SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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venerdì 31 luglio 2009

A quattara




A quattara

8 quattari fannu n'utri, 2 utri na sarma i’mustu, per ogni samma prodotta si pagava al proprietario del palmento.
Nel piccolo paese di mio nonno esistevano due palmenti uno di proprietà do Zu ' Naschitta uomo di rispetto e quindi inviso da mio nonno, l'altro di proprietà della canonica e quindi gestito dal parroco di allora Don Prizzinu, grande fascista, strozzino e ladro, la scelta era impossibile o uscire dal paese con costi esorbitanti o subire.

Mio nonno sapeva come ragionava il parroco che: o di faceva aumentare il mosto di notte con l'acqua, o ti truffava con la quattara dal fondo rialzato che così conteneva meno dei 17,2 litri; tutti sapevano ma per paura di ritorsione, dai fascisti da un lato o dei mafiosi dall'altro, tutta la povera gente subiva.

Mio nonno alla vendemmia prendeva l'asina, il fucile il cane le vettole piene e si piazzava per tutto il tempo nel palmento aspettava che arrivasse la racina, che venisse pigiata e la notte messa la soma dell’asina a mo di cuscino il fucile accanto si apprestava a dormire con un solo occhio.

Già le altre nottate le aveva passate nella vigna sempre con il cagnetto, l’asino e il fucile.
Durante la vendemmia erano i figli, mio padre e mio zio, a controllare i lavori della vendemmia.
All’età di sette anni chiesi di stare con il nonno per la vendemmia, pensavo che fosse una cosa triste stare da soli la notte e che se ci fossi stato io potesse almeno riposare.
Il nonno all’inizio non sembrò felicissimo dell’idea di avermi tra i piedi in un momento come quello ma i tempi erano cambiati.
Zu’ Naschitta non c’era più da prima che io nascessi, sparato di notte mentre tornava a casa dopo che era stato chissà dove.
Don Prizzinu ufficialmente era ora Democristiano e non faceva più lo strozzino, poi durante le elezioni passava casa per casa a ricordare che quando c’era Lui, si viveva con le porte aperte. Tranne la sua che era sempre chiusa a chi aveva bisogna , mormorava mio nonno e si rimetteva in bocca un filo d’erba.
Erano i primi anni ’60 e quella notte passata a parlare con quell’amorale di mio nonno, che come diceva il prete non rispettava i Santi e le istituzioni, mi è rimasta nel DNA.

La mattina quando vennero per portare via il mosto con le Api, il prete era presente e carezzandomi la testa mi chiese presto farai la prima comunione e poi la cresima sarai certamente contento di fare i sacramenti.
Mio nonno inarcò un sopracciglio e io risposi: - si mi dispiace solo che non li farò insieme a Pippu u niuru, ca e chiù ranni i mia di’nannu .
Il Prete divenne rosso e andò via incollerito e mormorando astimi nei nostri confronti.
Mio nonno sorrise leggermente e mi mise la mano tra i capelli.

Pippu u niuru, Giuseppe soprannominato lo scuro era ufficialmente il figlio della perpetua e del sacrestano, ma il sacrestano non poteva avere figli da quando una pallottola lo aveva evirato e castrato, e Pippo era sputato a Don Prizzinu.

giovedì 30 luglio 2009

IL MORTAIO

Rischia 40 frustate in pubblico la giornalista sudanese "sorpresa" con i pantaloni in un ristorante della capitale.
A conferma che non ci sono culture superiori.
Ma che ce n'è qualcuna che fa di tutto per sembrare inferiore.

Un Prete

..È una domanda seria, che mi pongo ogni giorno: come si può discutere oggi di grandi valori umani con quanti fanno della politica o della religione un mestiere redditizio?

Antonello..?

da?..
Messina?

Va
a lavurà terun


Sos per Antonello da Messina

mercoledì 29 luglio 2009

IL GHEPARDO


(di Lorena B.)

TERZA E ULTIMA PARTE

L'uomo arrivò e il ghepardo scattò in avanti afferrandolo alla gola. Non rimase per vedere se aveva veramente ucciso la sua vittima, non era il suo cibo in quel momento: voleva solo fuggire. Attraversò la stretta porticina rimasta aperta, verso la libertà.
Là vicino c’era una stazione ferroviaria: lì arrivavano i vagoni con gli animali destinati allo zoo e il ghepardo decise di rifugiarvisi per passare la notte. Ne trovò uno che aveva la porta scorrevole socchiusa. Si addormentò in un angolino nascosto dietro ad alcune casse, ma il suo sonno fu agitato: sognò di rivivere il momento dell’arrivo dei camion, l’uccisione di sua madre fino alla sua cattura. Prima di addormentarsi si leccò le zampe che avevano aggredito l'uomo e il sapore del sangue gli piacque: era un tipo che non aveva mai assaggiato prima. Sentì scorrere dentro di sè una forza nuova come se con quelle poche gocce avesse assorbito la linfa di chi l'aveva catturato. Si sentiva un uomo! L'essere più potente che lui avesse conosciuto, perchè era riuscito a prenderlo e portarlo via da casa sua. C'era stata fra loro una lotta a chi fosse il più forte: era stato picchiato, umiliato con cibo già morto, ferito e non curato, ma alla fine lui aveva vinto il suo nemico. Non si era fermato a guardare se fosse morto, è vero, ma sentiva che l'aveva fatto: si sentiva invincibile. La prima battaglia era stata vinta. Ora doveva riuscire ad arrivare nella sua savana senza essere catturato ed ucciso, perchè questa volta l'avrebbero fatto di sicuro.
Nuovamente si leccò la zampa. Quel sangue...quel sangue lo faceva pensare. Non voleva trasformarsi nel suo nemico, ma se gli fosse servito per capire e scappare, allora accettava anche di essere in parte uomo.
Improvvisamente un forte fischio lo svegliò dai suoi pensieri. Alzò il muso, il naso fremente ad annusare. C’era un trambusto assordante fuori dal vagone. Il ghepardo spiò dalla porta semichiusa: il paesaggio era completamente diverso! Arretrò spaventato. Voleva uscire, esplorare quel mondo nuovo ma si fermò: non poteva, c’era troppa gente… Sarebbe uscito quella notte.
Quando fu buio, infatti, saltò giù dal vagone nella stazione deserta e la cosa che lo colpì di più fu la quantità di odori che sentiva nell'aria. Udì uno squittio e si avventò su un ratto che attraversava i binari. Aveva patito troppo la fame per dare ascolto al suo orgoglio che avrebbe voluto catturare prede ben più grandi.
Ricominciò ad annusare, ma percepiva solo odori sconosciuti. Ad un tratto si fermò.... c’era un qualcosa che conosceva: il profumo della sua savana! Era vicino, era felice, ma l'odore non era così forte come sempre. Ma lo conosceva.... era casa sua, non poteva abbandonarlo. Si sentiva in parte uomo, ma era ancora un ghepardo, un animale in cerca della sua casa. E voleva ritornarci. Cominciò ad inseguire quell’odore, come in un sogno. Riuscì a non perderlo mai; perfino quando dormiva rivolgeva il muso in quella direzione perchè rimanesse anche nel sonno.
Passò così i giorni e le notti, senza mai cedere alla stanchezza.
E mentre la scia che seguiva diventava sempre più forte e il paesaggio più familiare, continuava a pensare di esserci riuscito, perchè era diventato come il suo nemico... ma perchè allora rimaneva un ghepardo? Aveva sostituito il suo istinto con il pensiero, aveva programmato ogni sua mossa in ogni sentiero percorso. Si era nascosto per non farsi catturare, aveva imparato a scivolare per rubare il cibo che trovava nei villaggi senza che gli uomini stessi si accorgessero della sua presenza....
Si ricordava il gusto del sangue che aveva assaggiato quando aveva ucciso l'inserviente. Ogni tanto rileccava le zampe per ritrovare quel sapore, ma ormai era scomparso. E intanto era arrivato ai piedi di una collinetta. Aveva un aspetto molto familiare, quella collinetta; il ghepardo era ormai stremato da tanti giorni di cammino, ma si costrinse a scalarla.
La prima cosa che vide da lassù furono due gnu che combattevano fra loro. Guardò più a destra e vide un gruppo di leonesse che dava la caccia ad un branco di gazzelle. E branchi e mandrie sparsi dappertutto. Sembrava che fosse rimasto tutto come lo aveva lasciato. Oltre la collinetta c’era una ripida discesa. La stanchezza sparì come d'incanto. Corse giù più veloce di come lo era mai stato, come solo i ghepardi sanno fare. Era tornato a casa, nella sua savana.
E mentre correva in mezzo all'erba, in mezzo ad un branco di gazzelle che si sparpagliarono veloci....cadde! Rotolò nella polvere. Rimase lì immobile a terra: non capiva cosa era succeso nessun ghepardo cade, non c'erano sassi o impedimenti tali perchè questo dovesse succedere. Sentì prima un piccolo dolore poi il caldo di qualcosa che scendeva lungo il fianco della pelliccia.
Guardò e vide con stupore il suo bel mantello macchiarsi di rosso, di sangue rosso.
...Cosa è successo? E' il sangue dell'uomo che vuole uscire? Come io non stavo bene nella gabbia anche lui non vuole più stare dentro di me?...... Ma se mi abbandonerà non riuscirò più a pensare come lui, ritornerò un ghepardo e basta!...
E mentre gli occhi cominciavano ad annebbiarsi vide avvicinarsi due uomini di colore con i fucili in mano.
Capì.
...Perchè lo avete fatto, perchè avete ucciso un vostro simile? Io sono un uomo dentro la pelle di un ghepardo.....
Ma dalla sua bocca uscì solo l'ultimo ruggito, che diventò un rantolo: sembrava l'ultimo disperato grido per non morire, per rivivere ancora quella sensazione di animale libero.
L'uomo, il suo nemico, nelle vesti di due cacciatori di frodo, lo aveva vinto. Lui aveva ucciso un uomo e un uomo si era vendicato togliendo anche a lui la vita. Aveva percorso centinaia di chilometri per tornare a casa e correre e cacciare in mezzo agli animali che conosceva.
Voleva sentire nuovamente il suo cuore battere mentre si preparava a lanciarsi sulla sua preda. Desiderava cambiare il sapore del sangue dell'uomo che lo aveva accompagnato fino a lì con quello delle prede che avrebbe ucciso. Morì così nella sua savana, senza capire il perchè e si sentì come uno di quei cuccioli che lui cacciava per mangiare.

IL MORTAIO

L'ospedale di Agrigento è stato chiuso perchè a rischio sismico.
Meglio così.
Prima, quand'era aperto, era a rischio per i malati.

IL GHEPARDO



(di Lorena B.)

SECONDA PARTE

(continua....)


......Altri uomini di colore uscirono saltando dai camion: sembrava che guardassero e si muovessero anche loro come un branco.
Il ghepardo, che non aveva mai visto né uomini né camion fu molto incuriosito da questa novità che turbava il normale equilibrio della sua "casa", ma non spaventato: aveva un carattere molto orgoglioso e l’unica cosa di cui aveva veramente paura era la fame.
In poche ore i quattro uomini avevano catturato molte specie di animali: li avevano colpiti da lontano con qualcosa di lungo che faceva uno strano rumore. Non si muovevano quasi: camminavano soltanto lentamente e quando vedevano qualche esemplare che andava bene si fermavano, alzavano i fucili e sparavano: da lontano. L'animale si accasciava quasi subito dopo aver fatto pochi passi, ma a differenza di quando lui o gli altri felini cacciavano non usciva sangue dai corpi. Che tipo di caccia era questa? Era così strana: nessuna corsa, nessuna zampata per togliere la vita, non uno sguardo agli occhi atterriti della preda sotto di lui che stava morendo e che non capiva il perchè. Dove era il divertimento?
Gli altri uomini, che erano venuti con i quattro, appena l'animale cadeva nella polvere si affrettavano allora a prenderlo sulle spalle e lo portavano verso i camion dove veniva caricato e rinchiuso in gabbie. Una per ogni bestia a seconda della grandezza.
Cominciò a preoccuparsi: stavano succedendo cose che non capiva.
La sua inquietudine si trasformò in rabbia quando vide che, insieme agli altri animali, caricavano anche sua madre. Con furore scese con un balzo dall’albero, dove era salito per vedere meglio, e si nascose nuovamente nell’erba alta. Come aveva fatto con il branco di zebre, così fece per quello degli uomini: scelse il più debole e lo attaccò. Il malcapitato fu l’uomo basso e tarchiato che venne ucciso.
Nacque un trambusto terrificante. Gli uomini cominciarono a sparare contro il ghepardo.
...Prendilo, John!... disse l’uomo con i baffi.
Ad un certo punto, tra gli spari, si udì un guaito disperato. Il ghepardo si volse e vide sua madre a terra, in una pozza di sangue.
... Maledizione, John! Dovevi prendere il maschio!...sentì dire da qualcuno.
Il ghepardo cercò di fuggire, ma gli uomini riuscirono a sparargli una siringa piena di sonnifero. Una volta addormentato, venne caricato su un camion e trasportato lontano dalla sua savana, in una città che aveva uno zoo. Quando si svegliò, non ricordò niente, ma si ritrovò in una gabbia di pochi metri quadrati, nella quale riusciva a malapena a fare due passi. Cominciò a soffiare e a camminare avanti e indietro cercando di rompere le sbarre a unghiate e a morsi, inutilmente!
Ad un certo punto arrivò un uomo; l’animale capì che quell’esemplare non faceva parte del gruppo che precedentemente l'aveva attaccato nella savana. Ma si trattava pur sempre di un uomo e il ghepardo aveva imparato che di quella specie non ci si deve fidare. Fra felini si rispettavano: nessuno dava "noia" a nessun altro gruppo, ciascuno non sconfinava mai una volta che avevano segnato il loro territorio. Ma adesso era diverso: che razza era questa che oltre al suo "cibo" aveva portato via anche il "cacciatore"?Cominciò a soffiare più forte, assumendo un atteggiamento minaccioso.
L’uomo rise....Ehi, bello! Calmati, tanto non vai da nessuna parte, ormai! ...
Tirò fuori dalla tasca del suo giubbotto un piccolo taccuino e aprì una pagina.
....Sei un duro?.... Fece un lieve fischio ad un inserviente dello zoo.... Se non si calma...dieci cc di sonnifero…
Ora il ghepardo era veramente infastidito da quei gesti: gli occhi iniettati di sangue guardavano l’uomo, soffermandosi all’altezza della gola; i muscoli si contraevano sotto il pelo corto e lucente; aveva estratto le unghie, che luccicavano al sole; le orecchie dritte, che si muovevano al minimo rumore; il naso era arricciato e dalla bocca aperta si potevano scorgere denti affilati come rasoi. Come era potuto succedere che da cacciatore era diventato preda? Quale sorte gli sarebbe toccata? Non riusciva a capire: non si ricordava che fosse mai successo a nessuno degli altri suoi fratelli.
...Acc... fece l’uomo, sarcastico... Mi fai proprio paura! Ma qui il capo sono io, non dimenticarlo!...
Detto questo lo lasciò solo. L’animale non smise, però, di soffiare fino a che non sentì più il minimo rumore. Quando si sentì sicuro che nessuno sarebbe passato di là senza che lui non lo avesse sentito, si sedette e pensò ad un’eventuale via d’uscita.
Divenne così aggressivo che nessun inserviente poteva avvicinarsi. In risposta, ricevevano unghiate che procuravano ferite profonde.
Anche il ghepardo, però, fu picchiato duramente e anche dalle sue ferite sgorgava in abbondanza il sangue.
Ormai la ricerca di una via di fuga si faceva disperata. L'animale però non riusciva mai a dimenticare il sapore della libertà: cacciare nella sua savana era il ricordo più nitido: dentro di sè c'era forte la sensazione di potenza che sentiva quando catturava la preda, quando correva in mezzo all'erba, quando la mattina si svegliava e annusava l'aria carica di odori, quando sceglieva il suo "pasto" e il cuore cominciava a battere forte e l'adrenalina scorreva nelle vene.
La carne invece che buttavano dentro la gabbia aveva un sapore e un odore strano: mangiava solo per non morire di fame e continuare a pensare alla libertà.
Alla fine decise per un ultimo tentativo: si nascose dietro il tronco che era stato messo nella sua gabbia per ricreare un po’ l’ambiente e aspettò l’arrivo dell’inserviente che veniva a portargli il cibo. L'uomo arrivò e il ghepardo scattò in avanti afferrandolo alla gola. Non rimase per vedere se aveva veramente ucciso la sua vittima, non era il suo cibo in quel momento: voleva solo fuggire.
Attraversò la stretta porticina rimasta aperta, verso la libertà.

(continua....)

martedì 28 luglio 2009

IL GHEPARDO


(di Lorena B.)

PRIMA PARTE

Non aveva mai visto uomini o camion. Si nascose nell'erba alta come gli aveva insegnato sua madre. Cominciò a sentire odori strani, che colpivano le sue narici. Un odore che proveniva dall'interno di un camion lo fece starnutire. Era capitato anche a lui durante la digestione di essersi svuotato dell'aria che aveva dentro la pancia, ma non aveva mai fatto fumo nero come quella cosa lì davanti.
Stava fermo aspettando il momento giusto per attaccare. Continuava a pensare che non c'erano mai stati nel suo territorio oggetti così strani. L'odore soprattutto, gli odori erano diversi da tutti gli altri.
E poi quegli animali che erano scesi da quelle cose così grosse, molto più grandi di tutto quello che conosceva, non correvano, non si nascondevano: non sentiva l'odore del sudore, della paura come nelle gazzelle. Gli occhi non guardavano intorno attenti, le gambe i muscoli non erano tesi pronti a correre per scappare. Non udiva nemmeno i battiti veloci dei loro cuori, come quando i piccoli gnu brucavano vicini alle madri, ma impauriti da quell'erba così alta che impediva loro di vedere lontano.
Era lì da qualche ora, ed era risalito sul suo albero: non si muoveva, osservava e basta. Ricordò come era felice quella mattina appena si era svegliato. Il primo pensiero era stato di contemplare dai rami la pianura intorno: il risveglio delle mandrie alle prime luci dell'alba, i primi rumori della giornata che cominciava, i belati, i muggiti e perchè no anche i ruggiti degli altri felini che si preparavano per la caccia. Quest'anno poi non c'era stato nessun incendio, e le femmine delle zebre, antilopi e gazzelle avevano partorito molti piccoli. A tutti dava l'impressione che anche il caldo fosse meno opprimente e la savana aveva alberi e cespugli ricchi di foglie verdi per tutti gli erbivori che volevano stanziare lì in quel momento. Il numero enorme di queste mandrie aveva attirato anche molti più carnivori degli anni precedenti, ma a lui non davano noia: c'era cibo per tutti. Niente lo avrebbe potuto turbare, niente fino a quella mattina, quando la sua quiete era stata interrotta.
Il giovane ghepardo si era svegliato con una gran fame. Si era acquattato tra l’erba alta, osservava i movimenti di un branco di zebre che pascolava pochi metri più avanti, cercando di individuare l’animale più debole. Dopo aver guardato in ogni direzione, individuò un cucciolo che trotterellava accanto alla madre.
Si leccò i baffi e spostò il peso sulle zampe posteriori, pronto a scattare al momento opportuno. Improvvisamente, come un fulmine, schizzò in avanti lanciandosi in una folle corsa verso quel minuscolo animale. In un istante il branco si sparpagliò e in poco tempo il cucciolo si trovò separato dalla madre e dagli altri. Il ghepardo si gettò su di lui e gli azzannò la gola. Bastò qualche istante, perchè il piccolo si accasciasse a terra, privo di vita.
Lo trascinò all’ombra di un albero per consumare il suo pasto. Quando fu sazio si arrampicò sui rami a digerire. Da lì aveva un’ampia visuale della pianura dov’era nato e cresciuto. Il branco di zebre si era nuovamente riunito e aveva ricominciato a pascolare, come se non fosse successo nulla. La vita doveva continuare e la morte di uno solo, che fosse piccolo o vecchio, non importava: dava la possibilità agli altri di vivere qualche ora in più, fino a quando qualche altro felino avesse avuto fame e quindi la paura della caccia li avesse nuovamente fatti scappare per salvarsi. Si fece più attento: un branco di gazzelle stava per essere attaccato su più lati da sei leonesse.
All’improvviso, uno stormo di uccelli si alzò in volo e all’orizzonte apparvero due enormi camion e una jeep che giunsero nello spiazzo pochi metri dopo il branco di gazzelle, che fuggì rovinando la caccia delle leonesse. Ne scesero quattro uomini: il primo basso e tarchiato, il secondo più alto, il terzo con dei baffetti neri e pochi capelli e il quarto molto giovane, biondo e muscoloso. Altri uomini di colore uscirono saltando dai camion: sembrava che guardassero e si muovessero anche loro come un branco.

(continua....)

Gran Paradiso



Foto by Indi

Gran Paradiso


Fioritura di muschio

lunedì 27 luglio 2009

ODIO LE FOTO !!!!!!!!!!!!!!


(di Lorena B.)

Perchè tutti vogliono fotografarmi?
Sono stata anni a fuggire davanti a tutte le macchine fotografiche.
L'anno scorso mi hanno fatta una sola foto, quando sono andata a prendere mia figlia al campo scout.
Eravamo contente tutte e due di ritrovarci. Io ancora più felice: ho avuto per 30 minuti la figlia obbediente e calma che ho sempre desiderato, ma l'entusiasmo iniziale si è spento quando ritornando fra le braccia della mamma ha ricominciato le solite bizze.
Ho avuto l'idea di "abbandonarla" nel bosco come Pollicino.
Non è che per via osmotico-epiteliale le ho ripassato tutta se stessa?
Dunque ritorniamo alla foto.
Oggi ben quattro contatti su Facebook mi vogliono fotografare.
Ma l'immaginazione dove arriva? Possibile che solo un volto fa pensare a mille cose?
Non pensate cose strane, sono stati tutti molto carini e nessuno volgare. Tutte immagini idilliache: in mezzo ai campi, capelli al vento, occhi chiusi, profumo di lavanda.....
Tende svolazzanti....chissà perchè mi è venuta a mente la canzone MAGNIFICENT degli U2.
Una foto... cosa può significare una foto?
Io ho solo un'immagine impressa dentro di me, che non mi abbandonerà più. Non ho bisogno di foto.
Ma pensandoci bene, ci sono particolari che possono essere dimenticati e rivedendo persone o luoghi dopo qualche anno ci ritornano prepotentemente davanti i ricordi.
Foto....la prima cosa che si strappa quando finisce un amore, come se gettando nell'immondizia quei pezzi di carta si cancellasse se stessi e cosa abbiamo vissuto.
Foto.... di un matrimonio. Ma si riesce a tenere insieme un matrimonio con delle foto quando finisce tutto e i motivi sono così gravi che ci si chiede se quella famosa formula...per sempre.... l'abbiamo mai pronunciata?
O chi l'ha formulata, l'ha vissuta?
Foto.... di qualcosa che non esiste più come animali o cose estinte?
Per vedere dove può arrivare l'idiozia umana?
Foto.... flash di un universo morente? E se le immagini che ci arrivano fossero solo le immagini di un universo che è già morto da miliardi di anni e che noi non lo sappiamo? Cosa aspettiamo l'ultimo fotogramma con l'esplosione finale per renderci conto di non essere vivi?

Foto............

domenica 26 luglio 2009

LATTAIOLO


INGREDIENTI
(per 6 persone)

- 1 litro di latte
- 6 uova
- 2 cucchiai di zucchero
- 50 gr farina
- una bustina di vaniglina
- un cucchiaino di cannella
- poco burro

Sbattete le uova con lo zucchero, quindi incorporate la farina, la vaniglina e la cannella.
Girate bene e versate poco alla volta, tutto il latte.
Imburrate ed infarinate una tortiera e versateci dentro il composto.
Cuocete in forno caldo per circa mzz'ora. Servitelo freddo.

Esiste anche uno squisito lattaiolo bianco, cioè fatto senza i rossi d'uovo.
Si montano a neve 8 chiare d'uovo, poi si mescolano ad un litro di latte zuccherato con 8 cucchiai di zucchero ed insaporito con della scorza di limone.
In uno stampo si mette dello zucchero caramellato e si versa il liquido.
Si cuoce in forno caldo per circa mezz'ora.

CONIGLIO ALL'ORBETELLANA


INGREDIENTI
(per 4 persone)

- un coniglio di circa un chilo
- 2 spicchi d'aglio
- rosmarino
- salvia
- prezzemolo
- aceto bianco
- pane casalingo
- olio d'oliva
- sale e pepe

Tagliate il coniglio (senza testa e zampe) in 12 pezzi: le cosce divise in 2, 2 spalle e lombo tagliato in 6 parti.
Preparate un trito di aglio, rosmarino, salvia e prezzemolo.
Mettetelo in una zuppiera e aggiungete sale e pepe, un bicchiere d'aceto e mezzo bicchiere d'olio.
Mettete in una casseruola i pezzi di coniglio a strati e tra uno strato e l'altro cospargete con la salsetta ben amalgamata.
Terminate con la salsa, poi chiudete bene con un coperchio e fate cuocere lentamente per circa un'ora.Ogni tanto controllate la cottura, ma non girate i pezzi.
Servitelo con il suo sugo di condimento su fette di pane abbrustolite.

RISOTTO ALL'ORTICA


INGREDIENTI
(per 4 persone)

- 400 gr riso
- 200 gr ortica
- mezza cipolla
- 50 gr burro
- parmigiano grattato
- olio d'oliva
- sale e pepe

In una pentola fate rosolare, in 4 cucchiai d'olio, la cipolla tritata fine.
Appena appassisce unite le foglie d'ortica lavate e tagliate grossolanamente.
Cuocete qualche minuto poi unite il riso.
Salate, pepate e tirate su il risotto con acqua bollente o brodo.
In ultimo unite il burro e servitelo con del parmigiano.

(Usate le foglie superiori dell'ortica che sono piccole e tenere. Si raccolgono in estate proteggendo le mani con i guanti.)

venerdì 24 luglio 2009

IL MORTAIO

Un figlio di Bin Laden sarebbe rimasto ucciso in Pakistan nel corso di un attacco missilistico contro Al Qaeda.
Pensierino.....capita che le bombe dei padri, cadano sui figli !

ME LA STO GODENDO....(2)


Ieri sera Vi avevo detto che avrei cercato la terza triade per completare il cerchio.
Ma non ho impiegato molto a trovare la soluzione.
Perchè cercare altro quando avevo tutto lì sotto gli occhi?

La terza triade sono semplicemente i nostri blog


- EPICUROELABORSA

- EPICUROELEERBE

- EPICUROEWLAVITA

Cosa devo cercare di meglio?

giovedì 23 luglio 2009

ME LA STO GODENDO....


Oggi cosa buffissima, per la prima volta nella mia vita mi sono ritrovata a non avere più nessuna certezza.
Direte Voi ... è terribile. Vi rispondo subito di no.
No, perchè non m'importa niente.
Mentre altre volte mi sembrava di cadere dentro un pozzo e poi dovevo faticare per risalire, questa volta non lo vedo nemmeno il pozzo.
Non sono nemmeno in un deserto, anzi sono su una spiaggia in riva al mare e me la sto godendo tutta.
Perchè devo fasciarmi la testa se in questo momento non so che decisioni prendere?
Ho raggiunto la famosa pace dei sensi?
Non posso nemmeno dire che ho smesso di fumare o di bere, niente di tutto questo: mai fatto.
E allora?, semplice! crisi di scrittore.
Era già da un po' che non mi piaceva più quello che scrivevo: in questi ultimi giorni parlando con un amico... il crollo totale.
Con la sua calma, la sua timidezza mi ha fatto riflettere. Timidezza, avete letto bene: un uomo che a sessant'anni è timido! Anche a me mi è "crollato" il mondo; lo sport preferito del genere maschile è la spavalderia e invece ancora nel 2009 esiste l'ultimo timido.
Che faccio m'innamoro o lo lascio come amico prezioso?
Ne ho già due a me molto cari, li chiamo "i miei amori", mi mancava il terzo.
Oggi chissà perchè 23 luglio 2009 mi si completano le triadi. Favoloso! Prima di mezzanotte succederà ancora qualcosa lo sento, mi manca il completamento della terza triade e il cerchio è chiuso.
Vi lascio un attimo, perchè voglio fare un po' di ricerca e capire come mai questa data così strana sta segnando in maniera così particolare la mia vita.

Baci a dopo

HO TROVATO IL TERZO !!!!!


Oggi ho raggiunto Einstein: sono riuscita a dire

...aiutami, altrimenti impazzirò....

e mi è stato risposto che lo disse anche il famoso scienziato, prima di formulare la famosa Teoria della Relatività Generale.

Dovrei essere contenta, perchè finalmente ho trovato la terza costante che mi accomuna a tre geni della nostra storia.

1 - Napoleone Bonaparte, perchè dormo solo 3 - 4 ore per notte
2 - Leonardo da Vinci, perchè mangio solo verdura, frutta e pesce, (solo pollo nessun'altro tipo di carne).

2 - Albert Einstein, perchè come lui se non risolverò un problema impazzirò.

Solo che io mi sento un puzzle: i tre pezzi come dovrò metterli insieme per far uscire qualcosa di "decente"?

IL MORTAIO

Di Pietro ha scritto a Napolitano.
"Presidente non mi offenda."
Noi diciamo:
" Presidente, lo ascolti! Quando mai ricapita che Di Pietro azzecchi un altro congiuntivo?"

mercoledì 22 luglio 2009

EPICURO


Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro. Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l’età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l’avvenire.

martedì 21 luglio 2009

DEDICATO A TUTTE LE DONNE


Quando Dio creò la donna era già al suo sesto giorno di lavoro facendo pure gli straordinari.
Apparve un angelo e gli chiese:”Come mai ci metti tanto con questa?”
E il Signore rispose: “Hai visto il mio Progetto per lei?”
Deve essere completamente lavabile, però non deve essere di plastica, avere più di 200 parti muovibili ed essere capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato ad un cuore spezzato e lo farà tutto con solamente due mani.”
L’angelo si meravigliò dei requisiti.
“Solamente due mani….Impossibile!E questo è solamente il modello base?E’ troppo lavoro per un giorno….Aspetta fino a domani per terminarla.”
“No lo farò!” protestò il signore. “Sono tanto vicino a terminare questa creazione che ci sto mettendo tutto il mio cuore…Ella si cura da sola quando è ammalata e può lavorare 18 ore al giorno.”
L’angelo si avvicinò di più e toccò la donna.“Però l’hai fatta così delicata, Signore”
“E’ delicata, ribatté Dio, però l’ho fatta anche robusta. Non Hai idea di quello che è capace di sopportare o ottenere”“Sarà capace di pensare?” chiese l’angelo.
Dio rispose:“Non solo sarà capace di pensare ma pure di ragionare e di trattare”
L’angelo allora notò qualcosa e allungando la mano toccò la guancia della donna…“Signore, pare che questo modello abbia una perdita…”
“Ti avevo detto che stavo cercando di mettere in lei moltissime cose…non c’è nessuna perdita… è una lacrima” lo corresse il Signore.
"A che cosa serve una lacrima?” chiese l’angelo.
E Dio disse:“Le lacrime sono il suo modo di esprimere la sua gioia, la sua pena, il suo disinganno, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza, e il suo orgoglio.”
Ciò impressionò molto l’angelo “Sei un genio, Signore, hai pensato a tutto. La donna è veramente meravigliosa”
Lo è! Le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini. Affrontano difficoltà, reggono gravi pesi, però hanno felicità, amore e gioia. Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Lottano per ciò in cui credono. Si ribellano all’ingiustizia. Non accettano un “no” per risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore. Si privano per mantenere in piedi la famiglia. Vanno dal medico con un’amica timorosa. Amano incondizionatamente. Piangono quando i loro figli hanno successo e si rallegrano per le fortune dei loro amici. Sono felici quando sentono parlare di un battesimo o un matrimonio. Il loro cuore si spezza quando muore un’ amica. Soffrono per la perdita di una persona cara. Senza dubbio sono forti quando pensano di non avere più energie. Sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore spezzato.
Non ci sono dubbi però… nella donna c’è un difetto: Ed è che si dimentica quanto vale.

MASSIMA DEL GIORNO


Alla fine ricorderemo,
non le parole dei nostri nemici,
ma i silenzi dei nostri amici.

PER TUTTI


CI SCUSERETE SE NEI PROSSIMI GIORNI IL LAVORO DEL BLOG RALLENTERA' UN POCHINO.

I MOTIVI???

NE POTREI ELENCARE TANTI, DICIAMO CHE C'E' UN PO' DI STANCHEZZA DOPO UN INVERNO UN PO' PESANTE, IL CALDO DI UN'ESTATE STRANA, L'ASSENZA DI PERSONE CARE, LA VOGLIA DI STUDIARE UN PO' ALCUNI ARGOMENTI E IL TEMPO NON E' MAI ABBASTANZA, ECC.....

BACI, SONO SEMPRE CON VOI.

lunedì 20 luglio 2009

FAC EBOOK O FAC SIMILE

(di Lorena B.G.)

Se vi ricordate qualche mese fa scrissi alcune mie considerazioni su Skipe.
Anche storie di personaggi che gravitavano in questo"mondo".
Alla fine stanca, stufa e anche disgustata ho chiuso il programma.
Mi ritrovavo alla fine del collegamento solo ed esclusivamente ad essere stata contattata da uomini con voglie nascoste nel cervello e in mano.
In questi mesi lo avrò riaperto altre due o tre volte, ma la cosa non è cambiata.
Rimango quindi per adesso su Facebook.
I miei contatti sono stati scelti ed io stessa sono stata scelta.
Alcuni molto interessanti, mi sono meravigliata soprattutto di aver trovato una persona molto molto speciale.
In generale però niente di strano, nessuno particolare o con voglie assurde.
Solo in giro dopo tre mesi devo per forza fare le mie considerazioni.
Alcuni personaggi pubblici raccolgono adepti e poi non si collegano mai e non capisco il perchè occupano il "posto" se non trasmettono niente, alcuni invece hanno da mettersi in mostra con frasi ad effetto e guai a contraddirli! Si arrabbiano come se le loro parole non fossero oro colato, ma l'aria stessa che da vita. Alcuni poi riempiono lo spazio solo con poesie o filmati di canzoncine anni ...anta. Ma lo sanno che siamo nel 2009? Qualcuno li dovrà informare prima o poi!
In questi giorni si sprecano poi considerazioni politiche.
Mi ricordo che qualche anno fa o comunque ogni tanto alla televisione abbiamo visto dei filmati prima dell'ultima grande guerra dove Hitler incitava le folle e c'erano i "fans" che lo osannavano e perdevano la testa dietro le sue parole. (Mi scuserete sto usando eufemismi per non andare giù pesante).
In questi giorni, stavo dicendo, assisto su Facebook più o meno alla stessa cosa.
C'è un partito con problemi personali e con problemi provocati dall'esterno. La cosa che mi fa meraviglia è l'accanimento di alcune persone nel propagandare sia il partito che la propria partecipazione o addirittura la pubblicità nel portare avanti certe idee e invogliare altri ad iscriversi.
Sento nelle loro parole la stessa "aria" di quei filmati d'anteguerra! Naturalmente in un paese civile come l'Italia che fa parte del più grande paese dell'Europa non assisteremo a nessuna rappresaglia, nè alla costruzione di nessun campo di concentramento per chi non segue le stesse idee o appartiene a etnie diverse, ma perchè ho i brividi e mi vengono a mente sempre gli orrori del processo di Norimberga?
Eppure sono persone intelligenti e anche con lavori di tutto rispetto, e con problemi personali e familiari. Ebbene guardando l'orario che impiegano a stare su FB a pubblicizzare, le ore fuori casa per la programmazione politica, le ore chiaramente di lavoro..... Mi sorge spontanea una domanda!!!!!
Ma per i propri problemi quanti secondi al giorno "sprecano"?
Distacco familiare, bambini lasciati soli, mogli che si allontanano (e ci credo! se il proprio tempo libero viene passato con gli "amici").....
Ma quando parliamo ed escono fuori i loro "drammi" personali.....
MAI e poi MAI avrei e permetterò a nessuno di prendere il primo posto rispetto a mia figlia o a me stessa. MAI mi annullerò nè in una persona nè in un'idea. Preferisco continuare a fare da spettatore valutando sempre tutti i pro e i contro di ogni cosa non partecipando mai a niente. Sarò un libero pensatore, una mosca bianca, una fuori delle righe, ma se mi guardo allo specchio posso dire di essere libera, libera non assoggettata a nessuna idea politica o a nessuna costrizione.
Un giorno e negli altri a venire avrò conosciuto tanto della vita sia a livello umano, a livello intelletivo, di lettura, di cultura, di scambio di opinioni, di idee in maniera civile.
La mia mente di libero pensatore quanto si sarà arricchita di idee diverse?
Posso rispondere molto, magari non di tutto quello che vorrei, ma continuo a pensare che c'è modo e modo di aderire ad un'idea o a simpatizzare.
E continuo a chiedermi......mettiamo il caso che un giorno per loro tutto questo interesse politico debba finire o peggio ancora "crollare"! Cosa gli rimane?
Alla fine ho chiuso Skipe perchè nella testa di chi è presente c'è una sola idea, ma su Facebook mi sembra che sia solo cambiato l'oggetto, perchè la strada a senso unico è rimasta quella!!!!
Ciao, alla prossima....

sabato 18 luglio 2009

BUON SABATO


(di Lorena B.G.)

Stamattina magnifica giornata.
Mi sono vegliata alle 8,10 con mia figlia spalmata sulla schiena come la Nutella. Doccia, colazione con orzo e fette biscottate con miele.
Pantaloni blu di seta, top bianco con brillantini davanti, incrociatino bianco, capelli biondi sulle spalle occhiali scuri. Occhiata veloce allo specchio del bagno.
Continuo ad insistere...però!!!!!
Borsa e pc in spalla e via.
Solita fermata al bar: fuori uno dei tanti conoscenti: leghista! Un leghista a Prato con tutti gli extracomunitari che ci sono è tutta da ridere!
Gli dico...guarda che ieri sera non volevo farti un complimeto, quando ho detto che il verde NON ti snellisce!...Sarebbe meglio cambiare colore....
Si è fatto una risata. Caffè, rapida lettura al giornale. Pago, sto per uscire...ciao buon pranzo!.... la ragazza mi guarda perplessa e anch'io comincio a connettere cosa ho detto.
...Scusa scusa, volevo dire buona giornata....
Esco fuori con gli occhi della mente un po' meno addormentati.
La prossima svista... mi preoccuperò.
Negozio, solite cose. Accendo il pc.
Facebook....ciao, è sempre bello la mattina accendere e trovarti.... buongiorno dolce amico....
Le solite quattro chiacchere.
E' difficile trovare qualcuno con cui stabile un contatto intelligente.
....devo finire di scrivere un articolo...
...allora ti lascio, ci sentiamo in giornata se ci sei...
...ma perchè devi andare via, non ho mica detto che volevo chiudere....
Intanto un'occhiata alla posta: ecco!, come sta succedendo negli ultimi giorni, nuovamente la sgradita sorpresa.
Ma perchè ci sono persone che quando uno dice... è finita, quale delle due parole non capisci... ti dicono "addio" e poi aritonfa nuovamente un'email stamattina!
C'è un modo civile di chiudere tutto? Finora mi sembrava di essere stata anche abbastanza pesante, volevo provare con le buone maniere magari mi riesce meglio!
Vado a cambiare un paio di jeans che ho preso ieri a Giada. Non ci sono, ma me li procurano per la settimana prossima. E intanto devo ritornare.
Ci fermiamo in un bar a prendere un caffè, cioè io il caffè ,mia figlia una pizzetta. La guardo mentre mangia, come è passato il tempo quando uscivo con lei nel passeggino e tutti le dicevano.... che bambola!...
Adesso è sempre una bambola, solo è quasi alta come me e chiacchera in continuazione. Io invece in questi giorni vorrei silenzio assoluto.
Stamattina mi sta dicendo che vuole scegliere i trucchi per quando avrà l'occasione di andare ad una festa.
Mi giro... festa??????????... quale festa????...
...Ma mamma, mettiamo che qualcuno mi invita...
...Intanto voglio sapere chi è, dove vai, chi sono i genitori, ti è concesso feste solo dalle cinque del pomeriggio alle sette di sera e ti porto io, busso alla porta: voglio vedere la casa, i genitori, sapere chi c'è con voi nella stanza, cosa mangi,.... Mammmmmmaaaaaaaaaaaaaaa.....
....Fino a che non avrai trentanni e sarai maggiorenne queste sono le regole....
Per ora sono riuscita a conservare la maggiore età a trentanni. Ma quanto durerà? Fino a quando qualcuna delle amiche che "sanno tutto" le dirà la verità?
Non ditemi apprensiva e troppo oppressiva, a me non da fastidio.
E poi cosa pensate che nonostante tutti i controlli, anche lei le sue marachelle non le farà? Siamo stati tutti giovani e qualcosa abbiamo sempre fatto di nascosto. Per adesso cerco di insegnarle le cose belle, ma soprattutto le cose brutte per farle capire un domani cosa dovrà scegliere per se stessa.
E poi incrocio le dita che vada tutto bene. Noooooooo??????

Ciao alla prossima, buon fine settimana

IL MORTAIO

Beppe Grillo è riuscito ad ottenere la tessera del Pd in un circolo irpino.
"Ora raccolgo le firme e mi candido."
Bene, benissimo.
Così la corsa alla segreteria diventa veramente tutta da ridere.

venerdì 17 luglio 2009

OGGI......


CI SONO DEI GIORNI IN CUI IL SILENZIO E' D'ORO E LA SOLITUDINE L'UNICA COMPAGNA.

Magari poter avere uno solo di questi giorni!

CHIOCCIOLONI AL FUNGHETTO


Ingredienti per 4 persone:

- 400 gr chiccioloni
- 200 gr funghi porcini freschi (ma si possono usare anche quelli secchi)
- 200 gr pomodori maturi o "pelati"
- 2 spicchi d'aglio
- 1/2 bicchiere di vino bianco
- 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
- brodo
- parmigiano grattato
- olio d'oliva
- sale e pepe

Soffriggete in 3 cucchiai d'olio gli spicchi d'aglio interi. Appena cominciano a prendere colore, bagnate con il vino; fatelo ritirare e poi aggiungete i pomodori sbucciati e fatti a pezzi.
Salate poco e pepate. Dopo un quarto d'ora togliete gli agli e unite i funghi tritati e il prezzemolo; fate quindi cuocere lentamente bagnando ogni tanto con del brodo.
Lessate i chioccioloni al dente, scolateli e versateli nel tegame del sugo; fate ritirare per pochi minuti e serviteli bollenti e cosparsi con poco parmigiano grattugiato.

Anche se non è la stessa cosa, potete sostituire i funghi freschi con 50 grammi di porcini secchi.

TIRIAMO LE SOMME

Allora fra bombe, attentati, uccisioni, massacri, omicidi, violenze,sentenze di tribunali che non hanno accontentato i parenti delle vittime, funerali di eroi, H1N1 che continua a mietere vittime, scioperi, Shuttle che perde pezzi in volo e speriamo bene che non ci siano problemi al ritorno, eeeccccccc.
mi sembra che questa settimana la droga sia stata messa da parte: non ho letto niente di cui doverci preoccupare!
O mi sto sbagliando????

giovedì 16 luglio 2009

INNO ALLA VITA

DEDICATO A CHI NON CAPISCE NIENTE E DISPREZZA LA VITA CON GUERRE E TORTURE E UCCISIONI DI MASSA,VOGLIAMO CHIAMARLI CON IL VERO NOME ....MASSACRI DI POPOLI.

VERGOGNATEVI!!!!!!!!!!!!!!!

L'ULTIMO HARRY POTTER...


(di Lorena B.G.)

Ieri sera sono andata al cinema con mia figlia.
Film in programma...HARRY POTTER...... l'ultimo naturalmente.
Cominciamo a perdere i colpi!!!!
I primi si sono distinti per le grande scene con effetti speciali, sentimenti di ragazzini in crescita, primi amori, grandi dubbi, decisioni dettate dall'età e dall'amicizia.
Spesso mi sono chiesta come mai noi adulti abbiamo perso la spontaneità dell'età, soprattutto nei sentimenti.
Ho invidiato l'amicizia nata spontaneamente nel male, nel dolore e nelle difficoltà. La voglia di difendere l'amico a tutti i costi anche a danno della nostra vita. L'accettazione dei suoi difetti senza giudicare o pensare a secondi fini nelle proprie azioni.
La sincerità delle confidenze.
Il non accettare l'amore che può nascere nell'amicizia, perchè questa viene vista come migliore dell'amore e poi ci si rende conto che può completare questo sentimento.
Scusate faccio la sentimentale, ma se uno vive un'amicizia nel modo assoluto può volere solo il bene dell'amico e il preoccuparsi per lui viene spontaneo. Niente e nessuno potrà chiudere il cuore alla volontà di anteporre lui o lei ai nostri bisogni.
Ritorniamo al film, carino passabile, gli effetti speciali ridotti, quasi inesistenti: si è dato più risalto alle figure, mi ha dato quasi l'impressione che il filone del mistero e della magia si stia esaurendo.
Tutte le scene limitate a pochi scenari indicano una mancanza di capitali?
O una presa di coscienza che l'interesse è finito? Eppure quando siamo uscite dalla sala già c'era un bella fila nutrita di "piccoli" spettatori (parlo di ragazzi dai 14 anni in su naturalmente) pronti per l'ultima avventura.
Probabilmente sia la scrittrice che il regista hanno visto, nei protagonisti che crescono, il mondo degli adulti come qualcosa di meno interessante e quindi quello che può succedere meno rilevante rispetto al mistero di un'età che va da zero anni ai quattordici?
Un po' quello che succede a me con mia figlia: impongo le mie condizioni e contemporaneamente sono uno spettatore del suo mondo.
Affascinante vedere i suoi progressi! Ma soprattutto le sue ribellioni: adesso siamo arrivati che non vuole essere più baciata...non siamo due innamorati...mi ha detto stamattina!
Il film!!!!!!!
Quindi alla fine anche se il regista ha fatto un notevole sforzo per mettere in risalto le figure, mi ha lasciata comunque insoddisfatta: figure che appaiono e scompaiono, grandi drammi e paure, ma poi la persona sparisce senza che ci sia un vero perchè, e poi dove va? E il motivo che l'aveva portata in mezzo alla scena? La spiegazione! Il quod! Mi va bene anche il qui pro quo se ce n'è uno! Ma viene tutto lasciato a metà.
Sono io fuori età per affrontare un film del genere o si considerano le generazioni di adesso così superficiali che va bene anche soltanto mettere davanti agli occhi un po' di immagini in fila basta che arrivino alla parola THE END?
L'unica cosa che mi ha soddisfatto il finale, dove l'amicizia trionfa e quando Harry (confidenzialmente, ormai è entrato nelle nostre case e fa parte delle famiglie!) dice che deve sparire e lasciare i suoi amici per continuare la sua missione contro il male, gli altri si rivolgono a lui dicendogli che non sarà mai solo e che loro ci saranno sempre lì per aiutarlo.
Un bellissimo messaggio che spero sia recepito da chi legge.
Messaggio che le nuove generazioni dovrebbero interpretare come una comunione di anime per divertirsi e non per andare in giro per lo sballo o per ubriacarsi o per commettere violenze!!!!!

Ciao, alla prossima

mercoledì 15 luglio 2009

IL VUOTO NEL CUORE

(di Lorena B.G.)

TERZA E ULTIMA PARTE

La prima volta sentì che il cuore faceva meno male e ogni volta fu sempre meglio. Fino ad oggi con lui. Chiusura totale.
Però pensandoci bene se non c'era niente emotivamente, anche fisicamente il suo piacere non era completo. Le sembrava di essere un robot.
Ogni volta che si telefonavano lei cercava di andare un po' di più verso di lui. Pensava che sarebbe riuscita ad amarlo. Ma ogni volta il loro rapporto rimaneva chiuso.
La cosa che più la meravigliava era questo suo estraniarsi completamente.
...Allora va bene per la prossima settimana martedì o giovedì.... Ok, decidi tu in base ai tuoi impegni di lavoro.... Io... basta che lo sappia tre o quattro giorni prima per chiedere un permesso....
E continuavano ad incontrarsi.
L'ultima volta non si era concessa più di tanto. Lo aveva visto stanco e affaticato. Cominciò a pensare .... se fosse successo qualcosa lì in albergo, se lui si fosse sentito male....
.....Vuoi che ti coccoli un po'?... sì, mi piace....
E mentre lei lo accarezzava lui si addormentò.
In lei ci furono pensieri contrastanti... meno male, era stanco.... però non facciamo niente ed io ho voglia.... ma se succede qualcosa che devo fare scappare? No, perchè hanno preso la carta d'dentità. E se si sente male?
E se finiamo sui giornali?...
La paura le attanagliò la gola, lo lasciò dormire.
Ma questo pensiero cominciò ad ossessionarla: ogni volta che lui la chiamava, quando la cercava, ogni volta che s'incontravano.
Rimaneva con la voglia, non si concesse più come le prime volte.
E successe che pensando meno al sesso, cominciò ad amarlo un po'.C'era una speranza non era tutto finito.
Il suo cuore...il suo cuore...
No, non era amore! Sentì il solito vuoto, la stessa solitudine.
Aveva scambiato per amore la tenerezza che gli ispirava la sua età.
Non gli disse mai ti amo, e continuò ad incontrarlo.
Ma cercò di stargli moralmente più vicino possibile.
Quello che lui avrebbe voluto fare con lei: sostenerla, starle vicino, aiutarla, lo fece invece lei.
Lo fece, trovando così una nuova ragione per vivere; si sentì utile.
No, non era amore, ma qualcosa diverso. Qualcosa di più completo, di più appagante.
Non vivevano insieme, stavano in città diverse, si incontravano ogni tanto, ma lei non gli faceva mai mancare la sua risata, la sua intelligenza, la sua voglia di vivere.
Si sentiva viva, viva come non lo era mai stata. Qualsiasi fosse stato il tempo che lui sarebbe stato con lei, lei gli sarebbe stata vicino.
Non fu più il sesso a farli incontrare, ma la voglia il piacere di stare in compagnia.
Il raccontarsi le cose, le piccole cose successe nella loro vita: lui raccontò dei suoi viaggi all'estero, degli incontri che aveva avuto, si scambiarono opinioni su uomini politici, sulla storia, l'aiutò a migliorare il suo inglese e le insegnò anche un po' di francese.
Qualche volta non andavano in albergo, ma si mettevano a camminare per le strade di Bologna... mano nella mano, come due innamorati.
Forse lo erano, ma più che l'uno dell'altra, erano entusiasti di questo nuovo sviluppo che aveva preso la loro storia. Forse se fosse rimasto tutto segregato al letto e al sesso avrebbero smesso presto. Ma così senza più quest'impegno, scoprirono un lato diverso di stare insieme.
Lei gli comunicò i suoi desideri, i suoi sogni. Liberò la sua anima dal peso che l'aveva oppressa fino a quel momento.
No, non era amore.
Il suo cuore rimase vuoto, vuoto d'amore.
Ma lei riempì il vuoto della sua vita con la più bella ragione che si possa trovare. Aiutare un uomo che aveva vissuto sì una vita importante, ma che poi alla fine era solo, molto più solo di lei.
Di tutti i rapporti che aveva avuto e che l'avevano distrutta, l'ultimo li aveva cancellati tutti.
Non parlarono mai d'amore fra loro.
Esistevano solo loro due per qualche ora ogni quindici giorni.
Nessuno sapeva niente.
Un giorno lei aspettò che lui le telefonasse e poi il giorno dopo e il giorno dopo ancora.
Non osava mandare nessun sms, internet taceva.
Le sue emails rimasero senza risposta.
Il momento che lei aveva temuto era arrivato. Sapeva che se avesse potuto lui l'avrebbe avvertita.
Ma non si sentiva triste, aveva vissuto questa storia con tutta la felicità e la gioia che le aveva procurato e sapeva che per lui era stato altrettanto.
Entrò in un bar a prendere un caffè e mentre aspettava si guardò intorno: un uomo a sedere ad un tavolino le fece un sorriso.
Si sentiva bene, non sarebbe stata più sola: non voleva esserlo più.
Il suo cuore si aprì pronto a ricevere un nuovo amore.
Non voleva più sentire questo vuoto voleva riempirlo. Solo che adesso aveva capito la strada da percorrere. Lui non le aveva mai regalato niente, ma adesso invece si accorse che le aveva fatto il più bel regalo che un uomo può fare ad una donna.
Le aveva insegnato la strada per amare ed accettare nella sua vita un amore.... dopo di lui.

PENSIERI BUTTATI LI'.....


(di LorenaB.G.)

Mi sono alzata con un cerchio alla testa.
Adesso lo so per certo mi danno noia i rumori che superano un certo numero di decibel: la voce di mia figlia che mi chiama urlando dalla camera e pretende che vado da lei, l'auto che passa in strada, il suono del telefono, le due comari che si salutano per strada, il furgoncino con quel bip assurdo mentre fa manovra all'indietro,...
Come mai le mie orecchie così delicate vorrebbe dare fuoco a tutto e cambiare posto?
Se me ne andassi al mare o in montagna?
Consideriamo le prospettive.....
Al mare c'è il suono dolce della risacca, dolce soave ma se non c'è nessuno accanto per fare romanticherie a che mi serve?
I gabbiani che "stridono" in aria, ma che avranno da gridare tanto?
Il vicino con la falciatrice per il prato che non parte,....
Se continua, salto la siepe con un balzo felino, mi avvicino e gli passo sopra quella macchinetta infernale una decina di volte per radergli quel pelo assurdo che ha sul petto. Ma che ha fatto per una vita? Si è passato qualche lozione strana sulla pelle e ha coltivato l' "orticello" privato. Che poi adesso non è nemmeno più nero ma è brizzolato e mi da l'idea di sporco.
E poi.... le ciabatte di pelle da mare incrociate color "cacchina" e quei bermuda assurdi sulle gambe storte. Ma mi chiedo: quando era giovane e faceva il professore all'Università di Roma, era considerato per la sua "bellezza" o per la sua bravura?
Ma perchè la bellezza e la bravura non vanno di pari passo?
Sto andando giù pesante? Ma questo è solo l'inizio!
Detesto lui e sua moglie. Cominciano la mattina a litigare, per qualsiasi sciocchezza. Ultimamente mi piace il silenzio, vorrei essere sola e poter pensare alle mie cose. Da perfetta egoista!
Il figlio inveisce contro il computer, ma perchè ancora non si era accorto che la linea non c'è?
Mentre la fidanzata sdraiata ai suoi piedi lo guarda adorandolo. Ma cosa adora che è un "fagiolo" messo lì senza forze e senza iniziative!
Stanno lì tutto il giorno a fare che cosa? Sono anni che me lo chiedo.
Prima quel pezzettino di terra grande come un fazzoletto al cimitero era pieno erbacce, troppa fatica sperare che si chinassero per strappare qualche filo d'erba. Poi finalmente hanno deciso di pagare un giardiniere che sul momento ha fatto un buon lavoro, ma la malerba non muore mai e così in capo ad una settimana ecco nuovamente la jungla!
Richiamano daccapo quel pover'uomo che la volta dopo ha fatto il miracolo. LUI ha fatto il miracolo, ma nel pacchetto non era compreso che il prato si annaffiasse da solo!
Morale della favola siamo passati dalla jungla al deserto più profondo.
Meno male che la natura è più forte e alla prima pioggerellina è rispuntata qualche pianta.
Quando esco dal cancello cerco di fare meno rumore possibile, se la moglie mi sente esce fuori anche lei e vuole chiaccherare.
Mi chiede sempre le solite cose, mi dice sempre le solite cose. Con quella voce melliflua da romana che pensa che avere comprato due stanze lì vicino al mare voglia dire agiatezza e ricchezza.
Passiamo alla montagna.
Qui potrei già dire che va meglio.
Però grosso neo anche qui niente linea Internet. Non averla mi fa imbestialire, mi rovina la giornata.
Mi alzo presto prestisimo: esco con la tazzina del caffè fuori e mi accarezzo le rose. Curandole nel modo giusto fioriscono 5 o 6 volte in una stagione.
Dopo poco mia figlia si piazza davanti alla televisione, accenno anzi no intimo il programma della giornata fatto di lettura e di compiti.
Poco dopo le nove entrano in casa come una mandria senza nemmeno chiedere il permesso almeno quattro o cinque bambine per giocare.
Mi ritrovo tutto il salotto invaso. Il salotto? Magari! I tre piani della casa sono invasi. Comincio a dire che tiro fuori i libri e le metto tutte a studiare.
Mi guardano perplesse come se potessi attuare le mie minacce. Dieci secondi e sono tutte fuori in piscina.
Rinuncio!
...TAtaaaaaaaa..ci pensi tu per favore? Vado a vestirmi.....
...La Giada mi ha chiesto se può fare una festa oggi?...
...Oggi?...
Penso a quello che c'è da allestistire, alla prospettiva che da cinque diventano quindici bambini, che la mia tranquillità è compromessa, che la festa vuol dire preparare fuori e dentro, e che ogni piatto lo preparerò io perchè non mi accontenta nessuno.....
E che la sera spero che una fata con una bacchetta magica rimetta tutto a posto.....
Il giorno dopo saremo alle solite: la festa no non ci sarà, ma l'invasione da parte di tutti i bambini delle case vicine (mi sembrava che ce ne fossero solo tre! come mai sono diventati otto?) ci sarà tutti i giorni fino a quando non andiamo via.

Alla fine penso che la città con i suoi decibel sopra le righe sia più consona ai miei bisogni e al mio carattere!
GIadaaaaaaaaaaa ....è tardi!

martedì 14 luglio 2009

IL VUOTO NEL CUORE

(di Lorena B.G.)
SECONDA PARTE

(continua...)

E' vero era un uomo pratico: nel momento che si erano conosciuti aveva già deciso che dovevano stare insieme.
Senza nemmeno incontrarsi le disse subito... non sono geloso, sono solo possessivo...
Ogni volta che aveva sentito questa parola aveva avuto un brivido: le dava l'idea della gabbia, di qualcosa di così stretto e soffocante che non riusciva quasi a respirare per un attimo. Ma questo forse perchè non lo amava.
Erano andati avanti così per qualche giorno: emails, telefonate lunghissime, sms, chat: siamo fortunati adesso il mondo di Internet permette contati giornalieri fissi continui, un modo di stare insieme sempre. Meglio sicuramente di qualche anno fa, quando c'erano solo le lettere o il telefono costava molto e si contavano i secondi per salutarsi. Quando l'attesa della risposta ad una missiva uccideva d'ansia.
Poi lui aveva deciso che dovevano incontrarsi.
Bologna sarebbe stata la loro città. Comoda per entrambi: da raggiungere con il treno in un'ora.
Potevano stare insieme tutto il giorno senza problemi.
Lui le chiedeva sempre perchè lei non faceva domande, come mai non chiedeva mai niente della sua vita.
Ad un'analisi supericiale poteva sembrare che lei si disinteressasse della persona con cui stava, la verità era che meno sapeva meno si attaccava. Meno sapeva e meno faceva parte della vita dell'uomo che conosceva.
Anche se poi alla fine era così parte di lui, che le sembrava di essere lui e basta, fino ad annullarsi. Ne faceva parte così semplicemente.
Forse riusciva a conoscerlo meglio, molto più che se avesse avuto notizie reali.
Se c'era un'altra spiegazione lei non lo sapeva, aveva sempre pensato che la ragione fosse questa e così l'aveva accettata e basta e non andava oltre.
La curiosità, quella che accompagna un rapporto, quella che fa arrivare ad essere gelosi e a non vivere più, era stata segregata, per impiegarla in altre cose. La curiosità uccide e lei già si sentiva morta dentro da tanto tempo.
Non sperava, non sognava, non cercava una realtà migliore, perchè per lei non c'era. Viveva e basta aspettando la morte.
Come si poteva alla sua età pensare alla morte? Eppure ogni tanto era un suo pensiero fisso.
La vedeva come una compagna che l'aveva accompagnata da quando era nata, ma di cui non aveva mai avuto paura.
Da quando poi aveva conosciuto lui, le era ancora più presente.
Bell'uomo alto, capelli bianchi, barba e baffi bianchi ben curati, era un uomo importante, ora in pensione, ma ancora con un fascino che faceva girare ogni donna a guardarlo, continuava a lavorare nonostante i suoi 68 anni.
Aveva voluto entrare nella sua vita per aiutarla, sostenerla, starle vicino nei momenti tristi. Ma nonostante questa sua sicurezza, lei non si fidava, non lo sentiva come la persona cui appoggiarsi.
Il loro primo incontro fu ottimo, l'avrebbe potuto definito eccezionale, ma... ma perchè lei non era in quel letto! Guardava tutto come una spettatrice esterna e un po' si vergognava, come qualcuno che guardi non visto i suoi stessi gesti, le sue parole, il suo piacere. Lui era rimasto ancora più affascinato, le disse che sapeva che sarebbe stato così meraviglioso, che non aveva mai avuto dubbi. Nonostante la sua età fu meglio di un uomo giovane. Sapeva dove toccare come farle provare piacere, come coccolarla. Le sue parole non furono mai fuori posto, i suoi sguardi, le sue carezze.
Fisicamente poi era bellissimo. Aveva tutto quello che una donna può desiderare per perdere la testa e rimanere intrappolata.
Ma per lei fu solo piacere fisico e basta. Era riuscita a chiudere il suo cuore così bene, che alla stazione quando si salutarono prese il libro dentro la borsa e sul treno si mise a leggere estraniandosi completamente.
La sera un sms per dire che era arrivata e che il viaggio era andato tutto bene.
Il giorno dopo si alzò con la certezza che lui non l'avrebbe chiamata, e invece appena arrivò in ufficio ecco la sua telefonata per darle il buongiorno e per dirle che il giorno prima era stato tutto così bello che ancora sentiva i suoi baci e il profumo della sua pelle e....
Era sorpresa di questo, la sicurezza che fra loro fosse tutto finito una volta chiusa la porta dell'albergo, la stava spiazzando.
I rapporti precedenti erano stati così: usciti in strada grandi saluti, la promessa di sentirsi subito dopo e invece non c'era stato più nessun contatto. Nessuna risposta ai suoi sms o alle sue emails e lei piano piano aveva prima rifiutato tutti i rapporti per non stare ancora male e poi aveva ricominciato perchè non le sembrava giusto che dovesse non-vivere per degli uomini stupidi.
La prima volta sentì che il cuore faceva meno male e ogni volta fu sempre meglio. Fino ad oggi con lui. Chiusura totale.

(continua....)

lunedì 13 luglio 2009

SCIOPERO BLOG



Domani 14 Luglio questo blog aderirà allo sciopero. Se passa questa legge liberticida siamo costretti a chiudere.


MASSIMA DEL GIORNO


«Se non ricordi che Amore t'abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato.»

William Shakespeare

IL VUOTO NEL CUORE


(di Lorena B.G.)
PRIMA PARTE

Si svegliò con la consapevolezza, anzi no la certezza che la sua vita fosse già tracciata. Che non potesse esserci nessun riscatto. MAI!
Non aveva mai cercato aiuto, tanto sapeva che fra le persone che conosceva nessuno glielo avrebbe dato. Non osava pensare più di quello che conosceva, niente e nessuno avrebbe mai potuto cambiare niente.
La sua vita era stata così scialba, stupida, insensata, priva di interessi e di mete.
Aveva solo vissuto o forse, guardandosi allo specchio, poteva dire che aveva sopravvissuto. A che cosa?
Ma a tutto, ad ogni cosa: ogni minuto le sembrava di essere uscita fuori da una catastrofe e come tale si comportava.
Si trascinava in cerca di qualcosa che non sapeva cosa fosse.
Non cercava non provava nemmeno. La Provvidenza? che cos'era? L'aveva letta una volta nei Promessi sposi. Ma non aveva capito se dovesse essere l'intervento di un uomo o donna o qualcosa che venisse dal cielo.
Non aspettava niente da nessuno, non l'aveva mai fatto.
Andava avanti così e basta.
Ultimamente viveva lo stato d'animo di chi doveva aspettarsi ancora un'altra botta in testa.
...Non riesco a parlare con nessuno dei miei problemi....
Qualche amica, ma niente di più.
Dopo l'ultima grande delusione, non aveva più cercato una storia d'amore con un uomo, niente di complicato o impegnativo. Solo rapporti semplici e veloci.
La sua vita era così. C'era chi riesce a nascondere bene quello che subisce e chi, come lei, si sentiva tutto il mondo sulle spalle come Atlante.
Oggi poi era una di quelle giornate che anche fisicamente era curva. Sia che stava in piedi o a sedere le spalle erano chinate in avanti.
Giorni interi a parlare con persone che poi si erano dimostrate superficiali.
Grandi discorsi, citazioni in mezzo alle parole, riferimenti storici filosofici come a dar sfoggio di grande cultura. Come mai spesso non si riesce ad essere se stessi senza far vedere agli altri quello che crediamo di sapere?
La testa aveva smesso di pensare e di andare dietro a tutto questo, oggi non aveva voglia.
Avrebbe voluto solo che qualcuno le dicesse che l'amava, che la desiderava, che lei era importante come l'aria che si respira. Ma non c'era nessuno, nessuno avrebbe soddisfatto questo suo desiderio.
No, non è vero era una bugia quello che stava pensando. Forse una mezza verità.
Non c'era nessuno nel suo cuore, ma c'era invece qualcuno con cui si incontrava.
Ma lui non le avrebbe mai detto quello che la sua anima desiderava.
Si erano conosciuti per caso come spesso succede su Internet, ma avevano simpatizzato subito.
Lei aveva continuato perchè era un uomo piacevole, buon conversatore e la faceva sorridere quando diceva sempre che faceva parte di tanti club. Lui si definiva un tipo pragmatico: lei non aveva capito cosa volesse dire ed era andata a cercare questa parola sul vocabolario.

pragmatico= prammàtico (pl. m. -ci), agg. che riguarda l'attività pratica

E' vero era un uomo pratico: nel momento che si erano conosciuti aveva già deciso che dovevano stare insieme.
(continua....)

sabato 11 luglio 2009

TORTA DI RISO


INGREDIENTI
(per 6 persone)

- 100 gr riso
- 7 uova
- 300 gr zucchero
- mezzo litro di latte
- scorza di limone e di arancio
- un bicchierino di rum
- una bustina di vaniglina
- poco sale
- burro e semolino per la teglia

Lessate pr 10 minuti il riso in acqua leggermente salata, colatelo e mettetelo da parte.
In una zuppiera sbattete le uova con lo zucchero, aggiungete il rhum (potete anche fare un misto con brandy, sassolino, strega, ecc), la scorza grattata di un limone e di un'arancia, la vaniglina e un pizzico di sale.
Mescolate bene ed aggiungete il latte tiepido.
Imburrate ed infarinate una teglia di circa 25 cm e mettete sul fuoco il riso, quindi versateci sopra la crema che avete preparato.
Cuocete a calore medio per circa un'ora. La superficie dovrà apparire ben dorata. Si gusta fredda, a temperatura ambiente.

Deve risultare alta e divisa in due strati: quello inferiore di riso e quello superiore di latte e uova rapprese.

GEMATRIA

Parte della Cabala che insegna a scoprire rapporti fra le parole mediante il calcolo del loro valore numerico.
Poichè in ebraico, come in greco, i numeri sono espressi con lettere dell'alfabeto, ogni lettera viene ad assumere un valore numerico, e ogni parola può essere espressa con un numero risultante dalla somma o dalla varia combinazione dei valori numerici delle due lettere.
Le parole che danno lo stesso risultato possono sostituirsi l'una all'altra o possono indicare, col loro numero, un nuovo significato.
I numeri, interpretati misticamente, permettono al cabalista di dare particolare significato alle Scritture o di creare parole oscure che si ritenevano dotate di particolare potenza.
La parola deriva dal greco gramma=carattere, scrittura.

OGGI......

.....fino a quando durerà questa vita mea raminga che non pace, non requie trova?.....

PERCHE' NESSUNO FERMO' HITLER?

Sul piano interno, Adolf  Hitler poteva contare su un ampio consenso tra la classe media tedesca, tra i veterani della I° Guerra Mondiale e tra i contadini grazie al suo nazionalismo (la Germania era uscita pesantemente sconfitta e umiliata dal conflitto) e all'anticomunismo. Candidato alle presidenziali del 1932, raccolse il 35% dei consensi: di fronte all'ennesima crisi di governo e al rischio di una guerra civile (il Partito comunista tedesco aveva molto seguito) nel gennaio del 1933 il presidente Hindenburg gli conferì l'incarico di cancelliere(primo ministro). Con la rapida formazione di uno Stato di polizia, ogni opposizione fu liquidata. A quel punto solo un colpo di Stato (tentato più volte, ma sempre fallito) lo avrebbe potuto rovesciare.
IPOCRISIE
Sul piano internazionale, Hitler era dunque un capo di governo legittimo. E le sue teorie non suscitavano particolare scandalo (l'antisemitismo era molto diffuso in tutta Europa). Così, con l'Accordo di Monaco (settembre 1938) non solo l'Italia fascista, ma anche l'Inghilterra e la Francia accettarono le rivendicazioni tedesche sulla Cecoslovacchia. Poco dopo, l'Urss stipulò un patto di non aggressione con la Germania che permise a Hitler, nel settembre del '39, di invadere la Polonia e attuare i suoi piani di espansione a est e di sterminio degli ebrei. Piani che troppo tardi il mondo prese sul serio.

venerdì 10 luglio 2009

POLPETTE ALLA PRATESE


INGREDIENTI
(per 4 persone)

- 200 gr fettine di vitella
- 100 gr pancetta
- 2 grosse patate
- 2 cucchiai di uvetta
- 2 cucchiai di pinoli
- 2 cucchiai di gherigli di noce
- 4 uova
- prezzemolo
- farina
- 50 gr burro
- olio d'oliva
- sale e pepe
- sugo di carne

Lessate le patate, sbucciatele e schiacciatele. Rosolate le fettine di vitella in una padella con il burro, quindi tritatele finemente sul tagliere insieme alla pancetta.
In una terrina amalgamate le patate, la carne, 2 uova, il prezzemolo tritato, l'uvetta ammollata, i pinoli e le noci tritate.
Salate, pepate, rimestate bene e con le mani fate delle normali polpette non troppo grandi. Passatele nella farina, nelle uova e poi friggetele in olio caldo. Infine mettetele ad insaporirsi in un normale sugo di carne.

Personalmente le metto nella salsa di pomodoro, più leggera del ragù e qualche volta aggiungo olive selvatiche, quelle piccole piccole, e qualche cappero. Mia figlia le trova più saporite e le mangia volentieri.

sincerità....???








LA GRANDE OMBRA


22 luglio 2009

- 6 minuti e 39 secondi di oscuramento totale del nostro astro.
In tutto il XXI secolo nessuna eclissi di Sole sarà più lunga di questa, visibile nei cieli dell'India, della Cina e di buona parte del Pacifico.
Il fenomeno si crea quando la Luna passa esattamente davanti al Sole coprendolo e lasciando scorgere solo le eruzioni di gas incandescente che dalla sua superficie si proiettano nello spazio. Un particolare schermo a forma di cono, applicato alle ottiche di un telescopio (coronografo), permette però di osservare le protuberanze solari anche in assenza di eclissi.

IL MORTAIO


Antonio Di Pietro ha acquistato un'intera pagina dell'International Herald Tribune per lanciare un appello alla comunità internazionale: "In Italia la democrazia è in pericolo."

Siccome nella pagina compare una grande foto di Di Pietro, da ieri all'estero non hanno più dubbi: siamo proprio in pericolo.

Troppo Italiani






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