SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)
PER TUTTI
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro).
Gli amministratori dichiarano di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post.
Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all'autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.
Inoltre qualsiasi racconto o storia che viene scritto non fa riferimento nè a persone nè a luoghi. É solo frutto di fantasia. La vita, la realtà purtroppo accomuna nei fatti molte persone, ma niente è riferito a qualcuno in particolare.
In fine gli amministratori si riservano il diritto di cancellare tutti i commenti che ritengono non opportuni e contro lo spirito dell'informazione, commenti quindi scritti solo per creare confusione.
per info:gold.indi@gmail.com
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domenica 16 agosto 2009
PAKISTAN: DONNE SFIGURATE CON L'ACIDO
A colpire sono mariti rivali o uomini rifiutati.
L'inchiesta di Affaritaliani.it
Sabato 06.09.2008 17:29
LE STORIE- Sabra è pakistana, ed è una delle tante 15enni vittime di un matrimonio combinato tra uomini come un "affare di famiglia". Aveva un solo problema: era troppo bella. Per questo il marito l'ha " acidificata". Perché era sua. E nessuno la doveva più guardare. Nasreen ha 24 anni e fino ad oggi ha subito 18 interventi che le consentono di sorridere ancora ma non hanno potuto impedire all'acido di portarle per sempre via quegli occhi verdi e perfetti che aveva un tempo. Così non vede più.
Kuldeep aveva 16 anni quando il marito, rientrato a casa ubriaco e con voglia di farle provare qualcosa di nuovo rispetto alle solite botte di ogni giorno l'ha colpita con l'acido. Oggi non parla e non sente. Storie vere, di questi anni, avvenute in Pakistan, in India, in Afghanistan. Una mappa geografica degli orrori dove certe barbarie sono agghiaccianti e incomprensibili.
L'ASSOCIAZIONE SMILEAGAIN- Per loro si batte Smileagain, un'associazione che aiuta le donne sfigurate a reintegrarsi nel tessuto sociale attraverso il supporto psicologico e una serie di servizi medici.
La chirurgia plastica può aiutare a recuperare i tratti di un tempo. Ma purtroppo ancora non fa miracoli. E soprattutto non può cancellare il dolore e la rabbia per una violenza senza scuse.
"Le motivazioni per questi gesti sono le più svariate"- raccontano dall'associazione di SmileAgain- "E' un atto barbarico a cui le giovani vengono sottoposte. La polizia si rifiuta di intervenire e il più delle volte i reati restano impuniti perché lo Stato protegge gli aggressori. Le donne colpite sono spesso abbandonate dalla propria famiglia ed emarginate dalla comunità d'origine".
"La nostra associazione - continua Clarice Felli, presidente di Smile Again - da sette anni si batte affinché la legge venga fatta rispettare. In Pakistan esiste una legge contro la violenza. Ma questa non prevede però una pena per chi utilizza l'acidificazione". Così l'associazione si fa carico delle operazioni delle ragazze colpite dal vetriolo. Con tanto di riabilitazione. L'anno scorso ad esempio, grazie ad un finanziamento da parte della provincia dell'Aquila alcune giovani hanno frequentato un corso di estetica ed attualmente lavorano nei centri di bellezza. " E ora"- conclude la presidente "le donne hanno sempre meno paura di denunciare le violenze subite".
Una piccola goccia nell'oceano.
Sabato 06.09.2008 17:29
LE STORIE- Sabra è pakistana, ed è una delle tante 15enni vittime di un matrimonio combinato tra uomini come un "affare di famiglia". Aveva un solo problema: era troppo bella. Per questo il marito l'ha " acidificata". Perché era sua. E nessuno la doveva più guardare. Nasreen ha 24 anni e fino ad oggi ha subito 18 interventi che le consentono di sorridere ancora ma non hanno potuto impedire all'acido di portarle per sempre via quegli occhi verdi e perfetti che aveva un tempo. Così non vede più.
Kuldeep aveva 16 anni quando il marito, rientrato a casa ubriaco e con voglia di farle provare qualcosa di nuovo rispetto alle solite botte di ogni giorno l'ha colpita con l'acido. Oggi non parla e non sente. Storie vere, di questi anni, avvenute in Pakistan, in India, in Afghanistan. Una mappa geografica degli orrori dove certe barbarie sono agghiaccianti e incomprensibili.
L'ASSOCIAZIONE SMILEAGAIN- Per loro si batte Smileagain, un'associazione che aiuta le donne sfigurate a reintegrarsi nel tessuto sociale attraverso il supporto psicologico e una serie di servizi medici.
La chirurgia plastica può aiutare a recuperare i tratti di un tempo. Ma purtroppo ancora non fa miracoli. E soprattutto non può cancellare il dolore e la rabbia per una violenza senza scuse.
"Le motivazioni per questi gesti sono le più svariate"- raccontano dall'associazione di SmileAgain- "E' un atto barbarico a cui le giovani vengono sottoposte. La polizia si rifiuta di intervenire e il più delle volte i reati restano impuniti perché lo Stato protegge gli aggressori. Le donne colpite sono spesso abbandonate dalla propria famiglia ed emarginate dalla comunità d'origine".
"La nostra associazione - continua Clarice Felli, presidente di Smile Again - da sette anni si batte affinché la legge venga fatta rispettare. In Pakistan esiste una legge contro la violenza. Ma questa non prevede però una pena per chi utilizza l'acidificazione". Così l'associazione si fa carico delle operazioni delle ragazze colpite dal vetriolo. Con tanto di riabilitazione. L'anno scorso ad esempio, grazie ad un finanziamento da parte della provincia dell'Aquila alcune giovani hanno frequentato un corso di estetica ed attualmente lavorano nei centri di bellezza. " E ora"- conclude la presidente "le donne hanno sempre meno paura di denunciare le violenze subite".
Una piccola goccia nell'oceano.
sabato 15 agosto 2009
IL FU MATTIA PASCAL (libro)
Di Luigi Pirandello
"Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal. E me ne approfittavo. Ogni qual volta qualcuno de' miei amici o conoscenti dimostrava d'aver perduto il senno fino al punto di venire da me per qualche consiglio o suggerimento, mi stringevo nelle spalle, socchiudevo gli occhi e gli rispondevo:
- Io mi chiamo Mattia Pascal.
- Grazie, caro. Questo lo so.
- E ti par poco?
Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza:
- Io mi chiamo Mattia Pascal."
- Io mi chiamo Mattia Pascal.
- Grazie, caro. Questo lo so.
- E ti par poco?
Non pareva molto, per dir la verità, neanche a me. Ma ignoravo allora che cosa volesse dire il non sapere neppur questo, il non poter più rispondere, cioè, come prima, all'occorrenza:
- Io mi chiamo Mattia Pascal."
Scritto poco più di cent'anni fa da Pirandello, la storia potrebbe tranquillamente svolgersi ai giorni nostri.
Vi possiamo ritrovare i drammi di molti di noi.
Naturalmente nessuno ha concentrato in sè tutto le vicende del protagonista, ma molti risvolti sono attuali.
La passione del gioco, una volta il Casinò, adesso le slot -machine che troviamo nei locali pubblici, hanno decretato l'abitudine al vizio del gioco di molte persone.
Vicende familiari con matrimoni infelici, suocere despote, che hanno rovinato rapporti matrimoniali. Figli viziati con genitori poco severi, che non riescono a imporre regole di vita.
Il nostro protagonista lo definirei un vivo-non vivo. Vuole fare e contemporaneamente non si ribella al suo destino, ma anzi corre incontro sempre di più a vicende assurde dal finale tragico e comico quasi. Non sono le sue morti a farmelo vedere come un "morto", ma è proprio il suo comportamento simile a tante persone che conosco e che io da sempre chiamo "ignavi". Il loro aspettare seduti che la vita scorra addosso e quando provano a pensare e sembra loro di avere qualche idea brillante finiscono inevitabilmente con il combinare solo guai.
Il protagonista è l'inconsapevole personaggio di un destino a cui nessuno può sottrarsi se la vita prende il sopravvento.
Nella sua atmosfera di incertezza dimostra quanto spesso le nostre vite siano sospese.
Cominciato due giorni fa quasi per scherzo a leggerlo, è un romanzo che mi sento assolutamente di consigliare per la sua attualità.
Lettura veloce, stile semplice non arzigogolato. Può essere un esempio per molti.
venerdì 14 agosto 2009
CONTRO L'INFIBULAZIONE: FERMATE QUESTA PRATICA ORRENDA
L'infibulazione, dal latino fibula, Spilla, è una mutilazione genitale femminile. Non ha alcuna base religiosa ma solo culturale e viene praticata indipendentemente dalla religione in molte società tribali dell'Africa, del sud della penisola araba e del sud-est asiatico.
Circoncisione o infibulazione as sunnah: si limita alla scrittura della punta del clitoride con fuoriuscita di sette gocce di sangue simboliche.
Escissione al uasat: asportazione del clitoride e taglio totale o parziale delle piccole labbra.
Infibulazione o circoncisione faraonica o sudanese: asportazione del clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell'urina e del sangue mestruale.
Il quarto tipo comprende una serie di interventi di varia natura sui genitali femminili.
Queste pratiche sono eseguite in età differenti a seconda della tradizione: per esempio nel sud della Nigeria si praticano sulle neonate, in Uganda sulle adolescenti, in Somalia sulle bambine.
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SCANDALO AL SOLE !
Continua il resoconto sulla mia vacanza.
Come tutte le mattine mi faccio una bella doccia calda, mi lavo i capelli e oggi ho deciso che me li sarei asciugati al sole.
Adoro asciugarli così ! Il venticello leggero me li scompiglia, piano piano si asciugano, sento il leggero tepore che penetra nella mia pelle, sto bene.
Non era nemmeno 10 minuti che ero lì con gli occhi chiusi che mi godevo questo piccolo piacere, che già il mormorio cresceva!
Come.... si asciuga i capelli al sole? perchè non va dal parrucchiere? nessuna donna mai fa una cosa del genere!
Perchè? perchè non posso farlo senza essere additata? che cosa ho di diverso?
Oggi la tata mi ha detto qualcosa, fra le tante che faccio, che per gli abitanti del paesino, dove ho la casa, non sono "normali".
Oggi mi sono asciugata i capelli al sole, uso il computer, leggo troppo, non vado a fare la spesa nelle botteghe del paese, l'altro giorno ho preso un caffè al bar, non so fare le tagliatelle a mano e tutte le altre cose che si cuociono in forno e che tengono tutte le donne (almeno queste donne) in cucina per ore e ore.
Mia figlia fa tutti i giorni i compiti, parliamo in inglese, ascolta la musica a volume alto, è simpatica socievole, ho la casa piena di bambini....
Orrore !!!!! Non porto mutandoni di cotone, ma slip di pizzo.
Allora mi sono chiesta se io sono fuori dal mondo a stare in città o siamo qui fuori della civiltà!
Ho cominciato a prendere in considerazione che domani non è da escludere che si presenti alla porta qualche Francescano scalzo circondato di uccelli, lupi e chissà che altro animale con un bastone e che mi chieda la questua .
Stasera sarà meglio che mi prepari, magari qualche pezzo di pane secco, qualche scorza di formaggio o torsolo di mela.
Oppure posso dargli il permesso di andare nell'orto e cogliere i "botton d'oro" che sono delle susine piccole gialle saporitissime. D'altra parte è festa e magari fa piacere anche a lui.
Oppure al massimo posso arrivare a invitarlo a tavola con noi, ma devo per forza farmi il segno della croce se decide di dire la preghiera prima di mangiare?
Sarà abbastanza come ammenda davanti al paese?
Ma la cosa più tragica è che devo stare ancora qui altri 15 giorni.
SEDICENNE STERMINA LA FAMIGLIA A COLPI DI FUCILE
di Alberto Toscano
Parigi - Gli inquirenti francesi, assistiti da vari psicologi, continuano a interrogare il ragazzo di sedici anni che nella notte tra martedì e mercoledì scorsi ha sterminato in Corsica la sua famiglia: padre, madre e due fratellini gemelli di 10 anni. Un gesto di una violenza estrema, compiuto con incredibile determinazione. La strage è accaduta ad Albitreccia, un comune di un migliaio di abitanti, situato sulla costa sud occidentale dell’isola. Lì risiedeva questa famiglia apparentemente senza particolari problemi. Una vita tranquilla, in un villaggio in cui tutti si conoscono, ma in cui adesso nessuno sembra voler parlare del dramma verificatosi dietro la porta accanto.
Il sedicenne ha agito di notte, in un casolare avvolto dalla campagna. Ha preso il fucile da caccia del padre mentre tutti quanti erano a letto. L’adolescente è andato a scovare le cartucce e ha caricato l’arma. Poi è andato nella stanza dei genitori, colpendoli uno dopo l’altro mentre dormivano. L’uomo di 45 anni e la donna di 43 sono certamente morti sul colpo. Il sedicenne ha sparato a pochi metri di distanza dal suo obiettivo, senza lasciare alcuna possibilità di scampo ai genitori.
Infine l’adolescente ha pensato ai fratellini. Anche in quel caso due proiettili hanno fatto strazio dei loro corpi. Una strage inspiegabile, se non sulla base di un dissidio per futili motivi tra l’adolescente e i genitori, che temevano per le sue scappatelle e volevano impedirgli di uscire troppo spesso di casa nelle ore serali.
Certo il giovanissimo assassino era in stato confusionale. Una volta compiuta la strage, sembra essere uscito di casa per vagare nella notte tra i vacanzieri e gli abitanti del suo villaggio e delle località vicine. Alla fine è arrivato a Porticcio, una deliziosa stazione balneare del dipartimento della Corsica del sud, attualmente affollata di turisti. Forse era stata proprio quella la ragione della lite tra il ragazzo e i genitori: il desiderio di trascorrere la notte fuori, tra i vacanzieri e tra i camping della costa di Porticcio e dintorni.
La giornata di mercoledì è trascorsa mentre il sedicenne cercava di svagarsi a Porticcio e mentre nessuno immaginava la situazione esistente a casa sua. Poi l’adolescente ha incontrato un amico e ha deciso di raccontargli la verità. È stato quest’ultimo a recarsi alla locale stazione della gendarmeria per raccontare l’intera vicenda. I gendarmi sono andati a verificare se ci fosse qualcosa di vero e così ieri mattina, oltre ventiquattro ore dopo la strage, si è scoperto che il racconto corrispondeva perfettamente all’accaduto. L’autore del massacro, che continuava a vagare per le vie e per le spiagge delle località turistiche della zona, è stato facilmente rintracciato e fermato dai gendarmi. Ben presto il suo fermo è stato ufficializzato e inchiesta è passata sotto il controllo della competente autorità giudiziaria.
L’adolescente sembra aver ammesso le proprie colpe senza fornire alcuna spiegazione logica e coerente. Negli ultimi giorni ha dormito pochissimo e continua a essere in stato confusionale. Gli inquirenti lo hanno ascoltato per ore, ma lui ripete ciò che ha fatto senza cercare, così almeno sembra, particolari giustificazioni al proprio comportamento. Oggi un’équipe di psicologi dovrebbe tentare di comprendere meglio la dinamica dei fatti, che però restano tragicamente chiari: un adolescente che pareva normalissimo, amato e rispettato dagli amici del suo villaggio, si è tramutato da un momento all’altro in un killer senza il minimo scrupolo.
Parigi - Gli inquirenti francesi, assistiti da vari psicologi, continuano a interrogare il ragazzo di sedici anni che nella notte tra martedì e mercoledì scorsi ha sterminato in Corsica la sua famiglia: padre, madre e due fratellini gemelli di 10 anni. Un gesto di una violenza estrema, compiuto con incredibile determinazione. La strage è accaduta ad Albitreccia, un comune di un migliaio di abitanti, situato sulla costa sud occidentale dell’isola. Lì risiedeva questa famiglia apparentemente senza particolari problemi. Una vita tranquilla, in un villaggio in cui tutti si conoscono, ma in cui adesso nessuno sembra voler parlare del dramma verificatosi dietro la porta accanto.
Il sedicenne ha agito di notte, in un casolare avvolto dalla campagna. Ha preso il fucile da caccia del padre mentre tutti quanti erano a letto. L’adolescente è andato a scovare le cartucce e ha caricato l’arma. Poi è andato nella stanza dei genitori, colpendoli uno dopo l’altro mentre dormivano. L’uomo di 45 anni e la donna di 43 sono certamente morti sul colpo. Il sedicenne ha sparato a pochi metri di distanza dal suo obiettivo, senza lasciare alcuna possibilità di scampo ai genitori.
Infine l’adolescente ha pensato ai fratellini. Anche in quel caso due proiettili hanno fatto strazio dei loro corpi. Una strage inspiegabile, se non sulla base di un dissidio per futili motivi tra l’adolescente e i genitori, che temevano per le sue scappatelle e volevano impedirgli di uscire troppo spesso di casa nelle ore serali.
Certo il giovanissimo assassino era in stato confusionale. Una volta compiuta la strage, sembra essere uscito di casa per vagare nella notte tra i vacanzieri e gli abitanti del suo villaggio e delle località vicine. Alla fine è arrivato a Porticcio, una deliziosa stazione balneare del dipartimento della Corsica del sud, attualmente affollata di turisti. Forse era stata proprio quella la ragione della lite tra il ragazzo e i genitori: il desiderio di trascorrere la notte fuori, tra i vacanzieri e tra i camping della costa di Porticcio e dintorni.
La giornata di mercoledì è trascorsa mentre il sedicenne cercava di svagarsi a Porticcio e mentre nessuno immaginava la situazione esistente a casa sua. Poi l’adolescente ha incontrato un amico e ha deciso di raccontargli la verità. È stato quest’ultimo a recarsi alla locale stazione della gendarmeria per raccontare l’intera vicenda. I gendarmi sono andati a verificare se ci fosse qualcosa di vero e così ieri mattina, oltre ventiquattro ore dopo la strage, si è scoperto che il racconto corrispondeva perfettamente all’accaduto. L’autore del massacro, che continuava a vagare per le vie e per le spiagge delle località turistiche della zona, è stato facilmente rintracciato e fermato dai gendarmi. Ben presto il suo fermo è stato ufficializzato e inchiesta è passata sotto il controllo della competente autorità giudiziaria.
L’adolescente sembra aver ammesso le proprie colpe senza fornire alcuna spiegazione logica e coerente. Negli ultimi giorni ha dormito pochissimo e continua a essere in stato confusionale. Gli inquirenti lo hanno ascoltato per ore, ma lui ripete ciò che ha fatto senza cercare, così almeno sembra, particolari giustificazioni al proprio comportamento. Oggi un’équipe di psicologi dovrebbe tentare di comprendere meglio la dinamica dei fatti, che però restano tragicamente chiari: un adolescente che pareva normalissimo, amato e rispettato dagli amici del suo villaggio, si è tramutato da un momento all’altro in un killer senza il minimo scrupolo.
giovedì 13 agosto 2009
LETTERA A LEONARDO DA VINCI
( di Lorena B.)
"Qualche anno fa lessi un racconto fantastico in cui si diceva che tu eri un uomo dei nostri giorni, geniale con tutte le conoscenza della nostra epoca e che per uno strano scherzo del destino eri stato proiettato 500 anni avanti nel futuro, ma contemporaneamente anche 500 anni indietro nel tempo nel 1500.
Non so se veramente potrà essere tutto vero, ma la tua genialità è indiscutibile.
Mi rivedo in te non per gli studi o i dipinti, ma nel tuo essere unico.
Le emozioni, le passioni, l'amore ti ha tenuto per mano, sospinto, e forse spinto, spronato, quando hai dipinto, hai inventato, quando la tua intelligenza ha dovuto essere rinchiusa ai capricci dei potenti e dei tuoi nemici.
Che cos'è in fin dei conti la vita se non c'è la passione, l'amore in tutto quello che fai?
Come è possibile inventare se non sei spinto da un altro al tuo fianco?
C'è chi ha una musa ispiratrice, chi lo fa perchè i sentimenti danno una nuova forza.
La tua sessualità che ti ha portato alla follia artistica, alla genialità in tutti gli aspetti così multiformi.
Ogni figura è ambivalente, potrebbe essere uomo o donna. Tutte hanno quel sorriso beffardo, proprio nei confronti della vita, contro chi arrivò perfino ad accusarti di sodomia.
Eppure il tuo percorso è costellato di giovanissimi ragazzi. E di loro, di ognuno di loro eri innamorato, ognuno di loro ti ha ispirato sicuramente un capolavoro.
L'Amore, come vorrei che alcune persone lo capissero! Perchè c'è chi ha paura del sentimento che da luce alla vita, che non fa vedere nemmeno il male dove è radicato.
Senza Amore si muore dentro, non c'è più luce, solo tenebre.
Tu che hai messo l'uomo al centro dell'universo, l'hai reso quasi più importante di Dio. Tanto importante che avresti voluto, come Icaro, volare in alto, alzare i piedi da terra e andare verso di Lui? Per chiedere cosa?
La vita sentimentale abbraccia in un solo nodo il lavoro d'artista. Quanti padri fondatori delle arti più belle, dalla filosofia alla fisica, hanno costellato il loro camino con un atto d'amore che è durato un'eternità.
Non importa il grande gesto, basta anche solo una compagna accanto.
E la storia della vita di tanti uomini e donne ne è piena.
Spesso quando ammiriamo le opere di un artista non ci rendiamo conto che ammiriamo il risultato delle sue passioni, quelle che poi l'hanno consegnato nelle mani della gloria che l'ha reso immortale.
Mi sento vicino a te, come donna che ama !"
ULISSE di JOYCE (libro)
Lunedì 10 Agosto 2009 ho cominciato a leggere l'ULISSE di Joyce.
Dove mi porterà tutto questo?
Tutti mi dicono che alla fine troverò qualcosa. Se guardo il libro vedo solo un ammasso di pagine da leggere.
Lettura non facile, devo ricorrere qualche volta al vocabolario.
Sono caparbia, testarda: so che arriverò in fondo.
Mi dispiace soltanto non avere più tempo. Per poterlo leggere lo tengo accanto a me sul tavolo, ogni tanto vado avanti due pagine.
Chissà perchè quando lo apro la prima cosa che mi succede è un dolore forte alla base del cranio di dietro.
Sto somatizzando? Ho già trovato nei primi righi la stupidità e la superficialità di alcuni individui che ho conosciuto.
Mi auguro buona lettura
Dove mi porterà tutto questo?
Tutti mi dicono che alla fine troverò qualcosa. Se guardo il libro vedo solo un ammasso di pagine da leggere.
Lettura non facile, devo ricorrere qualche volta al vocabolario.
Sono caparbia, testarda: so che arriverò in fondo.
Mi dispiace soltanto non avere più tempo. Per poterlo leggere lo tengo accanto a me sul tavolo, ogni tanto vado avanti due pagine.
Chissà perchè quando lo apro la prima cosa che mi succede è un dolore forte alla base del cranio di dietro.
Sto somatizzando? Ho già trovato nei primi righi la stupidità e la superficialità di alcuni individui che ho conosciuto.
Mi auguro buona lettura
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