SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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venerdì 23 aprile 2010

SONO SOLO UN'ERBORISTA


Ieri sera sono andata alla presentazione di una nuova rivista d'arte.

Interessante l'intervento del direttore responsabile.

Ascoltavo le sue parole e sentivo la passione di tutto quel lavoro.

Il tempo impiegato le discussioni, il ricercare il modo giusto per impattare con il pubblico.

Ogni discorso ogni critica che aveva ricevuto le soddisfazioni dall'uscita della rivista le gelosie e le invidie di altri che non erano riusciti a creare qualcosa di particolare.

Nella sua esposizione..... PURTROPPO per lui.... ha detto qualcosa che mi ha scatenato!

... Ma questa si può definire arte?....
... Mi scusi, le faccio una domanda se sa rispondermi..... DOVE FINISCE L'ARTE!?.....e questo significa anche ... DOVE INIZIA L'ARTE!?.....


La risposta è stata rimandata alla fine dell'esposizione.

Mi hanno passato il microfono. Ho detto che era meglio di no altrimenti anche se erano le 22,30 circa alle due di notte sarebbero stati ancora lì.

Hanno insistito.

Ho cominciato allora con la matematica passando all'astronomia ai Sumeri alla crocefissione di Cristo fino ad arrivare ai missili sulla luna e ai computer per poi tornare ancora su Newton Galileo Leonardo e Norberto Bobbio la letteratura e la filosofia il grande inganno della Chiesa i rotoli del Mar Morto i Dogon gli Aztechi e le piramidi Pier della Francesca per finire poi al barattolo con la merda d'artista. L'Ulisse di Joyce e Gente di Dublino. Come l'occhio vede tutto grigio ma è la nostra necessità di dover distinguere i vari oggetti che ci porta a dare i colori. Ho detto che l'arte è come un'ellisse che non finisce mai, come una spirale che si alza e finito un ciclo ne inizia un altro a livello superiore. Che il cervello rimasto inattivo un milione di anni all'improvviso, 40.000 anni fa, ha cominciato a funzionare e nelle ultime centinaia di anni ha fatto dei balzi impensabili in ogni campo.

Dopo più di mezz'ora che stavo parlando mi sono accorta che tutti mi guardavano a bocca aperta, ho consigliato loro di usare gli occhi della mente per guardare ogni opera non quelli dell'attualità che può ingannare ma quelli del futuro, non giudicare secondo la propria cultura e condizione sociale o simpatia e antipatia, ma proiettare tutto fra cento duecento anni.

Non mettersi nei panni di Lutero dei padri dell'Inquisizione di chi bruciava le donne come streghe, non giudicare se quella è un'opera o no. Tutto è un'opera d'arte il creato la natura il microfono la poltrona anche la vecchia con le rughe. Niente deve essere visto con il cervello della contemporaneità.

In un mondo dove non si cerca più la figura nelle sue forme dove l'aspetto fisico ha lasciato il posto all'introspezione, dove gli artisti stufi delle arti figurative cercano di dire qualcosa agli uomini di oggi e non di domani....tutto quanto va guardato con il nostro Io interiore. La superficialità che fa parte integrante di questo mondo deve lasciare spazio anche alla nostra analisi.

Sinceramente non ricordo tutto quello che ho detto so solo che una sessantina di persone fra cui le solite 50 vecchie che erano state a New York a Los Angeles a Londra che avevano visto il famoso "fagiolo" ecc sono state zitte. Alla fine anche la capo redattrice della rivista ha cercato di farfugliare qualcosa, ma le ho detto semplicemente che era tardi che passassero il microfono a qualcun altro.

Mi sono alzata e ho salutato il direttore e nel sorridermi mi ha detto

...mi scusi ma lei...
...Io? io sono una semplice erborista...

e me ne sono andata.

Ciao alla prossima.

2 commenti:

  1. Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch'essa genera, dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della prigione della nostra anima, un'immagine di quella bellezza che siamo giunti a comprendere: questo è l'arte. (James Joyce)

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  2. Beh, per me l' arte è quello che noi diamo senso ad una serie di informazioni su aspetti del reale. C' é l' arte dell' erborista, c' è l' arte del parlare, c' è l' arte delo scrivere, c' è l' arte della politica, c' è l' arte del farsi voler bene dalle donne, c' è l' arte del volersi bene dagli uomini ... Poi, sì c' e l' arte plastica, musicale, coreografica, teatrale che sono dei surrogati delle vere arti del vivere.
    Quindi, l' arte è saper leggere dentro le cose un loro denominatore comune ed indirizzarle verso il loro senso intrinseco.
    Le Arti plastiche, educano il nostro intelletto a non dare per scontato e stereotipare i dati della realtà.
    Ecco, l' erborista è quell' artista che sa trasferire dalla natura vegetativa delle combinazioni biofisiche che agiustino gli intoppi della natura fisiologica e psicologica umana. Ed è l' arte dell' erborista un privilegio magico di cui godevano i shamani e gli antichi sacerdoti.
    Quindi, la differenza fra un artista plastico, musicale, coregorafico, teatrale ed un artista erborista sta che il primo usa la virtualità per dare senso alle cose, teorizza insomma, il secondo, l' erborista, invece, incide con responsabilità benefica nel dare e agiustare il senso delle cose.
    Ecco, tutto qui.

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