(di Lorena B.G.)
TERZA ED ULTIMA PARTE
..................
Erano arrivate entrambe alla conclusione che nonostante tanti discorsi, poi il problema forse era lei! Lei che desiderava stare con un uomo, costruire un futuro insieme e contemporaneamente forse aveva paura delle responsabilità che comporta una vita da condividere.
Ma questa volta le sembrava diverso, con questo lui provava un sentimento nuovo. Ne era cosciente: lui così sensibile, così educato, così presente quando lei aveva i suoi malumori, anticipava sempre i suoi desideri.
Non aveva mai dovuto chiedere nemmeno un gelato, quelle rare volte che si erano incontrati, perchè lui l'aveva portata nella gelateria più fornita di tutta la città, ma anche quella dove veniva fatto il gelato migliore.
Le regalava rose, le sembrava che la guardasse con occhi da innamorato: occhi solo per lei.
Però adesso che ci pensava non le aveva mai detto che le voleva bene.
Molti complimenti, molti discorsi sdolcinati su cosa avrebbe voluto fare insieme per le vacanze, se fossero andati a fare una gita in campagna o in montagna.
Però qualche volta le loro telefonate o gli sms ultimamente le davano l'impressione che lui stesse recitando, no forse era sbagliato dire recitare forse sembrava più le "prove" di una recita.
Però lo sentiva vicino. Vicino al cuore, al cervello....mancava solo.... vicino al corpo.
E continuava a rimuginare sopra questa cosa, non le andava giù e anche quel pomeriggio sommerse la sua amica con questi dubbi.
Era diventata un'ossessione, tanto che alla fine pensarono entrambe che siccome questa storia le stava sfuggendo di mano lei la stava facendo diventare importante.
Si sa ogni cosa che ognuno di noi desidera, quando non può ottenerla diventa il desiderio più ossessivo: la meta da raggiungere a tutti i costi.
Mentre erano lì a quel tavolino e lei stava quasi per mettersi a a piangere, lanciò un'occhiata fuori.
Per la strada dall'altra parte sul marciapiede c'era lui! LUI !
Ma con chi era? Con un'altra persona.
Stavano camminando vicini, molto vicini. I loro sguardi sprizzavano gioia, ma soprattutto intimità.
Il loro modo di guardarsi di parlare erano confidenziali.
Solo un cieco non avrebbe capito.
Tutte e due erano incollate al vetro ad osservare. Un'occhiata sfuggente fra loro e non ci furono dubbi.
Non più! Ecco il perchè si era allontanato, ma perchè non aveva spiegato, perchè non aveva avuto il coraggio di dire niente?
In un lampo capì tutti le telefonate, il loro non trovarsi, la gentilezza, il non cercare rapporti.
Ma perchè allora aveva portato avanti quella farsa? Voleva forse rendersi conto se i suoi sentimenti erano diversi, se forse c'era un altro sbocco nella vita? Spesso prendiamo una strada convinti che sia quella da percorrere e poi invece troppo tardi ci si rende conto che la realtà è diversa.
Quanti uomini si sono sposati, magari hanno avuto anche dei figli e poi si sono accorti che l'amore che li aveva uniti ad una donna non c'era, perchè dopo hanno incontrato un'altra persona che invece ha loro aperto gli occhi: fatto vedere e capire la loro vera realtà? Hanno quindi potuto dare corpo a incertezze, insicurezze che avevano avuto da tanto tempo?
Si sentì sconfitta. Per quanto si fosse data da fare, sia sul piano emotivo sia sul piano fisico avrebbe fallito sempre. Nessun vestito per quanto provocante o qualsiasi azione piena d'amore avrebbero cambiato la realtà cui stava assistendo.
Testimone partecipe della sua sconfitta: la sua amica.
Anche lei non riusciva a parlare.
Nel silenzio che era sceso fra loro sembrava di sentire solo i pensieri che cominciavano ad affacciarsi prepotentemente nella loro testa.
Pensieri che cominciavano a prendere corpo, pensieri che diventavano sempre più pesanti ogni secondo che passava. Dall'altra parte sull'altro marciapiede lui si era fermato, prese la mano dell'altra persona, si avvicinò e gli fece una carezza. Qualche parola fra loro sussurrate con i visi molto vicini, poi un bacio su una guancia.
Un altro bacio ancora, un'altra carezza poi ripresero a camminare. Sparirono così fra la folla che c'era in quel momento.
Il caffè, il tramezzino, il dolce diventarono dei mattoni nello stomaco, le loro risate si insaporirono dell'amaro della verità. La due amiche si guardarono: lui aveva sì è vero un'altra relazione, un altro amore, ma non con una donna, bensì con un UOMO!
Un lungo e forte abbraccio silenzioso fra loro fu la risposta compassionevole a tutte le domande di quei mesi. Le parole di conforto erano rimaste imprigionate nel fango della verità che tutto impedisce: parole, movimenti, gesti.
Solo un lungo abbraccio per dire che aveva sbagliato a capire. Avevano sbagliato entrambe a capire.
SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)
PER TUTTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro).
Gli amministratori dichiarano di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post.
Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Inoltre qualsiasi racconto o storia che viene scritto non fa riferimento nè a persone nè a luoghi. É solo frutto di fantasia. La vita, la realtà purtroppo accomuna nei fatti molte persone, ma niente è riferito a qualcuno in particolare.
In fine gli amministratori si riservano il diritto di cancellare tutti i commenti che ritengono non opportuni e contro lo spirito dell'informazione, commenti quindi scritti solo per creare confusione.
per info:gold.indi@gmail.com
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martedì 30 giugno 2009
DIECI MINUTI PER ME
(di Lorena B.G.)
Ho deciso: oggi mi ribello!
Ho chiuso il negozio: ho bisogno di qualche minuto tutto per me. In questi giorni sono sola, ma non riesco a riposarmi. Troppi pensieri troppe cose stupide all'improvviso, e poi c'è sempre qualche amico che ha bisogno di parlare e ti chiede aiuto. Aiuto? Ma se lo vorrei chiedere anch'io tutti i giorni in continuazione .
Comincio a camminare vado dalla parte opposta di dove abito. E'una zona che frequento poco anche se la conosco bene. Comincio a guardare i negozi, ogni fondo è occupato da un'attività di cinesi. Ringrazio l'amministrazione comunale per la decisione di rovinare il centro storico con l'invasione di queste licenze. E poi il sindaco nuovo oggi ha avuto anche il coraggio di dire che per rivalutare del centro i negozi devono rimanere aperti tutto l'anno, orario continuato e che vuole fare anche dei dopo cena.
Bravo, anzi bravissimo.
Sono stata la prima a reclamare ... ma anche noi abbiamo famiglia e la sera siamo stanchi... e poi mi dite chi viene a gennaio quando piove e fa freddo la sera dopo cena a comprare una tisana? Io penso proprio che la maggior parte se ne sta a casa propria al calduccio. E sicuramente sarà quello che farò anch'io e insieme a me tutti gli altri. Se dobbiamo uscire lo faremo per andare a divertirci da qualche parte...
Come lui del resto!!!!!!!
Continua la mia passeggiata, penso se comprerò qualcosa.
Ma le vetrine non mi attirano: sempre i soliti vestiti, le solite scarpe, le solite borse. Non mi manca niente, perchè devo comprare per forza?
Poi mi ricordo di un piccolo bugigattolo grande quanto un francobollo, la proprietaria è una signora molto anziana. Ogni tanto viene da me a comprare 50 centesimi di malva. Con il costo di questa pianta all'etto le dovrei dare solo il sacchetto, ma ogni volta faccio finta di niente e le do lo stesso 50 grammi.
E' il momento di restituire la visita.
Lo trovo, ripeto grande come un francobollo. Ogni volta che sono passata davanti non mi sembrava un disordine così accentuato.
Appena mi vede mi chiama ... signorina... sorrido. E vuole vendermi un ventaglio. Le rispondo di no che sono lì per i libri. Non ve l'ho detto? E' un negozio di libri usati, ma non perchè li ha acquistati lei usati, ma sono tutti stropicciati da quanto sono stati toccati. Il disordine è incredibile, non riesco a trovare un ordine, un criterio di esposizione. Alla fine capisco che devo solo mettermi da una parte e cominciare a guardare.
Fumetti, gialli, favole per bambini, Liala, Armony... mi ricordo adesso di aver parlato ultimamente con un amico di questi libri. Gli ho detto che non scriverò mai racconti come quelli di queste collane.
Tutti i volumi sono mischiati con borse, camicette, scarpe, ventagli, monete, spille....Non ci capisco niente.
Sono abituata all'ordine o almeno al mio disordine ordinato. Non sono una maniaca, spesso quando in casa mi chiedono dove sono le cose rispondo sempre... per esserci ci sono, prima o poi le troveremo... la casa mangia ma poi restituisce tutto...
Veramente ci sono cose che ho cercato tanto, ma la casa le ha trovate così gustose e negli anni le ha digerite così bene che non le ho più trovate.
Ma per questo non sono impazzita.
Non riesco a vedere niente: in basso davanti ai libri c'è di tutto, quelli in alto sono girati e non ho voglia di guardarli uno ad uno, rimangono solo i due scaffali centrali ad altezza d'occhi. Non arrivo in fondo a nessuna fila di scaffali dalle scatole davanti, ma come fa a vendere se i clienti non riescono a vedere? Mentre sono lì devo affrontare gli scaffali, le borse appese, le scatole in mezzo ai piedi e la vecchina che ogni secondo mi chiede se voglio comprare il ventaglio. Forse azzardo un'ipotesi: ma è un po' rinco....? In mezzo a questi volumi non c'è un manualetto che spiega come far pace con il cervello?
Decido di andarmene, ma non voglio prima di avere preso qualcosa e lasciato qualche soldo. Alla fine nascosti ho trovato due libri... NUOVI, COMPLETAMENTE NUOVI e li ho comprati per 1 euro l'uno.
Le ho promesso che sarei ritornata. Forse troverò ancora qualcosa, ma prima dovrò fare un po' di tantra, yoga, training autogeno, ritiro spirituale in qualche sperduto eremo, ... avete qualche altra proposta?
Ho pensato anche al cilicio, ma per riaffrontare in quei cinque metri quadrati nuovamente quel disordine mi sembra veramente troppo!
Ho deciso: oggi mi ribello!
Ho chiuso il negozio: ho bisogno di qualche minuto tutto per me. In questi giorni sono sola, ma non riesco a riposarmi. Troppi pensieri troppe cose stupide all'improvviso, e poi c'è sempre qualche amico che ha bisogno di parlare e ti chiede aiuto. Aiuto? Ma se lo vorrei chiedere anch'io tutti i giorni in continuazione .
Comincio a camminare vado dalla parte opposta di dove abito. E'una zona che frequento poco anche se la conosco bene. Comincio a guardare i negozi, ogni fondo è occupato da un'attività di cinesi. Ringrazio l'amministrazione comunale per la decisione di rovinare il centro storico con l'invasione di queste licenze. E poi il sindaco nuovo oggi ha avuto anche il coraggio di dire che per rivalutare del centro i negozi devono rimanere aperti tutto l'anno, orario continuato e che vuole fare anche dei dopo cena.
Bravo, anzi bravissimo.
Sono stata la prima a reclamare ... ma anche noi abbiamo famiglia e la sera siamo stanchi... e poi mi dite chi viene a gennaio quando piove e fa freddo la sera dopo cena a comprare una tisana? Io penso proprio che la maggior parte se ne sta a casa propria al calduccio. E sicuramente sarà quello che farò anch'io e insieme a me tutti gli altri. Se dobbiamo uscire lo faremo per andare a divertirci da qualche parte...
Come lui del resto!!!!!!!
Continua la mia passeggiata, penso se comprerò qualcosa.
Ma le vetrine non mi attirano: sempre i soliti vestiti, le solite scarpe, le solite borse. Non mi manca niente, perchè devo comprare per forza?
Poi mi ricordo di un piccolo bugigattolo grande quanto un francobollo, la proprietaria è una signora molto anziana. Ogni tanto viene da me a comprare 50 centesimi di malva. Con il costo di questa pianta all'etto le dovrei dare solo il sacchetto, ma ogni volta faccio finta di niente e le do lo stesso 50 grammi.
E' il momento di restituire la visita.
Lo trovo, ripeto grande come un francobollo. Ogni volta che sono passata davanti non mi sembrava un disordine così accentuato.
Appena mi vede mi chiama ... signorina... sorrido. E vuole vendermi un ventaglio. Le rispondo di no che sono lì per i libri. Non ve l'ho detto? E' un negozio di libri usati, ma non perchè li ha acquistati lei usati, ma sono tutti stropicciati da quanto sono stati toccati. Il disordine è incredibile, non riesco a trovare un ordine, un criterio di esposizione. Alla fine capisco che devo solo mettermi da una parte e cominciare a guardare.
Fumetti, gialli, favole per bambini, Liala, Armony... mi ricordo adesso di aver parlato ultimamente con un amico di questi libri. Gli ho detto che non scriverò mai racconti come quelli di queste collane.
Tutti i volumi sono mischiati con borse, camicette, scarpe, ventagli, monete, spille....Non ci capisco niente.
Sono abituata all'ordine o almeno al mio disordine ordinato. Non sono una maniaca, spesso quando in casa mi chiedono dove sono le cose rispondo sempre... per esserci ci sono, prima o poi le troveremo... la casa mangia ma poi restituisce tutto...
Veramente ci sono cose che ho cercato tanto, ma la casa le ha trovate così gustose e negli anni le ha digerite così bene che non le ho più trovate.
Ma per questo non sono impazzita.
Non riesco a vedere niente: in basso davanti ai libri c'è di tutto, quelli in alto sono girati e non ho voglia di guardarli uno ad uno, rimangono solo i due scaffali centrali ad altezza d'occhi. Non arrivo in fondo a nessuna fila di scaffali dalle scatole davanti, ma come fa a vendere se i clienti non riescono a vedere? Mentre sono lì devo affrontare gli scaffali, le borse appese, le scatole in mezzo ai piedi e la vecchina che ogni secondo mi chiede se voglio comprare il ventaglio. Forse azzardo un'ipotesi: ma è un po' rinco....? In mezzo a questi volumi non c'è un manualetto che spiega come far pace con il cervello?
Decido di andarmene, ma non voglio prima di avere preso qualcosa e lasciato qualche soldo. Alla fine nascosti ho trovato due libri... NUOVI, COMPLETAMENTE NUOVI e li ho comprati per 1 euro l'uno.
Le ho promesso che sarei ritornata. Forse troverò ancora qualcosa, ma prima dovrò fare un po' di tantra, yoga, training autogeno, ritiro spirituale in qualche sperduto eremo, ... avete qualche altra proposta?
Ho pensato anche al cilicio, ma per riaffrontare in quei cinque metri quadrati nuovamente quel disordine mi sembra veramente troppo!
PSICHIATRIA, PSICOLOGIA
PSICHIATRIA
Parte della medicina che studia e cura le malattie e i disturbi mentali.
PSICOLOGIA
Scienza che studia la vita e l'attività psichica, il suo sviluppo e le manifestazioni coscienti o inconsce ad essa connesse.
Parte della medicina che studia e cura le malattie e i disturbi mentali.
PSICOLOGIA
Scienza che studia la vita e l'attività psichica, il suo sviluppo e le manifestazioni coscienti o inconsce ad essa connesse.
RIFIUTI HI-TECH
Mentre le aziende non si sono ancora ben organizate a offrire un servizio di gestione del Raee, arrivano i primi Consorzi.
Sul nascere ha messo in crisi in molti il Decreto legislativo 151/2005, che attribuisce ai produttori la responsabilità di finanziare e gestire la raccolta e il trattamento dei Raee, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Una piccola grande rivoluzione nel mondo della gestione dei rifiuti, che ha coinvolto anche i cittadini, responsabilizzati a portare le apparecchiature da smaltire nelle piazzole di raccolta.Un servizio pagato con il cosiddetto visible fee, un sovrapprezzo applicato al costo del bene al momento dell'acquisto e versato dal produttore sotto forma di ecocontributo per lo smaltimento dei Raee.
Tutto così semplice? In realtà sul fronte delle imprese il meccanismo non è ancora del tutto oliato. Basti dire che continuano a slittare i decreti attuativi che regolano fino in fondo i doveri delle aziende, ovvero provvedere allo smaltimento delle vecchie apparecchiature e garantire il ritiro dell'usato ai cittadini che fanno nuovi acquisti. La gestione dei rifiuti elettronici comunque avanza. Secondo il primo Rapporto di sostenibilità pubblicato da ReMedia, il principale sistema per la gestione dei rifiuti Raee, per l'anno 2008 sono state recuperate 17.150 tonnellate di materie prime, risparmiate 8.500 tonnellate equivalenti dipetrolio, evitate 73.500 tonnellate di CO2 ed è stato recuperato l'85% dei materiali raccolti.
lunedì 29 giugno 2009
SCUOLA? STANCHEZZA
Se stasera vi dicessi che sono stanca? Mi credereste? Eppure la mia non è stanchezza fisica, ma stanchezza dovuta alla vita.
Oggi pomeriggio ultimo Consiglio d'Istituto prima delle vacanze. Tema affrontato, oltre ad altre voci, il bilancio e l'approvazione del regolamento della scuola.
La ragioniera è sempre la prima in questi casi ad affrontare tutti noi.
Ma cosa deve affrontare?
Genitori che sono a sedere ad ascoltare, professori o maestre che sanno meglio di noi come funziona la scuola pubblica in Italia?
Non sto qui ad elencare tutte le problematiche legate alla nostra Istruzione, quanti di voi non si ricordano i cortei e le proteste fatte nei mesi scorsi quando il ministro Gelmini uscì fuori con l'ultima trovata all'italiana sulla scuola?
Io che ho sempre sognato l'amore, una vita tranquilla, gioiosa mi ritrovo invece tutti i giorni a combattere la cruda realtà.
Lasciamo stare l'amore, la gioia, ma è il dover affrontare ogni giorno gli scogli di questo mare in tempesta, un mare che non si agita da solo, ma per un qualche oscuro mistero c'è chi ha creato una macchina si diverte a creare uragani, a dare origine a disastri.
Oggi pomeriggio avevo cominciato a leggere un libro, una cosa nuova per me: m'interessava molto. Ho rimandato tutto a stasera dopo il Consiglio, dopo la cena.
La verità? è che non riesco a riaprirlo. Quel libro, l'argomento trattato adesso mi sembra così futile rispetto alle notizie di oggi pomeriggio.
Soldi per la scuola? Non ci sono, non esistono più. Ci sono alcune voci che sono passate da baget di 10.000 euro a 2.006 euro, sì ho scritto bene il 6 finale. Addirittura i soldi chiesti per rimodernare un po' la biblioteca? Siamo passati da 3.000 euro a 614 euro che devono comprendere anche materiale di cancelleria, sempre per la biblioteca.
RIDICOLO!!!! io vorrei solo sapere tutti i soldi che paghiamo dove vanno?
Provo a fare qualche ipotesi?
Invece di usare le auto ci sono persone che usano gli aerei?
Invece di avere la musica nell'aereo si prende direttamente un cantante come autoradio?
Al posto della televisione si devono ingaggiare personaggi dello spettacolo per fare balletti o altra roba? I nostri soldi finisco tutti a p.....e?
E scusatemi ma ci voleva proprio.
I nostri ragazzi mi dite che tipo di istruzione riceveranno e ricevono? I famosi programmi richiesti dal Ministero vengono fatti regolamente dal corpo insegnante, ma soldi per poterli affrontare non ci sono e quindi vengono fatti relativamente.
Soldi per le supplenze straordinarie? E dove sono? Nel mese di giugno alla nostra Materna i bambini di due classi sono stati divisi in altre sette perchè i soldi per le maestre, cioè le supplenti non c'erano.E così è successo anche quest'inverno a mia figlia alle elementari.
Pochi giorni è vero, ma intanto non hanno portato avanti i programmi e hanno perso tempo prezioso.
Sbaglio o si dice da tanto tempo ... FUGA DI CERVELLI ALL'ESTERO..., ma che ci stanno a fare qui? La nostra università? E' talmente obsoleta che uno studente è bravo solo perchè da solo legge altri libri per conto suo.
E' inutile che i ragazzi si laureino nelle migliori università quando poi gli viene chiesto chi è Petrarca non sanno nemmno se è un pesce o un motorino!
Ma che futuro hanno i nostri figli se tutto è legato sempre e solo ai soldi?
STASERA PENSO SOLO UNA COSA: CHE CI STANNO PRENDENDO IN GIRO E NEMMENO IN MANIERA TANTO NASCOSTA !
Buonanotte, se adesso riuscite a dormire tranquilli.
Oggi pomeriggio ultimo Consiglio d'Istituto prima delle vacanze. Tema affrontato, oltre ad altre voci, il bilancio e l'approvazione del regolamento della scuola.
La ragioniera è sempre la prima in questi casi ad affrontare tutti noi.
Ma cosa deve affrontare?
Genitori che sono a sedere ad ascoltare, professori o maestre che sanno meglio di noi come funziona la scuola pubblica in Italia?
Non sto qui ad elencare tutte le problematiche legate alla nostra Istruzione, quanti di voi non si ricordano i cortei e le proteste fatte nei mesi scorsi quando il ministro Gelmini uscì fuori con l'ultima trovata all'italiana sulla scuola?
Io che ho sempre sognato l'amore, una vita tranquilla, gioiosa mi ritrovo invece tutti i giorni a combattere la cruda realtà.
Lasciamo stare l'amore, la gioia, ma è il dover affrontare ogni giorno gli scogli di questo mare in tempesta, un mare che non si agita da solo, ma per un qualche oscuro mistero c'è chi ha creato una macchina si diverte a creare uragani, a dare origine a disastri.
Oggi pomeriggio avevo cominciato a leggere un libro, una cosa nuova per me: m'interessava molto. Ho rimandato tutto a stasera dopo il Consiglio, dopo la cena.
La verità? è che non riesco a riaprirlo. Quel libro, l'argomento trattato adesso mi sembra così futile rispetto alle notizie di oggi pomeriggio.
Soldi per la scuola? Non ci sono, non esistono più. Ci sono alcune voci che sono passate da baget di 10.000 euro a 2.006 euro, sì ho scritto bene il 6 finale. Addirittura i soldi chiesti per rimodernare un po' la biblioteca? Siamo passati da 3.000 euro a 614 euro che devono comprendere anche materiale di cancelleria, sempre per la biblioteca.
RIDICOLO!!!! io vorrei solo sapere tutti i soldi che paghiamo dove vanno?
Provo a fare qualche ipotesi?
Invece di usare le auto ci sono persone che usano gli aerei?
Invece di avere la musica nell'aereo si prende direttamente un cantante come autoradio?
Al posto della televisione si devono ingaggiare personaggi dello spettacolo per fare balletti o altra roba? I nostri soldi finisco tutti a p.....e?
E scusatemi ma ci voleva proprio.
I nostri ragazzi mi dite che tipo di istruzione riceveranno e ricevono? I famosi programmi richiesti dal Ministero vengono fatti regolamente dal corpo insegnante, ma soldi per poterli affrontare non ci sono e quindi vengono fatti relativamente.
Soldi per le supplenze straordinarie? E dove sono? Nel mese di giugno alla nostra Materna i bambini di due classi sono stati divisi in altre sette perchè i soldi per le maestre, cioè le supplenti non c'erano.E così è successo anche quest'inverno a mia figlia alle elementari.
Pochi giorni è vero, ma intanto non hanno portato avanti i programmi e hanno perso tempo prezioso.
Sbaglio o si dice da tanto tempo ... FUGA DI CERVELLI ALL'ESTERO..., ma che ci stanno a fare qui? La nostra università? E' talmente obsoleta che uno studente è bravo solo perchè da solo legge altri libri per conto suo.
E' inutile che i ragazzi si laureino nelle migliori università quando poi gli viene chiesto chi è Petrarca non sanno nemmno se è un pesce o un motorino!
Ma che futuro hanno i nostri figli se tutto è legato sempre e solo ai soldi?
STASERA PENSO SOLO UNA COSA: CHE CI STANNO PRENDENDO IN GIRO E NEMMENO IN MANIERA TANTO NASCOSTA !
Buonanotte, se adesso riuscite a dormire tranquilli.
TUTTO NORMALE....
(di Lorena B.G.)
SECONDA PARTE
(continua...)
..............
C'era stata una richiesta di intimità fra loro, intimità che per lei avrebbe chiuso il cerchio del loro rapporto, che per lei era una cosa tanto naturale fra due persone che si amano.Lui invece li trovava... come li trovava?
Disse delle cose, in effetti non aveva mai proposto di andare oltre.
Aveva sempre rimandato a giorni futuri, senza fretta.
Ma lei non capiva, gli disse che se avesse spiegato meglio forse avrebbe potuto accettare i motivi, magari insieme avrebbe potuto anche provare a capirli.
Ogni giorno provava a comprendere come si può amare una donna e, contemporaneamente, non desiderarla. Anzi peggio rifiutarla.
Cominciò a dirle che voleva ritagliarsi dei "momenti di libertà individuale".
Momenti che veramente lei non capiva.
Cosa voleva dire quell'espressione per una coppia che già s'incontrava raramente: indipendenza, libertà?
Oppure sarebbe stato più sincero se avesse voluto dire che voleva stare da solo?
Forse aveva conosciuto un'altra e non voleva più lei? Ma se era così perchè non interrompere e basta?
La sua amica aveva altre idee ... tutto normale! Sai gli uomini hanno bisogno dei loro spazi, anche di andare al bar con gli amici, una partita di calcetto, un aperitivo, una chiaccherata in piazza... spazi dove noi non dobbiamo esserci....
Ma a lei non andava giù. Aveva cercato nonostante la lontananza di dividere sempre tutto.
Lei gli raccontava la sua giornata, come se lui fosse lì e renderlo partecipe del suo tempo. Spesso gli descriveva anche i suoi sentimenti, il suo modo di vedere le cose.
Le emozioni che provava verso altre persone. I suoi desideri, i suoi sogni,i regali che faceva agli amici. Tutto perchè lui si sentisse parte della sua vita totalmente, senza riserve senza segreti.
La parola esatta fino a quel momento era stata "condivisione".
Ma ultimamente era diventata "con-divisione", e la parola "divisione" era saltata sulle tre lettere "con" come fosse una torta al cioccolato e se l'era mangiata.
....Tutto normale?... chiese lei piangendo all'amica... secondo te è tutto normale?....Un giorno per caso erano capitate in un bar. Avevano voglia di chiaccherare un po' di raccontarsi tante cose. Presero un caffè, e poi un tramezzino. Volevano stare lì insieme più che potevano e dopo un po' si alzarono e scelsero un dolce al cucchiaio. Così nessuno dei camerieri avrebbe potuto dire niente che occupavano un tavolo mentre c'erano altre persone che aspettavano. La vita le aveva allontanate, lavori diversi, ma la loro amicizia era rimasta immutata. Al telefono si dicevano alcune cose, ma ogni tanto era obbligatorio questo appuntamento per fare il riassunto di tutto e magari spendere più parole per chiarire. Anche per ridere un po', come quando erano bambine che si chiudevano in camera e lì passavano pomeriggi interi prima a giocare con le bambole inventando storie e poi da adolescenti e sognare amori impossibili con i ragazzi conosciuti.
Il lavoro le aveva divise, ma non la vita. Si volevano bene come due sorelle, anzi molto di più.
Sapevano che niente e nessuno avrebbe mai potuto separarle.
Si confidavano tutto: ogni segreto, ogni amore, ogni dubbio.
E aveva cominciato proprio con lei a parlare di questo.
I ragazzi che aveva avuto prima non si facevano certo pregare per darle un bacio, per allungare le mani e toccarla e poi, se il rapporto era più serio, anche andare a letto insieme. Lei vedeva questo toccarsi e cercarsi come la conclusione di un "patto d'amore". L'atto sublime che portava due persone ad avvicinarsi così tanto che poi da sposati si cerca un figlio.
Non c'erano stati molti uomini nella sua vita, ma qualcuno era stato più importante.
Così importante che aveva desiderato una vita insieme, una casa, un gruppo di amici comuni con cui incontrarsi.
Ma quasi tutti si erano allontanati alla fine. Forse per un po' questo sogno era vivo, lei lo viveva come possibile, poi forse cominciavano i problemi: se in ufficio lui guardava un'altra, se cominciava dare segni di debolezza o di stanchezza.
Se rifiutava di andare a mangiare fuori.
Tutte scuse banali, ma che per lei diventavano importanti. Parlando con la sua amica aveva cercato di capirsi, di spiegare il perchè del suo comportamento.
E' chiaro che dopo un po' di tempo a furia di scenate, musi lunghi e risposte un po' troppo sopra le righe gli uomini si allontanavano.
E siccome l'ufficio aveva diverse filiali chiedevano tutti il trasferimento e quindi non doveva nemmeno affrontare il dopo di un rapporto finito. Loro erano tranquilli e lei invece rimaneva con tanto amaro in bocca, ma soprattutto non sapeva mai che, se si fossero continuati a frequentare, anche se giornalmente in quell'ambiente, forse sarebbe potuta ricominciare. Non aveva mai avuto cioè la possibilità di dire mai a nessuno... scusa, ho sbagliato... non li vedeva più e basta.
Erano arrivate entrambe alla conclusione che nonostante tanti discorsi, poi il problema forse era lei! Lei che desiderava stare con un uomo, costruire un futuro insieme e contemporaneamente forse aveva paura delle responsabilità che comporta una vita da condividere.
(continua...)
SECONDA PARTE
(continua...)
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C'era stata una richiesta di intimità fra loro, intimità che per lei avrebbe chiuso il cerchio del loro rapporto, che per lei era una cosa tanto naturale fra due persone che si amano.Lui invece li trovava... come li trovava?
Disse delle cose, in effetti non aveva mai proposto di andare oltre.
Aveva sempre rimandato a giorni futuri, senza fretta.
Ma lei non capiva, gli disse che se avesse spiegato meglio forse avrebbe potuto accettare i motivi, magari insieme avrebbe potuto anche provare a capirli.
Ogni giorno provava a comprendere come si può amare una donna e, contemporaneamente, non desiderarla. Anzi peggio rifiutarla.
Cominciò a dirle che voleva ritagliarsi dei "momenti di libertà individuale".
Momenti che veramente lei non capiva.
Cosa voleva dire quell'espressione per una coppia che già s'incontrava raramente: indipendenza, libertà?
Oppure sarebbe stato più sincero se avesse voluto dire che voleva stare da solo?
Forse aveva conosciuto un'altra e non voleva più lei? Ma se era così perchè non interrompere e basta?
La sua amica aveva altre idee ... tutto normale! Sai gli uomini hanno bisogno dei loro spazi, anche di andare al bar con gli amici, una partita di calcetto, un aperitivo, una chiaccherata in piazza... spazi dove noi non dobbiamo esserci....
Ma a lei non andava giù. Aveva cercato nonostante la lontananza di dividere sempre tutto.
Lei gli raccontava la sua giornata, come se lui fosse lì e renderlo partecipe del suo tempo. Spesso gli descriveva anche i suoi sentimenti, il suo modo di vedere le cose.
Le emozioni che provava verso altre persone. I suoi desideri, i suoi sogni,i regali che faceva agli amici. Tutto perchè lui si sentisse parte della sua vita totalmente, senza riserve senza segreti.
La parola esatta fino a quel momento era stata "condivisione".
Ma ultimamente era diventata "con-divisione", e la parola "divisione" era saltata sulle tre lettere "con" come fosse una torta al cioccolato e se l'era mangiata.
....Tutto normale?... chiese lei piangendo all'amica... secondo te è tutto normale?....Un giorno per caso erano capitate in un bar. Avevano voglia di chiaccherare un po' di raccontarsi tante cose. Presero un caffè, e poi un tramezzino. Volevano stare lì insieme più che potevano e dopo un po' si alzarono e scelsero un dolce al cucchiaio. Così nessuno dei camerieri avrebbe potuto dire niente che occupavano un tavolo mentre c'erano altre persone che aspettavano. La vita le aveva allontanate, lavori diversi, ma la loro amicizia era rimasta immutata. Al telefono si dicevano alcune cose, ma ogni tanto era obbligatorio questo appuntamento per fare il riassunto di tutto e magari spendere più parole per chiarire. Anche per ridere un po', come quando erano bambine che si chiudevano in camera e lì passavano pomeriggi interi prima a giocare con le bambole inventando storie e poi da adolescenti e sognare amori impossibili con i ragazzi conosciuti.
Il lavoro le aveva divise, ma non la vita. Si volevano bene come due sorelle, anzi molto di più.
Sapevano che niente e nessuno avrebbe mai potuto separarle.
Si confidavano tutto: ogni segreto, ogni amore, ogni dubbio.
E aveva cominciato proprio con lei a parlare di questo.
I ragazzi che aveva avuto prima non si facevano certo pregare per darle un bacio, per allungare le mani e toccarla e poi, se il rapporto era più serio, anche andare a letto insieme. Lei vedeva questo toccarsi e cercarsi come la conclusione di un "patto d'amore". L'atto sublime che portava due persone ad avvicinarsi così tanto che poi da sposati si cerca un figlio.
Non c'erano stati molti uomini nella sua vita, ma qualcuno era stato più importante.
Così importante che aveva desiderato una vita insieme, una casa, un gruppo di amici comuni con cui incontrarsi.
Ma quasi tutti si erano allontanati alla fine. Forse per un po' questo sogno era vivo, lei lo viveva come possibile, poi forse cominciavano i problemi: se in ufficio lui guardava un'altra, se cominciava dare segni di debolezza o di stanchezza.
Se rifiutava di andare a mangiare fuori.
Tutte scuse banali, ma che per lei diventavano importanti. Parlando con la sua amica aveva cercato di capirsi, di spiegare il perchè del suo comportamento.
E' chiaro che dopo un po' di tempo a furia di scenate, musi lunghi e risposte un po' troppo sopra le righe gli uomini si allontanavano.
E siccome l'ufficio aveva diverse filiali chiedevano tutti il trasferimento e quindi non doveva nemmeno affrontare il dopo di un rapporto finito. Loro erano tranquilli e lei invece rimaneva con tanto amaro in bocca, ma soprattutto non sapeva mai che, se si fossero continuati a frequentare, anche se giornalmente in quell'ambiente, forse sarebbe potuta ricominciare. Non aveva mai avuto cioè la possibilità di dire mai a nessuno... scusa, ho sbagliato... non li vedeva più e basta.
Erano arrivate entrambe alla conclusione che nonostante tanti discorsi, poi il problema forse era lei! Lei che desiderava stare con un uomo, costruire un futuro insieme e contemporaneamente forse aveva paura delle responsabilità che comporta una vita da condividere.
(continua...)
domenica 28 giugno 2009
TUTTO NORMALE.....
(di Lorena B.G.)
PRIMA PARTE
Che armonia si era creata tra loro, come un accordo musicale!
Se lo avessero trovato scritto nei bigliettini dei baci Perugina avrebbero fatto una risata.
Alcune volte la voglia di stare insieme, di sentire la voce dell'altro.... erano così in sintonia che quando telefonavano componevano contemporaneamente i numeri sul cellulare, cosicchè alla fine la linea risultava occupata e non riuscivano a comunicare. Aspettavano qualche minuto poi ricominciavano un'altra volta e un'altra volta il numero non era libero e così avanti per tre quattro volte.
Una corsa innocente, fatta di voglia, fatta di amore. Aspettavano ancora che fosse l'altro a farsi vivo, guardando magari il cellulare e aspettando il suono della chiamata, ma alla fine cedevano alla fretta e si decidevano a mandare un sms. Anche questo nello stesso istante. Ma se uno era più veloce dell'altro o il messaggio era più corto, ecco che arrivava il segnale e l'altro sms rimaneva a metà.
Lui era sempre più svelto, lei sorrideva mentre leggeva, mentre il suo era rimasto incompleto nelle bozze. Lo cancellava e rispondeva e così andavano avanti per un po'.
I loro sensi, la loro armonia era così sviluppata che era diventata una dolce gara a chi cercava di anticipare l'altro.
Spesso i loro desideri si sovrapponevano e insieme dicevano le stesse cose, quasi le stesse parole.Come era cominciato il declino? E chi lo sa?
Ad un certo punto i numerosi sms, le infinite telefonate erano diminuite ogni giorno che passava. Sempre più corte, sempre più rade, alla fine quasi inesistenti.
Erano rimasti tre sms al giorno per darsi "il buon giorno, il buon pranzo e la buona notte". Tre sms che non significavano più niente, non c'era amore non c'era odio solo questo stupido legame che la esauriva e basta.
Lei si svegliava la mattina con la speranza che quel giorno cambiasse tutto e ritornasse come prima, ma poi sentiva il suono del cellulare, leggeva e l'incubo cominciava. Ore ad aspettare tra un sms e un altro. Aveva provato a chiedere di più, ma non aveva ottenuto risposta solo un semplice ...ho bisogno di pensare, vorrei un po' di spazio...
Spazio? Ma se i loro incontri già radi erano diventati inesistenti negli ultimi mesi.
Spazio? Per fare cosa se per tutta la giornata lei non sapeva lui cosa stava facendo?
Spazio? Per pensare a scrivere le stesse parole del giorno prima in pochi secondi?
Non riusciva più a capire quando era cominciata questa discesa.
Lui aveva cominciato a dare risposte strane a domande semplici. Quando lei aveva chiesto di cessare questa cosa assurda lui si era ribellato, ma poi andava avanti peggiorando.
Quei tre sms erano diventati un incubo, lei li chiamava la "sindrome della stampella". Ne aveva parlato un giorno con un amico e lui le aveva detto che esisteva un problema chiamato "ANGORE ", ma che spesso non veniva preso in considerazione da nessuno. Non si trovava spiegato efficacemente in nessun vocabolario, ma lei scoprì una frase che significava molto:...
...E se voi l'amate, come voi solete, perchè indugiate tanto il desiderio suo, e l'angore che ella ha sì grande di vedervi?.... (Omel. Orig. 287 (C)
C'era stata una richiesta di intimità fra loro, intimità che per lei avrebbe chiuso il cerchio del loro rapporto, che per lei era una cosa tanto naturale fra due persone che si amano.
Lui invece li trovava... come li trovava?
(continua....)
HO TROVATO.....
.....scritto questo stasera. Bellissimo!
(dal Talmud)
State molto attenti a far piangere una donna,
che poi Dio conta le sue lacrime!
La donna e' uscita dalla costola dell'uomo,
non dai piedi perche' dovesse essere pestata,
non dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale....
un po piu' in basso del braccio per essere protetta,
e dal lato del cuore per essere Amata.
sabato 27 giugno 2009
RIBOLLITA
INGREDIENTI
(per 6 persone)
* 300 gr Pane casalingo raffermo
* 400 gr Fagioli bianchi secchi
* 1 Cavolo nero
* Mezzo cavolo verza
* 3 Mazzetti di bietola
* 2 Patate
* 2 Carote
* 2 Gambi di sedano
* 2 Cipolle
* 1 Cucciaio di conserva
* Olio di oliva
* Sale e pepe
Lessate i fagioli in 2 litri d'acqua fredda, passatene circa i tre quarti rimettendo la purea ottenuta nel brodo di cottura. In un'altra pentola fate rosolare in 8 cucchiai d'olio una cipolla tritata. Quando la cipolla appassisce unite la conserva diluita in acqua calda o brodo. Aggiungete le carote e il sedano a fettine, le bietole e i due cavoli tagliati a listarelle, la patate fatte a grosse fette.
Salate e pepate e fate cuocere, col coperchio, per alcuni minuti, quindi versate nella pentola tutto il brodo dei fagioli.
Fate cuocere a lungo, poi quando tutte le verdure sono ben cotte, aggiungete il pane tagliato a fettine e i fagioli interi.
Fate sobbollire per 10 minuti e spegnere il fuoco.
Rimestate e lasciate intiepidire.
Versate la zuppa in una pirofila, cospargetela con fettine di cipolla, pepe e un filo d'olio.
Passatela in forno ben caldo finchè la cipolla sarà ben dorata.
Prima di servirla aspettate qualche minuto.
(per 6 persone)
* 300 gr Pane casalingo raffermo
* 400 gr Fagioli bianchi secchi
* 1 Cavolo nero
* Mezzo cavolo verza
* 3 Mazzetti di bietola
* 2 Patate
* 2 Carote
* 2 Gambi di sedano
* 2 Cipolle
* 1 Cucciaio di conserva
* Olio di oliva
* Sale e pepe
Lessate i fagioli in 2 litri d'acqua fredda, passatene circa i tre quarti rimettendo la purea ottenuta nel brodo di cottura. In un'altra pentola fate rosolare in 8 cucchiai d'olio una cipolla tritata. Quando la cipolla appassisce unite la conserva diluita in acqua calda o brodo. Aggiungete le carote e il sedano a fettine, le bietole e i due cavoli tagliati a listarelle, la patate fatte a grosse fette.
Salate e pepate e fate cuocere, col coperchio, per alcuni minuti, quindi versate nella pentola tutto il brodo dei fagioli.
Fate cuocere a lungo, poi quando tutte le verdure sono ben cotte, aggiungete il pane tagliato a fettine e i fagioli interi.
Fate sobbollire per 10 minuti e spegnere il fuoco.
Rimestate e lasciate intiepidire.
Versate la zuppa in una pirofila, cospargetela con fettine di cipolla, pepe e un filo d'olio.
Passatela in forno ben caldo finchè la cipolla sarà ben dorata.
Prima di servirla aspettate qualche minuto.
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