SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

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venerdì 20 gennaio 2012

Attia di l'ovu





Passavo d'avanti alla Putia di Donna Mara e una voce dal profondo buio mi chiamo.
Facile era attribuirgli la proprietà anche perchè l'asina era legata al tronco del minicuccu (bagolaro o Celtis australis L.) che era riuscito a farsi strada tra i blocchi di pietra lavica della sporca casetta che fungeva da putia.
Entrai e sedendomi salutai il mio amico Santipamma che era stranamente ancora sobrio e con il suo litro di vinaccio ancora quasi intonso e che veniva servito a 150 lire.
A Zà Mara fu prontissima a portarmi un bicchiere quasi pulito e ancora grondante d'acqua che certificava l'accurata igiene del posto. Aveva voglia di parlare e io di ascoltarlo.
- A sai a storia di "Attia di l'ovu"?
- Ho sentito l'esclamazione ma non so la storia.
Risposi.
E oggi voglio tradurvi questa storia che mi costò 300 lire, un bruciore di stomaco meno due bicchieri, causa del bruciore prima detto.
Don Caluriu era un Massaro del Principe M.
Un giorno vide Turriddu un ragazzo che lavorava alacremente e con impegno, lo chiamo e complimentandosi per la sua dedizione al lavoro gli regalo un uovo raccomandandosi di non dir niente ai suoi compagni.

Un uovo era una bene inimmaginabile per quei poveretti costretti a vivere un gradino più su delle bestie.
Don Caloriu fatto il suo giro di controllo era solito sedere sotto un secolare albero d'ulivo che dominava l'appezzamento di terreno.
Ogni tanto svegliandosi e notando i lavoranti che rallentavano il ritmo urlava:

-Attia di l'ovu!

E miracolosamente i suoi uomini riprendevano a lavorare come bestie qual erano ridotti.
Una mattina mentre era seduto sotto il solito ulivo arrivò un cavaliere che lo chiamò urgentemente al cospetto del principe.
Appena il Massaro fu lontano dalla vista dei lavoranti tutti alzarono la schiena e si fermarono.
Il più vecchio portandosi la mano sulla coppola disse:
- Sono il più anziano e quindi tocca a me dirigere il lavoro.
Ma a questa affermazione si creò subito una discussione.
Chi diceva che toccava a lui comandare perchè era da più tempo sotto le dipendenze, chi vantava lontane parentele con il Massaro e chi affermava che essendo l'unico che sapesse leggere aveva i requisiti giusti per comandare.
In un momento di toni meno accesi si sentì Turiddu dire:
-Sbagliate tutti tocca a me comandare!
- e perchè?
Chiesero tutti.
-Perchè io ho la stima del Massaro e infatti mi ha anche regalato un uovo!
- anche a me!
- anche a me! ...
e così scoprirono che erano tutti:
- Attia di l'ovu!
Tutti che per un favore ricevuto sacrificavano senza dolersi la loro vita.
Il detto resta nel DNA dei siciliani poichè sono sempre convinti di avere ricevuto chissà quale favore a farsi sottomettere dai loro politicanti, come dimostrano le percentuali plebiscitarie con cui eleggono certi individui.

giovedì 12 gennaio 2012

'U TISTAMENTU DI MÊ NANNAU

Pieter Bruegel il vecchio, L'asino a scuola, 1556.



'U TISTAMENTU DI MÊ NANNAU

Tri uri e 'n quartu prima ca muriu
  sintiti chi mi dissi mê nannau.
  Mi dissi: -Senti, niputeddu miu:
  biatu cu' a la scola studïau.

'Scuta a stu vecchiu c'avi spirienza
  e stampitillu na la carusanza;
  non è la strata, non è la dispenza
  ca ti pô dari anùri e maistranza.

Comu senz'acqua babbàni sú l'ervi,
  e senza pagghia lappùsi li sorvi,
  oggi, ca cchiù ci giùva e cchiù ci servi,
  senza ku studiu l'omini sû orvi.

Iu vi lu dicu a tutti: studïati,
  ca qualchi cosa ci l'àrrinisciti;
  forsi maestri non ci divintati,
  ma non ristati li scecchi ca siti. -

Chistu mi dissi, prima ca muriu,
  la bon'armuzza, sì, di mê nannau.
  Chistu iddu dissi, e chistu dicu iu:
  « Biatu cu' a la scola studïau ».


tratta da "Cunti e Canti di Sicilia" [4]
Mario Mendola e C.
Minestra Maritata 
Primu Piattu 

IMPRIMATUR
Catanae, die 30 Aprilis 1958
Can. N. Ciancio, Vic. Gen.

venerdì 30 dicembre 2011

Cernia con salsa di melograno



Il melograno è un  frutto della medicina nel senso che è una fonte infinita di ricchezze salutari, ultimamente si stanno scoprendo le sue virtù antitumorali sembrerebbe un vero killer per le cellule cancerogene.

I romani,  greci,  fenici, egizi e ebrei apprezzavano già nell'antichità oltre la bontà anche le sue qualità medicinali e molte leggende e tradizioni che lo indicano
come simbolo della vita, dell’unione e dell’amicizia.
I  Massoni lo usano come simbolo di fratellanza e solidarietà.
Nel cristianesimo rappresenta la Chiesa unita come sono uniti i suoi semi e il colore rosso rappresenta il sangue dei martiri.

Quindi ecco che voglio donarvi una ricetta per Capodanno per un futuro di grande fortuna.

Cernia con salsa di melograno

La salsa di melograno
Un melograno
Da cui estrarrete i semi facendo attenzione ad eliminare la pellicina bianca che è estremamente amara.
Se possedete una centrifuga estraetene i succo, in alternativa in un pentolino con un po' d'acqua e alcune foglie di menta cuoceteli per alcuni minuti e poi estraetene il succo con il passaverdura.
Aggiunte alcune gocce di succo di limone e delle foglioline di menta e riponetela in un contenitore chiuso in frigo.

Cuocete le fette di Cernia in una piastra e   servite con la salsa guarnendo il piatto con chicchi di melograno e foglioline di menta e delle fettine di Kiwi.

giovedì 29 dicembre 2011

Bucatini freschi al Ruvetto in Salsa di Pistacchio



Per il pranzo di Capodanno vi propongo un primo di pesce Ruvettus pretiosus  (Ruvetto) è un pesce che Napoleone in un suo volumetto “Fauna italica” lo indicò come .. il cibo degli dei.
É raro in tutte le coste d'Italia mentre si riesce a pescare nei mari siciliani (costa Ionica), la carne è gustosissima ma attenzione che a mangiarne troppa causa diarrea per la quantità di olio che contiene. In mancanza di questo pesce potete usare o pesce spada o della cernia



Bucatini freschi al Ruvetto in salsa di pistacchio

dose per 4 persone
200 gr di polpa di pesce
150 gr di pistacchio fresco di Bronte
una cipolletta fresca
una mangiata di cimette di finocchiu rizzu (finocchio selvatico)

tagliuzzate il pesce a tocchetti piccoli per il Ruvettu o la Cernia e in piccole listarelle lunghe e sottili  se usate il pesce spada.
preparate la salsa di pistacchio tritandolo in un mixer con olio extravergine e la manciata di finocchiu rizzu e un po' di sale, io uso quello grosso.

In una padella soffriggete leggermente la cipolletta e pesce per pochi minuti, quando la pasta è cotta saltatela in padella e aggiungete la salsa, tenete un po' d'acqua di cottura della pasta per aggiustare l'umidità del piatto poiché tende ad asciugare troppo. Servite su piatti caldi. 



Auguri di Buon Anno

by Indi.

venerdì 23 dicembre 2011

Buone Feste


Anche quest'anno il nostro solito appuntamento con Voi per augurare Buone Feste.
Ma prima permettetemi una piccola riflessione...

Stiamo vivendo giorni bui in cui non è più possibile aprire un giornale o accendere la televisione senza sentire che la politica, l'economia e la vita di tutti gli uomini sono nelle mani di pochi al potere che infischiandosene di tutti fanno conti su carta e non con il portafoglio.
GENTE e non riesco a trovare un'altra parla per definirli!!!!!...che

- NON HANNO MAI FATTO la spesa al supermercato
- NON SONO MAI ANDATI a comprare un abito nelle bancarelle dei mercati cercando non la qualità ma solo un prezzo accessibile alla proprie tasche
- NON HANNO MAI VISTO persone anziane con visi tristi scuotere continuamente il capo
- NON HANNO MAI TOCCATO con mano la povertà cominciare a fare da padrona nelle città
- NON HANNO MAI VISTO vecchi frugare nei cassonetti della spazzatura
- NON HANNO MAI VISTO facce tristi che non hanno voglia di dare o ricevere auguri (auguri per cosa poi non si capisce)
- NON HANNO MAI INCONTRATO occhi che vedono un futuro sempre più nero
- NON HANNO MAI FATTO la fila alle Poste per pagare bollette sempre più assurde di consumi inesistenti
- NON HANNO IN CASA ragazzi che non hanno più voglia di studiare perchè non avranno mai un lavoro
- NON CONOSCONO ragazze senza la volontà di innamorarsi per formare una famiglia e vivere insieme ad un compagno
- NON SANNO COSA VUOL DIRE non desiderare un figlio perchè non sai che futuro gli sarà riservato
- NON HANNO MAI PARLATO CON GLI ITALIANI per sapere che tipo di vita vivono ogni giorno

Troppo bello troppo comodo vivere fra loro in una casta sempre più inaccessibile e sempre più lontana e isolata dal popolo che in fin dei conti paga i loro stipendi da nababbi con un'enormità di sacrifici e di rinunce.
Mi chiedo come mai ancora non siamo ritornati ai servi della gleba, allo ius primae noctis, al diritto di vita e di morte su ogni abitante che ingenuamente ha eletto chi doveva rappresentare e difendere gli interessi dei più deboli.
In questo stato pre-natalizio mi viene a mente solo una poesia.
Non me ne vogliate troppo, ma sto rendendo pubbliche le idee della maggior parte degli Italiani che si sentono presi per il c...

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Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetelele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
(Primo Levi)
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BUONE FESTE cari Lettori

lunedì 5 dicembre 2011

La vita è come un dente

La vita è come un dente

La vita, è come un dente
dapprima non lo si cura
ci si accontenta di masticare,
e poi d'improvviso si guasta
comincia a farvi male, e ci si accorge
che c'è e che va curato con tanti grattacapi,
e per far sì che guarisca veramente,
bisogna estirparla poi, la vita.

 Boris Vian




sabato 12 novembre 2011

TANTI AUGURI



"I vostri figli non sono i vostri figli.


Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.


Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,


E benché stiano con voi non vi appartengono.


Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,


Perché essi hanno i propri pensieri.


Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,


Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.


Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.


Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.


Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.


L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,


e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.


Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;


Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo."



(K.Gibran da Il Profeta)

Tanti auguri,
mamma.

Auguri!




"La Speranza"



Il gigantesco rovere abbattuto
l'intero inverno giacque sulla zolla,
mostrando, in cerchi, nelle sue midolla
i centonovant'anni che ha vissuto.
Ma poi che primavera ogni corolla
dischiuse con le mani di velluto,
dai monchi nodi qua e là rampolla
e sogna ancora d'essere fronzuto.
Rampolla e sogna - immemore di scuri -
l'eterna volta cerula e serena
e gli ospiti canori e i frutti e l'ire
aquilonari e i secoli futuri...
Non so perché mi faccia tanta pena
quel moribondo che non vuol morire!
Guido Gozzano

Io sono IL VECCHIO Rovere e tu sei la speranza.
Non farla morire mai, scusa della mia pochezza e della mia inutile esistenza.

Tanti auguri piccola! 

mercoledì 2 novembre 2011

Dialogo di Santipamma con la sete



Pi' l'animu mio
nu bicchiareddu di syrah
po'  me spiritu
nquattu iniuru d'avula
pi' l'armuzza mia
nu ciaschiteddu di mascalisi
pi l'avista l'occhi
na dammigianedda i zibibbu
e pa' me siti ca non finisci
nu carratennu i massala