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Le proteste del Popolo Viola nel 2010 (Emblema) |
MILANO- La chiamano «norma liberticida». I più agguerriti anche
«misura fascista». Sta di fatto che il comma 29 del Ddl Alfano sulle
intercettazioni, sta già facendo discutere. Anche molto. Già perché
equipara i blog ai siti di informazione. E prevede una multa di 12 mila
euro per la mancata rettifica entro 48 ore. Ma il web non ci sta. Il tam
tam è già cominciato. E dalla piazza virtuale si è passati a quella
reale. Giovedì una manifestazione a Roma, in piazza del Pantheon.
L'ITER- Insomma il governo ci riprova. Insieme con il Ddl intercettazioni rispunta anche le norma che fece arrabbiare gli
internauti (e non solo) nel 2010.
Basterà una richiesta dalla persona citata dal blog e avrà diritto alla
rettifica senza che la «testata» possa replicare a sua volta. In caso
di inadempienza si incorre in una multa che può arrivare a 12 mila euro.
Ora per essere approvato, il disegno di legge deve passare l'iter
parlamentare, partendo dalla Camera. Si comincia a discutere martedì. La
maggioranza punta a un'approvazione rapida, ma l'opposizione già storce
il naso.
LE PROTESTE - Ma il comma 29 dell'articol0 3 sta scatenando
feroci proteste sul web. Gruppi Facebook, Twitter, blog. Tutti insieme
chiedono l'abolozione. «Questo è un ricatto», o peggio: «Vogliono
imbavagliare tutti». «Loro attaccano noi, noi attaccheremo loro.
Restiamo in attesa di nuove informazioni dal Palazzo. Agiremo di
conseguenza», minaccia un altro utente. Ma anche questa volta, il
dissenso sembra essere bipartisan. In prima linea c'è il deputato del
Pdl
Roberto Cassinelli. Proprio lui ripresenterà l'emendamento
scritto appunto nel 2010 con alcuni blogger italiani. Ma chiarisce:
«Non c'è nessuna volontà di soffocare la libertà della rete, ma forse
poca sensibilità nei confronti del fenomeno col quale vogliamo
rapportarci». Non è della stesso parere
Antonio Di Pietro che dal suo blog attacca: « È un insulto alla libertà e alla democrazia, è una misura fascista». Gli fa eco l'ex ministro
Paolo Gentiloni: « L'unica conseguenza di una tale assurdità giuridica sarebbe il blocco di fatto di siti, blog e social network».
«NORME VUOTE»- Antonino Polimeni, avvocato specializzato in
diritto dell'informatica, spiega che la norma «così scritta è
inapplicabile». Per molte ragioni, ma prima di tutto perché «l'email non
ha alcun valore legale. Anzi». Secondo l'avvocato, la legge «serve solo
a mettere pressione alla popolazione, nel senso più ampio». Diverso il
discorso per le testate giornalistiche, «cambierà tutto». Visto che
avendo «una redazione fisica, la notifica potrà arrivare anche con posta
certificata».
Benedetta Argentieri
bargentieri@corriere.it
26 settembre 2011(ultima modifica: 27 settembre 2011 11:45)