SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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lunedì 22 giugno 2009

AMORE " TOSSICO "


(di Lorena B.G.)

SECONDA PARTE

(continua....)

Pensava di essere molto attenta a come si muoveva, di saper nascondere bene, ma probabilmente ci sono persone che hanno dei sensi più sviluppati. Chissà perchè nei loro discorsi quest'amico aveva dato questa definizione?
Con il tempo lei lo capì.
Ogni giorno voleva scappare, ogni giorno si pentiva di cosa aveva fatto, ogni giorno avrebbe voluto una relazione più normale e invece appena lui le telefonava il suo cuore cominciava a battere più forte, il suo cervello aspettava solo che le dicesse l'ora per incontrarsi.
Era sposato, ma da come si muoveva sembrava sempre solo. Non avevano mai affrontato il discorso moglie, figli, stavano bene così. Ma così come? Lui molto più grande di lei. Eppure questo magnetismo che subiva non la lasciava libera. Aveva forse bisogno di un uomo che la dominasse?
La storia da cui era uscita l'aveva fatta soffrire molto. Si era ritrovata un giorno ad affrontare la realtà che non era sola nel cuore del suo ragazzo. A nulla erano valse le frasi che lui le diceva, sapeva che c'era qualche altra anzi più d'una. Non era stata tradita solo lei, era stato tradito il sentimento che provava, era stato tradito l'amore. Quell'amore che lei aveva coltivato così intensamente come l'ultimo fiore del loro giardino. Una cosa rara, ma perchè a lei sembrava che l'avevano vissuta così, come una cosa rara.
Il vuoto dentro il suo cuore sembrava incolmabile.
Quando lo conobbe dal giornalaio stava finendo un corso. Aveva voluto cambiare lavoro e dedicarsi al settore legale. Lui le offrì subito un posto nel suo studio e cominciò anche una collaborazione per stare più vicini. Se prima si vedevano una volta alla settimana, adesso lo aveva sempre e lo poteva vedere tutti i giorni e gli era diventata indispensabile.
Affidò a lei i casi più delicati, quelli più noiosi, quelli più rognosi, che la facevano stare nello studio fino alle due di notte. Le diceva che non si fidava di nessun altro nello studio, che aveva sempre dovuto arrangiarsi da solo per correggere il lavoro degli altri, ma con lei poteva dormire tranquillo. E infatti era quello che faceva: alle sei del pomeriggio andava via e lei rimaneva lì sola a finire di mettere a posto le pratiche. Ogni tanto rimaneva anche lui o meglio tornava quando gli altri erano andati via e stavano un po' insieme. Avevano preso l'abitudine di non spostarsi dallo studio e il divano diventò il loro letto d'incontri.
Cominciò anche a parlare di una loro vita insieme, di lasciare la moglie che aveva cominciato a detestare, di trovare il momento giusto per dirlo ai figli.
All'inizio lei acconsentì, ma poi la paura di un futuro insieme, dell'età di lui, di dover passare la sua vita in compagnia di un vecchio non le andavano. C'erano tanti anni di differenza, quasi trenta. E' vero lui era di aspetto molto giovanile, ma aveva 57 anni e ogni anno che passava sarebbe stato più difficile.
Cominciò a pensare di trovare un uomo più giovane. Negli uffici dove andava, negli studi, in tribunale, non mancavano certo uomini di trenta, quarant'anni e molto belli. Avrebbe scartato per primi quelli sposati, poi quelli fidanzati. Rimanevano i single e i divorziati. Ogni categoria era comunque difficile da conquistare, ognuno aveva ormai una vita tracciata, delle abitudini, delle scelte fatte e irrinunciabili.
La convinzione di rompere era pressante, diventò quasi un'ossessione. Cominciò a uscire, a farsi corteggiare, ad avere storie leggere e senza senso. Lui impazzì e cominciò a perseguitarla, la implorava di non lasciarlo, minacciava di uccidersi e la trascinò in una spirale di dipendenza e sensi di colpa. Voleva una vita con lei, lasciare la moglie e ricominciare.
Lei no. C'erano questi 30 anni di differenza e non se la sentiva, anche il dover affrontare la sua famiglia, i pregiudizi della gente (abitava in un piccolo paese), temeva la sua vecchiaia, la difficoltà di avere figli (lui aveva avuto problemi con la moglie e adottato due bambini).
Le solite idee e paure che si rincorrevano in continuazione come una giostra che le faceva girare la testa.
Ma non riusciva però a staccarsi. Era un legame fortissimo e incomprensibile.
Decise allora di andare quell'estate in vacanza con alcune amiche. Conobbe e iniziò una storia con uno che sembrava quello giusto, all'improvviso ebbe la certezza di poter rinascere. Ma all'improvviso al ritorno in città cambiò tutto. Il nuovo lui non era più affascinante come quando erano in riva al mare abbracciati a guardare il tramonto, o quando si scambiavano la fragola del gelato e si leccavano le dita. Lui voleva solo aggrapparsi a qualcuno dopo la fine di una storia e la malattia della madre. E lei diventò il bersaglio della sua rabbia con il mondo e con Dio. Questa volta lei lo capì che non poteva continuare e chiuse subito.
Ma indipendentemente da tutto quello che lei avrebbe voluto e anche se ci provava con tutta se stessa, appena rivide l'avvocato allo studio dopo l'estate immediatamente un tuffo al cuore e gli scrisse un sms: "Come te, nessuno mai".

(continua...)

Indovinello

Qual è quella cosa
con la quale s'incomincia l'anno,
si dà inizio all'amore
e si finisce la quaresima?

La risposta era la lettera A, data da Primo.

POLIANDRIA, PECILANDRIA,.....


Ieri nella noia della casa di montagna, mentre fuori pioveva guardate che cosa ho trovato?
Continuaiamo a "farci un po' di cultura".

POLIANDRIA
Istituto o consuetudine sociale per i quali la donna ha la possibilità di avere più mariti.

PECILANDRIA
Differenze morfologiche fra i maschi della stessa specie (ad es. fra le api c'è una "specializzazione" sociale e anche fisica...ci son i maschi adatti alla fecondazione delle femmine (re) e quelli sterili (soldati).

PECILOGINIA
Polimorfismo nell'ambito del sesso femminile (ad es. fra le api invece ci sono femmine feconde (regine) e quelle sterili (operaie).

POLIGINIA
Sistema matrimoniale che consente ad un uomo di prendere in moglie più donne.

POLIGAMIA
Sistema in base al quale un uomo o una donna possono unirsi in matrimonio con più individui di sesso opposto.

RICORDATEVI PERO' CHE IN ITALIA ESISTE SOLO LA MONOGAMIA E PER RISPOSARSI BISOGNA ESSERE SEPARATI DAL PRIMO MARITO O MOGLIE.

MONOGAMIA
Sistema in base al quale un solo uomo si può unire in matrimonio con una sola donna e viceversa.

domenica 21 giugno 2009

AMORE " TOSSICO "

(di Lorena B.G.)
PRIMA PARTE
Si erano conosciuti così. Un incontro casuale, dal giornalaio. Poi si erano rivisti ancora, sembrava quasi un appuntamento: ogni mattina alla solita ora. Ma anche durante il giorno sembrava che ci fosse un tacito accordo: al bar, per una passeggiata, dal gelataio.
Aveva cominciato a guardarlo meglio: un bell'uomo fra i cinquanta e i sessant'anni. Barbetta, baffi e capelli bianchi molto ben curati. Occhi acuti penetranti. Occhi di chi è abituato a guardare e osservare. Gesti di chi è abituato a decidere e comandare.
Anche i vestiti denotavano che non era uno qualsiasi.
Mani ben curate, profumo leggero.
Una volta si erano sfiorati con le braccia, direi quasi urtati, ma lui fu gentilissimo, pronto a chiederle come stava. Forse era la scusa che cercava da tanto tempo. Cominciò così fra loro.
Lui molto sicuro, soprattutto sicuro che fra loro sarebbe durata per sempre. Lei più titubante. Era uscita da una brutta storia l'anno prima, aveva sofferto molto: non voleva ripetere nessuna esperienza.
Però si era lasciata conquistare da quest'uomo così affascinante, sicuro di sè e di quello che voleva e in quel momento voleva lei.
Non oppose nessuna resistenza, ma i primi giorni il gioco andò avanti per capire cosa avrebbe portato oltre che in un letto.
Parlarono di tante cose, ma soprattutto le loro chiaccherate al telefono la fcevano divertire molto, ricominciò a ridere.
Ma lei continuò a stare sulle sue posizioni per un po', non voleva cedere. Il cuore non voleva aprirsi.
La prima volta si incontrarono a Bologna lontano da tutti quelli che conoscevano. Un incontro clandestino che durò tutto il giorno.
Lui fu molto gentile comprensivo, lei non voleva sembrare una donna che andava con tutti, soprattutto che cedeva subito.
Ma per lui la strada era già tracciata: aveva deciso per tutti e due: da allora lei fu la sua donna, non di altri. Le disse che avrebbe fatto tutto quello che poteva per renderla felice, per starle vicino e non lasciarla mai sola.
...Non sono geloso, sono possessivo...
Questa frase la spaventò. Il possesso può dare origine a tante cose, anche sentimenti che lei non voleva affrontare.
Lo sapeva bene: conosceva una donna che era stata perseguitata dal suo ex fino a denunciarlo per stalking e la sua vita non era piacevole.
Non era entusiasta c'era qualcosa nel modo di fare di lui che non la faceva essere a suo agio, non riusciva mai a rilassarsi quando erano in compagnia.
Se andavano al bar a prendere un caffè era lui che si preoccupava di scegliere il tavolo, di metterle lo zucchero nella tazzina.
Decideva sempre lui quanti cucchiaini, a lei non piaceva il dolce: il caffè voleva gustarlo amaro. Ma era costretta a berlo così, se non lo faceva o provava a dire qualcosa lui si irrigidiva subito e con tono imperioso le diceva... lasciati guidare da me e ti troverai bene...sei stata sola troppo tempo ora ci sono io...
In principio lei avrebbe voluto un rapporto meno impegnativo, ma quando i loro sguardi si incontrarono la prima volta, già il destino era segnato.
Dopo che le loro braccia si incrociarono ecco che magicamente apparve fra le sue mani un piccolo pezzo di carta con il numero del suo cellulare. Sembrava quasi che l'avesse preparato da tanto tempo. Non telefonò subito, voleva farlo aspettare come se la cosa non le interessasse. Ma il fascino di quell'uomo era indiscutibile.
La sua voce calda, profonda, calma, la colpì molto. Misurava le parole, come se dopo ognuna volesse vedere che effetto faceva su chi aveva davanti. Anche al telefono la stessa cosa, ogni volta sembrava che fosse lì nascosto a guardare le espressioni del suo viso e a poco a poco la naturalezza dei primi tempi cessò: si sentiva sempre osservata.
Le dava l'impressione che accettare un appuntamento subito gli facesse capire che lo desiderava molto, e per questo provò a rimandare qualche giorno con una scusa.
Ma lui era una vecchia volpe, abituato a trattare con gli uomini ma soprattutto conosceva la debolezza femminile.
Tutte le sue titubanze, il suo non arrendersi subito non potevano non avere un seguito.
La prima volta fra le sue braccia le sembrò di non avere mai amato, di non essere mai stata amata da un uomo. I gesti di lui, le sue mani sapevano dove toccare in ogni momento. Salì la scala che portava al paradiso piano piano senza fretta, ma alla fine della giornata sapeva che non avrebbe più potuto fare a meno di lui.
Diventò lui-dipendente, un amore "tossico" lo definì un suo amico.
Pensava di essere molto attenta a come si muoveva, di saper nascondere bene, ma probabilmente ci sono persone che hanno dei sensi più sviluppati. Chissà perchè nei loro discorsi quest'amico aveva dato questa definizione?
(continua...)

Attenzione


"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli, ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura."

"Allora che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito."

"Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private."

"Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico..."

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn). Roma 11 Febbraio 1950.

PULCINO


HO APPENA LASCIATO IL MIO PULCINO IN MONTAGNA CON LA NONNA. LE HO PREPARATO TUTTO DAI VESTITI AI LIBRI DA STUDIARE.

CHE DITE CE LA FARO' FINO A SABATO O CEDERO' ALLA TENTAZIONE DI TELEFONARLE CENTO VOLTE AL GIORNO CON IL RISCHIO DI SENTIRMI DIRE CHE SONO NOIOSA E DI SMETTERLA SUBITO.

BACI

sabato 20 giugno 2009

PER EUCLIDE E INDI


Grazie di essere dalla mia parte.

Vi voglio molto bene.

Tantissimi baci.

GIADA

IL MORTAIO

Secondo Fini, c'è il rischio di minore fiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni.
Secondo noi non c'è questo rischio.

C'è già la certezza.

venerdì 19 giugno 2009

IN NOME DELLA MADRE (libro)


(di Lorena B.G.)

Qualche giorno fa Vi ho detto che stavo leggendo un libro.
Ieri sera l'ho finito: l'ho praticamente letto nel giro di mezz'ora.
Non è lungo, sembra solo un tema di una trentina di pagine, se lo riporto ad un foglio protocollo.
La mia impressione? Me la sono chiesta questa notte.
Non mi piace. Mi è sembrato solo un virtuosismo letterario. Qualcosa tanto per scrivere.
E sapete cosa mi ha dato più fastidio? Che un uomo si sia immedesimato nelle sensazioni, emozioni e sentimenti di una donna. Anche se devo riconoscere il coraggio che ha avuto a descrivere ogni attimo vissuto in una gravidanza. Probabilmente se l'è fatto raccontare anche da più di una donna, perchè in tutta la mia vita non ho mai conosciuto nessun uomo che avesse provato o solo pensato o immaginato quel poco che è stato scritto.
Perchè Maria, la madre di Ieshu, è una donna.
Quanti di Voi andando in chiesa a messa hanno sentito dire dal sacerdote... e Maria conservò queste parole o questo fatto dentro di sè...
Come poteva una donna all'epoca dei fatti accaduti in una società maschile come quella ebraica alzare la testa e dire la sua?
L'autore che si vanta di avere studiato l'ebraico antico, è riuscito veramente a cogliere le sfumature di una lingua, meravigliosa eppure controversa, ma soprattutto è riuscito ad immergersi nelle "acque increspate" di qualcosa parlato per migliaia di anni?
Dove duemila anni fa alle donne non era concesso lo studio dei testi sacri e della Legge? Non contesto e non condanno niente, ognuno ha la sua società, le sue leggi e più di chiunque altro difendo questo diritto. Ma sto commentando un fatto storico.
L'amore fra due persone !!! Come può essere ridotto solo a poche righe? L'amore di una madre verso un figlio? E che ne sa un uomo cosa può esserci dentro una donna nei nove mesi di gravidanza e dopo il parto?
Una vita quella della madre che viene "sconvolta" dall'entrata in sè di un'altra vita: per alcune di noi desiderata, voluta, cercata, per altre il principio dell' "inferno".
Le paure, le ansie, i timori, le speranze, i sogni. Si pensa tutto ogni attimo per nove mesi. Arriviamo a toccare il cielo e giù nel baratro più profondo.
Chi è che non pensa a queste cose? Chi non ha idee? Anche di fronte a persone che rassicurano che tutto sta procedendo bene, come non è possibile che una madre non abbia paura fino al parto?
E dopo? Vedere un essere che è stato con noi per nove mesi e non capire se ci appartiene o no, toccarsi la pancia e sentire il vuoto.
Come può un uomo immedesimarsi in una donna!
Scusate la mia può sembrare un'analisi superficiale, ma vi assicuro che a me sta dando ancora fastidio questo piccolo libretto.
Il sentire tuo, il figlio? Il figlio anche se avrà cinquant'anni sarà sempre e solo della madre. In questo sono daccordo con una frase detta da Josef: che il figlio è solo della madre. E sapete perchè sono daccordo? Perchè è l'unica cosa vera che l'autore ha scritto.
Nessun uomo, per quanto padre potrà mai avere il filo che collega le uniche due persone che sono state unite fin dalla nascita.
Mai amore più grande, mai istinto più presente ci sarà mai al mondo.
Mai nessun uomo riuscirà a dire...non mi mettere di fronte ad una scelta, perchè scelgo mia figlia non tu....
Ma non voglio parlare dell'amore che viene dopo durante la crescita di un figlio, voglio analizzare solo il periodo della gravidanza.

Ripeto il libretto non mi è piaciuto. Nè dal lato materno nè dal lato coniugale.

BUONGIORNO


Per adesso Vi auguro buona giornata.
Rimando a dopo tutto il resto.
Stamattina consegna delle schede.
In attesa di riceverle e poi decidere se arrabbiarmi o no,
Vi dico soltanto che è da ieri sera che mia figlia ha cominciato a prospettarmi scenari catastrofici
...se avessi preso 5, se avessi preso sette...
le ho già programmato le vacanze: sotto 9 starà dieci ore al giorno sui libri di matematica e dieci ore la giorno su quelli di italiano,
il resto che rimane le concedo la libertà di divederlo fra il mangiare, il dormire e i giochi.
Che dite sono troppo BUONA???
Ciao a dopo