SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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venerdì 9 aprile 2010

COME FARMI INNAMORARE.......


Erano giorni che mi stavo preparando!
Ieri sera torno a casa dico a mia figlia che dopo cena vado ad un incontro. Ceniamo.

Piccola discussione ".... mamma, sei sempre la solita! preferisci i tuoi "affari" e a me non pensi mai!...(....Mamma tu compri profumi soltanto per teeeeee!.... ve la ricordate la canzone?)..."

"A parte che non ho un attimo di respiro, tu non mi dai tregua mai, e poi ti ho spiegato più volte che ognuno ha i suoi spazi. IO HO I MIEI SPAZI (alzo leggermente la voce). E da grande tu avrai i tuoi spazi, se poi ci incontreremo sarò la persona più felice del mondo: vuol dire che avremo interessi in comune da portare avanti. Per adesso rispetta gli altri!"

Un abbraccio un bacio ed esco. Sono contenta che con il tempo riesco a far capire a mia figlia alcune cose importanti. Ma con i bambini è proprio il passare del tempo che educa e ci aiuta.
Mi avvio all'appuntamento.

Ripenso alle ore precedenti. L'ansia era cresciuta, la voglia dell'incontro. Mi ero fatta un'idea di forza, di carattere, di una persona che non scende a compromessi. Un tipo insomma che mi aveva affascinato e conquistato. Era tanto tempo che non succedeva.

Ultimamente persone ignave, frasi banali, finali scontati mentre fin dall'inizio mi aspettavo il "botto"!

Cerco di non camminare veloce non voglio arrivare trafelata, non voglio che qualcuno pensi che ho fretta o se mi vede con il viso in fiamme che sia così desiderosa di questo appuntamento da non stare più nella pelle.

Entro, salgo le scale percorro un corridoio che mi pare interminabile. Incontro alcune persone che mi salutano altre che vanno nella mia stessa direzione.

Entro nella sala trovo posto in prima fila, poi qualcuno mi chiama. Mi volto: alcune mie amiche vorrebbero che andassi a sedere accanto a loro. Vado ma sono nella sesta o settima fila. Calcolo la distanza. No è troppo lontano, sono troppo lontana! non la vedrei bene non potrei guardarla negli occhi e lei non vedrebbe me.

Ritorno al primo posto.

Dopo poco con gli occhi fissi sulla porta mi aspetto l'entrata trionfale. Appaiono tre uomini: due sui cinquant'anni e a guardarli mi sembravano solo un "guscio" vuoto vestito.

Il terzo un signore di 77 anni capelli bianchi, anzi pochi capelli per la verità, in doppio petto grigio.
Dove è finita LEI?

Dove si nasconde la donna che mi ha fatto andare dopo cena a questo incontro? Dove la nascondete?

Ma cosa sta dicendo quello grosso grasso antipatico che ha il microfono in mano?
"...ecco a voi il signor...."

Ma chi quel vecchietto che si siede su una poltrona rossa e comincia a girare come un forsennato?

E la Barbara Alberti?

Ho un dubbio prendo il depliant guardo...
Come al solito ho visto mi sono entusiasmata ho fatto scintille ho letto e cosa è successo? Non ho guardato la.... DATA !

L'incontro con la Barbara Alberti è alla fine del mese di Aprile.

In compenso mi sono sorbita per due ore la visione di un omino piccino picciò che raccontava alcuni passi del suo libro... cretinate su cretinate. Niente che mi ha fatto ridere. Cose scontate e banalità.

Ma la cosa che veramente mi ha lasciato allibita è stata una marea di vecchiotte tra i sessanta e i settantanni con il libro di questo signore in mano girato dalla parte del titolo per far vedere che l'avevano comprato, che lo guardavano con occhi sognanti, ridevano stupidamente alle sue parole.

Attendevano con ansia il momento, che poi è venuto, di alzarsi e corrergli incontro per farsi firmare con uno scarabocchio la prima pagina e magari sperare che LUI le guardasse.

Mancava soltanto che cominciassero a gridare come delle pazze di sedici anni ad un concerto.
Solo che a sedici anni lo ammetto, ma a settanta che figuraccia che fai!

Ho respirato aria di libertà quando tutti si sono alzati. La testa mi girava insieme alla poltrona rossa e all'omino pupazzoso sopra. Mi sono chiesta perché all'entrata non mi hanno dato un sacchetto con le palline colorate da tirargli per vedere se lo buttavo giù?

Ma la visione che porterò sempre con me è quella di un uomo che avrà anche aperto quasi 200 ristoranti nel mondo, ma che .... goduria goduria.... mi ha "strabiliato" e fatto visionare per due ore due gambette bianche senza peli su un paio di calzini corti !!!!!!

Buona giornata. Alla prossima.

martedì 6 aprile 2010

Cioccoterapia



Arriva la primavera e avevo voglia di migliorare il mio aspetto decadente e invecchiato. Mi informo, chiedo, leggo e finalmente mi decido:
Per me ci vuole la Cioccoterapia magari seguita dalla Vinoterapia.
Navigazione veloce su internet per trovare la miglio Beauty Farm più vicina a casa e...
Sorpresa si trova proprio a pochi isolati dal viale in cui abito.
Sono solo in questi giorni di festa e quindi è proprio l'occasione ideale.
Venerdì finito il lavoro torno a casa mi cambio e via verso la nuova bellezza, chissà cosa dirà mia moglie e la mia bimba al loro ritorno.

Arrivo trafelato nell'indirizzo avuto dal buon navigatore e gioioso e fiducioso entro per la mia avventura ...

Sono anni che non frequento locali nuovi e lo stile di questo mi piace...

Niente di violento, colori tenui luci calde e niente neon, sedie comode con tavolini ampi e accoglienti divani alle pareti e un bancone in noce..

Mi avvicino e chiedo le tariffe la ragazza la banco mi sorride e mi dice:
- Ci dica cosa vuole e le dirò i prezzi.

- Facciamo un po' di tutto quello che avete con il cioccolato... così tanto per provare.

La ragazza è simpatica e mi ispira subito fiducia mi sento a mio agio.

-Li prova qui o li porta a casa?

E io:
- Qui! Così mi date le indicazioni giuste.

- Bene, si vuole accomodare in sala o vuole una delle salette al piano superiore?

Non c'era nessuno, ma l'idea che arrivassero altre persone mentre facevo il trattamento mi dava fastidio e così salì al primo piano.

Una saletta color zuppa inglese con comode poltrone, tavolino e musica classica di sottofondo, l'ideale per i nervi.

Mi sedetti e aspettai che arrivasse la mia terapista.

Pochi minuti e una meravigliosa ragazza arrivò con tutto l'occorrente...

Un vassoio di cioccolatini da togliere l'intelletto e la forma umana che ancora avevo...

Li posò sul tavolino e sorridendo mi disse:

-Sono uno di ogni tipo della nostra produzione, 56o gr. fanno 17,40.

Il mio viso era una maschera di stupore:

- e per il trattamento?

e la ragazza:
- il servizio è già compreso! vuole qualcosa da bere?

al che finalmente il mio neurone solitario si decise a funzionare.

- Mi scusi ma non è la Beauty Farm questa?

e tra le risate della meravigliosa ragazza:
- Noo! e la cioccolateria ... abbiamo aperto questo nuovo locale da appena una settimana.. la Beauty Farm è il portone dopo...

Benedetto navigatore e addio forma anche per quest'anno.

2 Kg in 2 giorni.

sabato 3 aprile 2010

TANTA SERENITÀ A TUTTI


Non starò a farVi i soliti Auguri di sempre.

Sono qui invece a ricordarVi che anche in questi giorni, in cui ognuno di noi può gioire e festeggiare, ci sono ancora nel mondo persone che soffrono non solo per le malattie, che purtroppo devono affrontare, ma anche e soprattutto per lo stato di terrore e di crudeltà che stanno vivendo.

Paesi dove la libertà di parola di istruzione di religione sono assenti,

paesi dove chi governa vive nel lusso più inconcepibile, mentre il resto del popolo soffre la fame la miseria,

dove la crudeltà dell'esercito che deve sedare la "ribellione" di chi è affamato finisce sempre in un "bagno" di sangue,

dove chi va in pace per portare la pace spesso viene sequestrato e ucciso,

dove le armi fanno da padroni,

dove gli stupri verso le donne o le bambine sono visti come la cosa più naturale,

dove la mutilazione è una cosa ignobile ma che viene tranquillamente usato come un gioco,

dove la droga l'AIDS la morte di centinaia di bambini denutriti è diventata quotidianità e non vergogna,

dove la vita di una persona è breve perché le condizioni di vita sono al limite della vita!,

dove sembra che non esista né pietà né amore né credo religioso,

dove..... dove..... dove...... dove.......

SE OGNUNO DI NOI HA UN PO' DI COSCIENZA RIEMPIRÀ DA SÉ GLI SPAZI CHE HO LASCIATO, GUARDANDO ANCHE VICINO ALLA PROPRIA CASA, AL PROPRIO POSTO DI LAVORO CHI RISPETTO A NOI VIVE UNA CONDIZIONE SOCIALE PIÙ DISAGIATA SIA A LIVELLO ECONOMICO CHE LAVORATIVO.
PENSIAMO A QUELLI CHE SONO STATI LICENZIATI, ALLE DONNE CHE SUBISCONO VIOLENZE, AI BAMBINI IN MANO AI PEDOFILI, AGLI ANZIANI SOLI CHE CON POCHI EURO DEVONO ARRIVARE ALLA FINE DEL MESE E C'È CHI INVECE L'UNICA COSA CHE RIESCE A FARE È CONTROLLARE I PROPRI CONTI CORRENTI E AUMENTARSI LO STIPENDIO.

Se riuscite a fare questo senza inorridire e vomitare per tutto quello che di inumano esiste al mondo allora solo allora
Vi augurerò BUONA PASQUA.
A presto
.

venerdì 2 aprile 2010

L'orto della vita - come vivere nel piacere.

Un orto ben coltivato, circondato da un muro. Addossato al muro un basso padiglione nel quale si intravedono alcune panche e un tavolo di legno grezzo. Il filosofo Epicuro, un cinquantenne con una folta barba grigia, cammina fra i solchetti dell'orto, coltivato a rape, cavoli, lattuga, crescione, ravanelli, sedano, cipolle e altre verdure. Lo seguono cinque allievi fra cui una ragazza. Epicuro parla e intanto annaffia le verdure con una brocca piena d' acqua. Quando l' acqua è finita uno degli allievi gli porge un' altra brocca piena e va a riempire quella vuota a una fontanella addossata al muro dell' orto. Intanto Epicuro continua la sua lezione. «I piaceri si dividono dunque in "naturali e necessari", come cibarsi; in "naturali e non necessari", come cibarsi con alimenti raffinati; e infine vengono i piaceri che non sono "né naturali né necessari", come arricchirsi». Un allievo con una faccetta simpatica e spiritosa si avvicina al filosofo. «Maestro Epicuro, posso esprimere un concetto?». «Sentiamo». «Io considero i ravanelli crudi un cibo molto raffinato. Il mio amico Sidonio li considera invece un cibo degno delle capre». «Il tuo amico Sidonio farà bene a lasciare i ravanelli per te o per le capre dal momento che non gli piacciono. Il piacere comunque non è unico e assoluto per tutti, non esiste "il piacere in sé" come dice Platone, ma vari generi di piacere in rapporto alle persone, agli oggetti, alle condizioni delle persone, all' occasione». Mentre parla, Epicuro distrattamente continua il gesto di innaffiare le verdure, ma la brocca è vuota. Un secondo allievo glielo fa notare. «Maestro Epicuro, stai innaffiando con la brocca vuota». Epicuro si rende conto della distrazione. «Se veramente continuassi a innaffiare, il fatto che la brocca è vuota non sarebbe rilevante. In realtà non sto innaffiando come tu hai detto, ma sto facendo soltanto il gesto di innaffiare. Insomma sto facendo un innaffiamento "platonico". Con questo genere di innaffiamento le verdure non crescerebbero e noi finiremmo per morire di fame. Esiste una migliore dimostrazione che la filosofia deve essere tutta tesa ad aiutare gli uomini a vivere meglio, possibilmente a raggiungere la felicità, e che è inutile e perciò dannosa quella filosofia che propone soltanto idee astratte?». «Come Platone» dice la Ragazza. Epicuro sorride soddisfatto alla Ragazza, poi prende la brocca piena d' acqua che gli porge uno degli allievi e nell' altra mano tiene la brocca vuota. Le mostra tutte e due agli allievi, una vicina all' altra. Epicuro alza in alto la brocca vuota. «Questa è la filosofia di Platone». Poi mostra la brocca piena. «E questa è la filosofia di Epicuro». Poi dà la brocca vuota all' altro allievo perché vada a riempirla, e con quella piena riprende a innaffiare le verdure. Dopo qualche istante si ferma e gira lo sguardo intorno. «Ravanelli, cavoli, rape, lattuga, barbabietole, sedano, cipolle, cetrioli... lo chiamano "il giardino di delizie", e io sono d' accordo nel dire che queste verdure sono autentiche delizie, ma preferisco che questo luogo venga chiamato "l' Orto di Epicuro" perché di un orto si tratta e non di un giardino». Il Primo Allievo fa uno sbadiglio. «Posso esprimere un altro concetto?» «Dimmi». Il Primo Allievo è incerto. «Il sole sta tramontando, maestro Epicuro ». «La notizia è interessante, ma generica». «Con il tramonto del sole i tuoi allievi sentono la necessità di soddisfare un loro desiderio "naturale e necessario"». «Se è della cena che intendi parlare, gli ortaggi sono già stati raccolti e lavati. Possiamo dunque entrare nel padiglione». Epicuro depone la brocca dell' acqua e si avvia verso il padiglione seguito dagli allievi. Posato su un tavolo c' è un grande cesto con molti ortaggi. Gli allievi siedono intorno al tavolo insieme al maestro e prendono una ciotola ciascuno. Sul tavolo c' è anche una brocca piena di vino e delle coppe di metallo. Gli allievi attendono rispettosamente, ma con impazienza, che Epicuro incominci a mangiare per primo. Il filosofo guarda il cibo, poi guarda gli allievi in attesa, evidentemente affamati. Sorride malizioso. «L' attesa aumenta il piacere». Il Primo Allievo mostra segni di nervosismo. «Posso esprimere un concetto?» «Certo». «Ho fame: l' attesa prolungata e i morsi della fame che l' accompagnano procurano dolore». Epicuro risponde allegramente. «Abbandoniamoci dunque a quest' orgia di piacere!». Epicuro prende un ravanello e lo addenta. Gli allievi incominciano a loro volta a mangiare con voracità. «Quando i nostri nemici ci accusano di essere dei gaudenti dediti ai più sfrenati piaceri dei sensi, in fondo non hanno torto».
......


*** Dal libro «Il sogno di Epicuro» di Luigi Malerba, editore Manni.
Luigi Malerba (pseudonimo di Luigi Bonardi) nasce a Berceto (Parma) l' 11 novembre 1927, muore a Roma l' 8 maggio 2008. Il suo primo romanzo è del 1963 «La scoperta dell' alfabeto» (Monte Università Parma, poi Mondadori); l' ultimo, «Fantasmi romani» (Mondadori) è invece del 2006



E speriamo che i piaceri di Epicuro portino a riscoprire la verità delle cose e a far risaltare l'imbroglio delle menzogne spacciate per verità e necessità.

mercoledì 31 marzo 2010

POESIA DI PRIMAVERA



Specchio di S. Quasimodo


Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell’erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul botro.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell’acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c’era

martedì 30 marzo 2010

MI SENTO UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE!


Quante degenerazioni di pensiero e di comportamento stanno nascendo nel mondo?

Non voglio parlare delle guerre degli eccidi degli stermini delle torture, parliamo invece del tipo di rapporto che esiste e si sta instaurando fra la generazione dei genitori e quella dei figli!

Non mi considero una mamma perfetta anzi.... ho in ogni momento dubbi incertezze insicurezze.

Ogni momento viene presa una decisione che deve essere quella giusta la cui eco poi sarà per sempre!

Ho imparato a dire a mia figlia che non conosco alcune cose per poterle cercare insieme e apparire semplicemente una persona ai suoi occhi.

Ogni risposta deve essere detta nella maniera più adatta alla sua età.
Non vado mai oltre quello che mi viene chiesto. E per adesso stiamo su una strada che non è faticosissima.

Almeno per lei va bene! ma la sera io sono esausta, bastano poche ore per accumulare la fatica di una giornata intera.

Le ho chiesto di darmi un voto.
Abbiamo cominciato ridendo con uno zero spaccato, poi siamo passate al sei meno meno meno meno meno meno...e alla fine a uno più zero!

E fin qui parliamo di noi.

Ma la cosa che mi lascia allibita, scusatemi, sono quei genitori che si fanno le paranoie dieci anni prima che accada tutto quanto!

L'altro giorno, ad esempio, una mamma era preoccupatissima e agitatissima perché il prossimo anno (parliamo di bambine di dieci anni che andranno in prima media!) la figlia avrà il "ragazzino" e la lascerà sola!

Ma stiamo scherzando?

Allora intanto perché a dieci anni deve avere un "ragazzo"? perché metterle in testa certe cretinate? perché poi i genitori si lamentano se succede quello che abbiamo letto oggi sul giornale? Ve lo ricordate? bambini e ridico bambini di dodici anni che hanno violentato in classe una coetanea. A parte il fatto che eliminare un insegnante che non si accorge di cosa sta succedendo, e qui parliamo di almeno mezz'ora se tutto va bene!, è la cosa più semplice e naturale che potrei fare, ma i genitori di questi "disgraziati" minorenni che cosa hanno insegnato loro!

Se tutti sono come quella mamma allora non mi devo più meravigliare perché faccio la parte della mamma antiquata fuori del mondo e dalle regole!

Perché i genitori stanno crescendo una generazioni di minori che devono per forza bruciare tutte le tappe? Perché non insegnano loro la morale, i valori, o loro stessi non li hanno? E che famiglie sono queste dove a dodici anni ci si ubriaca con lo shottino come fosse un bicchiere d'acqua, che si spara alle persone solo per divertimento? che si stupra e si riprende tutto con il telefonino per mettere il filmato su youtube? Ma i soldi servono a tenere i figli lontano da casa? l'orologio non esiste? ma che argomenti trattano quando sono insieme o insieme non ci stanno mai?

Parliamo delle droghe che circolano liberamente? Ma le mamme che lavano i vestiti non sentono il puzzo? non frugano nelle tasche dei figli? non vanno in camera a pulire?

quanti nascondigli ci sono che non vengono trovati o non vogliono essere trovati?

Quante domande devo ancora farmi? Ma allora il gruppo di persone che conosco e che come me hanno a cuore il benessere psichico dei propri figli da che parte della società ci mettiamo? Siamo dei fuori casta o semplicemente dei genitori che non hanno perso di vista la meta cui far arrivare i propri figli?

Come al solito vi lascio un argomento cui pensare!
Buona serata

sabato 27 marzo 2010

DIFFICILE.....?


Qualche tempo fa mia figlia mi disse:
"Mamma, com'è difficile alla mia età prendere delle decisioni!" (dieci anni).
Stavamo parlando soltanto di scegliere la scuola media più adatta alle nostre esigenze e comunque anche dopo un attento esame del corpo insegnante, programmi, compagni, ecc.

Eppure a sette anni io ho preso le più grandi decisioni della mia vita, quelle che mi hanno accompagnato in ogni cosa che ho fatto: le basi di principi importanti e fondamentali.

Ma dopo che me l'aveva detto ho cominciato a pensare che non importa che età hai!...ogni volta è difficile sempre e comunque prendere posizioni e più vai avanti e meno hai sicurezza e certezze su cui camminare.

Solo che con l'età pensi di più.
Mi sono abituata a valutare solo i CONTRO, cercarli tutti per quello che è possibile.
Ma l'imprevisto doloroso purtroppo è sempre lì che ti aspetta.
Se poi vengono i PRO meglio!, ma quelli portano solo un attimo di respiro.

Ciao buon fine settimana

venerdì 26 marzo 2010

GIBRAN parte quinta (3)


(continua....)


E poi la parte migliore della loro intimità sarebbe arrivata con le carezze di un massaggio.


Le mani che corrono sulla schiena sulle spalle sul collo e poi le dita fra i capelli in un rituale semplice ma così sensuale così intimo. Il gesto più atavico che esista fra due persone, sicuramente anche Adamo ed Eva erano soliti farselo, ma che molti uomini e donne hanno dimenticato.

Il gesto più emotivo fra due che si amano: una carezza fra i capelli mentre gli occhi scrutano l'altro... il viso dell'altro per cogliere l'abbandono del cuore e del corpo in quel tocco.... e la voglia di stare insieme ancora ancora e ancora.

Parole silenti ma cariche di ogni poesia o rima che sia mai stata scritta o pensata.

Parole che vedi volare nell'aria leggere come piume colorate che si posano sui corpi che si amano, parole non dette ma che vengono lo stesso pronunciate, parole che prendono forma e sostanza ma che si rimettono subito in viaggio per posarsi ancora da un'altra parte e un'altra ancora finché tutto finisce.... ma rimangono sulla pelle scolpite come un tatuaggio per sempre.

Gibran non le aveva permesso niente di tutto questo, lei aveva sempre pensato che se si fossero incontrati sarebbe successo qualcosa che poteva essere unico e irripetibile. Non importava quanto poteva durare.... la felicità sarebbe stato viverlo.

Il dolore aumentava, perché mentre l'aveva conosciuto non aveva sentito nessuna emozione e adesso sentiva così male?

Perché un nome le aveva risvegliato quello che non si era nemmeno accorta che era cresciuto dentro di lei così silenziosamente, ma che la stava vincendo?

Nel breve periodo che si erano trovati, quante volte ..... avvicinati e allontanati? decine di volte! era stato tutto un susseguirsi di cose non dette non chiarite di cose che avrebbero voluto vivere ma non era stata data loro nessuna possibilità. Ogni volta che lei era corsa verso di lui l'aveva visto allontanarsi come un miraggio. E allora perché parlare di un "percorso" da costruire?
Con chi voleva edificarlo se non con se stesso e basta?

Si sentì defraudata di qualcosa... chi fra i due aveva deciso che era tutto inutile?

Spesso in un rapporto finisce tutto senza che nessuno abbia veramente detto all'altro cosa voleva o cosa avrebbe voluto, quello che non andava bene o l'amore che aveva cominciato a crescere.

Lei aveva cercato di spiegargli alcune cose, anche cos'era quel VUOTO che sentiva intorno a lui, ma si aspettava di discuterne di capire cose che forse non aveva intuito.

Quanto poco si parla fra due persone! E quel poco sono solo parole parole parole ... senza cuore né anima.

Ognuno ha qualcosa che desidera donare:
e così, troppo spesso,
nessuno è disposto a prendere.
Poniamo che io abbia una casa
e inviti gente.
Verranno e accetteranno la mia casa,
il mio cibo e perfino le mie idee,
ma non il mio amore.
E invece proprio l'amore
è ciò che la maggior parte di noi
desidera donare sopra ogni altra cosa.

(Kahlil Gibran)


FINE


Per i lettori


Vi confesso che questo racconto per me è stato molto importante, ma purtroppo la fine è stata scritta in un momento drammatico. E' stato accompagnato dal distacco doloroso da una persona a me molto cara e dall'incomprensione che è nata con un'altra persona che non ha capito il senso di tutto quello che ho voluto dire in questo mio saggio. Ma come dico sempre ... un passo dietro l'altro, un giorno dietro l'altro e si va avanti.

Grazie per avermi letto.

mercoledì 24 marzo 2010

GIBRAN parte quinta (2)


(continua....)


E' il semplice verbo DONARE.


Donare senza riserve senza limiti senza pensieri solo con il cuore senza chiedere niente, ma anche senza che venga chiesto niente. Dare se stessi senza rendersi conto di farlo, così spontaneamente. Perché nel momento della presa di coscienza non era più istintivo e naturale e allora diventava un peso e si dirigeva inevitabilmente verso la fine.

Il pensiero di tutto questo fu come un lampo accecante. Quando si rese conto di questa mancanza cominciò a soffrire, un leggero dolore che non avrebbe più voluto sentire. Ma che le fece male come se il rapporto fosse durato anni.

Eppure i loro pochi incontri fatti solo di minuti ritornarono prepotentemente nella sua mente davanti scorrevano come li stesse rivivendo ancora. Non aveva mai ricordato nulla di quegli attimi ma adesso erano lì passavano secondo per secondo e... come era lungo ogni secondo che guardava! Quante volte gli aveva chiesto di stare insieme di vedersi per qualche ora. Il suo rifiuto, il rimandare continuamente: era questo che le aveva fatto capire che lui non sapeva cosa voleva dire DONARSI.

No, lei non era brutta, anzi..... i loro desideri erano sempre stati rapidi in quei pochi attimi che si erano incontrati: si ritrovavano subito abbracciati con mezzi vestiti addosso lei seduta nell'angolo del tavolino e lui fra le gambe di lei estasiato.

Però... però... non era mai stato lui per primo ad offrirsi, spontaneamente, solo perché lo desiderava.

Lei ripensava a quei momenti quei rari momenti chiesti voluti e poi alla fine le erano stati concessi come fosse stata un'elemosina. Ecco perché non aveva accettato un rapporto così, ecco perché adesso sentiva questo dolore così forte che cresceva dentro di lei.

Perché chiedere quello che avrebbero dovuto, ma soprattutto voluto offrirsi reciprocamente?

Cominciò a piangere. A distanza di tempo sfogò tutta la sua rabbia la sua impotenza, ma anche la frustrazione che adesso sentiva per un rapporto in cui avrebbe potuto dare molto, tutta se stessa, e non le era stato permesso.

Gli altri uomini che aveva avuto anche se per poche ore le aveva regalato qualcosa. Il suo "vecchietto" con il quale non si vedeva più ormai da tanto le aveva dato una parte di sé sempre senza chiedere niente, e i loro ricordi erano i più belli che potesse conservare dentro il suo cuore.

Perché Gibran non le aveva concesso più tempo per loro due per imparare a conoscersi non per studiarsi ma per assimilarsi in pace e tranquillità? Perché sempre di fretta come un ladro che ha paura di essere scoperto o come un uomo che ha paura di mettere radici o di essere incastrato in una relazione che poi aveva cercato lui fin dall'inizio? Eppure avrebbero potuto non nascondersi: erano soli tutti e due: nessun impegno sentimentale con altre persone, liberi di vedersi alla luce del sole.

Ricordava la prima e l'unica volta che avevano mangiato insieme, frettolosamente con l'orologio in mano. Per lei mangiare con qualcuno significava un momento di relax in cui si chiacchiera e si scherza, invece si era sentita seduta sulle spine dei rovi più dure che poteva conoscere. Spine che le erano entrate nella carne, lui che parlava parlava parlava in continuazione. Parole parole parole... lettere messe insieme a formare parole, ma l'assemblaggio non aveva portato alla costruzione di niente. Discorsi che dopo un po' riusciva a capire dove erano diretti ma che poi non avevano sostanza come se le idee si fossero divise in mille rigagnoli e a fatica poi defluivano in un torrente.

Avrebbe voluto un po' di tempo. Semplicemente un po' di tempo.

Aveva pensato a loro due in camera a fare un picnic sul letto coperti semplicemente dal lenzuolo.

Dei semplici panini niente di complicato, ma mangiati così insieme da soli senza il chiasso di un bar. Un boccone e un'occhiata verso l'altro e poi ridere e parlare senza pensare a cosa c'era fuori della porta.

E poi la parte migliore della loro intimità sarebbe arrivata con le carezze di un massaggio.


(continua....)

lunedì 22 marzo 2010

e questi sarebbero esseri umani?

Il sapone anti-immigrati
l'ultima della Lega ad Arezzo

AREZZO - Sapone per lavarsi le mani dopo aver toccato un immigrato. Lo distribuiscono militanti della Lega Nord a Sansepolcro e in altri paesi della provincia di Arezzo. Un'iniziativa che ha indotto il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando, a chiedere l'intervento del ministro dell'Interno Roberto Maroni.

"La lega si conferma razzista e xenofoba. Distribuisce sapone anti-immigrati per lavarsi dopo aver toccato gli extracomunitari - ha affermato Orlando in una nota - E' vergognoso tutto ciò. E' una vera e propria istigazione alla violenza. Noi dell'Italia dei Valori chiediamo l'intervento del ministro Maroni, perché qui si tratta di una vera e prorpia istigazione all'odio razziale". E ancora: "Suggeriamo a Bossi, dato che oggi salirà sul palco di San Giovanni, a Roma, di distribuire ai suoi alleati il sapone perché tutto hanno tranne che le mani pulite".

L'ennesima manifestazione di intolleranza degli attivisti del Carroccio è stata definita "gravissima" da Alfio Nicotra, capogruppo alla Provincia di Arezzo della Federazione della Sinistra e componente della direzione nazionale di Rifondazione comunista. "I militanti della Lega Nord distribuiscono nei mercati delle bustine contenenti sapone liquido con l'avvertenza di usarlo dopo aver toccato un immigrato - ha detto l'esponente del Prc - Il messaggio che si veicola è devastante : ovvero che esseri umani solo perché stranieri sono considerati alla stregua di 'untori' e portatori di malattie e disgrazie". "Non avendo alcuna proposta politica per combattere la crisi che colpisce anche le nostre zone e di cui il governo Berlusconi, di cui sono componente portante, è responsabile, i dirigenti leghisti preferiscono distrarre l'opinione pubblica - ha aggiunto Nicotra - con iniziative disgustose e che devono essere condannate senza se e senza ma da tutte le forze politiche. Monica Faenzi la candidata del centrodestra che si è apparentata con la Lega Nord non ha niente da dire in proposito? Il ministro dell'Interno Maroni che deve applicare la legge che vieta l'apologia e la diffusione del razzismo cosa aspetta ad allertare le forze dell'ordine per porre fine a questa vergogna?".

Spero che la vergogna di tutti sia chiara e univoca e poi parlano di partito dell'amore.