venerdì 27 aprile 2012

Ricordo di Antonio Gramsci




A 75 anni dalla sua morte un ricordo con le parole più belle che restano scolpite in me!!


Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo.
Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza.
Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.


Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza.


 L'illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva: la storia insegna, ma non ha scolari.

 Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti.


 Occorre spesso ai giovani, nella discussione, di dover rispondere a delle obbiezioni che si riferiscono ai problemi ultimi dell'esistenza. Gli avversari sanno che questi problemi sono di quelli che fanno tremare le vene e i polsi anche al logico più consumato. Appunto perciò li propongono, per tentare di confondere e di far tacere anche laddove nella polemica essi rimarrebbero immancabilmente schiacciati.

         
La verità è sempre rivoluzionaria.


Quando discuti con un avversario, prova a metterti nei suoi panni. Lo comprenderai meglio e forse finirai con l'accorgerti che ha un po', o molto, di ragione. Ho seguito per qualche tempo questo consiglio dei saggi. Ma i panni dei miei avversari erano così sudici che ho concluso: è meglio essere ingiusto qualche volta che provare di nuovo questo schifo che fa svenire.



mercoledì 11 aprile 2012

Colori di Catania





Leggendo il post che ricorda il terremoto avvenuta a L'Aquila, mi è venuto naturale chiedermi:
- Ma quali sono i colori della mia città, Catania?
L'immagine che mi sorge è quello della luce, Luce che si riflette nelle "basule" di pietra lavica di via Etnea, una luce bianca purissima, come quella che le prediche sentite in chiesa attribuivano al paradiso.
Luce che si specchia sulla superficie nera delle strade, che crea giochi d'ombra sulle facciate barocche dei palazzi signorili, e l'azzurro intenso del cielo che non ha differenza con la tonalità del mare visto dalla scogliera ancora nera di pietra.
Il bianco che cerca di di penetrare il nero su cui sorgono le case, case che si scagliano nel cielo come un ritorno all'origine come un grido, grido che si fa acuto per le sofferenze e per la speranza persa.

Ecco per me  i colori di Catania solo il bianco, il nero e l'azzurro.