Il settore più colpito dagli investitori è stato quello delle auto
Per il Nikkei sono stati i dodici mesi peggiori della storia: -42,12%. Ultima seduta in positivo: +1,28% . Puniti tutti i grandi esportatori
TOKYO - L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso oggi l’anno 2008 con la peggior caduta annuale in percentuale della sua storia: -42,12 per cento. Gli investitori hanno massacrato le azioni dei grandi gruppi esportatori giapponesi, penalizzati dalla crisi economica mondiale.Al termine della seduta odierna, durata soltanto due ore, il Nikkei dei 225 titoli guida ha chiuso con un guadagno di 112,39 punti, pari all’1,28 per cento, salendo a 8.859,56 punti.
Nell’insieme dell’anno 2008, l’indice faro del mercato azionario giapponese ha registrato una perdita secca di 6.448,22 punti, pari al 42,12 per cento.Si tratta della più pesante caduta in percentuale su un anno dell’indice Nikkei dalla sua introduzione nel 1949. Per numero di punti, tuttavia, la più pesante perdita mai registrata resta quella registrata nell’anno nero del 1990, quando il Nikkei era precipitato perdendo 15.067,16 punti, pari al 38,71 per cento rispetto al 1989. Il Nikkei aveva già perso l’11,13 per cento nel 2007 dopo quattro anni di rialzi.Il più ampio indice Topix ha chiuso oggi con un guadagno di 4,47 punti, pari allo 0,52 per cento, salendo a 859,24 punti.
Su tutto il 2008, il Topix ha perso 616,44 punti, pari a 41,77 per cento.Nel 2008, il settore più colpito dagli investitori è stato quello delle automobili, i cui produttori hanno visto crollare le loro previsioni di benefici a causa della caduta della domanda negli Stati Uniti e in Europa e per l’apprezzamento galoppante dello yen su dollaro e euro.
Il numero uno mondiale Toyota ha perso la metà (-51,92 per cento) del suo valore di Borsa nel corso dell’anno concluso. Colpito dalla caduta del mercato statunitense, il gruppo prevede di subire nell’esercizio 2008-2009, che termina a fine marzo, la prima perdita della sua storia. Le perdite sono state ancora più spettacolari per alcuni suoi concorrenti, come Nissan o Mazda, che hanno perso circa tre quarti del loro valore di mercato.
Forti perdite anche per tutti i gruppi più dipendenti dalle esportazioni, come Nikon o Citizen. Il gigante dell’elettronica Sony ha visto le sue azioni perdere il 69 per cento, la banca Mitsubish Ufj Financial Group il 47,56 per cento. I mercati finanziari giapponesi, compresa la Borsa di Tokyo, riapriranno il 5 gennaio.
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