SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro).
Gli amministratori dichiarano di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post.
Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Inoltre qualsiasi racconto o storia che viene scritto non fa riferimento nè a persone nè a luoghi. É solo frutto di fantasia. La vita, la realtà purtroppo accomuna nei fatti molte persone, ma niente è riferito a qualcuno in particolare.
In fine gli amministratori si riservano il diritto di cancellare tutti i commenti che ritengono non opportuni e contro lo spirito dell'informazione, commenti quindi scritti solo per creare confusione.


per info:gold.indi@gmail.com
Visualizzazione post con etichetta curiosità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta curiosità. Mostra tutti i post

venerdì 5 maggio 2023

L'ambra del Simeto - La Simetite



Simetite

L'ambra del Simeto, nota anche come Simetite, è un tesoro della Sicilia che spesso viene sottovalutato e poco conosciuto, nonostante la sua bellezza e la sua storia millenaria.

Questa preziosa resina fossile, che si presenta sotto forma di gocce, pezzi irregolari o sferiche, è stata estratta per secoli in diverse zone della Sicilia, ma è particolarmente legata alla valle del Simeto, da cui prende il nome.

La Simetite è una resina fossile che si è formata circa 50 milioni di anni fa, a seguito di una serie di processi geologici che hanno coinvolto piante di conifere. La resina fu sepolta sotto strati di sedimenti, subendo un processo di fossilizzazione che ha dato origine all'ambra.

L'ambra del Simeto si presenta in diverse sfumature di colore, dal giallo al marrone scuro, e può contenere inclusioni di piccoli insetti, foglie, ramoscelli e altri materiali organici. Grazie alle sue caratteristiche, l'ambra del Simeto è molto apprezzata in gioielleria e nella produzione di oggetti d'arte e di antiquariato.

Inoltre, l'ambra del Simeto è stata usata per secoli nella medicina tradizionale come rimedio contro le infiammazioni, i dolori articolari e le malattie respiratorie. Secondo alcune teorie, l'ambra sarebbe in grado di liberare ioni negativi, che avrebbero un effetto benefico sull'organismo umano. Tuttavia, va sottolineato che l'efficacia dell'ambra come rimedio medico non è stata scientificamente dimostrata.

Inoltre, alcuni rimedi omeopatici contengono estratti di ambra, utilizzati per alleviare i sintomi come ansia, stress e insonnia. Anche in questo caso, va sottolineato che l'efficacia dell'ambra come rimedio omeopatico non è stata dimostrata scientificamente.

In generale, è importante ricordare che l'utilizzo di rimedi naturali deve essere sempre valutato con attenzione e sotto il controllo di un medico. Inoltre, l'ambra non può sostituire una terapia medica appropriata.

In conclusione, l'ambra del Simeto è un tesoro della Sicilia che merita di essere conosciuto e valorizzato, non solo per la sua bellezza e la sua storia millenaria, ma anche per le sue possibili applicazioni artistiche e industriali. Tuttavia, va sottolineato che l'efficacia dell'ambra come rimedio medico non è stata scientificamente dimostrata e che l'utilizzo di rimedi naturali deve sempre essere valutato sotto il controllo di un medico.

martedì 28 febbraio 2023

L'Antiminsio

 L'Antiminsio è un oggetto liturgico usato sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa, ma con alcune differenze nell'uso e nella forma.



Storia e Origine:

L'Antiminsio ha avuto origine nell'antica liturgia cristiana orientale e viene utilizzato come una sorta di "tovaglia sacra" durante la celebrazione eucaristica. Iniziale, era costituito da una semplice tovaglia di lino o cotone che veniva posta sull'altare durante la celebrazione.

Nel corso del tempo, tuttavia, l'Antiminsio si è evoluto fino a un momento liturgico molto importante, con una forma e una funzione specifica. Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio è una specie di copertura dell'altare, mentre nella Chiesa Cattolica è un tessuto di dimensioni più ridotte rispetto a quel ortodosso e via posto sull'altare.

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio è una sorta di "mini-altare" portatile che contiene le reliquie di uno o più santi, e che viene utilizzato durante la celebrazione della Liturgia.

Il termine Antiminsio deriva dal greco antico e significa "al posto dell'altare". Questo perché, nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene utilizzato al posto dell'altare stesso quando il presbitero celebra la Liturgia in una chiesa privata di un altro permanente.

Nella Chiesa Cattolica, invece, l'Antiminsio è un tessuto di dimensioni ridotte rispetto a un quel ortodosso e via posto sul caporale. Il caporale è un altro oggetto liturgico che viene utilizzato per coprire l'altare durante la celebrazione della messa. L'Antiminsio cattolico contiene anche le reliquie dei santi, ma non viene utilizzato come mini-altare portatile.


Uso:

L'Antiminsio viene utilizzato durante la celebrazione della messa o delle varie  Liturgie come un simbolo della presenza di Cristo durante il sacrificio eucaristico. In entrambe le tradizioni, l'Antiminsio è un oggetto sacro che deve essere maneggiato con grande rispetto e venerazione.

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene messo sull'altare prima dell'inizio della Liturgia. Il celebrante, il diacono e il clero presenti baceranno l'Antiminsio in segno di rispetto per le reliquie dei santi contenuti al suo interno.

Nella Chiesa Cattolica Il celebrante bacerà l'Antiminsio durante la messa con il rispetto per la reliquie dei santi contenuti al suo interno.


Alcune curiosità sull'Antiminsio:

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene conservato all'interno di un'apposita custodia che viene portata in processione durante le feste solenni.

Nella Chiesa Cattolica, l'Antiminsio è un oggetto di devozione popolare. In alcuni luoghi, si usa porta con sé un piccolo tessuto con la reliquie dei santi contenute nell'Antiminsio, a segno di protezione e benedizione.

L'Antiminsio viene preparato in modo molto accurato e solenne nella Chiesa Ortodossa. Le reliquie dei santi contenute all'interno vengono siglato all'interno dell'Antiminsio con un'apposita cerimonia chiamata antiminsia.

Nella Chiesa Ortodossa, l'Antiminsio viene utilizzato da solo durante la celebrazione della Liturgia, mentre nella Chiesa Cattolica può essere utilizzato anche durante altre celebrazioni eucaristiche.

L'uso dell'Antiminsio è un'espressione della ricchezza della tradizione liturgica e della venerazione per i santi nella Chiesa Ortodossa e Cattolica.

giovedì 16 gennaio 2020

Pagine da "Almanacchi Regionali Bemporad per i ragazzi"






L’ora soave.

Ora dolce di pace, ora soave
è l’ora del tramonto.... La campana
de la chiesa del borgo, umile e piana,
suona — a rintocchi — l’Ave....
E tu ti segni; e, tutto in te raccolto,
pieghi il compunto volto
e levi a Dio la supplice preghiera,
dolce ne 1’ora dolce de la sera....
«Ave, Maria, o Tu di grazia piena.... »
E dal cuore che a Dio chiede perdono,
dilaga intanto un’ondata serena,
di pace, che fa l’animo più buono....
ALESSANDRO CAJA.



Lu pisci binidittu.

Pisci ’ntra lu mari cci uni su’ tanti. Ma chiddu ca è binidittu è lu mirluzzu. E lu sapiti pirchì? Pirchì l’antichi vonnu diri ca porta dintra d’iddu la santuzza (l’immagine) di la Bedda Matri di lu Munti.
E comu fu ssu miraculu? mi dumannati vuàutri. Comu fu? Accussì. Ca, ’na vota, un bastimentu, vicinu a Trapani, truzzàu ’ntra un scogghiu, tanti ca si cci fici un bellu pirtusu e nun cc’era versu di’ attupparlu. L’acqua trasìa a vadduni, e ddi poviri marinara si vittiru persi. Allura chi fìciru ddi sciurtunati? S’ addinucchiàru e cuminciàru a prigari a la Bedda Matri di lu Munti, gridànnucci : —- Matruzza santa, aiutàtinni ! — A la 


Bedda Matri cci pàrsiru piatusi. E chi fici? Scinnìu di lu sò artàru, si jittàu ’mmenzu a l’unni ’ncanìati, s’ammucciàu dintra un mirluzzu e currìu ad attuppari ddu pirtusu. Accussì lu bastimentu nun fici cchiù acqua e ddi mischini si pòttiru sarvari. Eccu pirchì lu mirluzzu è binidittu e pirchì porta dintra d’iddu la santuzza di la Bedda Matri di lu Munti.

 O Bammineddu.


O Bammineddu di zùccaru duci,
Lassatimi parrari, si vi piaci.
Nun vogghiu chi taciti tanti vuci:
Vogghiu lu paradisi; beddu ’n paci.

mercoledì 23 dicembre 2009

La neve




Nella città di Catania sino ai primi decenni del 900 era uso il commercio della neve dell'Etna. A tale scopo era accumulata in grotte nella montagna dette neviere. Per il trasporto di usavano carretti coibentati usando uno strato di carbonella ricoperto di felci e sopra di esse su dei teli di canapa e altre felci poste a coprire il tutto.
Questo era un prospero commercio messo a bando per motivi igenici dopo la seconda guerra mondiale.
Ci sono testimonianze di tale tradizione, una delle quali del domenicano Giovanni Battista Labat, che nel suo libro Voyage en Espagne et en Italie, racconta di come nel convento domenicano di S. Girolamo a Messina, gli servirono "vino rifrigerato dalla neve". E Patrick Brydone, gentiluomo scozzese ,venuto a Catania nel maggio del 1780:"Gli abitanti di questo paese caldo,anche i contadini, dispongono di ghiaccio durante i calori estivi; e non c’è festa organizzata dalla nobiltà, in cui la neve non rappresenti una parte importante:una carestia di neve, dicono loro stessi, sarebbe più grave di una carestia di grano o di vino.Tra di loro regna l’opinione che senza le nevi del monte Etna, la loro isola non potrebbe essere abitata, tanto è divenuto necessario per essi questo articolo di lusso".

INTERVISTA

Si tratta di un'intervista realizzata da alcuni alunni che, insieme ad un insegnante, si sono recati a casa del signor Carbonaro, un uomo molto anziano che, nella sua vita, ha esercitato diversi mestieri, ma soprattutto quello del nevaiolo. Dalle sue parole traspare il modo di pensare e di vivere del contadino siciliano, che, con dignità e rassegnazione, ha affrontato fatica e povertà. Il testo dell'intervista, trattandosi di una persona poco istruita, è stata tradotto dal siciliano.

Alunno: - Come si chiama ?-

Intervistato: - Carbonaro Antonino-

A: - Quanti anni ha?-

I. : - 88 anni.-

A: - Quando ha finito di lavorare ?-

I. : - A 65 anni. -

A: - A quanti anni ha incominciato a lavorare ?

I. : - A 11 anni cominciai a lavorare nella tacca della neve, a coprire la neve. La tacca della neve era a Nicolosi (Tacca di S. Antonino) e nella zona di Pedara . -

A: - La tacca della neve veniva vurricata ( coperta)? -

I: - Si, di sopra ci buttavamo la terra. La neve si cominciava a tagliare in estate. -

A : - A che ora partiva per andare a lavorare ?-

I. : - Non vi era un orario ben definito: a volte partivo verso le due del mattino, altre verso le tre.-

A: - A che ora arrivava là sopra, in montagna ?-

I. : - Verso le otto perché dovevamo prendere le felci e altre foglie per avvolgere la neve -

A: - E poi la dovevate mettere dentro i sacchi ? -

I. : - Sì, la mettevamo dentro i sacchi , infatti la prendevamo e la avvolgevamo con le felci (filici).

A: - Perché non si sciogliesse ?-

I. : - Sì. -

A: - Quando salivavate là sopra in montagna le balle di neve erano già preparate ? -.

I: - No, le facevamo noi. -

A: - Voi stessi le facevate ? Dove andavate, dentro la tacca? -

I. : - Sì, dentro la tacca con il fugnone. -

A: - Il fugnone era quello strumento che serviva per tagliare? -

I. : - Sì. Poi la pulivamo, la mettevamo nel sacco e nello stesso sacco mettevamo una pampina (foglia), perché non si sciogliesse (la neve). Infine la portavamo a Nicolosi. -

A: - Ma, di solito, una balla di neve quanto pesava ?-

I. : - Circa 90 o 100 kg. -

A: - Quando la neve arrivava a Nicolosi costava di meno, perché pesava anche di meno ?-

I. : - Sì. -

A: - Dove era il deposito della neve? -

I: - In via Monte Grappa o in via Gibuti. -

A: - Che cosa mangiava quando era al lavoro ?-

I: - Mangiavo pane, cipolle, formaggio, olive. -

A: - Quante ore faceva di lavoro ?-

I: - Non c’era un orario definito, circa tredici o quattordici ore. -

A: - Quante persone c’erano che facevano questo lavoro ? -

I: - Di solito dieci persone. -

A: - Questi arrivavano a Nicolosi...-

I : - ...Scaricavano i carretti, le stringevano (le balle di neve) e le portavano a Catania. -

A: - A che ora partivano da Nicolosi ? -

I: - Alle due, due e mezza, o alle tre per arrivare a Catania e scaricare.-

A: - Ma dove le scaricavano? Nei bar? -

I: - Una parte vicino alla chiesa di S. Agata. -

Professore: - Ah! C’era un posto vicino alla chiesa di S. Agata, ma venivano anche portate in altri posti e anche nei bar ? -

I: - Sì, le portavano anche al Borgo e le vendevano. -

A: - Oltre alla neve lei caricava anche mazzi ?-

I: - Sì, la ginestra. -

A: - Ma dove l’andava a caricare? -

I.: - A Serra Pizzuta, o nel Montastro, o Sautu Cani, perché ce n'era molta. -.

A.: - Nel carretto quanti mazzi ci metteva ? -

I.: - A seconda quant’era grande il mazzo. -

Prof.: - Mille mazzi vero ?-

I.: - Sì. -

A.: - Un mazzo quanto pesava? -

I.: - Circa 2 kg. -

A: - Vi erano messi 28 mazzi che formavano un... -

Moglie dell'intervistato : - ...fascio, un mazzo era formato da sei fili di ginestra. -

A: - I muli sostituivano a volte i carretti? -

I.: - Sì, infatti con i muli scendevano i fasci a Nicolosi e poi altri li portavano a Catania. -

A: - Quanto prendeva di soldi ? -

I: - Circa 15 lire con il mulo. -

A: - Con il carretto invece ? -

I.: - Di più, circa 15 o 30 lire a giornata. -

Prof.: - Ma lei ha fatto anche il vendemmiatore ? -

I.: - Sì. -

A: - Quando vendemmiavate, quanti eravate ? -

I.: - C’erano dieci uomini, il massaro e i carrettieri. -

A: - Per ogni carretto quanti muli c’erano? -

I.: - La maggior parte delle volte un mulo. -

A.: - Lei quanti muli aveva ?-

I.: - Due muli.-

A: - Lei aveva un carretto o due carretti?-

I.: - Un carretto. -

A: - E quindi i due muli si alternavano? -

I. : - Uno trascinava il carretto e l’altro lo utilizzavo per i mazzi. -

A: - Quando cominciarono ad essere usati i camion e le motoapi , i carretti cominciarono a scomparire?-

I.: - Sì. -

A: - Sacrifici nella vita ne ha fatti tanti! -

I.: - Sì, molti. -

A: - Dopo una settimana lavorativa la domenica cosa facevate ? -

I.: - Niente, si lavorava come tutti i giorni. -

A: - Come le passava le feste ? -

I.: - Senza lavorare.-

lunedì 16 novembre 2009

QUAL'E' LA CITTA' ITALIANA IN CUI LE STRADE HANNO NOMI PIU' ORIGINALI?


Probabilmente è Perugia, dove accanto alla serie di mestieri, uccelli, alberi, personaggi mitologici e titoli di opere liriche, esistono 12 vie per i segni zodiacali, 5 per i venti (Grecale, Libeccio, Maestrale, Scirocco, Tramontana), 6 per i metalli (Acciaio, Alluminio, Ferro, Oro, Piombo, Rame), una ventina per concetti astratti (Amicizia, Avvenire, Consolazione, Pace, Pazienza, Silenzio, Speranza,....).
Molte vie portano nomi di strumenti, giochi o mezzi di trasporto (Compasso, Dado, Falce, Martello, Dirigibile, Motore, Treno, Labirinto, Ruzzolone, Pasticcio,...).
E ci sono 2 filoni ricchi: una conquantina di vie con un aggettivo(Corrotta, Deserta, Lieta, Lucida, Modesta, Nebbiosa, Pomposa, Sdrucciola, Simpatica, Snella,...) e altrettante con i nomi di donne generici(Ada, Adelaide, Clotilde, Stefania,...).

E non poteva mancare via ....Curiosa.

LO STADIO "LAPTOP": UN NUOVO IMPIANTO INTERRATO PER IL CALCIO


Il calcio del futuro parla arabo. E non solo perchè gli emiri si stanno comprando mezzo campionato inglese. A Doha, nel Qatar, sarà inaugurato nel 2010 ilprimo stadio interrato del mondo.

PORTATILE.
Il progetto, dello studio MZ & Partners, è stato battezzato "The Wall"(in inglese "il muro") ma soprannominato "Laptop" perchè la tribuna che si erge dal sottosuolo lo fa assomigliare a un maxi pc portatile aperto. Lo stadio sarà interrato per bilanciare il caldotorrido della regione, permettendo così di risparmiare le cifre necessarie per impianti di aria condizionata all'aperto. Sarà il campo della squadra locale Al-Alhy e delle amichevoli dei grandi club europei.
Costerà 20 milioni di dollari.

venerdì 13 novembre 2009

Lorem ipsum




« , unde omnis iste natus error sit voluptatem accusantium doloremque laudantium, totam rem aperiam eaque ipsa, quae ab illo inventore veritatis et quasi architecto beatae vitae dicta sunt, explicabo. Nemo enim ipsam voluptatem, quia voluptas sit, aspernatur aut odit aut fugit, sed quia consequuntur magni dolores eos, qui ratione voluptatem sequi nesciunt, neque porro quisquam est, qui dolorem ipsum, quia dolor sit, amet, consectetur, adipisci velit, sed quia non numquam eius modi tempora incidunt, ut labore et dolore magnam aliquam quaerat voluptatem. Ut enim ad minima veniam, quis nostrum exercitationem ullam corporis suscipit laboriosam, nisi ut aliquid ex ea commodi consequatur? Quis autem vel eum iure reprehenderit, qui in ea voluptate velit esse, quam nihil molestiae consequatur, vel illum, qui dolorem eum fugiat, quo voluptas nulla pariatur? [33] At vero eos et accusamus et iusto odio dignissimos ducimus, qui blanditiis praesentium voluptatum deleniti atque corrupti, quos dolores et quas molestias excepturi sint, obcaecati cupiditate non provident, similique sunt in culpa, qui officia deserunt mollitia animi, id est laborum et dolorum fuga. Et harum quidem rerum facilis est et expedita distinctio. Nam libero tempore, cum soluta nobis est eligendi optio, cumque nihil impedit, quo minus id, quod maxime placeat, facere possimus, omnis voluptas assumenda est, omnis dolor repellendus. Temporibus autem quibusdam et aut officiis debitis aut rerum necessitatibus saepe eveniet, ut et voluptates repudiandae sint et molestiae non recusandae. Itaque earum rerum hic tenetur a sapiente delectus, ut aut reiciendis voluptatibus maiores alias consequatur aut perferendis doloribus asperiores repellat. »

mercoledì 14 ottobre 2009

IL PUPAZZO DI NEVE DI MICHELANGELO


Carmina non dant panem, dicevano gli antichi Latini: le poesie non danno da mangiare. Ma a quanto pare nemmeno le sculture. Anche un genio dell'arte come Michelangelo dovette infatti cedere ai ricatti di un capriccioso mecenate, Piero de' Medici detto "il Fatuo", per potersi guadagnare la pagnotta.

PRESA IN GIRO.

Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, nel 1492, Michelangelo si ritrovò senza committenti e quindi anche senza dimora. La possibilità di rientrare alla corte fiorentina si presentò due anni dopo. Il 20 gennaio 1494, per riammetterlo, Piero de' Medici, figlio del Magnifico, gli commissionò una statua. Non di marmo, ma di neve. Michelangelo accettò la sfida.
E non tradì le aspettative, realizzando un mirabile pupazzo in un cortile di Via Larga, a Firenze.
Il nuovo sodalizio fu però breve: il popolo insorto su istigazione del frate Savonarola, l'8 novembre costrinse Piero e la sua corte (artisti compresi) alla fuga.

sabato 10 ottobre 2009

UNA CENA PER DUE


Immaginiamo di offrire una cena ai nostri carissimi amici Indi ed Euclide?

- SFOGLIATINA DI VERDURE SU INSALATINA CON BALSAMICO
(Pinot bianco di Silva Terlaner Peter Solva)

- CREMA DI RISO ALLO ZAFFERANO CON BACCALA'
(Pinot Grigio - Alto Adige Waldthaler)

- PACCHERI RIPIENI GRATINATI IN DELICATEZZA
(Pinot Grigio Vigneto Murno - Collio Primosec)

- FILETTO DI MAIALE IN CROSTA CON SALSA AL PINOT E TORTINO DI VERDURE
(Pinot Nero - Alto Adige Waldthaler)

NIENTE DOLCE ALTRIMENTI INDI INGRASSA !!!!!

mercoledì 7 ottobre 2009

GOBBA


Prominenza o deformità che interessa la regione dorsale; secondo la tradizione popolare, essa viene considerata un potente talismano.

Infatti, se ci capita di incontrare un gobbo, è bene toccare la sua deformità: si dice porti fortuna; se questa credenza vale per il gobbo, non varrà mica per una donna gibbosa.

Quando vediamo una gobba, ci conviene sputare tre volte dietro le nostre spalle o fare con le mani le corna, per scongiurare come meglio possiamo la sua jettatura.

COME FUNZIONA UNA BANCA DEL TEMPO?

Un'ora di giardinaggio in cambio di una di baby sitting.
O della preparazione di una torta. La filosofia delle banche del tempo, associazioni basate sullo scambio di tempo fra gli aderenti, è molto semplice. Altrettanto elementare il funzionamento: chi vuol aprire un "conto" del tempo si iscrive, pagando una piccola quota, e riceve un libretto di assegni, ciascuno dei quali ha il valore, per esempio, di un'ora. Si sceglie per quale tipo di attività dare disponibilità in base alle proprie competenze. Si va dalle lezioni di ricamo a quelle di informatica, dalla culra degli animali domestici alla riparazione di un aspirapolvere. Per ogni ora ricevuta si cede un assegno, che viene recuperato quando si "regala" un'ora del proprio tempo svolgendo un servizio per un altro iscritto.
Unici obblighi sono la gratuità delle prestazioni (ma in alcuni casi è previsto un rimborso delle spese sostenute) e il pareggio tra il tempo dato e ricevuto, per non andare in "rosso"..-

martedì 6 ottobre 2009

COSE DA RACCONTARE PER STUPIRE GLI AMICI


- Alessandro Magno era alto 1 metro e 50.

- Il Mar Rosso deve il suo nome a un errore di copiatura, nel quale Rees Sea(Mare dei Papiri) diventò Red Sea (Mar Rosso).

- Le aringhe comunicano emettendo gas intestinali.


- Nelle toilette pubbliche, il wc più vicino all'uscita è il meno usato; il più usato è quello centrale.

- La Terra pesa 6.000.000.000.000.000.000.000 di tonnellate.

- La compagnia aerea American Airlines ha risparmiato in un anno 40.000 dollari mettendo un'oliva in meno nell'insalata.

- Il padiglione auricolare cresce di 0,2 millimetri all'anno.

giovedì 10 settembre 2009

DORMIRE CON IL PROPRIO PARTNER FA MALE ALLA SALUTE

Dormire con il proprio partner fa male alla salute. E' quanto emerge da una ricerca svolta dall'Università del Surrey, che ha evidenziato come una coppia che persiste a dormire insieme, nonostante uno disturbi l'altro vuoi perché russa o vuoi perché si muove nel sonno, può incappare in depressione, problemi di cuore, respiratori e persino tensioni nella coppia. Secondo i ricercatori, quindi, è preferibile dormire in letti separati.

Il test è stato svolto su 40 coppie. "L'intimità fa bene alla salute emotiva, il sonno a quella emotiva, fisica e mentale - ha spiegato il dottor Neil Stanley, direttore dello Sleep Lab (Laboratorio del sonno) alla Surrey University -. Dormire è la cosa più egoista che ci sia. La gente dice che è di conforto avere il partner accanto quando si dorme. Ma devi essere sveglio per accorgertene".

Stanley ha spiegato che condividere il letto matrimoniale è frutto della rivoluzione industriale, mentre in epoca vittoriana era più comune per marito e moglie dormire separati.

lunedì 6 luglio 2009

EFFETTO MOZART


L'Effetto Mozart è una controversa teoria scientifica, elaborata nel 1993 dai fisici Gordon Shaw e Frances Rauscher.
Secondo i due ricercatori, l'ascolto della Sonata in re maggiore per due pianoforti (KV 448) di Wolfgang Amadeus Mozart causerebbe un temporaneo aumento delle abilità spaziali di un gruppo di volontari.
Pubblicata su Nature, venne poi contestata da numerosi altri articoli, in cui nessuno riuscì a riprodurre i risultati. I quali vennero confermati esclusivamente da Rauscher e Shaw in un successivo articolo del 1997, pubblicato sul numero di Neurological Research del febbraio 1997.
Tuttavia, nessuno in seguito ha mai potuto ripetere i risultati.
(Wikipedia)





Anche se a me piace di più questo movimento della K 448

mercoledì 24 giugno 2009

LA FESTA DEL " MUZZUNI"



24 Giugno - Alcara Li Fusi (Me)

Una delle Feste Popolari più antiche d’Italia. - 24 Giugno - di ogni anno

Per risalire alle origini della festa del “MUZZUNI”, che ogni anno si svolge ad Alcara Li Fusi il giorno del solstizio d’estate, il 24 giugno, è necessario tornare indietro nel tempo, al periodo in cui, alcuni troiani sfuggiti alla distruzione ed alla rovina della loro madre patria, la città di Troia, trovarono rifugio dove sorge attualmente il Paese di Alcara. Nello stesso giorno due feste per la comunità degli Alcaresi.
La chiesa, di giorno, celebra la festa di S. Giovanni Battista, dal collo mozzo. Finita la festa di S. Giovanni, la gente rientra in casa, ed ecco che le donne si accingano a preparare il quartiere, per la festa del muzzuni.
In quasi tutti i quartieri si incomincia a vestire il luogo dove dovrà essere sistemato il MUZZUNI, con “pezzare” tessute al telaio di legno, con vasi di grano germogliati al buio, (per prendere il colore dell’oro). Le ragazze prendono il posto della “Sacerdotesse”, davanti al MUZZUNI.
La brocca è col collo mozzo, rivestito con un fazzoletto di seta, dal collo della brocca spuntano steli di grano, un rito magico propiziatorio per le primizie della terra che erano offerte alla Dea Demetra, per ringraziarla del buon raccolto, i riti si collegavano alla fatica dell’uomo per dominare le forze della natura.
Da questo momento il MUZZUNI si erge come simbolo fantastico, come fallico trofeo della Dea Demetra, “fonte di ricchezza e Fecondità” come trionfo della vegetazione della vita, divinità agreste, che accentra la devozione dei contadini che con l’offerta dei “Lavuri” rappresentati nei giardini di Adone, simbolo delle aspettative contadine per un nuovo raccolto che si voleva abbondare. Una delle caratteristiche più importante di questa festa e quella del comparatico, la quale consiste nella promessa di amicizia fraterna fra due persone attraverso, lo scambio di confetti, l’intreccio dei mignoli ed una breve proposta seguita da una filastrocca:

Proposta: pi tia jiaù ‘n’amicizia ranni ‘nni facemu cumpari, u Sanciuvanni?
Risposta: Cu tantu piaciri

Intrecciando i due mignoli stretti come catena si incomincia a recitare la filastrocca:

Iriteddu fàcitini amari, chi nni ficimu cumpari;
‘nzuccu avemu nni spartemu
e giammai nni sciarriamu.
Cumpari semu e cumpari ristamu
quannu veni la morti nni sciarriamu.

Tratto liberamente dalla Guida Turistica "Città di Alcara Li Fusi"

martedì 16 giugno 2009

SCILLA E CARIDDI


Su uno scoglio sulla Stretto di Messina viveva Cariddi, una creatura mostruosa figlia della Terra e di Poseidone. Simbolo di voracità, secondo la mitologia tre volte al giorno ingurgitava enormi quantità dell'acqua che scorreva davanti a lei, con tutto ciò che contenevano, navi incluse, e poi rigettava tuto in mare. Dei tanti malcapitati che passavano davanti a Cariddi, solo Ulisse riuscì a salvarsi, riuscendo ad aggrapparsi ad un albero di fico.
Sulla sponda opposta della Stretto, un'altra leggenda e un altro pericolo attendevano il passaggio di barche e naviganti. Il suo nome era Scilla, figlia di Niso re di Megara, un mostro marino dai cui fianchi spuntavano cani inferociti.
Su come questa fanciulla sia divenuta un essere spaventoso esistono diverse versioni.
Secondo alcuni, la maga Circe, rifiutata da Glauco che le preferì Scilla, per gelosia versò un intruglio di erbe nell'acqua della fonte preferita dalla giovane che, quando si bagnò, si trasformò in un essere orrendo.

venerdì 29 maggio 2009

COS'E' UN PIANETA CTONIO ?



(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.)

Un pianeta ctonio è un gigante gassoso privo della caratteristica atmosfera a base di idrogeno ed elio, a causa dell'estrema vicinanza ad una stella. Il nucleo roccioso o metallico rimanente è per certi versi simile ad un pianeta terrestre.
HD 209458 b è un esempio di gigante gassoso la cui atmosfera è in fase di dissoluzione, sebbene non possa ancora essere propriamente definito un pianeta ctonio né lo diventerà nel futuro prossimo. Alcuni scienziati hanno suggerito che Mercurio, la cui densità interna è particolarmente elevata e il cui nucleo è ricco di elementi metallici, potrebbe essere un pianeta ctonio. Non si conoscono altri pianeti di questo tipo.
Il termine "ctonio" deriva dall'espressione greca chthonia, che significa "della Terra". La mitologia greca contempla almeno tre personaggi con questo nome, tutti correlati in qualche modo con la divinità Demetra.

PERCHE' NEI DIPINTI RELIGIOSI CI SONO MOLTI NUDI?


Il nudo in opere sacre è perlopiù legato a necessità iconografiche ed è giustificato dalla narrazione di un episodio biblico, per esempio in scene come il battesimo di Cristo o la cacciata dall'Eden di Adamo ed Eva.
San Sebastiano, martire ucciso a colpi di freccia, deve essere spogliato perchè si vedano le ferite.
Il nudo è inoltre spesso associato a Satana e al vizio: i dannati sono senza veli sia nella Cappella degli Scrovegni a Padova( Giotto, 1303-1305) sia nel Duomo di Orvieto (Luca Signorelli, 1499-1503).

CENSURA
Nel Rinascimento, tra il XV e XVI secolo, le figure in costume adamitico in chiese e cappelle aumentano. Il culmine viene raggiunto con lo "scandaloso" affresco del Giudizio Universale nella Cappelle Sistina (1536-41), dove Michelangelo dipinge con grande accuratezza corpi e genitali di santi, beati e dannati. L'opera è da subito al centro di polemiche. Pochi anni dopo verrà censurata da Daniele da Volterra -soprannominato il "Braghettone"- che ricopre le sconvenienti nudità con panneggi e perizomi, presenti ancora oggi. L'intervento è in linea con quanto prescritto dal Concilio di Trento (1545-63) che segna nuovi canoni per le opere religiose improntati al decoro e alla massima semplicità. E, in pratica, sancisce il divieto del nudo nelle opere sacre successive.

giovedì 28 maggio 2009

9 PAROLE CHE USANO LE DONNE


SE NON RICORDO MALE IO NE USO ALTRE DIECI, COME MINIMO, TUTTE SUPER COLLAUDATE NELLE VARIE SITUAZIONI E FUNZIONANO TUTTE.

1) BENE: questa è la parola che usano le donne per terminare una discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto.

2) 5 MINUTI: se la donna si sta vestendo significa mezz'ora. 5 minuti è solo 5 minuti se ti ha dato appena 5 minuti per guardare la partita prima di aiutare a pulire in casa.

3) NIENTE: La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa... e dovreste stare all'erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono in BENE.

4) FAI PURE: è una sfida, non un permesso. Non lo fare.

5) SOSPIRONE: è come una parola, ma un'affermazione non verbale per cui spesso fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei un'idiota e si chiede perchè sta perdendo il suo tempo lì davanti a te a discutere di niente (torna al punto 3 per il significato della parole niente).

6) OK: Questa è una delle parole più pericolose che una donna può dire a un uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come e quando fartela pagare.

7) GRAZIE: Una donna ti ringrazia; non fare domande o non svenire; vuole solo ringraziarti (vorrei qui aggiungere una piccola clausola - è vero a meno che non dica "grazie mille" che è PURO sarcasmo e non ti sta ringraziando. NON RISPONDERE non c'è di che perchè porterebbe a un: "quello che vuoi."

8) QUELLO CHE VUOI: è il modo della donna per dire vai a fare in ***o.

9) NON TI PREOCCUPARE FACCIO IO: un'altra affermazione pericolosa; significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l'uomo a chiedere:'Cosa c'è che non va?' Per la riposta della donna fai riferimento al punto 3.