiali neri, li porto sempre ormai anche di notte ed oggi fra l'altro l'occhio mi lacrima e mi fa leggermente male.

Scendo dal treno, ma la "discussione" continua ad andare avanti ormai indipendente dalla mia volontà. Ma che figura ci faccio se mi presento chiedo il libro e do solo la salsa?
È un regalo enorme poter sfogliare le pagine senza che il tempo tiranno corra e qualche bibliotecaria troppo zelante mi ricordi che la biblioteca sta per chiudere. Inoltre posso consultarlo di giorno ma anche di notte quando mi sveglio o quando non riesco più a dormire.

Sull'autobus i pensieri sono sempre lì.

Per quaranta minuti non so nemmeno dove sono: guardo fuori dal finestrino, ma non vedo!

Penso che sto facendo come Esaù che rinunciò alla primogenitura per un piatto di lenticchie.

Io sto "vendendo" il mio minestrone per un libro!

Ma cosa mi è passato per la testa quando ho proposto questo scambio?

Torno indietro... ma sono arrivata. Scendo e la borsa è sempre più pesante. Mi sembra il supplizio di Tantalo.

Entro metto i vasetti nel frigo. Un'ultima occhiata disperata e un addio e... lo sportello si chiude per sempre sul mio caro "amico".

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