SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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giovedì 11 giugno 2009

Voi li votate e loro..

Pensano alla libertà di uno solo
Solo Silvio Berlusconi potrà fare quello che gli pare e piace e continuare a prendervi per il c.

Il partito della Libertà dimostra cosa realmente è...
Magari ora chiuderanno il blog ma non è giusto stare zitti per paura.


L'attacco finale alla democrazia è iniziato! Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo. Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733),tra gli altri provvedimenti scellerati come l'obbligo di denuncia per medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC), è stato introdotto l'articolo 50-bis, "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet". Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l'articolo è diventato il nr. 60.Anche se il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta" che non vuole scollarsi dal potere.In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero. Il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger,
ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore.
La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di
ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge?
Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l'informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l'unica fonte informativa non censurata.
Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube.
Vi rendete conto?
Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che vede un'impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d'interessi.

Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria
digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il
progetto del Governo di "normalizzare" il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.
Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l'Italia come la Cina e la Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog, la rivista specializzata Punto Informatico e questo gruppo.
Fate girare questa notizia il più possibile.
E' ora disvegliare le coscienze addormentate degli italiani.

E' IN GIOCO DAVVERO LA DEMOCRAZIA.!!!!


E SICCOME NON SAREBBE GIUSTO NON CITARE LA FONTE, VI CITO QUELLA CHE TEORICAMENTE DOVREBBE ESSERE LA PIU' AUTOREVOLE.

DAL SITO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA ITALIANA.

http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/31554_testi.htm


VEDERE L'ARTICOLO 50.0.100 (TESTO 3) approvato

ECCO LA RISPOSTA DI FACEBOOK:
13 Feb 2009
Facebook risponde a D’Alia: “Chiudereste una ferrovia per un graffito sconveniente?”
“E’ come bloccare tutta la linea ferroviaria perché in una stazione ci sono dei graffiti sconvenienti”. Facebook, dalla California e con qualche ritardo, replica all’approvazione dell’emendamento al decreto sicurezza o “emendamento D’Alia”, dal nome del senatore dell’Udc che l’ha presentato e fatto approvare anche dalla maggioranza (qui il servizio Bloomberg, in inglese). E lo fa rivendicando a sè una “policy” molto rigorosa sul trattamento dei contenuti illegali: “Noi prendiamo molto sul serio il problema dei contenuti che incitano alla violenza e ci adopereremo per rimuoverli”.

L’emendamento del senatore D’Alia ha preso le mosse dal caso delle pagine inneggianti a Totò Riina apparse il mese scorso su Facebook. Ma la sua formulazione, che una volta approvata in via definitiva avrà forza di legge, prevede una procedura che viene ritenuta di fatto equivalente alla censura.

A rimuovere le pagine dovrebbero essere i provider, cioè le compagnie telefoniche, che verrebbero multate fino a 300 mila euro in caso di inadempienza o ritardo. Di fronte all’impossibilità - questo l’argomento di chi si oppone al provvedimento - di reperire in tempi brevi il responsabile del singolo contenuto “criminale” (si può fare ma è pratica lunga e indaginosa), il provider si risolverebbe alla chiusura temporanea ma generalizzata di tutto il sito o piattaforma. La misura si applicherebbe poi anche ad altri social network, come YouTube.

L’argomento dell’industria internet - e di gran parte degli utenti della rete - è che questa misura contiene uno spirito censorio molto forte, che “butta il bambino con l’acqua sporca” e tenderà a colpire l’espressione libera degli utenti solo perché qualcuno sta compiendo un reato. E’ quanto ha detto ieri Marco Pancini, responsabile istituzionale di Google Italia, ieri a Repubblica.it (post sotto), parlando di “legge ad Aziendam” e chiedendo al governo di ascoltare la voce dell’industria digitale.

E’ una polemica che ormai circola a livello internazionale e non si chiuderà tanto presto.

E LA RISPOSTA DA GOOGLE ITALIA.
Google Italia e l’emendamento D’Alia: “Una legge ad Aziendam che colpisce la libertà”
“No, le leggi ad Aziendam che poi hanno un impatto su tutto l’ecosistema non si possono fare. E bisognerebbe evitare di portare l’Italia a livello dei peggiori paesi del mondo in fatto di reati d’opinione”

Al telefono c’è Marco Pancini, resposabile per le relazioni istituzionali di Google in Italia. L’argomento è l’emendamento “ammazzaFacebook“, approvato il 5 febbraio per iniziativa del senatore D’Alia (Udc). Il parlamentare ieri ha spiegato in questa intervista ad Alessandro Gilioli le sue posizioni e ripetuto che casi come quello delle pagine che inneggiano a Riina potrebbero portare alla chiusura dell’intero social network…

Non posso parlare a nome di Facebook, ma per quanto ci riguarda per la verità è peggio, se chiedessero a noi di togliere una certa pagina, noi lo faremmo subito, come facciamo con ogni contenuto segnalato come criminoso dall’autorità. Invece con questo emendamento lo chiederanno ai provider, ai fornitori di accesso cioè alle aziende telefoniche

Ma mi sbaglio o il nocciolo dell’emendamento D’Alia è che l’ordine di cancellare un dato contenuto e di eventualmente oscurare la pagina viene dal governo?

Tra l’altro questo è uno degli aspetti cruciali. Si crea una nuova filiera, si parla di controlli preventivi, qualcosa che da noi non è mai esistito. E poi in questo momento i ministeri non hanno una struttura adeguata a seguire tuttio ciò che si pubblica in rete, quindi dovrebbe esserci un nuovo organismo. Me lo lasci dir bene, su questa faccenda siamo molto preoccupati, davvero…

Dica pure, ma mi pare che già il fatto - questa è una valutazione mia, non sua - che il governo si occupi “personalmente” di colpire i reati di opinione metta la cosa su un’orbita incredibile fino a poco tempo fa

A dire il vero fino a poco tempo fa il governo, con il disegno di legge Cassinelli aveva dimostrato di capire che esistono profili differenziati di responsabilità per chi si esprime in rete, si pensava ad una differenziazione tra blog individuali e siti che riflettono organizzazioni più professionali. Ora invece pare che la tendenza sia ad omologare il signor Rossi, titolare di un piccolo blog, al direttore di Repubblica. Ma come si fa?

Sta invocando anche lei un tavolo di trattative?

Certamente. Sarebbe così folle avere una sede di discussione nella quale esporre, spiegare, far capire? Perché sa, qui si tratta di istituire una filiera del controllo preventivo che è ignota all’ordinamento italiano. Noi possiamo parlare e parliamo con tutti, dalla polizia postale fino al governo, purché ci sia la volontò di ascoltarci…

E invece arriva l’emendamento D’Alia

C’è un orientamento in una parte del mondo politico che riflette una totale separazione dall’industria internet e dal mondo degli utenti

Loro pensano alle pagine su Riina o agli antisemiti

Ma già oggi è possibile individuare e colpire le responsabilità di chi commette un reato, e mi risulta che ci sia ancora scritto nel nostro ordinamento che la responsabilità penale è personale. Qui invece per la responsabilità di uno si vuole oscurare il diritto all’espressione di tutti

Può descrivere in concreto il meccanismo che la preoccupa, cosa intende quando parla di filiera del controllo?


Lei si immagini la Telecom o qualsiasi altro provider che si vede recapitare l’ordine di rimuovere una pagina “incriminata”. Cosa succede? Chiamano l’autore? Non lo fanno, non possono materialmente farlo in breve tempo. Quindi chiudono tutto il servizio. Per poi riaprirlo a crisi superata… ma ci rendiamo conto a quali paesi stiamo equiparando l’Italia?

La Birmania, la Cina…

Non lo so, ai peggiori della classe in fatto di libertà di espressione: lo ripeto, stiamo parlando del reato d’opinione. A me pare l’abc del diritto.

Dieci domande qualunque

Da "La Stampa"


1. Ma vi sembra normale che solo agli italiani non faccia effetto essere governati da chi condiziona il loro immaginario attraverso le televisioni?

2. Ma vi sembra normale che in tutte le interviste pre-elettorali la domanda più dura che gli hanno rivolto sia stata «ci dica»?

3. Ma vi sembra normale che i dirigenti del Pd siano tutti ex del Pci e della Democrazia cristiana?

4. Ma vi sembra normale che Clinton, Jospin, Schroeder, Blair e persino Gorbaciov facciano un altro lavoro da anni e loro invece insistano?

5. Ma vi sembra normale che Pdl e Pd abbiano perso milioni di voti e parlino solo di quelli persi dagli avversari?

6. Ma vi sembra normale che i verdi trionfino ovunque, mentre qui, appena ne vedi uno in faccia, viene voglia di tifare per l’effetto-serra?

7. Ma vi sembra normale che chi detesta Berlusconi voti Di Pietro, che è come dire: detesto il Bagaglino quindi vado a vedere Bombolo?

8. Ma vi sembra normale che l’Italia cristiana sia rappresentata in Europa da Magdi Cristiano Allam e Borghezio?

9. Ma vi sembra normale che tutti sputino addosso alla Casta e poi Mastella prenda ancora 112 mila voti di preferenza?

10. Ma vi sembro normale?

Ad almeno nove domande su dieci (compresa la numero 10) la mia risposta è no.

mercoledì 10 giugno 2009

MASSIMA DEL GIORNO




SPES CONTRA SPEM.

IL VIAGGIO


(di Lorena B.G.)

TERZA PARTE E ULTIMA PARTE
.............

Gli rispondo che ho un appuntamento e che vorrei andare via verso le due del pomeriggio, se è possibile. Non è vero ho detto a casa che non sarei tornata prima di sera, ma non ho più voglia di stare qui.
Nel frattempo risaliamo in auto e cominciamo a parlare, mi chiede delle cose, gli rispondo comincio a raccontare. Assorbe ogni parola è molto attento, non un commento, alla fine mi dice soltanto... ho capito che non hai ancora deciso, quando succederà so io come mi devo comportare e ti dirò cosa devi fare...
Il viaggio verso la stazione Termini dura più di un'ora perchè nel frattempo è cominciato a piovere, il traffico è aumentato, le strade sembrano piene all'inverosimile....
... Giacomo, ti chiedo solo una cosa, e per me questa è quella più importante. Quando e se succederà prima e sempre solo la bambina. Devi tutelare lei, non me. Io sono grande adulta e vaccinata, posso affrontare qualsiasi cosa, ma lei ... è a lei che devi pensare, solo a lei mi raccomando, per favore...
Poi mi giro e guardo fuori le gocce di pioggia che cadono sul vetro. Mi sento proiettata in un'altra dimensione, non mi sembra di essere lì.
Mi sento come se mi stessi sdoppiando e mi guardo da lontano. Chi è quella lì accanto a Giacomo? Cosa ci fa una simile a me? Parla e lui le risponde, piove eppure ha gli occhiali scuri. Ma vedo male o le sta scendendo una lacrima ?
...Senti non riusciamo ad arrivare in tempo ed io voglio pranzare con te prima di lasciarti...
Stiamo costeggiando delle mura alte color rosso-mattone forse il colore è più accentuato dalla pioggia. Imbocca un'entrata sotterranea e ci troviamo in un parcheggio.
...Tesoro, prendiamo la metropolitana, la detesto ma non fai in tempo se rimaniamo in macchina...
Lì sotto con quell'aria artificiale comincio a sentirmi soffocare, non glielo dico ma ogni passo diventa pesante. Comincio ad accusare stanchezza come se il mio sangue si caricasse di anidride carbonica, "sentieri" in mezzo a vetrine, tapis-roulant, scale mobili, scale normali da salire e da scendere, incrocio persone, non guardo le loro facce solo so che sono uomini e donne e il mio unico pensiero è solo uno... VOGLIO USCIRE AL PIU' PRESTO DA QUI.
Cominciano i muri sporchi dalle scritte di tutti i colori, scendiamo delle scale
... sai qui è dove ammazzarono quella ragazza con l'ombrello...
ormai sono nel panico più totale comincio a guardare ogni persona che ha un ombrello ... se capita anche a me che faccio?...
Ma ogni tipo che mi passa accanto o m'incrocia non mi vede nemmeno, mentre io invece lo seguo con la coda dell'occhio attenta ad ogni movimento. Ad un certo momento non capisco più chi ho accanto, ho troppe persone intorno. Mi sento come se non fossi lì. Siamo sul marciapiede che aspettiamo: è piccolo lo spazio, chissà perchè me lo ricordavo più grande. Mi sento leggera, tanto leggera.
Sporco tutto sporco, vedo solo sporco. Arriva la metropolitana una con un po' di cervello non salirebbe, mi sembra che tutti i germi del mondo mi saltino addosso, che aspettino solo me. Vicino alla porta tre postini: due uomini e una donna con un grande carrello quadrato mezzo vuoto, gli sorrido: ricambiano forse penseranno... chi è questa pazza che sorride in mezzo a tutta questa gente che nemmeno ci guarda... Devono avere finito il loro turno, perchè la donna scende ad una fermata e la salutano.
Giacomo mi sta vicino non mi perde d'occhio un attimo, ma io ormai sono smaterializzata non sono più lì o almeno il corpo c'è, ma la mente lo spirito è in un'altra dimensione. Strano non avevo mai provato a galleggiare nell'aria, eppure in quel vagone della metropolitana è questo quello che mi sta succendendo. Potrei anche uscire fuori dal metallo e correre veloce accanto ai binari, ma preferisco aleggiare dentro. Mi diverto ad andare su e giu, a toccare il soffitto, tocco un buffo cappellino, do un pizzicotto ad un bambino... siamo arrivati, vieni...
Torno giù, ricomincio a camminare. Saliamo delle scale e mi ritrovo nella galleria della stazione Termini.
...Cerchiamo un posto dove mangiare...
Passiamo davanti a Mc Donald's... ti va bene qui ? A me basta un panino e qualcosa da bere....
Giacomo si mette in fila, sono molto veloci: è ora di pranzo e la gente ha fretta. Troviamo un tavolo, ci sediamo, lo guardo come se lo vedessi con occhi nuovi.
Potrei innamorarmi di lui è molto carino, è molto dolce, ma....ma quei cellulari! Come potrei stare ancora dieci minuti insieme a lui con quattro anzi no tre cellulari che squillano in continuazione?
So che lo farei felice, ma adesso non posso pensare a nessuno. Devo risolvere la mia situazione matrimoniale. La decisione di dividermi è stata presa, mi manca solo di sistemare alcune cose e questo non può farlo un avvocato anche se è un amico.
Mc Donald's.... Ragazzi che mangiano e ridono, ridiamo anche noi, ma vedo che Giacomo ha fretta guarda l'orologio. I cellulari finalmente lì sotto non suonano, la linea non prende.
Comincio a pensare ad un rapporto con lui, ritorno sopra questo pensiero.
E' vero avrei un amante giovane, ma con tre cellulari che squillano in continuazione! Lo ripenso un'altra volta, ormai sono diventati un incubo.
Mentre venivamo alla stazione e durante il pranzo mi sarei aspettata una parola gentile, invece la sua fretta cresce; in un bar normale sarei potuta rimanere a sedere ancora un po' per far passare la mezz'ora che manca alla partenza del treno. Ma lì ci sono persone che cercano un tavolo e quindi ci dobbiamo alzare.
Cancello completamente il pensiero di continuare questa relazione: sarò stupida sarò fuori moda, ma vorrei che mi si dedicasse un po' di tempo.
E poi in quella lunga camminata nei tunnel avrei voluto che mi avesse preso per mano, che mi avesse fatto una carezza. Con tutta me stessa vorrei gridare che in quelle poche ore mi è mancata la tenerezza dei primi tempi. Per lui il rapporto sembra già scontato, invece per me no. Vorrei che se esiste l'idea di ricominciare fosse come era stato le prime volte, come se non ci conoscessimo e dovessimo iniziare tutto daccapo.
Lo accompagno alle scale per la metropolitana, ormai sento che non ho più nulla da dirgli. Quando deciderò, lo ricontatterò o forse nel frattempo avrò trovato qualche altro professionista che mi possa rappresentare.
Mi saluta frettolosamente, mi sarei aspettata un altro tipo di arrivederci.
Sono delusa e contemporaneamente non m'interessa niente. Comincio a girare fra i negozi in attesa del treno. Ne trovo uno piccolo che vende cioccolata. Sono allergica, ma ho voglia di comprarla e mangiarla. Penso che se la mangio con gusto non può farmi male.
La ragazza mi fa scegliere i tipi: ne prendo tre con la carta rossa, blu e gialla.
Mentre chiedo e scegliamo lei sorride e mi dice... lei è di Prato!
Aridagli mi hanno riconosciuto anche qui! ...Sì... sono obbligata a rispondergli.... sa io ho abitato tre anni a Pistoia e ci sono stata molto bene... e mi racconta alcune cose. Passa qualche minuto, il momento della partenza si avvicina.
Il viaggio... non tutto è perduto, mi sono fatta un'amica. Se capiterà ancora nella mia città mi verrà a trovare.
Vedo la vita un po' più rosa. Squilla il mio cellulare, un sms poche parole... sono stato benissimo...
Esco dal negozio con in mano mezzo chilo di cioccolatini.
Ho voglia di assaggiare tutti e tre i tipi.
Chi mi passa accanto, nota una donna che sorride con la bocca piena di cioccolata.
Il viaggio... questo viaggio durerà fra andata e ritorno alcune ore per aver parlato poi alla fine solo pochi minuti !
Però, ho deciso, non tutto è perduto: Giacomo mi rappresenterà come avvocato, ma il prossimo incontro sarà nel suo studio.

martedì 9 giugno 2009

Pisòli



I pisòli da chiesa

Quello era il luogo in cui ci si incontrava ogni pomeriggio e dopo le scorribande nel paese o nei d'intorni e si finiva sempre per ritornarci.
Sono nella piazza ancora adesso ma nessuno più ci si siede, nessuno più gioca la sera d'estate nella piazza grande del paese, le macchine sfrecciano e le poche persone vanno nei bar per un caffè veloce, più nessuno sta seduto sui pisòli.
Quelle sere d'estate erano l'inizio e la fine dei nostri itinerari si ci riuniva li alla spicciolata si decideva se andare a "mangiare nda'putia da Za' Mara a 'ngrasciata" e poi al cinema nel paese vicino. Quanto li odiavamo quei pisòli allora, erano la nostra isola e la nostra prigione, sapevamo che il mondo era al di fuori di quel luogo, irraggiungibile e desiderato, erano la noia della gioventù, ma che sapore romantico assumono dopo trent'anni.
Già una volta, dieci anni fa, incontrandomi con un amico a Milano, ricordando quei tempi, mi è venuto spontaneo dirgli: - ma ci pensi quando stavamo seduti nei pisòli? Chi l'avrebbe detto che ci saremmo rivisti dopo vent'anni a "Milanu", a "Milanuu"?
L'altro giorno sono stato contattato da paesano su Facebook e la frase inviatemi era:
-Ma ti ricordi di quando passavamo i pomeriggi nei pisòli?
Sono proprio vecchio se la memoria di quei tempi mi fa scorrere una lacrima.

TROPPA VIOLENZA NELLE CITTA'


(di Lorena B.G.)

C'era una volta...

Quante fiabe iniziano con questa frase a noi tanto cara e che ha accompagnato la nostra infanzia?
Allora cominciamo la nostra storia, è una storia che non racconterò a mia figlia la sera prima di addormentarsi, e che spero non possa mai conoscere. Purtroppo invece ci sono donne che l'hanno "ascoltata" e che non hanno ancora avuto la gioia di sapere se il fine sarà lieto o no ed intanto ne portano le conseguenze.
E allora mi rivolgo ai politici. Ho aspettato adesso la fine dei comizi elettorali, la fine delle votazioni, la fine degli spogli elettorali, in televisione ho visto la sfilata di quelli che avevano vinto e di quelli che non avevano vinto ma si consideravano lo stesso vincitori.
E allora vi chiedo: E ADESSO COME LA METTIAMO?
E ora come la mettiamo con le sparatorie e gli accoltellamenti continui in molte città? Come la mettiamo in questa Italia di comizi, di parole, parole, parole, promesse per chi ci crede, mentre la disoccupazione avanza?
I suicidi si moltiplicano e in mezzo a tanta rovina e sfacelo stanno nascendo anche le bande armate che si fanno giustizia impaurendo gli ignari e onesti cittadini. Tutti promettono e le cose stanno peggiorando ogni giorno che passa. Ogni giorno sento dire che è stata varata una nuova legge contro la violenza degli stadi, degli stupri, delle rapine in banca, degli scippi, dei pedofili... ma quante leggi vengono varate e nessuno si impaurisce più di tanto? Anzi ogni legge nuova che viene emanata mi sembra faccia nascere un nuovo tipo di violenza e di crimine e allora bisogna varare un'altra legge perchè l'ultimo crimine non si era previsto.
Abbiamo paura ci sentiamo indifesi e in balia dei delinquenti, mentre qui si continua a parlare di politica, sempre politica. Ma che ce ne facciamo della politica se non da risultati concreti? Questa sta diventando la nazione del terrore. E il famoso decreto sicurezza che fine ha fatto?
E' ora di dire basta! E gridarlo forte!

BUON COMPLEANNO !!!!!!


Nel 1934 appare in questo giorno per la prima volta in un cartone animato il nostro caro PAPERINO .

« Giù nello stagno vive Paperino.
Mai nessun lavoro lo infastidisce,
perché nemmeno lui infastidisce il lavoro.
Preferisce di gran lunga ballare o nuotare! »

« Come? Lo zio Paperone è nei guai?
Non allarmatevi!
Io sono nei guai da quando sono nato
e godo ottima salute! »
_________________________________
OGGI MI SENTO COSI' PAPERINO UN PO' SFIGATO, MA COME DICO SEMPRE... DOMANI E' UN ALTRO GIORNO.

lunedì 8 giugno 2009

IL VIAGGIO


(di Lorena B.G.)

SECONDA PARTE
.........

E guida e telefona senza auricolare, che bello!, ma a Roma tutto è permesso: nessuno ti ferma, nessuno ti dice niente. La radio è accesa su una stazione che da minuto per minuto la situazione cittadina del traffico. Per evitare gli ingorghi penso che facciamo minimo "dieci" km in più e mi sembra una gran perdita di tempo. Ma se è così sempre, ma perchè non siamo andati in un bar?
Ma poi penso che come posso rendermi conto io della vita in una città così grande? Dove le distanze sono enormi quando viaggi in auto, per spostarsi velocemente cosa ci vuole? La metropolitana: se vuoi evitare il traffico, le code, lo smog, le arrabbiature, i cantieri, e poi qui in mezzo a tanta gente puoi fare come vuoi, nessuno ti conosce.
Non è come da me, dove io abito: sono abituata ad uscire di casa, portare mia figlia a scuola a piedi, ritornare in negozio a piedi, girare a piedi, ho tutto lì a portata di mano come un topolino dentro una scatola. Da quando esco dal portone comincio a salutare: lo spazzino... buongiorno Paolo... il falegname... 'giorno ... la moglie dell'architetto... ciao Luisa... tutto bene, dai che sono gli ultimi giorni poi la scuola è finita finalmente... e così ogni metro o quasi saluto qualcuno fino a scuola. Poi nel cortile non ti dico, una scuola con trecento alunni ed io che faccio parte del Consiglio d' Istituto, sono Responsabile della mensa, Comitato genitori, fra insegnanti genitori bidelli dopo dieci minuti ho la mandibola slogata da quanto ho sorriso. Se anche volessi fare qualcosa di strano, come potrei?
Finalmente la campanella, la mia amica, il caffè insieme come ogni mattina.
Ieri ha cominciato con la solita storia di tutti gli anni... ma lo sai che prendiamo il caffè insieme ancora per cinque giorni e poi le vacanze e non ci vediamo più la mattina fino a settembre. Niente fino a settembre!...
Fra me penso che per qualche mese non parlerò più di scuola, che mi riposerò anch'io senza più obblighi scolastici, di mensa, che non sarò costretta a parlare di cose che adesso non m'interessano.
Anche se mi dispiace sospendere il rito della nostra chiaccherata, ma un po' di stacco da tutto lo voglio anch'io.
Ecco ci risiamo la mia testa continua a pensare ad altre cose e invece devo concentrarmi. Devo stare attenta: ripensare a tutto, focalizzare per non tralasciare niente di quello che devo dire. Adesso sono a Roma e sono venuta qua per una cosa seria.
Giacomo non è di questo avviso, lo capisco quando entriamo in casa.
E' vero mi ascolterà, ma prima vuole stare con me. Mi prepara un caffè, meno male, ne avevo bisogno.
Poi comincia a parlarmi di alcune cose sue personali.
Io gli chiedo se posso ricaricare il pc, non ha funzionato durante tutto il viaggio niente collegamento, ma l'ho tenuto acceso e ormai è quasi scarico. Mi mostra dove posso metterlo.
Lo ascolto, ma sinceramente non ricordo cosa mi ha detto. Noto solo che nella sua casa c'è all'ingresso una grande libreria con libri messi in disordine e accumulati gli uni sugli altri. Non mi sembra ci sia un sistema di catalogazione, sono proprio alla rinfusa. E nella camera dove entriamo non c'è l'armadio, anzi non c'è un armadio in nessuna stanza. Ma gli abiti dove li mette?
Ci sono due bagni su piani diversi, mi dice che posso usare quello che voglio. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco !....
Solo una domanda...hai mai avuto dopo di me un altro amante più giovane?...
Cosa? Ritorno con i piedi per terra.... Cioè? dove vuole arrivare? Che domanda è questa?
...no, solo "vecchietti"...
Gli rispondo così perchè penso sia una battuta, ma non lo è e me lo dice subito. Mi ha pensato in continuazione e le nostre rare telefonate hanno provocato un po' di gelosia, ma ha aspettato che fossi io a ricercarlo. E se non lo avessi più chiamato cosa succedeva?
Che trappola mi ha preparato? Meno male non è delle peggiori, se vuole, sarà!, ma poi dovrò capire se posso fidarmi di lui.
In due ore i cellulari continuano a suonare, non smettono mai.
E' un incubo senza fine. Non sono concentrata non ho voglia, mi pento di essere venuta.
E' molto carino molto dolce, ma forse ho sottovalutato il tutto. Questo no non doveva succedere.
E poi mentre siamo insieme continua a rispondere, a chiaccherare, ma come fa a dire "ti voglio" se pensa ai clienti e alle loro problematiche e a come giostrarsi fra i vari appuntamenti?
...Vuoi fare una doccia?...
E perchè? Non ho sudato, non mi sono sporcata, non ho corso mi sembra di essere scesa dal treno ora, adesso. Mi basta lavarmi.
Non mi sono mai sentita più pulita come in questo momento.
E' diventato così l'amore, una cosa che non sento più, che mi lascia indifferente? Sono riuscita ad isolarmi in un modo che non ero io lì in quel letto con lui?
O forse sono stati i cellulari con quel suono incessante.
Ha risposto ad ogni chiamata: è chiaro che sono tutte importanti e forse non vuol far sapere cosa fa e dove è.
Sento il bisogno di vestirmi e ritornare al treno. Ho sbagliato cercherò qualche professionista serio a casa.
Mi chiede quando voglio partire... è stato bello sai, avevo voglia da tanto tempo.... appena torno dall'America ti chiamo e stiamo insieme ancora... ti ho pensato tanto...
...sì certo quando vorrai, ma senza cellulari...
Risposta scontata, cosa voleva che dicessi oltre a... certo! torno subito appena mi chiami... ( che equivale a... povero bischero! schiocca pure le dita che sono qui pronta per te!...).
Non credo, non è e non sarà nelle mie intenzioni tornare mai più. Certo ritornerò a Roma, per altre cose per altre persone, ma non più per te.
Lo penso e questo pensiero è fortissimo. Forse se non ci fossero stati quei maledetti cellulari, avremmo potuto parlare anche un po' di noi.
Gli rispondo che ho un appuntamento e che vorrei andare via verso le due del pomeriggio, se è possibile. Non è vero ho detto a casa che non sarei tornata prima di sera, ma non ho più voglia di stare qui.

(continua....)

Un prete..

Lettera aperta al cardinale Bagnasco

Egregio sig. Cardinale,

viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E’ il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.

Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.

Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di «frequentare minorenni», dichiara che deve essere trattato «come un malato», lo descrive come il «drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio». Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell’omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull’inazione del suo governo e sulla sua pedofilia. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.

Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la «verità» che è la nuda «realtà». Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell’Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi «principi non negoziabili» e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono «per tutti», cioè per nessuno.

Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all’integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi. Non date forse un’assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi «parlate per tutti»? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l’immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E’ forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l’attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l’8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell’inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.

I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra all’accusa di pedofilia, stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull’odio dell’avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con «modelli televisivi» ignobili, rissosi e immorali.

Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l’altro 50% sotto l’influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d’interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa? Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita «dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale»? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall’eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l’etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant’Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché «anche l’imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa». Voi onorate un vitello d’oro.

Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da «mammona iniquitatis», si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d’oro? Quando il vostro silenzio non regge l’evidenza dell’ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: «troncare, sopire … sopire, troncare».

Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? «Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo … si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest’urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti… A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent’altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire» (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una «bagatella» per il cui perdono bastano «cinque Pater, Ave e Gloria»? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: «Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix» (La Stampa, 8-5-2009).

Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l’integerrimo sant’Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell’imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: «Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro» (Ilario di Poitiers, Contro l’imperatore Costanzo 5).

Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei «per interessi superiori», lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.

Lei ha parlato di «emergenza educativa» che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei «modelli negativi della tv». Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l’arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del «velinismo» o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull’altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l’Italia.

Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all’Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: «Non licet»? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro «tacere» porta fortuna.

In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.

Genova 31 maggio 2009

Paolo Farinella, prete

di Paolo Farinella - da domani.arcoiris.tv

Trovata su Facebook... una bufala?

Uguali?

Il caso segnalato da "Il mattino"

Daria, bravissima a scuola, ma senza
codice fiscale: niente maturità

La ragazza, ucraina e clandestina, rischia di saltare l'esame. Prof e compagni si mobilitano per lei

NAPOLI - Frequenta il quinto anno del liceo linguistico 'Margherita di Savoia', nei pressi di piazza Dante, nel cuore di Napoli. Questo è l'anno del suo esame di maturità, ma una circolare di Stato le ha bloccato la strada. Daria è bravissima, conosce sei lingue, ma è ucraina e clandestina, non ha documenti italiani, tantomeno il codice fiscale che da quest'anno è obbligatorio per sostenere la prova scolastica. Il ministero dell'Istruzione, per compilare l'anagrafe dello studente, sta infatti rilevando i dati relativi a ogni singolo candidato, compreso il codice fiscale che passerà al vaglio dell'Agenzia delle entrate. Il termine per inserire i dati sul sito del Ministero è martedì. A raccontare la vicenda è «Il Mattino».

IL CASO - «Sto esaminando la situazione - spiega al quotidiano il preside del liceo linguistico, Carmine Santaniello - spero di trovare una soluzione a breve. La circolare voluta dal ministro Gelmini è un diktat chiaro: senza codice fiscale non si può sostenere l'esame. Daria è stata iscritta tre anni fa in base alle normative vigenti, ha frequentato regolarmente e adesso ci troviamo dinanzi a questo problema. Cercheremo di risolverlo». In realtà una norma, l'articolo 45 del Dpr 31 agosto 1999, numero 394, sancisce che «tutti i minori, presenti sul territorio nazionale e nei diversi gradi e ordini di scuola hanno diritto all'istruzione, indipendentemente dalla regolarità della loro posizione di soggiorno». «Diritto all'istruzione che vale, evidentemente, fino alle soglie dell'esame di maturità perché per la prova finale c'è una circolare (22 maggio 2009) che impone il possesso del codice fiscale», rileva 'Il Mattino'.

LA PAURA - «Adesso ho paura - racconta Daria. - Paura di finire in carcere, lo stesso timore che ho da cinque anni ogni volta che vedo un poliziotto. Io voglio solo studiare, costruirmi un futuro, vorrei il mio diploma. Abito a piazza Carlo III. A casa siamo tutti clandestini perché non riusciamo a diventare regolari. Eppure da quattro anni mamma fa le pulizie ad ore e il mio papà, poverino, lavora tantissimo, fa il saldatore. Io un po' di tutto: lavo le scale dei condomini, faccio le pulizie, la baby sitter, la badante. E poi studio, mi piace tanto farlo». «Dopo vorrei iscrivermi ll'università: Scienze Politiche o la scuola per Infermieri - dice ancora - Non mi spaventano i sacrifici e, in questi giorni, sto ricevendo tanto affetto dai professori e dai miei compagni. I napoletani sono gente buona». Il Margherita di Savoia si è, infatti, mobilitato per aiutare Daria. Professori che si sono offerti di assumerla per regolarizzarla, il preside che cerca una soluzione tecnica, i compagni che stanno per lanciare una petizione. In Ucraina Daria ha già un titolo di studio «finito». «Tre anni fa ho dovuto ricominciare tutto - racconta - ma va bene così. Ho accettato di vivere da clandestina. Io non ho mai violato la legge, lavoro tanto, perché senza il codice fiscale automaticamente divento una delinquente? Perché in un paese democratico io devo diventare un'ombra invisibile per non finire in galera? Io ho paura di perdere la casa, vivo sulle valigie, perché da un giorno all'altro mi possono cacciare via. Due anni fa ho chiesto di essere regolarizzata, da allora non so nulla».


07 giugno 2009