SOLO QUELLI CHE SONO COSI' FOLLI DA PENSARE DI CAMBIARE IL MONDO, LO CAMBIANO DAVVERO (A.Einstein)

PER TUTTI
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sabato 30 maggio 2009

LETTERA AD UN AMICO...

( di Lorena B.G.)
"Carissimo,
mentre stavo facendo ricerche per poter scrivere qualcosa sul culto della Dea Madre, c'è qualcosa che mi ha colpito e mi ha fatto riflettere su altre cose...
Medea con lo scudo che fa da specchio (superiamo la leggenda della pietrificazione, il simbolismo è diverso) ...Brigid... Dioniso... San Paolo "per speculum aenigmate" (I Cor.13,12)...
Parliamo fra me e te di specchi !!! Spero che quello che leggerai ti possa essere utile per capire.
Ho già affrontato questo argomento più di una volta interpretandolo a seconda del mio stato d'animo e della circostanza, ma a distanza di tempo mi accorgo che il tema centrale quello importante non lo avevo considerato. Forse sarà ancora una volta una mia impressione, un mio dedurre cose da altre cose che sono capitate.
Ma poi alla fine cos'è un'analisi? Solo ed esclusivamente un ritornare su quello studiato, percepito, vissuto nuovamente fra un'analisi e l'altra.
E ogni volta che succederà sarà diverso perchè il tempo è passato e noi siamo cambiati, abbiamo vissuto nel frattempo altre cose.
Parliamo di chi non può in un momento particolare della propria vita vivere come le persone comuni. Ecco che vede lo specchio come unica arma di difesa per proteggere se stesso......POSSO ESSERE PER VOI SOLO COME UNO SPECCHIO..... Ma vede anche lo specchio come un'entrata in un mondo senza ritorno? Perchè, perchè questo pessimismo?
In un mondo di immagini da noi stesso creato, inventiamo noi stessi come unità, come ciò che rimane costante nel cambiamento? E chi l'ha detto? La ricerca continua di dare risposte ai più grandi temi sull'origine dell'universo e dell'individuo, cos'è in fin dei conti se non la ricerca di dare un corpo e un'anima a noi stessi. Ma per conoscere gli altri bisogna prima conoscere noi stessi e in noi stessi c'è la parte che noi non vorremmo sapere, quella che noi nascondiamo con tutte le nostre forze: il nostro daimon (in altre culture è stato chiamato Baal). Per conosce gli altri e cosa possono o potrebbero fare bisogna studiare il daimon.
Per intuire il domani è necessario e fondamentale conoscere e quindi studiare cosa è stato ieri e quindi indovinare l'oggi e prevedere il domani. Per vedere, si deve guardare come nuovo ciò che è vecchio, conosciuto da sempre, visto e trascurato da tutti. Per capire è necessario cambiare gli occhi con cui si guardano le solite cose.
Sono consigli che forse vengono più dall'amore che non da qualsiasi altro sentimento.
Gli orrori, gli allarmismi che percorrono il mondo di oggi non possono mai intaccare la speranza che dalle ceneri possa rinascere qualcosa di più bello e meraviglioso. Pensiamo alla Fenice che risorgeva dalla proprie ceneri: il mitico uccello così piccolo e così forte, capace di portare pesi spaventosi, le cui lacrime avevano poteri di guarire ogni cosa,....pensiamo a questo come la nostra anima, il nostro cuore capaci di sopportare tutti i pesi che ci vengono dati e impariamo a conviverci, anche se c'è chi purtroppo ha dovuto farlo per forza.
Le nostre lacrime devono essere quelle che ci aiutano ad andare avanti non per "guarire", ma per cercare di migliorare quello che di più insopportabile c'è nella nostra vita.
Ed ecco che questo qualcuno si affaccia ad uno specchio per osservare non se stesso, ma gli altri che "vivono".
E' qui il nodo, la chiave per risolvere il mistero, non siamo noi che ci specchiamo, ma è lui!
Lo specchio diventa una finestra, dove potersi affacciare e avere la sensazione di essere ancora vicino a chi ama, partecipare ancora ai "giochi".
E noi che siamo di qua abbiamo capito tutto questo.
Ed è per questo che ci comportiamo come fosse sempre in mezzo a noi, SEMPRE. Non si è mai allontanato, mai ci ha lasciato e mai noi lo abbiamo lasciato.
E' vero c'è stato un attimo di smarrimento, la confusione di qualcosa che non aspettavamo. Ma noi siamo la sua parte forte.
Quella che non vacillerà mai, che sarà sempre qui qualsiasi cosa ci sia in mezzo.
E' vero non siamo capaci di tenere il passo, ma è l'amore che supera tutti gli ostacoli che gli permetterà di trovarci dove ci ha lasciato. Come chi deve emigrare e da lontano sogna di ritornare alla propria casa, o chi va in guerra e l'unico legame che sa che lo terrà in vita è la propria famiglia, il proprio paese e i propri affetti.
Lo specchio è e sarà sempre una finestra dove affacciarsi per vedere che le cose non sono cambiate, che gli amori che ha nel cuore non sono diversi, sono solo diventati più forti.
La mente ha vacillato, il cuore ha tremato, ma siamo noi il suo specchio.
E non uno specchio illusorio o deformante come nei luna park, ma qualcosa di tangibile di reale che riflette sempre e solo quello che conosciamo.
Uno specchio che materializza le figure, qualsiasi siano i suoi desideri.
Ed è qui l'altro grande nodo da sciogliere! Noi non dobbiamo tenere il passo, la risoluzione dei problemi non spetta a noi.
Noi siamo soltanto la parte dell'inconscio che fa sperare che c'è ancora la vita, c'è sempre qualcosa di bello cui aspirare e combattere, perchè l'amore e l'amicizia vivano ancora.
Noi siamo la parte forte che non può cambiare.Quella che da la sicurezza che la vita continua, che se cambiamenti ci saranno non saranno distruzione e morte, ma sempre e solo la ricerca della costruzione di qualcosa che può dar origine alla vita in tutta la sua bellezza, noi non possiamo tenere il passo: noi siamo i sentimenti che devono rimanere fermi immobili immutabili nella loro grandezza. Sentimenti che non possono cambiare o mutare ma solo rinsaldarsi per far sì che la vita continui, gli orrori finiscano, le guerre non esistano più.
Lo specchio deve essere la finestra dove intravede se stesso come un eroe, un iniziato cui è concesso di poter toccare tangibilmente quello che è negato ai più. Perchè se noi ci affacciamo a questa finestra vediamo solo il suo interno.
Un interno pieno di tende che nascondono, come una casa dove i mobili sono coperti da lenzuoli. Alcuni bianchi, altri grigi e infine anche neri. Messi lì a chiudere per sempre "mobili" brutti orrendi che non vuole vedere mai più. E allora l'affacciarsi a questo specchio-finestra non è una nostra realtà, ma la sua: deve servirgli invece a dare respiro al cuore alla mente sopra ogni altra cosa.
Ogni volta che succederà deve trovare un mondo che gli appartiene, un mondo che lo aspetta sempre a braccia aperte e ogni cosa che appartiene a questo mondo appartiene anche a lui.

Ciao caro amico, un bacione grande dato con tutto il nostro amore."

AUGURI


Fra i tanti auguri che mi sono arrivati ho trovato anche questa poesia del nostro amico Lino, dall'animo poetico.

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LORENA

Siedi là , davanti

ad uno spicchio di luna rossa

da quella torre del 400

ammiri la vite rossa

guardando lontano,lontano.

Sogni giorni di sospiri

sorridi alla voce di una

piccola stella (Giada).

Cosa rara e bella

in questo infinito mondo

cosi immenso.

LINO

AUGURI


BUON COMPLEANNO

LORENA


IPSE DIXIT ?


venerdì 29 maggio 2009

COS'E' UN PIANETA CTONIO ?



(Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.)

Un pianeta ctonio è un gigante gassoso privo della caratteristica atmosfera a base di idrogeno ed elio, a causa dell'estrema vicinanza ad una stella. Il nucleo roccioso o metallico rimanente è per certi versi simile ad un pianeta terrestre.
HD 209458 b è un esempio di gigante gassoso la cui atmosfera è in fase di dissoluzione, sebbene non possa ancora essere propriamente definito un pianeta ctonio né lo diventerà nel futuro prossimo. Alcuni scienziati hanno suggerito che Mercurio, la cui densità interna è particolarmente elevata e il cui nucleo è ricco di elementi metallici, potrebbe essere un pianeta ctonio. Non si conoscono altri pianeti di questo tipo.
Il termine "ctonio" deriva dall'espressione greca chthonia, che significa "della Terra". La mitologia greca contempla almeno tre personaggi con questo nome, tutti correlati in qualche modo con la divinità Demetra.

MAMMA SEXY

(di Lorena B.G.)

Come al solito forse mi capiranno di più i genitori che hanno figlioli "in crescita", gli altri spero di farli sorridere.
Io ho una bambina di 9 anni. Molto bella: un sorriso accattivante, simpatica, gran chiacchierona peggio di me.
Da quest'inverno ho visto che in lei si sta preparando un cambiamento.
I suoi gesti, i suoi modi di fare, quando mi abbraccia all'improvviso e poi quando mi dice che non vuole essere baciata davanti ai suoi compagni per girarsi subito e cercare un bacio che la rassicuri, tutto questo e altro ancora denotano ancora il suo stato infantile.
Ma fisicamente si sta preparando a "crescere"!
Mi ricordo che l'estate del suo secondo compleanno salì sul mio letto e davanti allo specchio grande dell'armadio si misurò tutti i vestitini, magliette e pantaloncini dell'estate prima per vedere se c'era qualcosa che ancora le stava bene.
Fece una sfilata di moda in piena regola: molto seria si vestiva, si ammirava allo specchio muovendosi a destra e sinistra, poi si spogliava per mettersi nuovamente un'altra cosa.
Andò avanti fino a quando il mucchio non fu esaurito.
Naturalmente poco dopo siamo uscite per comprare tutto un guardaroba in piena regola !!!!
(Tutti i vestitini che non andavano bene li abbiamo portati dopo qualche giorno ad un'associazione che aiuta le mamme in difficoltà sia quelle italiane che quelle straniere.)
Ogni anno, a cadenza si è sempre ripresentato il solito problema, sia d'estate che d'inverno, ed ogni volta grandi acquisti per avere cose da poter indossare.
Da due anni qualcosa sta cambiando. I negozi da bambini stanno proponendo cose veramente infantili per lei o forse perchè quando andiamo in giro troviamo sempre più spesso negozi per giovanissime con dei bellissimi vestitini o magliette.
E quindi da quest'anno ho cominciato a comprarle qualcosa di un po' meno "da piccolini".
Le magliettine si prendono ancora con il pupazzetto davanti, ma....stamattina la novità!
Comincio a vestirmi ed ecco che Giada entra in camera piangendo
...io questa maglietta non la voglio, mi fa schifo!...(termine preferito dai giovani).
...scusa, ma è nuova guarda quanto è carina, un bel colore verde...
...non non la voglio, fa schifo!...
Allora apro i miei cassetti e la invito... ascolta è tardi, vedi tu se trovi qualcosa in mezzo alla mia roba, se non ti piace la tua...
Dopo poco tira fuori un top con un incrociatino... ecco mi metto questo...
...quello??? ma stai scherzando vero? Non mi sembra adatto a nove anni...... Lo sapevo, sempre la stessa storia, tu hai le cose più belle delle mie(aridagli!) ed io vesto sempre brutta... Tu sei sempre più sexy di me!...
Sono rimasta senza parole.
Sexy? Io? Questa è buffa! gli uomini me lo dicono, ma non mia figlia!
E poi a nove anni come si fa a giudicare un'altra donna sexy? E poi la mamma?
In quel momento avrei voluto avere i suoi occhi per guardarmi e vedermi come mi vede lei.
Naturalmente la cosa non è andata avanti, siamo riuscite a trovare qualcosa che le andasse bene e che la rendesse felice... ma in mezzo ai suoi vestiti però non ai miei.
Quando sono uscita un'occhiata allo specchio però l'ho buttata... bionda, pantaloni blu, maglietta blu, scarpe basse, occhiali neri... ma! cosa avrò di sexy devo ancora riuscire a capirlo.
Se come si dice ...il buongiorno si vede dal mattino, tutti i giorni per vestirsi sarà così?
Ciao buona giornata

PERCHE' NEI DIPINTI RELIGIOSI CI SONO MOLTI NUDI?


Il nudo in opere sacre è perlopiù legato a necessità iconografiche ed è giustificato dalla narrazione di un episodio biblico, per esempio in scene come il battesimo di Cristo o la cacciata dall'Eden di Adamo ed Eva.
San Sebastiano, martire ucciso a colpi di freccia, deve essere spogliato perchè si vedano le ferite.
Il nudo è inoltre spesso associato a Satana e al vizio: i dannati sono senza veli sia nella Cappella degli Scrovegni a Padova( Giotto, 1303-1305) sia nel Duomo di Orvieto (Luca Signorelli, 1499-1503).

CENSURA
Nel Rinascimento, tra il XV e XVI secolo, le figure in costume adamitico in chiese e cappelle aumentano. Il culmine viene raggiunto con lo "scandaloso" affresco del Giudizio Universale nella Cappelle Sistina (1536-41), dove Michelangelo dipinge con grande accuratezza corpi e genitali di santi, beati e dannati. L'opera è da subito al centro di polemiche. Pochi anni dopo verrà censurata da Daniele da Volterra -soprannominato il "Braghettone"- che ricopre le sconvenienti nudità con panneggi e perizomi, presenti ancora oggi. L'intervento è in linea con quanto prescritto dal Concilio di Trento (1545-63) che segna nuovi canoni per le opere religiose improntati al decoro e alla massima semplicità. E, in pratica, sancisce il divieto del nudo nelle opere sacre successive.

giovedì 28 maggio 2009

LA VERA STORIA DI VERONICA E SILVIO

9 PAROLE CHE USANO LE DONNE


SE NON RICORDO MALE IO NE USO ALTRE DIECI, COME MINIMO, TUTTE SUPER COLLAUDATE NELLE VARIE SITUAZIONI E FUNZIONANO TUTTE.

1) BENE: questa è la parola che usano le donne per terminare una discussione quando hanno ragione e tu devi stare zitto.

2) 5 MINUTI: se la donna si sta vestendo significa mezz'ora. 5 minuti è solo 5 minuti se ti ha dato appena 5 minuti per guardare la partita prima di aiutare a pulire in casa.

3) NIENTE: La calma prima della tempesta. Vuol dire qualcosa... e dovreste stare all'erta. Discussioni che cominciano con niente normalmente finiscono in BENE.

4) FAI PURE: è una sfida, non un permesso. Non lo fare.

5) SOSPIRONE: è come una parola, ma un'affermazione non verbale per cui spesso fraintesa dagli uomini. Un sospirone significa che lei pensa che sei un'idiota e si chiede perchè sta perdendo il suo tempo lì davanti a te a discutere di niente (torna al punto 3 per il significato della parole niente).

6) OK: Questa è una delle parole più pericolose che una donna può dire a un uomo. Significa che ha bisogno di pensare a lungo prima di decidere come e quando fartela pagare.

7) GRAZIE: Una donna ti ringrazia; non fare domande o non svenire; vuole solo ringraziarti (vorrei qui aggiungere una piccola clausola - è vero a meno che non dica "grazie mille" che è PURO sarcasmo e non ti sta ringraziando. NON RISPONDERE non c'è di che perchè porterebbe a un: "quello che vuoi."

8) QUELLO CHE VUOI: è il modo della donna per dire vai a fare in ***o.

9) NON TI PREOCCUPARE FACCIO IO: un'altra affermazione pericolosa; significa che una donna ha chiesto a un uomo di fare qualcosa svariate volte ma adesso lo sta facendo lei. Questo porterà l'uomo a chiedere:'Cosa c'è che non va?' Per la riposta della donna fai riferimento al punto 3.

IO PREFERISCO PAPI !!!!!!

(di Lorena B.G.)
Premetto che l'altro giorno ho chiesto a due miei amici se volevano fare i tutori di mia figlia, se mi fosse successo qualcosa.
La risposta è stata naturalmente "sì" aggiungendo anche... poverina, in mezzo alla matematica...
Stamattina leggo che qualcuno ha nuovamente fatto delle critiche su qualcun altro, ma l'asino è caduto di nuovo lì.
Insomma facciamola finita di andare sempre addosso alle solite persone. Un po' di pace o almeno un po' di fantasia.
Ma perchè a cadenza ritmica, si deve sempre prendere di mira qualcuno? Mi sembra che siano diventati come i bambini a scuola quando decidono di deridere un loro compagno e gli rendono la vita impossibile.
A scuola, o almeno fino a 17-18 anni, parliamo di bullismo. Ma dai quaranta in su di che cosa si deve parlare?.... di politica?
Si è messo in dubbio il metodo educativo di una persona.
Di buona lena i figli sono insorti! Ma scusate hanno fatto bene, ma come si può attaccare un genitore e pretendere che la prole stia zitta?
Ma lo sapete quanti figli in Italia e nel mondo vorrebbero essere al loro posto?
Case enormi, camere tutte per loro da non dividere con gli altri fratelli, autisti personali che li accompagnano a scuola, baby-sitter,cuochi, camerieri, vacanze in Sardegna in una delle tante ville sparse per la costa, una fra le più belle del mondo, parliamo solo di Sardegna ma chissà in quanti altri posti vanno per le vacanze !!!!
E poi le scuole, fra le migliori, insegnati sempre pronti a spiegare, tutori a casa che facilitano i compiti, pulizia e polizia che controllano, niente contatto con delinquenti, extracomunitari.
Soldi a disposizione, vestiti comprati nei migliori negozi, vogliamo mettere anche i pidocchi nelle scuole?, ma dove sono loro hanno abolito la parola pediculosi dal vocabolario per non sporcare l'aria ed evitare che saltino fuori dalle pagine e vadano sulla testa dei bambini.
Diete fatte su misura con chef di primo ordine e non cibo che proviene dalle mense scolastiche dove ogni giorno si parla di preparare qualche migliaio di pasti.
La bicicletta, il motorino, l'auto? Tutto immediatamente e delle marche migliori e più belle, non devono certo aspettare che si possa comprare a rate,..... magari non questo mese, il prossimo che adesso ho da pagare tutte le bollette. Il prossimo non ci sono e possiamo pagare la prima rata....,se non c'è naturalmente quella del mutuo!
Giocattoli? Naturalmente i più belli, i più costosi e istruttivi, bambole da collezione e non sicuramente un pezzo di legno con uno straccio intorno come quando erano piccoli i nostri nonni e genitori, oppure il manico della scopa che dava origine al più bel cavallo del mondo veloce, docile, meraviglioso degno del cow-boy più ardimentoso, e un pezzetto di legno che fungeva da pistola per i combattimenti con gli indiani!
Ma parliamo ancora di questi giochi o sono stati sostituiti da robot che camminano e parlano e servono a tavola o da computer ultimo modello che non si spengono mai e funzionano benissimo, magari il colore è intonato con le tende della cameretta?
Segretari personali che sbrigano le azioni più comuni e "volgari", tipo preparare un caffè ! Oppure ricaricare la sveglia per la mattina? O c'è invece un dolce suono soave armonioso, una voce gentile ed educata che dice che è tardi, al posto della voce sgraziata di una mamma che urla ...è tardiiiiiiiii, devi andare a scuola, muovitiiiiiiiiii...lavati i dentiiiiiiiii....e quindi le orecchie del bambino si feriscono ?
Non so se esiste una lista di possibili figli-candidati, ma ripensandoci bene metto i miei amici al secondo posto come tutori e preferisco aggiungere mia figlia a questo elenco !!! Anche se prima di me c'è già stata un'altra mamma che ha pensato bene di far occupare una delle prime posizioni alla sua bambina diciottenne.
Che dite c'è qualche possibilità di entrare nelle simpatie di PAPI?

mercoledì 27 maggio 2009

DIO ? E' UN TEOREMA MATEMATICO


"Sembra che l'universo sia stato progettato da un matematico puro" disse il fisico James Jean (1877-1946). Il successo della matematica nel descrivere l'universo ha affascinato gli scienziati di tutti i tempi.

NUMERI
Il primo fu Pitagora (VI sec.a.C.): "Per lui Dio non era un matematico, ma la matematica era Dio" spiega Mario Livio nel libro Dio è un matematico (Rizzoli). Per i pitagorici i numeri erano entità viventi: l'1, ad esempio, era il principio generatore di tutti gli altri numeri e la creazione.

MA CHI E'?
Dal Medioevo, teologi e filosofi hanno cercato di dimostrare l'esistenza di Dio. Il tentativo più recente è di Kurt Godel (La prova matematica dell'esistenza di Dio, Bollati Boringhieri). Dimostrò che Dio esiste con la logica, e lasciando aperto un dubbio: il Dio di cui si dimostrerebbe l'esistenza è un ente astratto o coincide con quello venerato?

SMONTATE
Ma John Allen Paulos in La prova matematica dell'inesistenza di Dio(Rizzoli) contesta tutti gli argomenti, dal "disegno intelligente" ai miracoli.

IL MORTAIO

Secondo una paleontologa dell'Università della Florida, il genio di Einstein si spiegherebbe con alcuni solchi anomali nel cervello.
Secondo noi, di solchi anomali, in giro non ce ne sono più.

LA TELEFONATA


(di Lorena B.G.)
SECONDA E ULTIMA PARTE

(continua...)

Riscaravento il telefono contro la parte, solo che questa volta prendo un quadro: rompo il vetro.
Le schegge volano dappertutto. La stanza ne è piena, il pavimento. Meno male mi sono messa le scarpe prima, in genere cammino scalza.
Ora si che sono arrabbiata vorrei veramente prendere tutto, tutto quello che ho vicino e buttare buttare buttare tutto per terra, contro il muro, contro tutto quello che si può rompere e poi chiudere la porta e andare via.
Il cuore batte galoppa, ecco che mi sta cominciando un attacco di tachicardia. Il cuore mi scoppia, mi sento svuotare la testa, sto quasi per cadere: i battiti sono accelerati. Devo sdraiarmi subito: non posso stare in piedi. Raggiungo a mala pena il letto, mi sdraio ed ecco che non so come mettermi, se sto a sinistra il cuore comincia a farmi male e sto peggio.
Se mi giro a destra, e con grande fatica, la situazione non migliora.
Qualche settimana fa il cardiologo mi aveva raccomandato: CALMA, TRANQUILLITA', UNA VITA SERENA E NIENTE ARRABBIATURE.
Si fa presto a dirlo. Lui vive questa situazione? Centinaia di chilometri che mi separano dall'uomo che amo, un uomo che negli ultimi tempi non so più se c'è o no. Non so cosa fa e con chi è, ma soprattutto perchè continua a tenere in piedi un rapporto che mi sta distruggendo.
Ho provato a dire basta, ma la sua reazione è stata quella di un bambino capriccioso. Ed io allora ho continuato. Ma più vado avanti e più mi chiedo come posso sopravvivere al dolore, alla confusione, al senso di colpa, alla rabbia...
Solo che fra i due, lui se la gode ed io stupida che aspetto una telefonata.
Passano alcune ore, mi sono appisolata i battiti hanno rallentato, ma sento ancora che non sto bene.
Devo però alzarmi: chi toglie i vetri?
Piano piano con pazienza stando attenta ad ogni piccolo frammento, riesco a pulire tutto. Il telefono dov'è il telefono? Per un attimo l'avevo dimenticato e subito mi sento in colpa, come se avessi commesso chissà quale crimine.
Ecco che quel pensiero, quel gesto improvviso di cercare per la stanza, mi fa ricominciare la tachicardia.
Nuovamente a letto. Ma questa volta di fronte alla stanchezza alla rabbia, ma soprattutto all'impotenza di questa realtà che non riesco cambiare, mi addormento con in mano il telefono. Non so quante ore sono passate, ma mi ritrovo dal pomeriggio tardi alla mattina successiva. Ho dormito con la mano stretta a pugno come se dovessi picchiare qualcuno, il braccio mi fa male, la mano stenta ad aprire le dita. Mi assale la paura che forse ho avuto un ictus!!! Che bello mi alzo mi guardo allo specchio: i muscoli del viso sono a posto, niente di storto. Solo il mio cervello! Un cervello che non ammette una realtà stupida, ma crudele....Mi si è storto il cervello, mi si è storto il cervello!.... diceva un uomo in un cartone animato.
Questa telefonata che non arriva cos'è per me oltre a rabbia?
Frustrazione, impotenza, odio, risentimento,.... fino allo sfinimento.
Più vado avanti e più mi chiedo come posso sopravvivere al dolore, alla confusione, al senso di colpa,...
Devo imparare a conviverci, a riderci sopra, devo provare a cambiare vita.
Il pensiero che possa distrarmi non pensare più alla telefonata che deve arrivare mi fa star male.Il dubbio mi assale ... ma se prova a chiamare a casa ed io non ci sono, farà il numero del cellulare e se non lo fa e se non ci pensa? Ecco che allora si che non esco, per non perdere l'occasione di sentirlo. Non posso non farmi trovare.
Mentre sto pensando a questo, lo stomaco comincia a farmi male, l'ansia mi assale, il dolore nel petto per qualcosa che non succede, la testa ...la testa....sposto un cuscino sul divano ed ecco che mi taglio. Ma come sono sicura di avere tolto tutti i pezzi di vetro, tutte le schegge!!!
Guardo il sangue rosso scuro che comincia ad uscire, lo guardo come ipnotizzata. La goccia comincia ad ingrossarsi, forma un piccolo rivolo lungo il dito. Lo osservo come una cosa preziosa, niente può disturbare questo momento magico di estasi. E mi rendo conto che tutto quello che ho vissuto e sofferto in questi ultimi mesi è stato come un terremoto, e come succede dopo che tutto è cessato, per vedere chiaramente tutte le cose bisogna aspettare che la polvere si depositi. Ci vuole solo tempo.
E quel taglio, quel sangue che sta uscendo ha fatto tornare l'aria pulita limpida: ora vedo chiaramente. Quelle gocce di sangue, che io guardo e che non faccio adesso nulla per fermare, mi stanno pulendo l'anima, la testa da tutta l'ossessione degli ultimi tempi. Stanno uscendo fuori: mi sta abbandonando la rabbia, la frustrazione, il dolore, ma soprattutto quello che credevo amore. Non c'è più nulla dentro di me: solo una gran pace, sto bene. Non avrei mai pensato di stare così.
Il telefono comincia a squillare sempre più insistentemente, le stanze rimbombano di quel suono, l'aria ne è piena. Dopo un po' ecco che anche il cellulare si fa sentire, io che avevo sempre avuto paura che non provasse invece mi sta chiamando, mi sta cercando e continua ancora ancora e ancora. Vado verso il bagno a cercare del cotone e del disinfettante per la ferita. Penso .....continua pure a stare nella tua miserabile vita, con la tua miserabile famiglia, con tua moglie brutta come la fame....
In bagno mi sembra di sentire lontanissimo il suono insistente del telefono, chissà dove l'avrò lasciato? Alzo le spalle, mentre metto il dito sotto l'acqua per pulirlo dal sangue che scorre via e forma una scia rosa sullo smalto bianco del lavabo, verso lo scarico.
Stasera uscirò. Senza telefono.

martedì 26 maggio 2009

PAPA', PAPI O BABBO ?

(di Lorena B.G.)

Stamattina mia figlia mi ha detto, mentre l'accompagnavo a scuola...mamma, posso chiamare PAPA' , BABBO? sai gli altri bambini mi prendono in giro. Non mi piace, ma posso?... Le ho risposto che poteva e doveva fare quello che si sentiva e che non l'avrei rimproverata. (In Toscana è più facile sentire babbo che non papà.)
Diciamo che la stupidità umana comincia da piccoli soprattutto quando sono i genitori ad insegnarla ai propri figli, vero?
Contemporaneamente mi è venuto in mente che in questi giorni anche altre persone vengono prese in giro perchè una "ragazzina" ha chiamato PAPI qualcuno.
Tutta la Nazione è insorta: la stampa, i politici, soprattutto gli avversari politici hanno gridato allo scandalo. Hanno addirittura minato la tranquillità di una famiglia fino ad arrivare a provocare forse una separazione coniugale da quanto hanno gridato forte...PAPI, PAPI...
Ma io mi chiedo, come madre naturalmente, se sto tutto il giorno a dire a mia figlia che cosa è sbagliato e cosa è giusto, e per cominciare a renderla indipendente usciamo a fare acquisti insieme, perchè si deve gridare allo scandalo se una madre accompagna la figlia ai pranzi o alle feste per insegnarle come deve comportarsi, e non ditemi che il padre non lo sapeva!!! Mio marito quando entra in casa la prima cosa che chiede ...dov'è Giada, oppure dov'è la mamma...
Ma mio marito forse è diverso! Invece c'è chi non si preoccupa, perchè si fida delle amicizie che ha. C'è chi non arriverebbe mai a pensare che l'amico ha mire diverse da una semplice amicizia o da un voler aiutare la figlia del conoscente che è a Roma a fare uno stage.
Premetto che mia figlia ha 9 anni, e che nessuno le regala niente se prima non passa da me, ma come si può pensare male se una ragazzina di 18 anni torna a casa con un diamantino da 6.000 euro !!!!! Io come madre sarei orgogliosa che qualcuno apprezzasse le qualità di mia figlia e quindi la ricompensasse adeguatamente.
Però in un articolo (Corriere della sera.it del 11 maggio 2009 scritto dal giornalista Fulvio Bufi) ho letto che "....la ragazzina chiama tutti papi....".
Io non so perchè, ma se mia figlia lo facesse, mi preoccuperei prima di tutto di farle capire che l'unico "papi" è il padre, quello cioè sposato con la mamma e che le ha dato il cognome, e poi mi preoccuperei soprattutto di non dar modo alla Nazione e a chi mi conosce di mettere in dubbio la mia moralità come donna, come madre e come moglie !!!!!

LA TELEFONATA

(di Lorena B.G.)
PRIMA PARTE

Ho scaraventato il telefono contro la parete. Si è rotto o meglio si è diviso in più parti. Vedo una pila in mezzo alla stanza, ma l'altra? Lo sportellino che le racchiude, il copri-tasti staccato, meno male non si è spezzato ancora.
Lo guardo lì immobile piena di rabbia: vorrei camminarci sopra, battere i piedi ridurlo ancora in mille pezzi. Fino a quando ridotto in briciole non fosse più possibile ricomporlo.
Mi sembra di avere il fiatone come dopo una corsa, il cervello perso dietro mille pensieri pieni d'odio. Abbasso gli occhi e vedo il mio petto che si muove il cuore mi sembra esca dal petto.

( Bocc. nov. 77. 57.).... Rossa divenuta, come rabbia, e tutta di sangue chiazzata.......

Calma! Non posso ridurmi così.Così perchè ? Per chi?
Per un uomo che chissà dov'è, che l'unico pensiero è sempre e solo per se stesso, un uomo che ogni volta mi tratta come se non esistessi. Eppure pretende che io ci sia, sempre in ogni momento, ma solo quando lui vuole. Soltanto!!!
Raccolgo i pezzi, meno male che è semplice rimetterli. Un po' più fatica la faccio per trovare l'altra pila che non vedo. Sto per aprire il cassetto e prenderne una nuova, quando eccola là nascosta tra la zampetta della sedia e la zampona del tavolo, come se volesse giocare a nascondino. Sono convinta che se avessi provato mille volte non sarei riuscita a mandarla lì.
La rabbia continua, me ne accorgo mentre risistemo il telefono: le mani sbagliano incastri, mi cade nuovamente per terra un pezzo. Mi chino sbuffo sto per rilanciare il telefono per terra contro la parete fuori della finestra, da qualsiasi parte pur di rompere qualcosa. Continuo ad essere arrabbiata, ma perchè? Perchè solo a me? Quante donne felici ci sono adesso nel mondo in compagnia del proprio uomo, donne che se lo stanno accarezzando, baciando, gli parlano, che sono perse dietro i suoi occhi. Che guardano la vita, il mondo che le circonda attraverso un velo magico, un alone luminoso, che si riempiono del suo amore?
A me è concesso pochi attimi solo pochi attimi...UNA TELEFONATA.
E quanto è breve questa telefonata. Una volta ho guardato l'orologio per capire quanto poteva durare e sapete che bello! Mi ha concesso tre minuti: il tempo prima di pagare il secondo scatto. Ma allora non avevo solo io l'orologio davanti, ce l'ha anche lui.
La cosa più ridicola e che alla fine mi dice..... ci sentiamo presto, aspettami mi raccomando posso telefonare anche più tardi....
Ma questo più tardi quand'è? Aspetto tutto il giorno, tutta la sera non vado a letto perchè potrebbe telefonare, ha detto: più tardi...ma il tempo passa e più tardi diventano giorni. Intanto però io non sono uscita, non sono andata a fare la spesa, non scendo nemmeno a prendere la posta nella cassetta.
Non so come fare a staccarmi da quel telefono. Prima ne avevo uno fisso, poi sono andata a comprare il cordless per potermelo portare dietro in casa.Lo guardo spesso, in continuazione, vado a controllare che funzioni che ci sia la linea. La linea c'è e funziona benissimo.Eccooooooooo...sta squillando, eccolo è lui!!!
...Mamma???? Sì sto bene scusa non posso stare devo uscire, mi aspettano....
Mi aspettano? O sono io che aspetto?
Qui come una cretina? Ma perchè ? Perchè? Cosa è successo?
I primi giorni telefonate, sms: il telefono era incandescente.Le telefonate duravano ore. Non mi staccavo mai. Avevo sempre il cellulare attaccato all'orecchio.
Passavamo ore "insieme". Ci vedevamo solo una volta al mese, ma dalla mattina alla sera era una telefonata unica.
Anche quando prendevo il treno accendevo subito e subito vicini. Facevo la barba con lui, mi vedevo allo specchio: visi vicini: guancia contro guancia, mi sporcavo con la schiuma, ci vestivamo insieme, fuori casa accendevo l'auto, colazione al bar e poi di corsa alla Stazione a prendermi al treno. Sempre insieme al telefono fino al momento del bacio, quello vero labbra contro labbra, sentire il sapore delle sua bocca, della sua saliva aver desiderato insieme tutto questo, mentre eravamo al cellulare a parlare.
E adesso? Nemmeno il tempo di rispondere a....come stai?....che già mi saluta e chiude.
Riscaravento il telefono contro la parte, solo che questa volta prendo un quadro: rompo il vetro.

(continua....)

lunedì 25 maggio 2009

UN GROSSO RINGRAZIAMENTO A.......


....CHI SI PRODIGA SEMPRE TUTTI I GIORNI PERCHE' QUESTO BLOG FUNZIONI NEL MIGLIORE DEI MODI.

PER ACCONTENTARMI SPESSO IN MOLTE COSE CHE CHIEDO.

UN GROSSO GRAZIE A INDI ED EPICURO, AMBEDUE VITA E SOSTEGNO E AUTORI E REGISTI DI QUESTO BLOG.

Ancora grazie

(Avete visto che bella l'intestazione con il nostro nome?)

venerdì 22 maggio 2009

Applausi




Perché ho delle difficoltà a parlare dei temi politici di questo periodo?
Era questa la domanda e lo stato d'animo che ho avuto in questi mesi.
Non ho una risposta sicura, o almeno non la trovo dentro di me.
Sono stato accusato di non essere obbiettivo e essere di parte, ma chi non lo è?
Tanti gridano allo scandalo, dicono che siamo governati da lacchè, nani e ballerine, da mafiosi e piduisti.
Facile attaccare su questi temi, ma il risultato?
La gente continuerà a votare gli stessi, i motivi? Tanti e nessuno, ognuno di noi si fa un'idea e pensa di essere nel giusto o nella convenienza.
Ma il bene sociale? Il bene della Nazione, il bene della Democrazia?
Si della Democrazia, o ci dobbiamo rinunciare?
Non ho risposte ma domande.
Tante domande:
É giusto che il lavoro di un operaio sia una cosa spregevole?
E si perché questo è il sentimento di tutti, è più rispettato un calciatore, una velina, un tronista un politico voltagabbana che un operaio, una mamma, una casalinga, un insegnate supplente.
Si sta insinuando l'idea che i giudici sono tutti al soldo della politica a quando che è meglio la dittatura alla Democrazia?
Si mette in discussione la laicità dello stato a favore di una falsa morale.
Si mette in discussione il rispetto dell'uomo e si inneggia alla razza e nazionalità.
Perché scrivo questo?
Bho! Forse perché in qualche modo voglio che si pensi prima di parlare, che si ritorni alla centralità dell'uomo e non solo dei cervelli collegati al digitale terrestre o al satellitare, io non voglio essere complice di questa farsa e di questi falsi idoli questa è l'unica cosa che so.
E ora mandatemi a far ... e continuate a battere le mani..

Corri Leo .. Corri!!





Una coppia di gestori di una stazione di servizio della Bp di Rotorua, in Nuova Zelanda, aveva chiesto alla banca Westpac un mutuo per 10 mila dollari neozelandesi (circa 4.600 euro). Per errore la banca ha loro accreditato a Leo Gao e alla sua fidanzata australiana Cara Young una somma mille volte superiore, cioè 10 milioni di dollari (4,6 milioni di euro). Al posto di andare a parlare con il direttore della filiale per far notare i tre zeri in più, l'8 maggio la coppia ha preso 6 milioni dal conto ed è sparita. Ora la polizia è sulle loro tracce, anche se teme che i due abbiano lasciato la Nuova Zelanda, diretti forse in Cina o in Corea del sud e infatti ha avvertito anche l'Interpol.

INDAGINI - Le indagini però potrebbero richiedere parecchio tempo, ha ammesso il sergente della polizia neozelandese David Harvey. La Westpac (che è già riuscita a recuperare 4 milioni di dollari) ha dichiarato di aver avviato una «vigorosa azione penale e civile per il recupero della somma», e non ha rilasciato dichiarazioni sulle cause del disguido, ma ha ricordato che il denaro trasferito per errore in un conto non entra in alcun modo nella proprietà del titolare del conto stesso.

giovedì 21 maggio 2009

OROSCOPO DEL TORO : MAGGIO


Oroscopo Toro:

Caratteristiche del segno zodiacale del Toro

20 aprile - 20 maggio

Segno di Terra

Pianeta governante: Venere

Colore: Verde smeraldo

Pietra: Smeraldo

Giorno fortunato: Venerdi

Numero fortunato: 9

Vip: Fiorello, Micelle Pfeiffer, Giovanni Paolo II, Sigmund Freud….
Partner ideale: Vergine e Capricorno.

Segno di terra, il Toro è sicuramente più testardo dello zodiaco, tenace ed intraprendente, riesce ad ottenere sempre quello che vuole. I nati sotto il segno del toro detestano i cambiamenti e possiedono il dono di saper maneggiare il denaro. I nati sotto il segno del toro sono persone molto leali, hanno innato il senso dell’amicizia ed odiano i pettegolezzi e gli intrighi. Non sopportano il tradimento, sono possessivi, pigri e presuntuosi.

AMORE Il toro in amore ha una personalità calma, possessiva, premurosa, è in grado di riempire il partner di attenzioni, coccole e sorprese. Non sono persone volubili, per cui i propri sentimenti riescono a durare nel tempo e a superare gli ostacoli e le difficoltà.

SALUTE Il punto debole del toro, per ciò che riguarda la salute è la gola. I nati sotto questo segno infatti ne soffrono costantemente. Inoltre, siccome amano mangiare spesso devono stare attenti alla forma fisica e a non ingrassare.

LAVORO Per ciò che riguarda l'aspetto lavorativo, i nati sotto questo segno zodiacale, cercano la stabilità economica ed il successo materiale. Si impegnano, dunque, nella ricerca di lavori stabili e metodici.

LE CIME DI LAVAREDO


(di Lorena B.G.)
TERZA E ULTIMA PARTE
...................
Poi finalmente un giorno mi spiegò perchè doveva lasciarmi così all'improvviso.
Erano cominciati dei grossi cambiamenti a livello di alcune multinazionali e lui era il responsabile di una di queste. Quando lo chiamavano c'era problemi difficili da risolvere e quindi era importante la sua presenza.
Dovevo accontentarmi di questa spiegazione, ma andava bene così, mi fidavo di lui e non dissi niente solo annuii.
Però ogni volta che partiva, partivo anch'io. Ormai avevamo capito che non c'era più la possibilità che ogni volta ritornasse. E anche le sue scalate si diradarono. Come poteva essere tranquillo con l'incubo di una chiamata.
Guido ogni tanto mi telefonava per chiedermi notizie, ma potevo solo rispondere che andava tutto bene, anche se ero all'oscuro di tutto.
La vita andava avanti, il lavoro, i miei studi, le mie amicizie. Solo il gusto della vita era diverso: non più spensierato come prima.
Il nostro rapporto continuava così da lontano, ogni giorno che passava mi sembrava più consolidato, c'era fra noi una fiducia cieca.
Per un qualche strano scherzo del destino c'eravamo uniti e anche da lontano era come se fossimo sempre insieme.
Mai avevo sentito un legame più forte di questo.
I nostri incontri ormai così rari presero un sapore particolare: se prima ci amavamo: adesso ci amavamo come due pazzi, come se ogni volta fosse l'ultima volta.
Ritornammo ancora qualche volta lì sulle Dolomiti, non badavamo più al "sasso" se c'era o no sul bancone. Avevamo occhi solo per noi due e basta. Come è strano il destino! Si ritorna sempre dove siamo stati bene insieme come se si volesse far continuare la vita, fermare in quei luoghi la felicità che avevamo vissuto e renderla eterna per sempre.
Poi un giorno Pierre disse che avrebbe voluto nuovamente fare una scalata. A niente valsero i consigli di Guido, lui insisteva che la montagna non era sicura, che ultimamente c'erano state delle piccole frane, dei cedimenti, che la parete che Pierre voleva affrontare non andava bene.
Ma in generale non sarebbe andata bene nessuna scalata, anche lui aveva smesso ormai da un po' e le sue escursioni si limitavano a rifugi bassi più sicuri e accessibili. Inoltre il bollettino meteo non era dei più rassicuranti: avevano segnalato cattivo tempo nei giorni seguenti: un anticipo dell'inverno e si sa in montagna fa presto a cambiare tutto nel giro di pochi minuti.
Eravamo alla fine di ottobre e ogni guida comincia a chiudere il proprio lavoro: non vuole rischiare nè la propria vita nè quella delle persone che gli si affidavano.
Dopo un po' che parlavamo disse che andava bene così, che non si sarebbe mosso dal paese, che al limite avrebbero organizzato una passeggiata un po' più panoramica.
Prima di mezzanotte Guido andò via, ma io non ero tranquilla: questa volta non lo ero.Avevo imparato a leggere i suoi silenzi, i suoi occhi, i suoi gesti. La notte a letto lo abbracciai forte e mi strinsi a lui. Non volevo allontanarmi, non volevo perderlo, non volevo che andasse via mai più. L'amore fece il padrone fra le lenzuola.
La mattina quando mi svegliai lo vidi già vestito...scendo a prenderti la colazione, aspettami qui, torno presto.....
Mi vestii subito dopo che fu uscito e scesi in tempo per vederlo imboccare il sentiero per le tre Cime. Non urlai non lo seguii non feci niente per fermarlo. Ormai aveva deciso, potevo solo aspettare che ritornasse, non sapevo nemmeno quale parete voleva scalare.
Poco dopo chiamai Guido, corse più presto che potè, ma ormai era sparito e il tempo stava peggiorando.
Cominciò a fare una serie di telefonate, lui sapeva dove era diretto ne avevano parlato.
Mentre cominciavano le ricerche, il tempo peggiorò ed io chiusa in albergo con il viso incollato al vetro della finestra del solarium non mi muovevo più. Il cannocchiale il binocolo il telefono tutto vicino. Li toccavo in continuazione erano diventati caldi. Ma non servivano era scoppiata una tormenta di neve.
Entrò Guido per dirmi che le ricerche erano sospese, che nessun uomo si sarebbe avventurato sulla montagna, che l'elicottero non poteva decollare.
...possiamo solo aspettare che cessi questa perturbazione e poi corro su più veloce che posso....te lo riporto stai tranquilla....
Ma tranquilla non ero!
Il cattivo tempo durò 48 ore circa. Non avevo più sangue non ero nemmeno andata in camera, non avevo voluto mangiare. Guido provò ad incamminarsi, ma dovette ritornare indietro. Il vento il freddo e anche ogni tanto la neve impedivano di muoversi.
C'erano tanti rumori io non capivo cosa succedeva. Poi all'improvviso la tormenta cessò come era cominciata.
I soccorsi partirono subiro con l'elicottero, andarono via le guide con i cani, i volontari che in quei due giorni aspettavano solo di muoversi. Volevo andare anch'io, ma dove? non sapevo dove! Era diventato tutto troppo grande troppo immenso. Non mi sentivo più parte di quei posti mi erano sconosciuti. In quelle poche ore era cambiato tutto: era cambiata tutta la mia vita.
Dopo un po' ricominciò il maltempo. Ritornarono tutti in paese. Furono richiamati: troppo pericoloso nuovamente.
Ma mentre ero lì sul terrazzo ecco che si presentò il capitano del Soccorso Alpino.
...Signora mi dispiace, ma c'è stata una grossa frana proprio dove si era incamminato il signor Pierre. Si è staccato un pezzo del costone e noi siamo convinti che sia rimasto sepolto sotto metricubi di sassi. Continueremo le ricerche appena possibile, ma io non spero di trovarlo ancora vivo. Era sicuramente in quel punto, quando è successo....Se ha bisogno signora, le lascio il mio numero di cellulare, mi chiami pure a qualsiasi ora anche di notte ed io sarò subito da lei....
Rimasi nell'albergo ancora dieci giorni. Il tempo migliorò di nuovo e rispuntò il sole, rese l'aria ancora più tersa e bella e i colori della montagna più brillanti. Sembrava quasi che quei luoghi avessero fatto una pulizia generale: una bella doccia. Il corpo non fu ritrovato, solo dopo un po' incastrato fra due rocce recuperarono lo zaino di Pierre tutto rotto per la frana.
Sono ritornata a casa. Ho ripreso la mia vita o almeno quella che conducevo prima che succedesse tutto questo. Mi alzo la mattina mangio mi vesto esco e vado a lavoro, la sera torno a casa. E così tutti i giorni uno dietro l'altro come se dovessi mettere un mattoncino dietro l'altro senza sbagliare, tutti della stessa forma tutti dello stesso colore.
Però è successo qualcosa. Non posso più stare a casa, devo per forza tornare sulle Dolomiti per dire a Pierre la novità. Lo deve sapere lui prima di tutti gli altri.
Arrivo è inverno, ma non piove non nevica il cielo è azzurro limpido una giornata meravigliosa. M'incammino verso il punto dove hanno ritrovato lo zaino, anche se è lontano e so che non riuscirò ad arrivarci. Nel mio stato è pericoloso, troppa fatica.
Alzo gli occhi...Pierre il tuo desiderio è stato esaudito..avremo un bambino o meglio una bambina e la chiamerò Ester...
Guardo le Cime di Lavaredo la montagna che tanto amava: hanno la forma come tre dita unite protese verso il cielo "una grande quella centrale, una media e una piccola la più elegante per le forme".
Come se dovessero

"Percorrere la strada insieme
Una per la
Via della mano sinistra
L’altro per la
Via della mano destra"

(MT 25:32-33)

"Unite come un fronte compatto", come furono definite durante la guerra del 1915-1918 .
Noi tre insieme per sempre.

Libertà.. Libertà di chi?




Completata l'occupazione di tutte le televisioni in Italia



Minzolini al Tg1, Mazza a RaiUno, Comanducci, Lei, Leone e Marano vicedirettori generali
Il dg Masi: "Siamo molto soddisfatti, non ci sono state influenze esterne"


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(Introiti della Famiglia Berlusconi, Proprietari e azionisti)

mercoledì 20 maggio 2009

LA VERA FIORENTINA


La parola "fiorentina" è usata solo fuori Firenze e soprattutto fuori Toscana.
Da noi si chiama semplicemente "bistecca", termine questo che altrove indica delle modestissime fettine di carne.
Si narra che la parola bistecca, che è di chiara origine inglese (da "beef steak", cioè fetta di manzo) sia nata nel 1500,durante la festa di San Lorenzo che si teneva nell'omonima piazza di Firenze.
In questa occasione si arrostiva all'aperto un bue, ed essendo presenti degli Inglesi, questi gridarono "beef steak!" per avere un po' di carne.
Purtroppo anche questa storiella è falsa, infatti il Fanfani, nel suo "Vocabolario dell'uso toscano" del 1863, alla voce "bistecca" sostiene che si tratta di un "neologismo", nato, pare, nel 1823.
Se la parola è quindi recente non è detto che la bistecca alla brace sia un piatto moderno. Esiste in realtà da secoli, solo che, invece di bistecca, prima, si chiamava "CARBONATA".
La vera bistecca proviene da vitelloni di razza chianina o chianino maremmana ed è tagliata nella lombata.
Ha cioè l'osso nel mezzo, a forma di "T" con alle parti il filetto e il controfiletto. Rifiutate le bistecche con il solo controfiletto (si chiamano "costate") e quelle troppo fresche.
Una buona bistecca deve essere frollata per 5 giorni e deve essere tagliata alta 3 centimetri, nè più nè meno.
Ultimamente si sta esagerando nelle dimensioni. Certi ristoranti servono bistecconi alti 3 dita, freddi e sanguinolenti. E spesso anche duri!
Va bene che la bistecca "ben cotta" è un'eresia, ma anche la bistecca cruda non è accettabile.

LE CIME DI LAVAREDO


(di Lorena B.G.)
SECONDA PARTE
..........
Solo che all'improvviso apparve anche un "terzo incomodo". Il cellulare.
Non aveva mai squillato anzi non si era mai "mosso". Lo teneva così senza suono sul comodino, solo con la vibrazione, ma aveva l'orecchio sempre pronto a cogliere il più piccolo movimento. All'inizio sembrava quasi che non esistesse, nessuno aveva mai chiamato. Poi comiciarono sempre più spesso e sempre più spesso le nostre vacanze diventarono brevi e sempre più spesso venivamo di rado. La sua lontananza ormai era una realtà e i periodi si allungarono. Non chiedevo niente. Solo i suoi occhi che mi guardavano facevano immaginare tante cose.
Non osavo domandare: ogni volta che avevo provato non avevo avuto risposta. Non capivo! era come se il suo silenzio fosse stato lì per proteggermi.
A casa mentre aspettavo che mi chiamasse o mi mandasse un messaggio avevo preso l'abitudine di cercare notizie delle Dolomiti. Soprattutto delle Cime di Lavaredo che tanto lo affascinavano, cercavo di cogliere la sfumatura della bellezza, il segreto di quella montagna.
In genere mi piace camminare, ma farlo in montagna è diverso. Mi aveva convinto però così senza fatica solo descrivendomi come si sentiva quando era su quei sentieri: l'aria fresca che gli accarezzava il viso, le narici che la respiravano, gli occhi che si nutrivano della natura e la bellezza di quei posti, la testa che per qualche ora non doveva pensare a cose importanti.
All'inizio avevo avuto problemi con le scarpe: sono abituata a scarpe comode, preferisco da tanto tempo comprare le Geox stile mocassino, sono comode, un po' fredde d'inverno per la verità, ma ci sto benissimo. I tacchi solo nelle grandi occasioni e mi sembro buffa. E poi se devo essere femminile riesco ad esserlo anche con le scarpe basse. Avevo cominciato con le scarpe da ginnastica, e andò abbastanza bene per qualche giorno. La sera tornavo in camera con le gambe che mi facevano male. Quelle passeggiate che adoravo erano lunghe per un "animale" di città che cammina poco. Pierre con la sua pazienza mi faceva sdraiare e poi cominciava piano piano a massaggiare le caviglie e i polpacci. Le prime due notti ebbi i crampi, molto dolorosi. Non riuscivo a dormire. La mattina ci alzavamo ed ero io che insistevo per andare a camminare....non posso stare ferma, altrimenti non riuscirò mai a superare questi problemi....la sera ancora daccapo con i massaggi. Dopo qualche minuto però dai massaggi si passava alle carezze e forse era per questo che i muscoli erano sempre in tensione. Poi piano piano mi misi gli scarponi da montagna e a parte le prime vesciche finalmente riuscii a portare a termine le mie camminate.
Che pazienza! L'uomo più paziente che avevo conosciuto. Non so quanto tempo c'è voluto per arrivare al primo rifugio, ma considerando tutti i giorni impiegati per arrivare a mettermi gli scarponi, quel giorno fu una festa.
Se ripenso a quel periodo mi vedo come una donna petulante, brontolona che si lamentava ad ogni passo: o c'erano i sassi o era scivoloso o c'erano le mosche o troppo sole o le scarpe non andavano bene.
Partivamo la mattina presto dopo colazione. I primi due giorni bevevo solo un caffè d'orzo non riuscivo a mangiare, poi l'aria o la compagnia piacevole cominciai a prepararmi mezzo panino con la marmellata, poi uno intero con burro e marmellata e alla fine della settimana erano sempre due o tre panini. L'aria fresca mi accarezzava le guance, camminavo dietro a lui: era più svelto di me. Aveva un modo di fare sicuro deciso come se conoscesse quei posti benissimo. Poi un giorno mi confidò che voleva fare una scalata. Rimasi senza parole. Ma una scalata ha bisogno di una persona esperta e finora non mi aveva mai detto di essere un esperto rocciatore. Il pomeriggio, il famoso pomeriggio dell'acquisto del "sasso", era andato a cercare una guida che lo accompagnasse. Voleva prendere d'assalto la Cima Grande e a mia insaputa aveva studiato un percorso nuovo con più difficoltà degli altri già battuti.
Nei due giorni successivi assistetti ai preparativi di scarponi, corde, picchetti e non so che altro materiale c'era per terra. Il tutto si ridusse poi ad uno zaino. Mi sembrava che avesse svaligiato un negozio e poi all'improvviso sparì tutto dentro questo sacco che non sembrava poi sulle sue spalle nemmeno tanto pesante.
Ero sempre più allibita, scoprivo cose che non sapevo, ma comunque orgogliosa di quello che faceva. L'unica cosa che però mi sarebbe piaciuto era vederlo ridere più spesso.
La mattina presto partirono. Li accompagnai per un pezzetto poi lo salutai e rimasi lì a guardare che sparivano.
...seguimi con il cannocchiale se puoi e vuoi....
Guido, la guida. Mi faceva ridere, io che pensavo che tutti quelli che scalvano le montagne avessero dei nomi strani e invece la guida si chiamava semplicemente Guido.
.....Guido te l'affido...pensai fra me e contemporaneamente risi.....anche la rima sono stata capace, invece di stare qui ora a preoccuparmi fino a quando non ritorna. Sono tranquilla. Tranquilla o incosciente?...
Però ripensandoci ero tranquilla, perchè era Pierre che mi rendeva sicura.
Sapeva sempre quello che faceva e se c'ero io non si esponeva mai troppo e non rischiava.
Ritornai in albergo e il proprietario non so se di sua iniziativa o perchè gliel'aveva detto Pierre mi dette un binocolo e poi mi disse che nel solarium c'era anche un cannocchiale se volevo vedere tutto quanto.
Non potevo essere trattata meglio, mi sentivo una principessa: lui non c'era eppure aveva pensato anche a me. Stetti lì tutto il giorno a guardare quella montagna: mi sembrava spietata con la sua roccia così ripida.
La sera mi ritrovai sola a tavola. ...Chissà come è stato bello il tramonto lassù stasera...e alzai il bicchiere in un brindisi....Buonanotte a domani....
Il pomeriggio tardi del giorno dopo ritornarono. Non domandai niente i suoi occhi parlavano e stavano ridendo.
L'euforia di quella scalata lo rese particolarmente loquace nei giorni successivi. Guido cominciò sempre più spesso a stare con noi, naturalmente quando non doveva portare i turisti in qualche escursione.
Scoprii che sapeva giocare a scacchi ed ecco che cominciarono anche le loro partite. Alcune riuscivano a finirle velocemente altre venivano lasciate in sospeso e ricominciavano quando ritornavamo in albergo la volta dopo.
Si mostrò un grande amico, e qualche volta ero gelosa, ma durava poco: Pierre era troppo felice di poter fare quelle cose che io non sapevo fare.
Durante le loro partite presi l'abitudine di leggere, mi portavo sempre dietro in valigia qualche libro, tanto sapevo che sicuramente per qualche ora sarebbe stato il mio "compagno".
Scalate, partite a scacchi e discussioni cui qualche volta partecipavo anch'io. Un magnifico trio e le cime delle Dolomiti erano una cornice perfetta. Sembrava che niente potesse offuscare quest'atmosfera.
Poi cominciarono a telefonare e Pierre preparava la valigia in fretta e partiva. Al'inizio mi diceva che ritornava subito, poi cominciò a ritardare.
Mi mandava un sms per dirmi che le cose erano complicate e non poteva muoversi. Allora pagavo il conto dell'albergo e me ne andavo. Rimanevo sempre di più con l'amaro in bocca per qualcosa che non si era concluso.
Poi finalmente un giorno mi spiegò perchè doveva lasciarmi così all'improvviso.
(continua....)

BERLUSCONI:ODORE DI SANTITA' !!!!!!!!!!!!!!!!!

GIRO DI VITE? DOVE VOGLIAMO ARRIVARE?


L'Italia è sempre stata vista all'estero fino a qualche anno fa come un Paradiso: bel paese, cibo squisito, città "vivibili" a misura d'uomo (ultimamente però alla luce di tutte le violenze e stupri e rapine che ci sono stati negli ultimi tempi non vengono più tanto invidiate!), gente cordiale,...e dove mettiamo i nostri famosi "latin lovers"? I nostri uomini "mammoni" che tanto ci hanno invidiato in tutto il mondo?
Ieri parlando con un mio amico psicologo sessuologo ecco che sono venuta a sapere che sono in aumento i "matrimoni bianchi" nelle giovani coppie.
Il mito dell'uomo "macho" italiano per eccellenza comincia a cadere. Stamattina apro il giornale ecco che un altro mito si è rotto: quello del "posto fisso".
Non solo si parla di licenziamento, ma anche di carcere! Da uno a cinque anni per i dipendenti pubblici assenti non-giustificati e la radiazione dall'albo per i medici che hanno fornito i certificati.
Il nostro caro ministro Brunetta ha colpito ancora.
Quante volte negli anni passati quando chiunque andava in un ufficio pubblico doveva assistere a cose innominabili? L'assenza questa purtroppo non era visibile, ma il mal lavoro e la poca voglia e l'ignoranza che distinguevano quegli uffici era unica. Chi è che non si è sentito offendere o trattare male se non sapeva una cosa o non aveva portato i fogli che l'impiegato voleva?
Tutti bravi e tutti istruiti solo perchè non avevo problemi di lavoro e di stipendio. Quante persone anziane o con poca istruzione sono state maltrattate per l'ignoranza e la maleducazione di chi stava nell'ufficio pubblico?
Il famoso "posto fisso" che non dava preoccupazioni permetteva di fare tante cose.
Mio marito che lavora nelle Ferrovie Italiane ha come clausola nel contratto di lavoro che non può fare un secondo lavoro !!!!
Vogliamo parlare anche del secondo lavoro a nero? Quel secondo lavoro che "ha permesso all'Italia di crescere e prosperare e che ha mandato avanti" tante famiglie?
Ci voleva il ministro Brunetta che all'improvviso una mattina si è accorto che il nostro impiego pubblico o il personale medico-sanitario non erano all'altezza del Bel Paese? Dove lo spreco di denaro pubblico ha rovinato tante amministrazioni?
Mio caro Ministro, e questo è un appello che le rivolgo io personalmente, insieme alle misure drastiche "anti fannulloni" e "di chi li sostiene", stiamo attenti anche a come verrà operato la gestione dei premi!!!!
Non vorrei che per simpatia o clientelismo o perchè appartenente ad una fazione politica piuttosto che ad un'altra si facciano dei soprusi, dove gli unici che ci rimetteranno saranno sempre e soli gli ingenui e i deboli!

martedì 19 maggio 2009

LE CIME DI LAVAREDO

(di Lorena B.G.)
PRIMA PARTE
Sono qui sulla terrazza dell'albergo. E' freddo, ma non lo sento.
Il tempo è brutto: l'albergatore mi ha sconsigliato di stare fuori, ma ho il piumino.
Un brivido di freddo, sento i primi fiocchi di neve sulla pelle del viso.
Una lacrima scende. Addio. E' un addio questo?
Il tempo non migliora ha messo neve vento: una bufera. Sento un ticchettio sui vetri: è la moglie dell'albergatore che mi fa cenno di rientrare.
Trovo un uomo in divisa, non ho mai capito niente di divise solo che c'è qualcuno che sta molto bene altri che sembrano infagottati.
Ma a vederlo soprattutto dall'aspetto dal portamento forse anche dalle mostrine che ha sulle maniche della giacca e sul davanti deve essere un ufficiale.
Mi conduce in un salottino, poche parole e rimango seduta lì a fissare il vuoto.
...Se ha bisogno signora, le lascio il mio numero di cellulare, mi chiami pure a qualsiasi ora anche di notte ed io sarò subito da lei....
...grazie...non so nemmeno se l'ho detto, so di averlo pensato comunque.
Dopo un po' mi rendo conto che è buio. Dopo un po'? Ma quanto tempo sarà passato? Mi hanno lasciato tranquilla non mi hanno disturbato, vado alla reception non trovo nessuno prendo la mia chiave, la n. 123.
Chissà perchè questo numero: l'albergo è piccolo molto confortevole, quasi a conduzione familiare. Poche camere, forse vogliono insinuare l'idea che sia molto più grande. Mi sono sempre trovata bene, sono stata felice qui. Tanto felice.
Le tendine di pizzo, molte fatte a uncinetto, alcune ricamate con quei bellissimi colori che ricordano la primavera i prati fioriti di montagna. Quando l'aria è pulita si vedono le montagne, quasi quasi i sassi in cima sulla cima.
Oggi no non si vedeva niente, tutto coperto, nascosto dalle nuvole basse.
Il mio cuore è rimasto lassù. Rimarrà per sempre sepolto lassù. Riuscirò a vivere senza cuore? Me lo sono chiesto tante volte. Sarà possibile un giorno far nascere uomini senza cuore?
Se fossi uno scienziato, un "manipolatore" di laboratorio potrei anche provarci, ma non lo sono: sono solo una donna che aveva un cuore.
La stanza o meglio la camera ha il soffitto in legno con dei travi a vista, l'arredamento in stile tirolese caratteristico. Il pavimento è caldo cammino a piedi nudi.
Vado in bagno a lavarmi le mani, i denti. I denti? Perchè? Non ho mangiato niente solo il sapore amaro delle lacrime.
Le lacrime ! Chi le ha assaggiate almeno una volta ? Dico proprio assaggiare con intenzionalità per sentirne il gusto. Sono salate sono piene di tante cose: di risate, di gioia, di passeggiate, di baci, di carezze e infine ecco il dolore come retrogusto, il dolore che cancella tutti gli altri sapori.
Niente non si sente più niente: quando esce fuori scompare tutto. Ho provato ha ricercare un sorriso, un abbraccio un bacio, l'amore con cui è stato dato il bacio, macchè nulla non c'è più nulla: solo dolore.
Anche il letto il nostro letto è diverso. Non riesco a riposare non riesco a sdraiarmi. Sembra pieno di sassi di buche.
Comincio ad avere mal di schiena mal di testa. Non ho voglia di stare in camera.
Scendo e in una saletta trovo un computer. I proprietari mi hanno sempre fatto collegare ad internet, sanno che scrivo e che ho bisogno di collegarmi per la posta o parlare con i miei amici. Mi attacco con il mio pc, non hanno mai fatto storie quando ho chiesto di usarlo e sono sempre stati ricompensati anche con regali.
Mi ricordo la prima volta mentre giravo per il paese per trovare qualcosa da portare alla proprietaria. Trovai un negozio molto piccolo che vendeva pietre di tante forme e dimensioni, di tanti colori. Stetti lì non so quanto tempo a curiosare poi cominciai a chiedere e il signore che era dietro il banco dapprima mi rispose per gentilezza, poi fu preso nel vortice delle domande e cominciò ad appassionarsi alle risposte.
Sono brava, lo so riesco sempre a coinvolgere tutti. Lo avevo punto nel suo orgoglio e fece sfoggio di tutta la sua conoscenza. Avevo capito che voleva un po' di gratificazione nel suo lavoro. Non solo una semplice sterile vendita di pietre, ma voleva mostrarmi tutto il suo sapere. Ero lusingata, ma anche lui era lusingato che una turista stesse tanto tempo lì a chiedere tante cose e ad ascoltare.
Dopo un po' ero stanca, ma non sapevo come dirgli che volevo andarmene.
Mi avvicinai ad un grande portacenere in pietra verde. Grande, sarebbe stato bene sul bancone all'ingresso dell'albergo.
Poi cominciai a pensare che se quello non smetteva stava facendo uscire fuori i miei istinti omicidi: se lo avessi colpito con quell'arnese e fossi scappata? Ma c'erano le mie impronte dappertutto: nelle sua spiegazione mi aveva fatto toccare tutti o quasi gli oggetti che aveva in negozio come se le mie mani fossero occhi migliori dei miei occhi.
Ma ecco che due braccia intorno alla vita mi fecero sussultare e un bacio sul collo...
...allora amore hai finito? Devo essere geloso? Ti ho cercata dappertutto non sapevo più cosa pensare?...
Prendo il "sasso" ormai chiamavo così il portacenere, pago ringrazio delle notizie e della gentilezza e finalmente posso uscire.
...Come al solito non puoi fare a meno di metterti a parlare!.... sembrava scocciato, ma non lo era.
...sai è stato così carino e poi mi sembrava brutto venire via proprio quando le sue spiegazioni lo infervoravano tanto...
...carino? Che fai mi tradisci? Non posso andarmene via un'ora che ti trovo che mi hai già sostituito. Carino!! mah, a me non sembrava tanto carino! E poi quella "pietra" verde, sei sicura che sia adatta come regalo?...
Mi faceva sempre ridere quando voleva fare il serio e il geloso, ma io sapevo che era tutto un gioco e lui sapeva che non l'avrei mai tradito, non sarebbe mai successo.
Quel "sasso" verde o "pietra", come Pierre l'aveva chiamata è da tanto che è lì in bella mostra sul bancone della reception! Pierre ogni tanto diceva che quando dovevamo arrivare lo tiravano fuori e poi lo rinascondevano quando ce ne andavamo.
Perchè era troppo grosso troppo vistoso. Ma io ero convinta che non fosse così. Mi piaceva pensare che non fosse così. E poi tutta la fatica che avevo fatto per portarlo fino all'albergo. Non avevo voluto che mi aiutasse, mi sembrava un punto d'orgoglio. Ero arrivata tutta sudata, con la lingua di fuori, ma felice del mio regalo. La signora non obbiettò, anzi come al solito mi sorrise. E lo mise subito sul bancone come se avesse letto nei miei pensieri. Ogni mattina quando scendevamo guardava se c'era sempre, forse in cuor suo Pierre sperava che un giorno fosse scomparso.
Cominciavo a dubitare che forse era a lui che non piaceva.
E continuavo...forse se invece di telefonare arriviamo all'improvviso scoprirei se è vero, se è sempre lì o lo tolgono, scoprirei se tu hai ragione od io...
Queste fantasie ed altre mi divertivano e molti dei nostri discorsi dopo l'acquisto furono per il "sasso" mentre stavamo abbracciati nel nostro lettone. Ormai lo chiamavamo così: il nostro lettone, la nostra camera, il nostro albergo,...
Ci sembrava di essere a casa. Passavamo ogni istante libero che potevamo permetterci in questo piccolo angolo di paradiso.
Alla fine Pierre si stancava di ogni parola e mi chiudeva la bocca con un bacio. Qualche volta pensavo che forse se l'avesse fatto prima avrei fatto meno la figura della stupida, ma nei momenti che stavamo insieme non avevo voglia di parlare di cose serie, non avevo voglia di analizzare niente. Solo lui ed io e tutta la frivolezze leggerezza e incoscienza di un amore come il nostro.
Solo che all'improvviso apparve anche un "terzo incomodo". Il cellulare.
(continua...)