SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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venerdì 3 luglio 2009

HO DECISO !!!


Decisione avventata?
Mamma in crisi?
Curiosità di vedere cosa è successo la seconda settimana?
Forse tutto questo o niente di tutto questo!
Mia figlia non ne può più! Vuole tornare a casa, s'è stufata della casa di montagna, odia la tata, gioca con le altre bambine, ma vuole.... lasciare i giochi per agosto altrimenti adesso finiscono e poi non sa più cosa fare quando ritorniamo....!
A parte che quasi ogni fine settimana siamo in montagna, diciamo più semplicemente che le manca la mamma brontolona, quella che la manda a letto massimo alle 22 e non alle 23,30, che fa la pasta al pomodoro più buona del mondo, che la rimprovera continuamente, ma siamo sempre lì a studiare e chiaccherare, che prima di uscire dal bagno sulla porta fa la revisione completa se si è lavata o no,.....
Continuo? Mi sembra superfluo!
Le mancano semplicemente un po' di baci e coccole che chiede tutto il giorno in continuazione!
Comunque non ho impiegato due secondi per decidere di partire stasera e domani tenere chiuso il negozio.
Chi pensate sia più importante?
Non mi pento della decisione presa: deve formarsi un carattere e nel suo caso sono un "negrerio": coccole e baci quante ne vuole, la famosa "carota", ma poi anche il cercare uno spazio proprio, provare ad affrontare le difficoltà che le si presentano davanti, partendo sempre dal presupposto di essere sola e che nessuno la può aiutare.
Non guardatemi male un domani mi ringrazierà. Sarà pronta ad affrontare la sua vita con la consapevolezza che le sue capacità saranno in grado di aiutare chi non può farlo da solo.
Ultimamente le avevo impartito l'ultima lezione, la più difficile per un bambino, ma so già che è servita, ne sento i frutti al telefono.
...Ogni volta che vuoi un giocattolo o qualcosa chiediti sempre se ti serve, se ti è necessario e se la sua mancanza può costarti la vita....
Abbiamo le case piene di giocattoli e altre diavolerie superflue, non pensate sia il caso di tornare ad un po' di austerity?
Non le mancherà mai niente, ma è bene che cominci a porsi un po' di domande e a provare a darsi delle risposte.
Baci a tutti buon fine settimana

mercoledì 1 luglio 2009

RISOTTO NERO ALLA FIORENTINA


INGREDIENTI
(per 4 persone)

* 300 gr riso
* 400 gr seppie
* 400 gr bietole
* un cucchiaio di conserva
* mezza cipolla
* 1 spicchio d'aglio
* 1 litro di brodo(di pesce o di dado)
* vino bianco
* olio d'oliva
* sale e pepe

Pulite le seppie eliminando pelle, osso, occhi, becco e intestini. Conservate invece le vescichette con l'inchiostro.
In una pentola fate rosolare, in 6 cucchiai d'olio, un trito fine di cipolla e aglio.
Appena la cipolla inizia ad appassire unite le seppie tagliate a pezzetti e le bietole lavate e tagliate a listarelle. Fate cuocere per 5 minuti, quindi bagnate con un bicchiere di vino bianco.
Quando sarà evaporato aggiungete il riso e la conserva (in mancanza potete usare 2 etti di pelati), salate e portate a cottura con il brodo bollente (potete usare anche acqua.).
In ultimo unite anche l'inchiostro delle seppie.
Servitelo con abbondante pepe e, volendo, con un po' di prezzemolo tritato, fresco naturalmente.

LETTERA AD UN'OMBRA


(di Lorena B.G.)

ROSA NERA
Così, un po’ tardi, ho scoperto che il cuore
respira. E tu sei quell’aria leggera
che ora mi manca, sete che non muore.
Nel mondo, buio come una miniera,

tra mille pietre, non nasce più un fiore.
Ma oggi ho visto una rara rosa nera:
non lascerò solo un simile albore
di vita nuova, dolce, forte, fiera.

Amabile anima rara, non dare
al vento questo sonetto introverso.
Anche lui vuol tuffarsi nel tuo mare,

per esplorare il tuo mondo sommerso.
Dentro il tuo cuore vuole continuare
un eterno quindicesimo verso…


"La luce tenue dei lampioni filtra sempre nella mia casa, inonda le stanze, mi piace camminare nel buio della notte.
Non ho mai avuto paura. La notte la sento amica. La luce dei lampioni, della luna, quando c'è, danno un colore così caldo ai mobili alle pareti.
I miei occhi vedono, osservano tutto: i contorni delle cose, della mia vita, dell'aria che mi circonda. Anche l'aria sì ha i suoi colori e di notte diventano i colori più caldi che conosco, non li ho mai visti nemmeno in tutti i quadri del mondo.
Forse sono i colori della pace? Del sentirmi in pace con me stessa, soprattutto quando sono sicura di avere fatto tutto quello che potevo. La luce della notte è così bella che qualche volta mi sembra finta.
Ultimamente ho pensato tante volte se potessi dare questa mia tranquillità ad un amico. Sarei contenta se potessi regalargliene la metà.
Gliela darei con tanto amore, mi piacerebbe se potesse provare come ci sto bene. Vorrei tanto che la notte per lui diventasse un'amica fedele, che lo ama e non uno spettro da cui fuggire.
Mi sento immersa nella notte come fosse l'acqua calda della vasca delle terme. La notte non riesco a dormire molto, ma non cerco qualcosa per passare il tempo. Mi piace mettermi di fianco una volta da una parte, una volta dall'altra e osservare ogni angolo della stanza dove mi trovo.
Quando ho sete mi alzo e a piedi nudi, non metto le pantofole, assaporo anche la sensazione del cotto del pavimento che accarezza i miei piedi. Nuoto nell'aria fino ad arrivare in cucina. Apro il frigorifero per prendere l'acqua ed ecco quella luce mi offende, cioè offende la notte. E' troppo forte come qualcosa di indesiderato e crudele. Richiudo subito come se chiedessi scusa alla mia amica.
Ma pochi giorni fa queste luci queste ombre amiche sono state coperte da te. Sei apparsa così all'improvviso. Davanti a me, nel buio della notte. Davanti alla finestra del salotto mi sei apparsa tu all'improvviso: nera come l'inchiostro più nero, mi sei apparsa a pochi centimetri dal viso.
Ed hai coperto tutto, tutto è scomparso.
Stavo camminando non sono riuscita a fermarmi e ti sono passata in mezzo. Che strana sensazione ho avuto: tu mi hai attraversato tutto il corpo hai accarezzato ogni mia cellula, quella sensazione ce l'ho ancora.
E' stata un'esperienza piacevole ho un buon ricordo.
Sento ancora la tua carezza dentro di me. Perchè avrei dovuto avere paura? Ho capito da quel contatto che cerchi qualcosa che vuoi dirmi o chiedermi qualcosa, ma ancora non me l'hai detto.
E ieri sera sempre nel buio sono entrata in camera convinta che non avrei dormito ancora per un po'. Ma a letto quando mi sono girata a destra ecco che ti ho visto a sedere sul cuscino accanto a me che mi guardavi. Ti ho dato la buona notte e un attimo dopo sono crollata.
Per la prima volta dopo tanti anni non mi sono svegliata nè per andare in bagno nè per bere.
E stamattina svegliandomi mi sono meravigliata di un sonno così lungo e profondo.
Non so ancora chi sei, ma il tuo profilo con quei capelli corti mi ricorda tanto qualcuno.
Potessi confidarmi per raccontare tutto questo! Ma quante persone mi capirebbero e non mi prenderebbero per pazza?
E' possibile che tu ombra nera piatta come un cartoncino sei la proiezione di qualcuno che vuole mettersi in contatto con me? Finora c'è stata una porta che lui ha aperto quando ha voluto ed ogni volta è andata meglio di quella precedente. Cosa stai provando adesso un nuovo tipo di contatto?
E' questo che cerchi di dirmi ogni volta che mi esorti a guardare dentro di me? E' questo che intendi? Di espandere le mie sensazioni? Come una piovra per arrivare fino a te?
Tra poco chiuderò il computer, mi laverò i denti e poi a nanna spero di rivederti presto abbiamo qualcosa in sospeso e la curiosità mi sta divorando.
Devo calmarmi in questi casi la fretta può rovinare tutto, ma il contatto fra noi è stato così piacevole, più bello della carezza di un amante.
Adesso vado sto facendo tardi non voglio arrivare al nostro appuntamento e non trovarti.

Baci a dopo"

CORDOGLIO


PENSO CHE SIA DOVEROSO PARTECIPARE AL LUTTO CHE HA COLPITO LA NOSTRA VIAREGGIO, CON LA SPERANZA CHE NON SUCCEDA MAI PIU'.

Anche questa volta ci sono bambini, una preghiera per la piccola di tre anni e il bambino di due anni e mezzo,ultime vittime di questa tragedia.

martedì 30 giugno 2009

TUTTO NORMALE....

(di Lorena B.G.)

TERZA ED ULTIMA PARTE
..................

Erano arrivate entrambe alla conclusione che nonostante tanti discorsi, poi il problema forse era lei! Lei che desiderava stare con un uomo, costruire un futuro insieme e contemporaneamente forse aveva paura delle responsabilità che comporta una vita da condividere.
Ma questa volta le sembrava diverso, con questo lui provava un sentimento nuovo. Ne era cosciente: lui così sensibile, così educato, così presente quando lei aveva i suoi malumori, anticipava sempre i suoi desideri.
Non aveva mai dovuto chiedere nemmeno un gelato, quelle rare volte che si erano incontrati, perchè lui l'aveva portata nella gelateria più fornita di tutta la città, ma anche quella dove veniva fatto il gelato migliore.
Le regalava rose, le sembrava che la guardasse con occhi da innamorato: occhi solo per lei.
Però adesso che ci pensava non le aveva mai detto che le voleva bene.
Molti complimenti, molti discorsi sdolcinati su cosa avrebbe voluto fare insieme per le vacanze, se fossero andati a fare una gita in campagna o in montagna.
Però qualche volta le loro telefonate o gli sms ultimamente le davano l'impressione che lui stesse recitando, no forse era sbagliato dire recitare forse sembrava più le "prove" di una recita.
Però lo sentiva vicino. Vicino al cuore, al cervello....mancava solo.... vicino al corpo.
E continuava a rimuginare sopra questa cosa, non le andava giù e anche quel pomeriggio sommerse la sua amica con questi dubbi.
Era diventata un'ossessione, tanto che alla fine pensarono entrambe che siccome questa storia le stava sfuggendo di mano lei la stava facendo diventare importante.
Si sa ogni cosa che ognuno di noi desidera, quando non può ottenerla diventa il desiderio più ossessivo: la meta da raggiungere a tutti i costi.
Mentre erano lì a quel tavolino e lei stava quasi per mettersi a a piangere, lanciò un'occhiata fuori.
Per la strada dall'altra parte sul marciapiede c'era lui! LUI !
Ma con chi era? Con un'altra persona.
Stavano camminando vicini, molto vicini. I loro sguardi sprizzavano gioia, ma soprattutto intimità.
Il loro modo di guardarsi di parlare erano confidenziali.
Solo un cieco non avrebbe capito.
Tutte e due erano incollate al vetro ad osservare. Un'occhiata sfuggente fra loro e non ci furono dubbi.
Non più! Ecco il perchè si era allontanato, ma perchè non aveva spiegato, perchè non aveva avuto il coraggio di dire niente?
In un lampo capì tutti le telefonate, il loro non trovarsi, la gentilezza, il non cercare rapporti.
Ma perchè allora aveva portato avanti quella farsa? Voleva forse rendersi conto se i suoi sentimenti erano diversi, se forse c'era un altro sbocco nella vita? Spesso prendiamo una strada convinti che sia quella da percorrere e poi invece troppo tardi ci si rende conto che la realtà è diversa.
Quanti uomini si sono sposati, magari hanno avuto anche dei figli e poi si sono accorti che l'amore che li aveva uniti ad una donna non c'era, perchè dopo hanno incontrato un'altra persona che invece ha loro aperto gli occhi: fatto vedere e capire la loro vera realtà? Hanno quindi potuto dare corpo a incertezze, insicurezze che avevano avuto da tanto tempo?
Si sentì sconfitta. Per quanto si fosse data da fare, sia sul piano emotivo sia sul piano fisico avrebbe fallito sempre. Nessun vestito per quanto provocante o qualsiasi azione piena d'amore avrebbero cambiato la realtà cui stava assistendo.
Testimone partecipe della sua sconfitta: la sua amica.
Anche lei non riusciva a parlare.
Nel silenzio che era sceso fra loro sembrava di sentire solo i pensieri che cominciavano ad affacciarsi prepotentemente nella loro testa.
Pensieri che cominciavano a prendere corpo, pensieri che diventavano sempre più pesanti ogni secondo che passava. Dall'altra parte sull'altro marciapiede lui si era fermato, prese la mano dell'altra persona, si avvicinò e gli fece una carezza. Qualche parola fra loro sussurrate con i visi molto vicini, poi un bacio su una guancia.
Un altro bacio ancora, un'altra carezza poi ripresero a camminare. Sparirono così fra la folla che c'era in quel momento.
Il caffè, il tramezzino, il dolce diventarono dei mattoni nello stomaco, le loro risate si insaporirono dell'amaro della verità. La due amiche si guardarono: lui aveva sì è vero un'altra relazione, un altro amore, ma non con una donna, bensì con un UOMO!
Un lungo e forte abbraccio silenzioso fra loro fu la risposta compassionevole a tutte le domande di quei mesi. Le parole di conforto erano rimaste imprigionate nel fango della verità che tutto impedisce: parole, movimenti, gesti.
Solo un lungo abbraccio per dire che aveva sbagliato a capire. Avevano sbagliato entrambe a capire.

DIECI MINUTI PER ME

(di Lorena B.G.)

Ho deciso: oggi mi ribello!
Ho chiuso il negozio: ho bisogno di qualche minuto tutto per me. In questi giorni sono sola, ma non riesco a riposarmi. Troppi pensieri troppe cose stupide all'improvviso, e poi c'è sempre qualche amico che ha bisogno di parlare e ti chiede aiuto. Aiuto? Ma se lo vorrei chiedere anch'io tutti i giorni in continuazione .
Comincio a camminare vado dalla parte opposta di dove abito. E'una zona che frequento poco anche se la conosco bene. Comincio a guardare i negozi, ogni fondo è occupato da un'attività di cinesi. Ringrazio l'amministrazione comunale per la decisione di rovinare il centro storico con l'invasione di queste licenze. E poi il sindaco nuovo oggi ha avuto anche il coraggio di dire che per rivalutare del centro i negozi devono rimanere aperti tutto l'anno, orario continuato e che vuole fare anche dei dopo cena.
Bravo, anzi bravissimo.
Sono stata la prima a reclamare ... ma anche noi abbiamo famiglia e la sera siamo stanchi... e poi mi dite chi viene a gennaio quando piove e fa freddo la sera dopo cena a comprare una tisana? Io penso proprio che la maggior parte se ne sta a casa propria al calduccio. E sicuramente sarà quello che farò anch'io e insieme a me tutti gli altri. Se dobbiamo uscire lo faremo per andare a divertirci da qualche parte...
Come lui del resto!!!!!!!
Continua la mia passeggiata, penso se comprerò qualcosa.
Ma le vetrine non mi attirano: sempre i soliti vestiti, le solite scarpe, le solite borse. Non mi manca niente, perchè devo comprare per forza?
Poi mi ricordo di un piccolo bugigattolo grande quanto un francobollo, la proprietaria è una signora molto anziana. Ogni tanto viene da me a comprare 50 centesimi di malva. Con il costo di questa pianta all'etto le dovrei dare solo il sacchetto, ma ogni volta faccio finta di niente e le do lo stesso 50 grammi.
E' il momento di restituire la visita.
Lo trovo, ripeto grande come un francobollo. Ogni volta che sono passata davanti non mi sembrava un disordine così accentuato.
Appena mi vede mi chiama ... signorina... sorrido. E vuole vendermi un ventaglio. Le rispondo di no che sono lì per i libri. Non ve l'ho detto? E' un negozio di libri usati, ma non perchè li ha acquistati lei usati, ma sono tutti stropicciati da quanto sono stati toccati. Il disordine è incredibile, non riesco a trovare un ordine, un criterio di esposizione. Alla fine capisco che devo solo mettermi da una parte e cominciare a guardare.
Fumetti, gialli, favole per bambini, Liala, Armony... mi ricordo adesso di aver parlato ultimamente con un amico di questi libri. Gli ho detto che non scriverò mai racconti come quelli di queste collane.
Tutti i volumi sono mischiati con borse, camicette, scarpe, ventagli, monete, spille....Non ci capisco niente.
Sono abituata all'ordine o almeno al mio disordine ordinato. Non sono una maniaca, spesso quando in casa mi chiedono dove sono le cose rispondo sempre... per esserci ci sono, prima o poi le troveremo... la casa mangia ma poi restituisce tutto...
Veramente ci sono cose che ho cercato tanto, ma la casa le ha trovate così gustose e negli anni le ha digerite così bene che non le ho più trovate.
Ma per questo non sono impazzita.
Non riesco a vedere niente: in basso davanti ai libri c'è di tutto, quelli in alto sono girati e non ho voglia di guardarli uno ad uno, rimangono solo i due scaffali centrali ad altezza d'occhi. Non arrivo in fondo a nessuna fila di scaffali dalle scatole davanti, ma come fa a vendere se i clienti non riescono a vedere? Mentre sono lì devo affrontare gli scaffali, le borse appese, le scatole in mezzo ai piedi e la vecchina che ogni secondo mi chiede se voglio comprare il ventaglio. Forse azzardo un'ipotesi: ma è un po' rinco....? In mezzo a questi volumi non c'è un manualetto che spiega come far pace con il cervello?
Decido di andarmene, ma non voglio prima di avere preso qualcosa e lasciato qualche soldo. Alla fine nascosti ho trovato due libri... NUOVI, COMPLETAMENTE NUOVI e li ho comprati per 1 euro l'uno.
Le ho promesso che sarei ritornata. Forse troverò ancora qualcosa, ma prima dovrò fare un po' di tantra, yoga, training autogeno, ritiro spirituale in qualche sperduto eremo, ... avete qualche altra proposta?
Ho pensato anche al cilicio, ma per riaffrontare in quei cinque metri quadrati nuovamente quel disordine mi sembra veramente troppo!

PSICHIATRIA, PSICOLOGIA

PSICHIATRIA
Parte della medicina che studia e cura le malattie e i disturbi mentali.

PSICOLOGIA
Scienza che studia la vita e l'attività psichica, il suo sviluppo e le manifestazioni coscienti o inconsce ad essa connesse.

RIFIUTI HI-TECH


Mentre le aziende non si sono ancora ben organizate a offrire un servizio di gestione del Raee, arrivano i primi Consorzi.
Sul nascere ha messo in crisi in molti il Decreto legislativo 151/2005, che attribuisce ai produttori la responsabilità di finanziare e gestire la raccolta e il trattamento dei Raee, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Una piccola grande rivoluzione nel mondo della gestione dei rifiuti, che ha coinvolto anche i cittadini, responsabilizzati a portare le apparecchiature da smaltire nelle piazzole di raccolta.Un servizio pagato con il cosiddetto visible fee, un sovrapprezzo applicato al costo del bene al momento dell'acquisto e versato dal produttore sotto forma di ecocontributo per lo smaltimento dei Raee.

Tutto così semplice? In realtà sul fronte delle imprese il meccanismo non è ancora del tutto oliato. Basti dire che continuano a slittare i decreti attuativi che regolano fino in fondo i doveri delle aziende, ovvero provvedere allo smaltimento delle vecchie apparecchiature e garantire il ritiro dell'usato ai cittadini che fanno nuovi acquisti. La gestione dei rifiuti elettronici comunque avanza. Secondo il primo Rapporto di sostenibilità pubblicato da ReMedia, il principale sistema per la gestione dei rifiuti Raee, per l'anno 2008 sono state recuperate 17.150 tonnellate di materie prime, risparmiate 8.500 tonnellate equivalenti dipetrolio, evitate 73.500 tonnellate di CO2 ed è stato recuperato l'85% dei materiali raccolti.