venerdì 21 agosto 2009

PROF DI RELIGIONE E VOTI,ECCO LA NUOVA SCUOLA

Le novità. A fine mese al via le prove di riparazione per circa 600mila ragazzi.
Crediti sulle materie ecclesiastiche, ignorata la sentenza del Tar


ROMA
— Dal prossimo an­no nella scuola cambieranno, o dovrebbero cambiare, un po’ di cose: dall’anticipo alla materna alla sufficienza in tutte le materie per essere am­messi alla maturità, dal­l’orientamento in vista della riforma delle superiori targa­ta Gelmini all’arrivo del mae­stro «prevalente», fino all’ob­bligo di frequentare almeno i tre quarti delle lezioni.
L’unica cosa che non cam­bierà — neppure negli scruti­ni di settembre per i 600 mila studenti che devono recupe­rare — sarà la facoltà del do­cente di religione di contribu­­ire, insieme ad altri 6 o 7 colle­ghi, alla determinazione del credito formativo, ossia quel mezzo punto o — nella mi­gliore delle ipotesi — quel punto per ciascuno dei tre an­ni delle superiori, da spende­re alla maturità.
La sentenza del Tar del La­zio (17 luglio) che aveva estromesso questi prof per non discriminare gli allievi che non si avvalgono dell’in­segnamento delle religione e sulla quale pende il ricorso del ministro al Consiglio di Stato non avrà infatti alcun ef­fetto. Il motivo? Alcuni mesi fa, quando si stava lavorando al nuovo regolamento sulla valutazione, si è delineata con sufficiente chiarezza l’ipo­tesi di una sentenza del Tar del Lazio sull’ordinanza Fioro­ni, già oggetto di ricorsi quan­do l’ex ministro si trovava an­cora a viale Trastevere. A uno dei collaboratori del mini­stro, Max Bruschi, è venuta un’idea: blindare l’ordinanza che consente ai prof di religio­ne di contribuire alla determi­nazione del credito scolasti­co, recuperata dall’attuale mi­nistro e poi colpita e affonda­ta. «Non sono cattolico e nep­pure posso dirmi cristiano— ha dichiarato Bruschi —. Quando mi sono trovato a co­ordinare la stesura del Regola­mento sulla valutazione degli alunni, destinato a entrare in vigore dal prossimo anno sco­lastico, non ho avuto la mini­ma esitazione ad accogliere e, come si suol dire, 'elevare di rango' l’ordinanza Fioroni in­serendola a pieno titolo nel regolamento».
Il regolamento con la nor­ma sui prof di religione è ap­pena apparso in Gazzetta sot­to forma di decreto del Presi­dente della Repubblica. In­somma il provvedimento am­ministrativo di Fioroni, bersa­glio di ricorsi al Tar, essendo diventato una legge, per ora è al sicuro. L’operazione, antici­pata dal settimanale «Tutto­scuola », non dovrebbe impe­dire al ministero di ricorrere a sua volta al Consiglio di Sta­to. Forse già nella prossima settimana. Per ora la cosa più urgente per viale Trastevere è quella di rassicurare le scuole dove tra non molto inizieranno le «prove di riparazione».
Tra la fine del mese e i primi di set­tembre — comunque prima dell’avvio delle lezioni — in tutte le superiori si svolgeran­no le «verifiche» per gli alun­ni che al termine del passato anno scolastico hanno ripor­tato insufficienze in una o più materie. Circa seicentomila ragazzi (il 28,6%) sospesi con debiti stanno ultimando la prepara­zione e tra pochi giorni do­vranno dimostrare agli inse­gnanti, con prove scritte e orali, di aver colmato le lacu­ne. I consigli di classe quindi stanno per riunirsi ancora una volta per decidere se am­mettere o meno i «sospesi» al­la classe successiva. Secondo il Tar del Lazio i prof di reli­gione non avrebbero potuto partecipare ai consigli di clas­se. Ora tutto è tornato come prima. Nei prossimi giorni il ministero probabilmente in­vierà agli istituti una comuni­cazione ufficiale

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